L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Marianna Pizzolato, mezzosoprano, Aquiles Machado, Gianluca Terranova, tenore, Nicola Ulivieri, basso, Marina Shaguch, soprano,

Requiem a metà

 di Federica Fanizza

Esecuzione corretta ma senza emozioni per il Requiem di Giuseppe Verdi che ha concluso la Stagione Sinfonica dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento 2015 - 2016

TRENTO, 8 giugno 2016 - Con l'esecuzione del Requiem di Verdi nelle due sedi di Bolzano e Trento tra 7 e l'8 giugno, si è conclusa la Stagione Sinfonica 2015-2016 dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Sono già in corso gli abbonamento per la prossima stragione sinfonica 2016 -2017 [il programma e i dettagli] ed è già stata annunciata la rassegna lirica Opera 20.21, sempre promossa dalla Fondazione Orchestra Haydn [il programma e i dettagli].

Dopo una stagione ricca di appuntamenti di qualità elevata tanto da competere con enti musicali di portata internazionale, forse ci si poteva aspettare qualcosa in più in fase di conclusione. Certamente il titolo prescelto è di quelli importanti e impegnativi e l'orchestra vi è arrivata ben allenata dopo i vari concerti regionali del Festival di Musica Sacra; le voci soliste prescelte erano di comprovata esperienza teatrale: Marianna Pizzolato, mezzosoprano, Aquiles Machado (in sostituzione dell'annunciato Gianluca Terranova), tenore, Nicola Ulivieri, basso, e Marina Shaguch, soprano russo specializzato nel repertorio sacro, potevano assicurare una esecuzione vocalmente interessante.

Non è stato così. Complice anche la concertazione del direttore musicale Arvo Volmer: se alle prime battute ha dato l'impressione di esaltare il grande sinfonismo tardoromantico con il quale Giuseppe Verdi si confronta, nel proseguo dell'esecuzione ha dimostrato di avere scarsa dimestichezza con la partitura verdiana, palesando una difficoltà nel lavoro con le voci e nel controllo e nella coesione fra le varie componenti artistiche al di là della pura gestione dei tempi.

Il coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi diretto da Erica Gambarini ha fatto in suo dovere con una corretta esecuzione delle parti più spettacolari (Dies irae) ma senza coinvolgere emozionalmente gli ascoltatori.

Fra i cantanti, basso e mezzosoprano hanno dato un'alta prova di professionalità rimediando anche all'inconsistenza e alle difficioltà che tenore e soprano hanno incontrato nell'esecuzione.

Comunque il pubblico che ha esaurito lo spazio dell'Auditorium S. Chiara di Trento ha salutato con affetto l'orchestra già pronta per gli appuntamenti della stagione estiva.


 

 

 
 
 

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