La mutazione della danza

di Michele Olivieri

Elsewhere di Daniele Albanese (Compagnia Stalker) definisce comprensivamente i concetti di estensione visibile sulla regola contemporanea.

Festival Exister conferma la sua vocazione coraggiosa nel voler smuovere ed alimentare considerazioni attente e consapevolezze nell’esercizio della pratica contemporanea. Nel programma spicca lo spettacolo di Daniele Albanese (Compagnia Stalker) il quale instaura millimetrici incastri sulla qualità del gesto, con un’attenta ricerca che parte dal materiale coreografico tracciando ampiamente il movimento, grazie ad una diversa direzione di propagazione nello spazio. Una struttura, che può apparire a tratti eccessivamente ombrosa, ma che ospita l’alternarsi di molteplici scritture sulla comunicazione tra platea e palcoscenico animata solamente dal disegno luci di Fabio Sajiz e dalle musiche originali di Luca Nasciuti. La visione del coreografo è incentrata sull’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, una rappresentazione che definisce condiscendentemente i concetti di estensione visibile, di volume e superficie disponibile, imprimendo un destinare vasto all’azione. Eva Karczag e Daniele Albanese agiscono nella più totale nudità teatrale, scevri da ogni esuberante apparato scenografico, facendo così emergere la disarmante chiarezza della disciplina contemporanea nella stratificazione drammaturgica e nella loro intensa arte performativa. Il portamento delle braccia è potente nelle combinazioni codificate o libere e sciolte, progettato per coinvolgere le restanti movenze in una appagante funzione estetica, migliorandone ulteriormente la qualità, come fosse un accento armonioso al restante corpo. Ogni elemento gestuale prende a riferimento il partner, allineandosi alla direzione da esso assunta per mezzo di una dimensione fisica e mentale. L’azione geometrica pone in luce (e in suono) l’essenzialità della partitura sul tema del volo e della migrazione degli uccelli. Elsewhere nella sua totalità può risultare all’apparenza difficile nell’individuazione narrativa, concettuale e creativa ma al contrario con l’equanime decantazione permette al singolo individuo di potersi connettere agli interpreti - anche solo metaforicamente - tanto da riconoscere chi vive e opera nell’età presente, liberando il cambiamento di posizione dalle impurità in un allungamento fisico semantico. La sperimentazione di Albanese, con la sua evoluzione nello spostarsi, rende la performance esclusiva, quasi fosse riservata “in altro luogo” ad un numero ristretto e favorito di persone.