Dal salotto alla chiesa

 di Giuseppe Guggino

Nell’ambito della propria breve stagione invernale il Luglio Musicale Trapanese riprende la riuscita produzione di Cendrillon, opera da salotto di Pauline Viardot, portata in scena con un cast complessivamente godibile nella splendida cornice della Chiesa di Sant'Alberto, rivelatasi purtroppo meno felice dal punto di vista acustico.

Trapani, 16 novembre 2018 - Felicissimo si era rivelato nel 2015 l’allestimento del Luglio Musicale Trapanese nel Chiostro di San Domenico della deliziosa Cendrillon di Pauline Viardot [leggi la recensione], tanto che – più che giustamente – l’intraprendente organizzazione festivaliera ne ha voluto programmare una ripresa, questa volta al chiuso, nella bellissima fabbrica a pianta centrale che è la Chiesa di Sant’Alberto. Confermata la brava e bella protagonista, Francesca Martini, così come le esuberanti sorellastre Maria Cristina Napoli e Lara Rotili, il sonoro e debordante patrigno impersonato da Francesco Paolo Vultaggio nonché il Barigoule di Saverio Pugliese dotato dell’eleganza da principe, sebbene solamente per una sera, la serata fa l’effetto di un vino ben invecchiato anche grazie agli innesti migliorativi nella distribuzione dei ruoli; la Fée di Clara Pizzo, ancorché un po’ acerba nel gestire l’impervia del breve ruolo, ne riesce comunque a rendere con musicalità la fascinazione straniante della scrittura vocale, a fare la differenza è però il giovane Gianluca Moro, cui non difetta il fascino della semplicità nel bel porgere la frase con un’emissione naturalissima, così come si addice ad un Prince charmant più che convincente.

Lo spettacolo di Renato Bonajuto conserva immutata l’eleganza delle incisioni fin de siècle in bianco e nero, con quel estroso tocco di colore derivante dai caricaturali costumi di Tatiana Lerario, mentre non altrettanto felice si rivela lo spazio acustico, giacché la ripresa al chiuso è pregiudicata non poco dall’eccessivo riverbero acustico che sovente pare annientare il pianismo salottiero un poco troppo esangue, ancorché trasparente, di Lorenzo Orlandi; e dire che forse sarebbe bastato qualche fonoassorbente dietro le scene a rendere il tutto più accettabile: peccato!

Come in occasione delle recite nel Chiostro di San Domenico dove lo spettacolo debuttò, con l’allora efficace direzione musicale di Elena Rizzo al piano, il secondo quadro si arricchisce di due arie da camera della stessa Viardot affidate alle sorellastre (rispettivamente La luciole e L’absence) oltre al terzo Liebesträume di Liszt eseguito da Cendrillon. Successo collettivo e prossimo appuntamento con il cimarosiano Matrimonio segreto in cartellone per il 23 e 25 novembre.