Intreccio verista

di Ramon Jacques

La stagione lirica della città messicana propone il dittico verista in una messa in scena che ricerca continuità fra le due vicende, collocate nello stesso spazio e tempo. Il buon equilibrio teatrale e musicale conferma la solidità raggiunta in cinque anni di attività dal Teatro del Bicentenario.

LEON (MESSICO), 16 agosto 2015 - Dalla sua inaugurazione del 7 dicembre 2010 ad oggi il teatro del Bicentenario di Leon Guanajuato (che si trova a 380 chilometri dalla capitale messicana) è riuscito a consolidare una stagione annuale di opera, oltre a una varia offerta parallela di spettacoli di danza, balletto e teatro di prosa. 

Come seconda produzione lirica del 2015, dopo Il barbiere di Siviglia, è andato in scena il dittico composto da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. 

In primo piano si poteva vedere la bella scena ideata da  Jorge Ballina, che ha situato l'azione in un'epoca moderna, con immagini in prospettiva simmetrica, dettagliate miniature di case sullo sfondo e la facciata di una chiesa ispirata all'architettura siciliana. La concezione di Ballina è stata dinamica, con cambi scena a vista, facciate di costruzioni in movimento e un telone che si apriva e si chiudeva costantemente, oltre a un piccolo palco sulla piazza principale, dove si svolge la "commedia" dei Pagliacci. Appropriati sono stati costumi, come pure le luci, dai toni brillanti che sfumavano dai toni solari e mediterranei a un'oscurità presaga di tragedia, a cura di Víctor Zapatero. La regia di Mauricio García-Lozano è stata essenziale e chiara: nella sua concezione entrambe le opere si svolgono in uno stesso luogo, con l'apparizione dei pagliacci in scena e in sala già all'inizio della recita e la processione funebre di Turiddu durante l'Intermezzo del lavoro di Leoncavallo. Garcia-Lozano ha, inoltre, introdotto la figura di un bambino con un palloncino rosso che osservava l'azione dall'esterno, come se si trattasse di una visione in cui la fantasia si convertiva in realtà.

In termini generali si è ottenuto un buon equilibrio tra la parte visiva e la parte musicale, a partire dalla prova del coro del Teatro del Bicentenario impegnato attivamente sulla scena e omogeneo nelle sonorità. L'orchestra è stata ben diretta con mano sicura dal maestro statunitense Arthur Fagen, che con sicurezza e brio ha messo in luce le ampie possibilità e ricchezze contenute nelle partiture.

Per quanto riguarda il cast vocale, entrambe le opere hanno contato sulla presenza del baritono Carlos Almaguer, che ha prestato la sua esperienza ai personaggi di Alfio in Cavalleria e Tonio nei Pagliacci e ha cantato con voce profonda e potente. Belem Rodríguez ha impersonato un'energica Santuzza con voce scura di mezzosoprano e José Manuel Chu ha offerto il suo caldo timbro a Turiddu. Lydia Rendón come Lola e Eva María Santana come mamma Lucia completavano il cast in maniera soddisfacente.

Il ruolo di Canio nei Pagliacci è stato cantato con voce ampia e buona proiezione dal tenore lituano Kristian Benedikt e il soprano Violeta Dávalos cantato Nedda con bel timbro, facilità negli acuti e freschezza. Il giovane tenore Gilberto Amaro ha offerto una bella prova vocale come Beppe/Arlecchino e corretto è stato il baritono Carlos Sánchez come Silvio.

Da segnalare uno spettacolo di spicco nella programmazione futura del teatro: il Tributo a Farinelli che andrà in scena in ottobre con la presenza di lusso del celebre contralto svedese Ann Hallenberg e dei Talens Lyriques diretti da Christophe Rousset.

foto Arturo Lavin