Soave sia il Vento

 di Andrea R. G. Pedrotti

Piacevole serata, sui colli veronesi, in memoria del tenore Giuseppe Lugo: ospite d'onore il tenore Ramon Vargas.

2 luglio 2015 - Come ogni anno si ripete nella scenografica cornice di “Villa Vento” l’ennesima edizione del premio intitolato a Giuseppe Lugo. Celebre tenore veronese, ha avuto l’onore di essere protagonista nei massimi teatri del mondo. Oltre alla suggestione del luogo –Villa Vento è una bellissima struttura sulle colline veronesi- la scelta della sede è di sicuro richiamo, in quanto Giuseppe Lugo fu reso celebre, oltre che per le sue prestazioni liriche, anche per la famosa “La mia canzone al vento”, che viene fatta interpretare dall’unisono dei presenti, al termine del tradizionale concerto.

Albo d’oro di tutto rispetto per il premio, che quest’anno è andato a impreziosirsi con la premiazione dell’artista messicano Ramon Vargas. Purtroppo, conseguentemente al lungo viaggio aereo, il tenore non ha potuto esibirsi, tuttavia ha piacevolmente intrattenuto i presenti, raccontando di quando conobbe, proprio a Verona, il compianto Giuseppe di Stefano. Un piccolo accenno di romanticismo, nel suo narrare, è stato il rammentare come questo incontro fosse avvenuto proprio quando a ricevere il riconoscimento fu lo stesso di Stefano.

Nemmeno a esser indovini, la serata è stata caratterizzata da una brezza tagliente, quanto insistente, degna del nome del luogo; era prevedibile e ha certamente creato qualche piccolo inconveniente nella diffusione delle voci, ma la buona riuscita dell’evento non ne ha affatto risentito.

Inizialmente pareva di assistere a una riedizione dei concerti di Veronalirica, con il maestro Patrizia Quarta al pianoforte e l’inossidabile, quanto sagace e insostituibile, Davide da Como a presentare la serata.

Gli interpreti impegnati nel concerto celebrativo erano quasi tutti protagonisti della stagione estiva della Fondazione Arena di Verona, ossia Susanna Branchini, Sanja Anastasia e Federico Longhi, ai quali andava ad aggiungersi il giovanissimo basso, di appena ventidue anni, Alberto Bonifazio.

Ovviamente non si trattava di un autentico concerto, ma di una premiazione, perciò buona parte dell’evento è stata impegnata in ricordi, ironie e malinconici rimpianti, sempre conditi da un autentico sorriso.

L’esibizione degli artisti è stata in un’unica parte, con Alberto Bonifazio impegnato nell’interpretazione dell’aria di Colline “Vecchia zimarra”, da La Bohème di Giacomo Puccini e in “La calunnia è un venticello” da Il Baribiere di Siviglia di Gioachino Rossini. La sua vocalità non è forse ancora completamente matura, ma bisogna tenere conto del luogo dove ci trovavamo, della giovane età e del fatto che Bonifazio era giunto all’ultimo in sostituzione del previsto Carlo Colombara.

Sanja Anastasia, ormai nota al pubblico veronese per le sue numerose presenze in Arena degli ultimi anni, interpretando prima Amneris, nella quale la riascolteremo presto nell'Afiteatro cittadino, e poi, dal Don Carlo di Giuseppe Verdi, la bellissima “O don fatale".

Altro titolo di spicco della stagione dell’estate scaligera per Susanna Branchini, che ci ha offerto la sua Abigaille, per poi unirsi a Federico Longhi nella bella interpretazione del duetto da Il Trovatore “Udiste? Come albeggi”. Federico Longhi ha, inoltre, cantato l’aria detta “delle corna” dal Falstaff di Verdi, opera nella quale lo vedremo presto impegnato sotto la sempre efficace bacchetta del maestro Riccardo Muti.

Al termine, ovvimente, abbiamo potuto apprezzare un notevole entusiasmo del numeroso – sempre relativamente alle dimensioni del parco - pubblico presente, che ha salutato festante tutti i brani eseguiti, nonché gli interventi degli interventi.

La sempre precisa organizzazione a cura della collega Silvia Campana e del comitato promotore ha, infine, offerto una piccola cena a tutti coloro i quali abbiano avuto il piacere di intervenire.

Serata protrattasi fino a tardi fra frescura e buona compagnia, che speriamo si ripeta ancora per numerosi anni a venire.