Libertà di disimpegno

 di Roberta Pedrotti

Al disimpegno festoso del concerto offerto gratuitamente alla città corrisponde l'impegno impeccabile di Michele Mariotti e dell'Orchestra del Comunale. Unica nota stonata, in un pomeriggio giocoso ma musicalmente di qualità, le chiacchiere d'apertura.

BOLOGNA 31 ottobre 2015 - La divulgazione non è un obbligo, se intesa come proselitismo: bisogna avere tutta la libertà di non amare qualsiasi genere artistico e musicale. Ma, appunto, libertà, una facoltà che può essere data solo dalla conoscenza: possiamo scegliere solo fra ciò che conosciamo, a cui possiamo accedere, altrimenti quel che chiamiamo libertà di scelta non è altro che il suo contrario.

E, dunque, il teatro ha l'obbligo non tanto di andare a caccia di pubblico, ma di proporre qualità aprendosi all'esterno, rimuovendo tutti possibili ostacoli (o alibi) per la soddisfazione anche solo di una curiosità. Ben vengano le aperture straordinarie e gli eventi gratuiti, ben vengano anche occasioni non convenzionali, in cui, per esempio, l'esplicito via libera a un dress code stravagante possa sbloccare anche chi teme che senza lustrini, tacchi a spillo e frac non si possa essere ammessi in sala e si sia additati al pubblico ludibrio. Ben venga, insomma, un sabato pomeriggio con un “Concerto di Halloween” a ingresso gratuito e possibilità, per chi lo volesse, di sfoggiare una mise o un accessorio in tema. Si vede qualche bambino in maschera che scopre il concerto come una festa, e va benissimo. Si vede pubblico tradizionale in diversi gradi d'eleganza, e va benissimo; si vede anche chi bambino non è ma si diverte a esibire un ragno o una spilla a forma di zucca, e va benissimo. Ciascuno, liberamente si diverte.

Disturba allora un po' che, di fronte a un concerto pensato nel più completo disimpegno come un divertito regalo alla cittadinanza, proprio direttore del Resto del Carlino, promotore – insieme con il Teatro Comunale – dell'evento per i 130 anni della testata, si senta in dovere di puntualizzare una dissociazione nei confronti della festa. Semplicemente perché, comunque la si pensi sul da farsi il 31 ottobre, se si promuove un “Concerto di Halloween” suona come pedante e incoerente dover accogliere il pubblico annunciando che “Questa festa non ci appartiene”, oltre che poco gentile verso chi si ha partecipato con spirito giocoso. La contrapposizione fra la festa “straniera” e il Verdi “patriota” è davvero una forzatura poco felice, tanto più che chiosata dalla storpiatura della celeberrima citazione dannunziana (“Pianse ed amò per tutti” diviene “fece piangere e amare tutti”).

Per fortuna poi arriva davvero Verdi “salvator della Patria” a risollevare gli animi con la sinfonia dei Vespri siciliani e soprattutto gli splendidi ballabili del Macbeth, unico brano davvero in tema con lo spirito stregonesco dell'evento. Michele Mariotti e l'Orchestra del Comunale si presentano in ottima forma, non c'è traccia di disimpegno e, anzi, sono molti i preziosismi che confermano, oltre al livello dei complessi felsinei, l'affinità del direttore musicale con il teatro musicale e con il Verdi francese. Il direttore e l'orchestra che hanno dato una così significativa lettura del Guillaume Tell rossiniano rendono appieno la continuità con l'esperienza parigina di Verdi, ne colgono il passo danzante e la pregnanza drammatica.

L'Ottava Sinfonia di Dvorak potrebbe sorprendere in questo programma (forse Una notte sul Monte Calvo di Musorgskij o la Danse macabre di Saint-Saëns sarebbero parse più in tema e d'impatto più immediato per un pubblico eterogeneo come questo), tanto più che non si enfatizzano gli aspetti fiabeschi e incantati della scrittura, ma l'esecuzione è assai buona, con un azzeccato colore chiaro che si sposa bene alle suggestioni popolari slave che permeano la partitura e il successo giunge puntuale e copioso.

Grazie in primo luogo ai musicisiti, esperimento riuscito, dunque, e da ripetere, magari con meno chiacchiere di contorno e una promozione un po' più aggressiva: eventi gratuiti come questi dovrebbero puntare a un clamoroso tutto esaurito e ci saremmo aspettati di vedere manifesti e volantini invadere la città dai giorni precedenti, soprattutto all'Auditorium Manzoni, sede del concerto, e al Teatro Comunale, ma forse eravamo distratti.