L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

regular crisis

Videocantata politica

 di Anna Costalonga

 Kristjan Järvi con la MDR Orchester promuove un minifestival dedicato alla contemporaneità, che si è aperto con un'interessante videocantata su temi d'attualità con musiche di autori emergenti, Regular Crisis.

LIPSIA, 2 ottobre 2016 - MDR Orchester con Kristjan Järvi ha inaugurato una serie di minifestival in cui la musica, tradizionale e contemporanea viene portata in luoghi non tradizionalmente legati ai concerti, ex fabbriche diventati centri culturali o altre sale destinate però a incontri e concerti di musica…”giovane”, cioè non classica né tantomeno contemporanea. Lo scopo è quello di coinvolgere la popolazione, soprattutto le nuove generazioni.

In questo senso va anche la scelta di favorire le nuove leve della composizione: Kristjan Järvi ha pure il merito di aver commissionato negli anni centinaia di opere nuove per i suoi ensemble e le orchestre da lui fondate o dirette. L’ultimo a concludersi ha avuto inizio l’8 ottobre con una serata insolita alla Gewandhaus.

Come di consueto, il programma prevedeva una parte più tradizionale - in questo caso la Suite di Romeo e Giulietta di Prokof'ev, nella versione proposta da Kristjan Järvi, che consta nell’unione delle due suite op.64 e 101, eseguita con la consueta vitalità dall’orchestra della radiotelevisione di Lipsia, MDR Orchester. La completezza di questa "doppia" suite ne ha esaltato il carattere rapsodico, con sequenze contrastanti, drammaticamente parlando: dal fulgore bruciante e cupo del famoso della famosa danza dei cavalieri, alla aubade, alla morte di Giulietta. Tutti momenti musicali ormai celebri che hanno avuto il pregio di essere stati eseguiti con molta intensità e forza trascinante dall’orchestra della MDR.

Ma, nonostante la bellezza della prima parte del programma, il culmine, il clou della serata è stato in realtà la seconda parte, ovvero la proiezione della videocantata di Marina Landia e Kristjan Järvi per video e orchestra.

Marina Landia, un’artista georgiana naturalizzata berlinese, creatrice di una fondazione a sostegno dei progetti artistici che ricerchino i legami fra arte e economia, ha realizzato una raccolta di interviste ai più grandi personaggi legati al mondo della finanza, dalla presidente di Nasdaq, al presidente e fondatore di Forbes, dal presidente della borsa di Londra al presidente dell’OECD: questo il calibro dei personaggi che si sono ritrovati a parlare della “crisi permanente”, almeno in video, con il sottofondo, anche se è riduttivo parlare di sottofondo, dell’orchestra della MDR. Kristjan Järvi ha curato la parte musicale, scegliendo sette brani di compositori contemporanei di generazioni e nazionalità diverse.

Si comincia con Louis Andriessen, con un brano tratto dalla sua Sinfonia per Archi Aperti e con la composizione Snelheid (velocità), per grande ensemble. Si tratta di due brani in cui il minimalismo è evidente, entrambi caratterizzati da una ragnatela sonora, quasi geometricamente cristallizzata, eppure entrambi taglienti e acuti. Come sottofondo iniziale alle prime interviste del video di Marina Landia creano un controcanto angosciato quasi sarcastico e sicuramente teso, drammatico alle parole rassegnate o ciniche dei grandi protagonisti della finanza mondiale.

Da crisi finanziaria a stato di crisi permanente globale umana, la musica sembrerebbe indicare che il passo è breve e già stato fatto.

Poi è stata la volta dei due brani di Bryce Dessner (1976), con cui si compie un primo salto generazionale rispetto al più anziano Andriessen.

Bryce Dessner, ex chitarrista della band The National, ex studente di composizione alla Yale University, come autore contemporaneo può rientrare agevolmente nella scia dei suoi maestri Reich, Glass, Lang. Di lui sono stati eseguiti un estratto da Lachrymae,  che deve titolo e ispirazione a Lachrymae di John Dowland. Questo brano nasce come una variazione in chiave minimalista sul motivo di Flow my tears, sempre di Dowland. Si tratta quindi di un minimalismo dalle influenze lontane ed echi anche celesti, almeno nelle intenzioni, come nel caso del pezzo seguente, Raphael, nella versione per due chitarre elettriche e orchestra. Si hanno qui, come dicono già i titoli, delle sonorità più liquide, già più “cosmiche”, pur rimanendo ancorati a uno stile minimale - o forse, proprio grazie a questo stile.

Alla stessa stregua, segue il lavoro di Järvi stesso, Nebula Krysis: i brani si caricano di maggiore drammaticità e perentorietà, come nel caso di quello di Johnny Greenwood, membro della storica band “Radiohead”, che come compositore non si discosta dallo stile minimal, ma aggiunge maggiore percussività e una interessante contaminazione pop. Fino ad arrivare in un crescendo drammatico all’ultimo pezzo, quello del giovane compositore lituano Gediminas Gelgotas (1986). È stato proprio Järvi a scoprirlo e portarlo a Lipsia, qualche anno fa, e lo ritroveremo ancora presto nel suo concerto per violino, sempre con la MDR Orchester e il suo direttore stabile; il suo brano in questa occasione è stato Mountains. Waters.(Freedom) per orchestra sinfonica.

Se all’inizio del video, le parole dei big investors erano ben udibili e la musica, in questo caso di Louis Andriessen, le sottolineava appena, gradualmente le note hanno avuto il sopravvento fino a coprire le dichiarazioni stesse degli intervistati nel video, nell’intensa composizione del compositore lituano.

Gelgotas deve anch’egli molto ad autori come Reich e in generale alla corrente del minimalismo: alla ben nota ripetitività delle cellule motiviche aggiunge però una tensione cupa e centrifuga, come se da questo minimalismo in fondo volesse uscire, con continui slanci dal tono grandioso e tetro; questo compositore trentenne lituano merita di essere ascoltato nuovamente.

Il pubblico, benché non numeroso, è sembrato entusiasta della proposta insolita, ma suggestiva e intensa e ha applaudito generosamente i protagonisti della serata.


 

 

 
 
 

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