L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Ushuaia, gala lirico

Opera alla fine del mondo

 di Gustavo Gabriel Otero

Due serate d'alta qualità musicale all'estremo sud della Patagonia Australe.

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Ushuaia (Terra del fuoco), 27 e 28 maggio 2016 - A Ushuaia, la città più australe del mondo, non è consueto imbattersi in eventi culturali, per cui bisogna lodare l'iniziativa di questo ‘Otoño Clásico’ organizzato dall'Hotel Arakur Ushuaia Resort & Spa, che con dieci concerti fra il 30 di aprile e il 4 di giugno offre a locali e turisti un eccellente panorama sul mondo della musica classica.

In precedenza si erano esibiti i pianisti Miguel Ángel Estrella e Ralph Votapek, il Trío Clásico de Buenos Aires e un duo violino e piano; chiuderà la rassegna il Coro Polifónico Nacional de Ciegos.

Poiché la lirica non poteva mancare, sono stati convocati quattro cantanti solisti e un pianista perché in due diverse serate, con differenti programmi, offrissero diciotto, venerdì 27 maggio, e dieci estratti da quattordici diverse opere. La selezione è stata più che accurata e si sono alternati brani solistici a tre o quattro duetto o arie della medesima opera. Non si è trattato del tipico recital lirico con i cantanti rivolti al pubblico, poiché si sono inseriti movimenti teatrali, si sono utilizzate diverse entrate per l'ingresso degli artisti e si è sempre cercato di conferire credibilità scenica e unità stilistico-musicale ai programmi.

Non avrebbe potuto esser migliore, in entrambe le date, l'accompagnamento al piano di Ivan Rutkauskas, che a meno di trent'anni esibisce sicurezza, musicalità e perfetto sostegno per le voci.

Il soprano Daniela Tabernig si trova, lo ha dimostrato evidentemente, in un momento vocale straordinario - non a caso è stata protagonista in due delle tre opere proposte quest'anno dal Teatro Colón e nell'unica del Teatro Argentino de La Plata oltre alla sinfonia Resurrezione di Mahler - ed è difficile selezionare una singola aria come la migliore. È stata una Donna Anna contenuta ma sicura, e perfetta in "Non mi dir", una Mimí deliziosa nella sua aria di presentazione e una dolce Micaëla in "Je dis que rien ne m'épouvante" la prima sera. La seconda ha emozionato con "Un bel dì vedremo" e conquistato con l'assolo di Nedda dei Pagliacci. Il 27, in duetto con il baritono Ernesto Bauer ha interpretato "Là ci darem la mano" da Don Giovanni in cui la seduzione vocale e scenica di Bauer ha dato la possibilità a Tabernig di creare una figura candida e affascinata; il 28 il duetto fra Silvio e Nedda è stato di commuovente perfezione da parte di entrambi gli interpreti. Con il tenore Nazareth Aufe cantó "Parigi o cara", il duetto del primo atto fra  acto entre Micaëla e Don José e il finale primo della Bohéme; ogni volta i due artisti sono parsi perfettamente affiatati. La seconda sera, di fronte al Pinkerton impetuoso di Aufe è stata una appasionata Cio-Cio-San nel duetto del primo atto. Espressività, controllo del fraseggio, acuto fermo e ampiezza di suono sono stati evidenti nei due concerti. 

D'effetto l'entrata del mezzosoprano Guadalupe Barrientos dal centro della platea cantando la Habanera dalla Carmen di Bizet, mentre con "Mon coeur s'ouvre à ta voix" da Samson et Dalila ha sicuramente rinnovato il trionfo ottenuto poche settimane fa in Slovenia. Seduzione poderosa, intenzioni perfette, coinolgimento,  voce potente con gravi sicuri e contri vellutati sono stati le carte vincenti della giovane artista nel primo appuntamento.  Il giorno seguente ha affrontato "O mio Fernando" dalla Favorita e ha osato addirittura "La mamma morta" da Andrea Chenier, mostrando peraltro in entrambi i casi giusta espressione e linea elegante. In coppia con il tenore Nazereth Aufe ha cantato il finale di Carmencon tale partecipazione da far entrambi scordare che si trattava di un concerto. Il duetto "Lippen Schwingen" da Die Lustige Witwe ha offerto un momento assai brillante per Ernesto Bauer, molto ben accompagnato da Barrientos.

