L'orizzonte degli eventi

 di Roberta Pedrotti

Clarinet Reloaded

musiche di

I. Fedele, G. Scelsi, K. Stockhausen, M. Van Der AA, Lachenmann

Michele Marelli, clarinetto e clarinetto basso

San Diego new music ensemble diretto da Simone Mancuso

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Brad Lubman

CD DECCA 481 7271, 2018

Mozart, nella sua precoce e fatale maturità, amò il clarinetto. L'amicizia con Anton Stadler lo mise in condizione di esplorare l'evoluzione tecnica e le potenzialità dello strumento. Insomma, di fare musica d'avanguardia. A metà degli anni '70 del secolo scorso, il quarantenne Helmut Lachenmann, quindi poco più grande di Amadé ai tempi del Concerto per clarinetto K 622, scrive Accanto – Musil für einen Klarinettisten mit Orchester e dialoga proprio con il K622. Un dialogo mascherato, sottinteso, perché quasi non si fa caso a quell'antico fruscìo discografico in apertura, che pure scatena il movimento del clarinetto e del clarinetto basso affidati a un unico solista, emulo ideale proprio di Stadler, che amava suonare il clarinetto di bassetto, parente prossimo di quel corno di bassetto pure ricorrente nelle ultime creazioni mozartiane. Inquieto, il nostro strumento novecentesco sembra ruotare intorno a un oggetto indefinito, studiarlo, ammirarlo, temerlo, finché non si delinea, all'apparire sorprendente di alcune battute intatte, che quell'oggetto era appunto il concerto K 622. E in quel momento, come in un'immagine che ci sorprenda nello specchio, la modernità inquieta reduce e forse spossata dalle avanguardie del XX secolo ritrova l'ancora del modello classico, che a sua volta era, almeno in parte, avanguardia.

Così si chiude il percorso discografico che Michele Marelli, punto di riferimento del clarinetto nella musica contemporanea, dedica al suo strumento attraverso anche opere di Fedele, Scelsi, Stockhausen, Van Der Aa.

Come una voce umana potenziata, il clarinetto – e il suo fratello basso – canta, sussurra, pronuncia, balbetta, schiocca, strilla, scherza, ansima, simula, imita, scalpita ed esplora. Talora rimbalza e riverbera nel suo stesso suono con il live elettronic previsto da Stockhausen, talaltra interagisce con orchestra o ensemble (Van Der AA, Lachenmann) oppure, per Fedele e Scelsi, resta solo.

Solo è lo strumento per Windex di Ivan Fedele, quando incarna nel suo fiato la mymesis della brezza, della tempesta e della quiete: l'arte si fonde con la natura su un antico e già fecondo sentiero.

Solo è lo strumento nel flusso pulsante, ciclico di Ixor di Giacinto Scelsi, che questo stesso fiato musicale pare reinventare come nuovo soffio vitale.

Solo è il titolo del ciclo di Stockhausen, ma qui la solitudine diventa un labirinto di specchi e in essi la componente di libertà dell'interprete, l'imprevedibilità delle combinazioni genera un sistema autonomo, di per sé ordinato. La vibrazione sonora dell'alito di vento fra moto, furore e stasi di Fedele, del sospiro della vita di Scelsi è ora un ordine cosmico di orbite, rotazioni, rivoluzioni, distanze variabili, ma sempre con una logica sottintesa. Come è sottintesa all'universo.

Da questo estremo micro e macrocosmo sonoro, il solo si trova a confrontarsi con l'esterno, l'altro da sé. In Histeresis l'ensemble costituisce un interlocutore, ma anche un'interferenza, uno iato rispetto al mondo moderno con il quale il pensiero musicale non sembra mai allineato in sintonia.

Da qui torniamo all'epilogo da cui eravamo partiti, la tensione di Lachenmnn intorno all'idea del concerto mozartiano, la tensione della ricerca musicale giunta alle estreme conseguenze arriva a passare l'orizzonte degli eventi e a vedere un'avanguardia passata da quasi due secoli. Marelli ha la capacità visionaria per indirizzare la forza della sua tecnica e della sua musicalità proprio sull'orizzonte degli eventi, esplorando tutte le gradazioni che al suo versatile strumento riserva la musica dal secondo Dopoguerra ad oggi. Per chi abbia voglia di seguirlo, mettendosi in gioco con un ascolto che è un continuo stimolo logico e simbolico, questo CD è l'occasione perfetta, accompagnata anche dalle piacevoli note di copertina di Sandro Cappelletto.