L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Capuleti svogliati

di Giuseppe Guggino

Vincenzo Bellini

I Capuleti e i Montecchi

Di Donato, Cabell, Pirgu

direttore Riccardo Frizza

regia Vincent Boussard

scene Vincent Lemaire

costumi Christian Lacroix

San Francisco, Opera, ottobre 2012

2DVD Euroarts – San Francisco Opera 2014

Una grande svogliatezza trasmette questa edizione in dvd de I Capuleti e i Montecchi belliniani provenienti dall’opera di San Francisco. L’orchestra suona poco più che corretta sotto la guida di Riccardo Frizza, il coro maschile istruito da Ian Robertson si segnala per la mollezza e il cast non entusiasma. Anzi delude proprio Joyce Di Donato alle prese con Romeo, dove denuncia una certa difficoltà di omogeneità dei registri oltre che un’eccessiva effettazione manierata nel modo di porgere le frasi. Parimenti scarsamente interessante è la Giulietta di Nicole Cabell, dalla voce poco pregevole e dalla dizione artificiosa (passi tutto, ma “io mi strucco” non rende affatto comprensibile lo struggimento di Giulietta, anzi sconfina nel comico involontario). Più piacevole è l’ascolto di Saimir Pirgu come Tebaldo (con qualche occasionale fibrosità in acuto) e di Ao Li come Lorenzo. Eric Owens, qui impegnato come Capellio, frequenta molto poco il repertorio belliniano, per fortuna sua (oltre che di Bellini).

L’allestimento firmato da Vincent Boussard è la cosa più scadente di tutto lo spettacolo. La scena (quasi fissa) si compone di grandi pannelli di colore variegato indefinibile (una sorta d'imitazione del marmo, ma veramente brutto) su cui occasionalmente compare un lavabo bianco dove Giulietta canta la sua cavatina di sortita (ma perché?), oppure delle selle sospese in quota o una gigantesca scala nel finale primo. Le stramberie incomprensibili si ripercuotono anche sulla regia; una su tutte, appena Romeo attacca “La tremenda ultrice spada” la fazione opposta si dilegua improvvisamente, salvo ricomparire prima del da capo.

Tutta l’opera occupa il primo dei due dvd; il secondo consiste in 16 minuti di intervista a Joyce Di Donato. In assenza di allestimenti ben più riusciti in commercio (ad esempio quello di Pizzi dalla Fenice, quello “canoviano” di Giorgio Marini del Regio di Parma o quello fortunatissimo di Carsen) che la scelta debba cadere su questo nuovo prodotto è cosa abbastanza inevitabile. Per fruitori coraggiosi.


 

 

 
 
 

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