L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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la finta giardiniera a Rennes

Fascino e gioia

 di Suzanne Daumann

Mozart è sempre Mozart, anche nelle opere giovanili, e nel meraviglioso allestimento della Finta giardiniera proposto dall'Opéra de Rennes il genuino divertimento va di pari passo, nel finale, con uno sguardo più profondo sull'animo umano.

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RENNES, 5 giugno 2016 - Fra la gioia e il buon umore si chiude la stagione 2015/2016 dell’Opéra de Rennes: La finta giardiniera, opera giovanile di Mozart, è una commedia leggera che non prende nulla troppo sul serio, tantomeno se stessa. Alla fine, quasi… Non è ancora il compositore di Don Giovanni, ma è certamente già Mozart. C'è tutto, scene d'assieme, strumentazione a più dimensioni con meraviglie nella sezione dei fiati; c'è una specie di proto-Cherubino, e il senso del teatro e della drammaturgia che ci regaleranno più avanti i capolavori che tanto amiamo. 

Il libretto, un tantino inverosimile, parte dall'ipotesi che una donna possa continuare ad amare un uomo che ha cercato di ucciderla. Questa donna, Violante, si rifugia nella tenuta del podestà Don Anchise, accompagnata dal fedele servitore Roberto, che prenderà lo pseudonimo di Nardo. Violante si chiama ora Sandrina si è unita ai giardinieri al servizio del podestà. Ora, costui è innamorato di lei e la vuole sposare. Un'altra graziosa giardiniera, Serpetta, vuole a sua volta sposare il podestà, ma Nardo, nondimeno, la corteggia. Un sedicente Don Ramiro capita pure nei paraggi e si innamora della nipote del podestà, che dovrebbe però andare in sposa al conte Belfiore, il quale altri non è se non l'uomo che ha cercato di uccidere Violante/Sandrina.

Dichiarazioni, quiproquo, apparizioni, agnizioni - non manca nulla nel materiale della commedia. Tuttavia, Mozart non sarebbe Mozart se la musica non rivelasse un lato oscuro in tutto ciò.

Antony Hermus e l’Orchestre Symphonique de Bretagne mettono in luce dettagli copiosi e fanno avanzare l'intrigo in maniera incalzane, nel rispetto delle voci. La regia di David Lescot tratta la fragilità del libretto con indulgenza e ironia, e mette in evidenza la musica. Ogni movimento in scena deriva da un movimento musicale.

La compagnia, eccellente tanto per il canto quanto per l'azione scenica, non è da meno. Abbigliati in diverse sfumature e tonalità di bianco, si muovono in una scena minimalista e dinamica: davanti a un pannello grigio di sfondo i giardinieri fanno avant-indietro scambiando alberi e fiori in vaso. Tutti, nei propri personaggi, restano impeccabilmente sul filo del rasoio fra disinvoltura e coinvolgimento e si avverte il piacere con cui, per esempio, il soprano Marie-Adeline Henry nel ruolo della violenta Arminda decapita un girasole dopo l'altro distinguendosi nel cantare un'aria di furore. Notevole anche Sofia Michedlishvili nel ruolo di Sandrina/Violante: soprano dalla voce dolce, chiara e cristallina, è l'innocenza incarnata in un abitino di campagna e stivali di gomma gialla. La sua cavatina "Geme la tortorella" va dritta al cuore con dolci colorature, per non citare che un momento. Il suo Belfiore è incarnato dal tenore Carlos Natale. Vocalmente e fisicamente agile, recita una doppia commedia: le sue dichiarazioni ad Arminda sono sdolcinate e ironiche come si conviene, solo di fronte a Sandrina diviene sincero. Il soprano Maria Savastano è Serpetta, la giardiniera che senza vergogna annuncia di voler sposare il podestà. Anch'ella se la gode, conquista e diverte. Don Anchise è interpretato dal tenore Gregory Bonfatti con un pizzico d'autoironia, bonario e démodé, mentre Don Ramiro è una magnifica Marie-Claude Chappuis, dalla voce calda ed espressiva. Marc Scoffoni, baritono, realizza un Nardo infaticabile, convincente.

Tutti danzano, cantano, corrono, sempre animati dalla musica, e il divertimento è assicurato quando le cesoie da giardinaggio diventano chitarre elettriche, o le racchette da badminton dei microfoni.

È verso la fine che l'ambiente cambia: il pannello di sfondo s'abbatte improvvisamente sulla scena e rivela una foresta notturma, con un cielo blu profondo, luna e stelle: una vera scena da sogno. Di fronte alla natura, la loro propria natura, di fronte a forze incontrollabili, i personagg diventano persone, nell'oscurità si formano delle coppie, si compiono passi falsi – con l'arrivo della luce, tutti si rendono conto che hanno sbagliato partner- Si aggiusta il tiro e Violante è riunita a Belfiore, Serpetta si decide alla fine a sposare Nardo, e quanto a Ramiro e Arminda, si sono già sposati di nascosto. Solo il podestà Don Anchise resta solo, e lo accetta di buon grado.

Tutto ciò è mozartiano in massimo grado, leggero, divertente, e specchio autentico della natura umana. 

Gli applausi sono calorosi, ampiamente meritati, e si lascia l’Opéra de Rennes una volta di più lieti che il pubblico della cosiddetta "provincia" possa assistere a questi meravigliosi spettacoli.

foto Laurent Guizard


 

 

 
 
 

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