Passione lirica

 di Andrea R. G. Pedrotti

 

Prosegue la stagione della benemerita associazione veronese con il primo concerto del 2015 affidato alle voci di Lilla Lee, Luciana D'Intino, Giorgio Berrugi, Davit Babayants, all'arpa di Davide Burani e al piano di Patrizia Quarta.

VERONA, 18 gennaio 2015 - Primo concerto dell'anno per l'associazione Verona Lirica. Un esordio, per questo 2015, caratterizzato da un programma lungo, interessante ed estremamente ricco. Fra i quattro solisti si è registrata la defezione del baritono Dalibor Jenis, assente giustificato da un'improvvisa scrittura. La città scaligera, tuttavia, offre sempre risorse utili e in sua sostituzione è giunto Davit Babayants, presto impegnato nelle recite di La traviata al teatro Filarmonico. Gli altri ospiti dell'associazione sono quelli annunciati da tempo: il soprano Lilla Lee, il mezzosoprano Luciana D'Intino, il tenore Giorgio Berrugi e l'arpista Davide Burani. Al pianoforte la sempre brava Patrizia Quarta, mentre la conduzione del pomeriggio, come d'abitudine, è stata affidata alla piacevolissima guida di Davide Da Como, con la sua pungente ironia e le sue precise esegesi dei brani.

Dopo i saluti rituali del presidente Tuppini, il concerto si è aperto con la splendida preghiera di Nabucco “Dio di Giuda”, dichiarato omaggio alle vittime dei recenti attentati parigini e a tutte le vittime del terrorismo. Aria interpretata in ginocchio da Babayants, purtroppo - come è prevedibile in concerto al pianoforte- privata della splendida cabaletta, forse una delle più belle e coinvolgenti del catalogo verdiano. Sempre il genio di Busseto per i due brani successivi, con “O don fatale!” dal Don Carlo, cantata con esperienza e stile da Luciana D'Intino, e l'aria di Rodolfo dalla Luisa Miller, “Quando le sere al placido”, ovviamente affidata alla voce di Giorgio Berrugi.

Ci spostiamo di poco a sud, nelle terre lucchesi, accompagnati da uno dei suoi figli più illustri, Giacomo Puccini, che ci avvince, assieme alla voce di Lilla Lee, “In quelle trine morbide” dalla Manon Lescaut. Il caldo sole del meridione ci chiama ancor più d'appresso, verso Bellini, con le variazioni da “Casta diva”, scritte dal maestro Giovanni Caramiello ed eseguite con invidiabile virtuosismo da Davide Burani. La prima parte prosegue con un programma ancor più ricco, grazie al ritorno sui legni del teatro Filarmonico di Davit Babayants in “Cortigiani, vil razza dannata” da Rigoletto e al sognante amore di Nemorino e la sua “Furtiva lacrima” donizettiana.

Un breve intermezzo, ancora affidato all'arpa di Davide Burani e le variazioni da La traviata, sempre a firma di Giovanni Caramiello. L'intervallo è imminente e il numeroso pubblico accorso è salutato dal grande duetto fra Aida e Amneris, dal secondo atto dell'opera verdiana.

Dopo una breve pausa, trascorsa in piacevole compagnia, siamo presi dall'incontenibile commozione che il duetto “In un coupé”, da La Bohéme, sa suscitare negli struggenti versi “Mimì, tu più non torni...”. Nuovamente spazio alle interpreti femminili con Lilla Lee in “Pace, mio Dio” da La forza del destino e Luciana D'Intino in “Voi lo sapete, o mamma!” da Cavalleria rusticana. Ulteriore intermezzo affidato all'arpa di Davide Burani, con un'autentica chicca, ovvero delle variazioni dal valzer di Musetta, scritte dallo stesso arpista impegnato a esibirsi sul palco del teatro veronese.

Ancora un brano per ognuno dei solisti, con il momento più bello del pomeriggio: il duetto fra Nabucco e Abigaille, con tanto di recitazione e stilizzati elementi scenici, come una seggiola (che servirà a arredare la casa di campagna di Violetta nella prossima Traviata della fondazione) a fungere da trono e un impegno attoriale dei due interpreti - Lilla Lee e Davit Babayants - su tutta l'ampiezza del palcoscenico.

Ultima aria per Giorgio Berrugi è Il lamento di Federico dall'Arlesiana di Cilea, mentre la chiusura è affidata a Luciana D'intino con la sessualissima aria “Mon coeur s'ouvre a ta voix” da Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns. Così, come il concerto s'era aperto con un tema biblico, dunque, così si chiude, passando dalla preghiera spirituale alla carnale seduzione.

Da segnalare l'appuntamento straordinario con l'associazione, previsto il prossimo 7 febbraio alla sala Maffeiana di Via Roma, con la partecipazione del trio “Verona Lirica” (composto dal pianista Roberto Coriano, il violinista Günther e la violoncellista Sara Airoldi) e del tenore Gianluca Terranova.

Questo in attesa del ritorno alla sala del Filarmonico, il prossimo primo marzo, con il terzultimo concerto della stagione di questo meritorio gruppo di entusisti appassionati del melodramma, i quali, non dimentichiamolo mai, lavorano all'insegna dell'autentico volontariato, senza percepire alcun compenso, così come gli interpreti impegnati.