Per stile, musicalità e sicurezza in acuto ha sorpreso il tenore Nazareth Aufe. La prima sera è stato un Edgardo (Lucia) d'interpretazione accuratamente belcantista; nondimeno un Alfredo (La traviata), Don José (Carmen) e Rodolfo (de La bohème) sempre sicuro, passionale, ben a fuoco. Non altrettanto efficace l'apertura del secondo concerto con "Ah, la paterna mano" da Macbeth, seguità però da un buon "Parmi veder le lagrime" da Rigoletto e "Addio fiorito asil" da Madama Butterfly. Un artista di cui tener conto e da seguire con attenzione.

Indiscutibili il magnetismo scenico e la qualità vocale di Ernesto Bauer. Venerdì 27 maggio ha offerto accenti perfetti tanto a "Cruda funesta smania" (Lucia) quanto a "Di Provenza" (La traviata); in "Fin ch'han dal vino" di Don Giovanni è parso un po' in debito di fiato per un'aria di questa estrema difficoltà, mentre ha concluso la serata con una squisita interpretazione della Ballmusik da Die Lustige Witwe. Sabato ha commosso per qualità vocale, intenzioni e volume nei due momenti solistici: "Pietà, rispetto, amore" da Macbeth e il celebre "Cortigiani, vil razza dannata" di Rigoletto.

Il pubblico ha salutato con ovazioni gli artisti la prima sera, è andato in delirio la seconda. El público ovacionó a los artistas en la primera noche y deliró en la segunda. Di fronte ai calorosi applausi nelle due serate gli artisti hanno offerto il Brindisi della Traviata come bis, o ringraziamento. Venerdì sono seguiti, inoltre, il Quartetto di Rigoletto - integrato poi nel programma della sera successiva con azione scenica appropriata e perfetto amalgama vocale - mentre sabato hanno rivisitato tanto l'Habanera quanto "Nessun Dorma" in forma di quartetto, per la gioia del pubblico.

Insomma, due serate d'alta qualità all'estremo sud della Patagonia Australe.


Opera en el fin del mundo

 por Gustavo Gabriel Otero

Dos noches de alta calidad en el extremo sur de la Patagonia Austral.

in italiano

Ushuaia, provincia de Tierra del Fuego, Argentina, 27 y 28 de mayo de 2016 - En Ushuaia, la ciudad más austral del mundo, no es habitual encontrar eventos culturales por eso hay que celebrar la idea de este ciclo denominado ‘Otoño Clásico’ que organiza el Hotel Arakur Ushuaia Resort & Spa, que con diez conciertos entre el 30 de abril y el 4 de junio ofrece a locales y turistas una excelente ventana al mundo de la música clásica.

Ya pasaron los pianistas Miguel Ángel Estrella y Ralph Votapek, el Trío Clásico de Buenos Aires y un dúo de violín y piano, y cerrará el Ciclo el Coro Polifónico Nacional de Ciegos.

Como no podía faltar la lírica se convocó a cuatro contantes solistas y un pianista para que durante dos noches, con programas diferentes, den cuenta de dieciocho fragmentos, el viernes 27 de mayo, y doce fragmentos, el sábado 28, de catorce óperas diferentes. La selección fue más que acertada y se alternaron fragmentos únicos con tres y hasta cuatro dúos o arias de la misma ópera. No fue el típico recital de cantantes mirando al público sino que se hicieron movimientos teatrales, se utilizaron las distintas entradas para el ingreso de los artistas y siempre se intentó dar credibilidad escénica a los fragmentos y unidad estilística musical.

No pudo ser mejor, en ambas jornadas, el acompañamiento al piano de Ivan Rutkauskas quien con menos de treinta años exhibe seguridad, musicalidad y perfecto apoyo a los solistas.

