L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Un rifugio sicuro

 di Giuliana Dal Piaz

Un affascinante concerto multimediale apre il 2018 della Tafelmusik Baroque Orchestra con suoni e vicende di compositori costretti a migrare fra il XV e il XVII secolo.

Toronto, 18 gennaio 2018 - Il primo evento che ci offre col nuovo anno la Tafelmusik Baroque Orchestra appartiene alla serie di concerti multimediali ideati dalla contrabbassista Alison McKay, come The Galileo Project o Tale of Two Cities: the Leipzig Damascus Coffee House. Questa volta il tema conduttore dello spettacolo è quello di chi fugge da una realtà pericolosa per cercare “rifugio” in un paese più sicuro o accogliente. In Canada – in teoria tra i paesi più accoglienti al mondo, e pur tuttavia in lotta con le difficoltà burocratiche per tradurre in realtà il suo progetto politico – l’argomento è, come altrove, di grande attualità in un periodo in cui si moltiplicano i flussi migratori da un paese o da un continente all’altro. In questo caso, tuttavia, il riflettore è puntato sulle migrazioni intraeuropee provocate dalle intolleranze e le persecuzioni religiose che si succedevano dalla Spagna dell’Inquisizione contro Mori ed Ebrei, alla Francia che, con l’Editto di Nantes, metteva al bando gli Ugonotti, o all’Inghilterra di Elisabetta I Tudor che proibiva il culto cattolico.

Ecco quindi che, sulla traccia dei versi della poetessa britannica di origine somala Warsan Shire, che appaiono sullo schermo all’inizio e alla fine dello spettacolo "...no one puts their children in a boat / unless the water is safest than the land” (nessuno mette i propri figli su una barca / a meno che l’acqua non sia meno pericolosa della terra), si dipana il “racconto” di quanto accadeva in Europa tra il XV e il XVII secolo, mentre a ogni particolare momento storico corrisponde l’ascolto di un brano musicale, con praticamente tutte le nazionalità europee rappresentate, da autori più o meno famosi, in questo panorama barocco. Quello che ne risulta è un imponente affresco del continuo muoversi da un paese all’altro e da una comunità all’altra di editori e compositori non graditi o perseguitati nel luogo di origine, ma che vanno a continuare altrove la propria attività, arricchendosi di nuove esperienze e arricchendo a loro volta il mondo culturale e musicale del luogo di destinazione.

Alison McKay compie ancora una volta un’incredibile operazione di ricostruzione storica e filologica, aggiungendo inoltre, alla presenza degli ottimi artisti stabili della Tafelmusik, quella della cantante Maryem Tollar e della percussionista Nagmeh Farahmand, che avevano già preso parte con successo al suo precedente spettacolo Tale of Two Cities, e del griot (nome tradizionale di questo tipo di strumentista) Diely Mori Tounkara, originario del Mali trapiantato in Canada, che suona la kora. Questo strumento, tipico dell’Africa trans-sahariana fin dal nostro Medioevo e dall’epoca in cui fioriva il grande Impero del Mali, è un’arpa a ponte, o arpa-liuto particolare. Ascoltando il suono armonioso della kora, scopriamo anche che, alla fine del ‘700, la carta su cui i compositori africani di Djenée e Timbuctú scrivevano le loro partiture proveniva – grazie ai grandi scambi commerciali che traversavano il Mediterraneo – dalle cartiere di Venezia da cui si riforniva Vivaldi...

Dopo L’estate, parte del programma di “A Joyous Welcome” in settembre, e L’autunno, inserito nel concerto “Elisa’s Italian Adventure” in ottobre, era previsto che questo concerto comprendesse L’Inverno dalle Quattro Stagioni di Vivaldi, sorta di Leitmotiv di questo cartellone della Tafelmusik, ma il direttore Elisa Citterio lo ha sapientemente suddiviso ancora nei tre movimenti che lo compongono: l’Allegro non molto iniziale ha aperto il concerto con le sue battute insistenti che sembrano suggerire il faticoso avanzare di una marcia, mentre gli arpeggi del violino solista sono come il vorticare del vento e dei fiocchi di neve. Nel Largo del secondo movimento (eseguito a chiusura della prima parte del concerto), il lento avviarsi delle note del violino pare indicare l’arrivo alla meta, la stanchezza ma anche il sollievo per aver raggiunto il rifugio e finalmente una pausa di riposo, mentre l’Allegro del terzo movimento, eseguito come penultimo brano del concerto, sembra suggerire la ripresa dell’attività, della produzione, della vita in un ambiente più congeniale. Il testo di Alison McKay, letto da Maryem Tollar, ha collegato brani ed autori in modo esauriente: non essendo lei né un’attrice né un'affabulatrice – come invece le “voci narranti” precedenti degli altri concerti multimediali di Tafelmusik – la sua dizione non ha reso al meglio l’affascinante contenuto, pur strappando qua e là qualche reazione del pubblico. Pregevole in cambio la sua prestazione di vocalista nel Salmo 134, Or sus, serviteurs du Seigneurs, musicato da Claude Goudimel e Louis Bourgeois, e il poema di Joao Pinto Delgado A la salida de Lisboa, musicalmente accompagnato da una composizione di Juan Hidalgo.

Tra i brani del concerto, particolarmente godibili la sinfonia dalla Cantata 156 di J.S. Bach con solo di oboe e l’Allegro dal Concerto per 2 oboi op. 7 n. 2 di Tomaso Albinoni. All’ultimo brano del programma, l’Allegro dal Concerto grosso in Re Maggiore op. 6 n. 4 di Corelli, si sono aggiunti alla fine anche il suono della kora di Mori Tounkara e delle percussioni di Naghmeh Farahmand, in un ensemble certamente poco canonico ma molto affascinante e applaudito dal pubblico che ha fatto il tutto esaurito nella Jeanne Lamon Hall del Trinity-St.Paul’s Centre. E, a proposito di Jeanne Lamon, la nota violinista, che ha diretto per trent’anni la Tafelmusik, ha letteralmente salvato la serata (e i successivi concerti previsti fino al 23 gennaio) sostituendo all’ultimo minuto la collega Patricia Ahern che, scivolata sul ghiaccio il giorno prima, si è rotta un polso; sostituzione resa possibile solo grazie alla profonda conoscenza del repertorio barocco e alla provata professionalità della Lamon.

Toronto, 18-1-2018. Trinity St. Paul’s Centre e Toronto Centre for the Arts (18-23 gennaio). Stagione 2017-18 di The Tafelmusik Baroque Orchestra. Musiche di Antonio Vivaldi, Jean-Baptiste Lully, Claude Goudimel & Louis Bourgeois, Henry Purcell, J. S. Bach, Tomaso Albinoni, Agostino Steffani, Juan Hidalgo, Peter Phillips, Jan Sweelinck, Tobias Hume, John Beck, G.P.Telemann, Arcangelo Corelli.

Idea originale, programma e testo: Alison McKay

Direttore d’orchestra: Elisa Citterio.

Orchestra: Tafelmusik Baroque Orchestra.

Progettista: Raha Javanfar

Progettista luci: Glenn Davidson

Artisti invitati:

Maryem Tollar – voce narrante e cantante

Diely Mori Tounkara – kora

Naghmeh Farahmand – percussioni


 

 

 
 
 

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