Fascino e ironia

 di Suzanne Daumann

L'allestimento del capolavoro rossiniana firmato dal compianto Jérôme Savary chiude in bellezza la stagione dell'Opéra de Rennes anche grazie a un cast ben assortito, con Maria Josè lo Monaco, Daniele Zanfardino, Bruno Praticò, Marc Scoffoni, Luigi De Donato, Anna Steiger e Jeannette Fischer.

RENNES, 1 giugno 2015 - Ormai è una tradizione: ogni due anni l’Opéra de Rennes condivide lo spettacolo di chiusura di stagione con il pubblico più ampio possibile. Ripreso su maxischermi in oltre dieci località in Bretagna, trasmissione radio, proiezione su un maxischermo nella piazza del Municipio – così l'opera invita a festa. Si tratta, peraltro, dell'unico teatro d'opera in Francia a offrire una proposta del genere.

Essendo La Cenerentola di Rossini già di per sé una festa, bastano una messa in scena accurata e un cast ben a fuoco perché si possa dire veramente riuscita. uesta versione della favola, ricordiamolo, si distingue un po' da uelle narrate Perrault o dai fratelli Grimm. Il principe e Cenerentola si incontrano prima del ballo e si innamorano immediatamente l'uno dell'altra. E non è la fata madrina ad aiutare la giovane a partecipare al ballo, ma il precettore del principe, Alidoro, una specie di mago benevolo. Non c'è nemmeno la matrigna, ma un patrigno cattivo.

La storia di Cenerentola, a ben pensarci, non è solo una semplice favoletta per incitare le ragazze a comportarsi bene. L'allestimento del compianto Jérôme Savary tiene conto di questo aspetto tenero e profondo. Ripresa da Frédérique Lombard, bizzarra e affascinante, è collocata nel XIX secolo. Di fronte alle belle uinte a trompe-l’oeil, in tinte pastello, i costumi a colori vivaci spiccano in maniera deliziosa.

Dall’ouverture, lo spirito rossiniano è ben presente. Darrell Ang dirige l’Orchestre Symphonique de Bretagne con precisione e finezza in una partitura complessa per le variazioni di tempo e intensità. Una o due volte, i cantanti risultano un po' coperti, ma nel complesso buca e palcoscenico risultano ben uniti. I fiati soprattutto sono spesso sollecitati e fanno la loro parte con brio, come sempre.

L'ingresso delle due sorelle è notevole. Anna Steiger, Tisbe, e Jeannette Fischer, Clorinda, rubano un tantino la scena ai colleghi, tanto sono presenti, sciocche, smorfiose ed ridicole nel portamento. Ci si dimentica uasi che cantano anche assai bene. Fragola e albiocca, sono i frutti della festa. Come bambine viziate, commentano ogni parola, ogni scambio dei grandi, ricordando costantemente la loro presenza. Sarebbe stato troppo, se non fosse stato così meravigliosamente ben fatto, come quando Clorinda, alla maniera di Harpo Marx, continua a cercare di  mettere una gamba sul braccio di una vittima innocente. Fortunatamente, l'insieme del cast è ben in grado di raccogliere la sfida. 

Angelina, la Cenerentola, è incarnata dal meraviglioso mezzosoprano José Maria Lo Monaco. Voce ampia, leggera, dal timbro dolce e dorato, è una Cenerentola da sogno, modesta e innocente, ma non priva certo di personalità. Puro caramello al burro salato!  Possiamo ben capire Don Ramiro, che s'innamora a prima vista. Il tenore Daniele Zanfardino gli dona vita e voce. Soave ed energico, belcantista rifinito, padroneggia tutte le difficoltà della parte. Un gelato menta e cioccolato, che penso vada benissimo con il caramello! Il duetto del primo atto è una pura delizia per come le loro voci si mescolano armoniosamente.

Un'altra variazione rispetto alla fiaba è il valletto del principe, Dandini. Deve indossare i panni del suo padrone per sondare il carattere delle due pretendenti. L'eccellente baritono Marc Scoffoni recita con una comicità elegante che sarebbe convenuta a un qualche personaggio offenbachiano. Barcolla, danza e saltella come un cavallo da circo e sembra divertirsi facendo il principe. Croccante e fine, ecco una torta di mele. 

Don Magnifico, il patrigno avido e bevitore, è il collaudato Bruno Praticò, un po' folle e nondimeno toccante. Un calice di vino rosso, forse Montepulciano, lieve e sanguigno.

Luigi de Donato, last but not least, interpreta Alidoro con la sua voce calda e dolce, puro cioccolato musicale. Dispiega la sua grande aria del primo attoco forzam convinzione e note gravi risonanti. Affascinante quando accenna qualche passo di danza con Angelina nella coda dell'aria. Affascinanti tutte le coreografie di Frédérique Lombart.

Il coro è magnifico come sempre sotto la direzione di Gildas Pungier, preciso e musicale come si conviene.

Une bella serata rossiniana, tutto sommato, che si conclude con appalusi ampiamente meritati, e dispiace solo di non poter partecipare alla grande serata in cui verrà ritrasmessa su maxischermi.