La soprano Daniela Tabernig evidenció estar pasando por un momento vocal extraordinario -no en vano fue protagonista en alguno de los elencos de dos de las tres óperas que ofreció este año el Teatro Colón y en la única del Teatro Argentino de La Plata además de la sinfonía Resurrección de Mahler- y es difícil escoger un fragmento solista para calificar cómo el mejor. Así fue una Donna Anna contenida pero segura y perfecta en ‘Non mi dir’, una Mimí deliciosa en su aria de presentación y una dulce Micaela en ‘Je dis que rien’ en la primera noche. Mientras que emocionó con ‘Un bel di vedremo’ y cautivó con el momento solista de Nedda de Pagliacci. A dúo con el barítono Ernesto Bauer interpretó ‘la ci darem la mano’ de Don Giovanni donde la seducción actoral y vocal del Bauer dio posibilidad a Tabernig para crear un ser simple y seducido y, en la segunda noche, el dúo entre Silvio y Nedda de conmovedora perfección en ambos intérpretes. Con el tenor Nazareth Aufe cantó ‘Parigi o cara’, el dúo del primer acto entre Micaela y Don José de Carmen y el final del primer acto de La bohéme, en los tres fragmentos ambos intérpretes se conjugaron a la perfección. En la segunda noche ante el Pinkerton arrollador de Aufe fue una apasionada Cio-Cio-San en el dúo del primer acto. Expresividad, manejo del fraseo, agudo firme y caudal poderoso fueron evidentes en las dos jornadas.

Impactante fue la entrada de la mezzosoprano Guadalupe Barrientos por el centro de la platea cantando la ‘Habanera’ de Carmen de Bizet mientras que con el ‘Mon coeur s'ouvre à ta voix’ de Samson et Dalila seguramente revivió el triunfo obtenido hace pocas semanas en Eslovenia. Poderosa seducción, intencionalidad perfecta, entrega, voz potente de seguros graves y centro de color aterciopelado evidenció la joven artista en la primera jornada. En la segunda acometió ‘O mio Fernando’ de La favorita y se atrevió a ‘La mamma morta’ de Andrea Chénier ambas con perfecto sentimiento y depurada línea. A dúo con el tenor Nazereth Aufe cantó el final de Carmen, donde ambos artistas se involucraron en los personajes hasta hacer olvidar que era un concierto. El dúo ‘Lippen Schwingen’ de Die Lustige Witwe ofreció un momento de intenso lucimiento para Ernesto Bauer que fue muy eficazmente acompañado por Barrientos.

Por aplomo, musicalidad y seguridad en el agudo sorprendió el tenor Nazareth Aufe. Fue en la primera noche Edgardo (de Lucia) de esmerada interpretación belcantista, también Alfredo (de Traviata), Don José (de Carmen) y Rodolfo (de La bohème) en todos los fragmentos fue seguro, profesional y ajustado intérprete. Con menos eficacia abrió la segunda noche con ‘Ah, la paterna mano’ de Macbeth pero luego cantó con justeza ‘Parmi veder’ de Rigoletto y ‘Addio fiorito asil’ de Madama Butterfly. Un artista a tener en cuenta y a seguir con detenimiento.

Sin discusiones la presencia magnética en el escenario y la calidad vocal de Ernesto Bauer. El viernes 27 de mayo interpretó con perfectos acentos tanto ‘Cruda funesta smania’ de Lucia como a Giorgio Germont en ‘Di Provenza’, en ‘Fin ch’han dal vino’ de Don Giovanni quizás faltó algo de fiato para esta aria de extrema dificultad, mientras que finalizó esa noche con una exquisita interpretación de la ‘Ballmusik’ de Die Lustige Witwe. El sábado conmovió con su calidad vocal, intencionalidad, y volumen en los dos fragmentos solistas: ‘Pietá, rispetto, amore’ de Macbeth y el célebre ‘Cortigiani’ de Rigoletto.

El público ovacionó a los artistas en la primera noche y deliró en la segunda. Ante los efusivos aplausos en las dos jornadas interpretaron el Brindis de La traviata como bis o propina. El viernes agregaron, también, el Cuarteto de Rigoletto -que en la segunda noche y con distinto movimiento actoral integró el programa y dónde las cuatro voces se amalgamaron a la perfección- mientras que el sábado versionaron tanto la Habanera de Carmen como el 'Nessun Dorma' de Turandot de Puccini para cantarlo en cuarteto y para felicidad del público.

En suma: dos noches de alta calidad en el extremo sur de la Patagonia Austral.

 


 

 

 
 
 

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