L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Acrobazie di un flauto

 di Giuliana Dal Piaz

Nel segno del piacere per il pubblico e gli interpreti il secondo concerto del 2018 nella stagione della Tafelmusik Baroque Orchestra di Toronto.

Toronto, 8 febbraio 2018 - La Tafelmusik Baroque Orchestra di Toronto, che sta per compiere quarant’anni dalla sua fondazione, è sempre stata un ensemble di qualità, ma da quando la violinista italiana Elisa Citterio ne è il direttore artistico, il livello di prestazione è ancora migliorato. Ha, infatti, portato una ventata di innovazione sui contenuti, inserendo in programma autori notissimi ma anche ignoti al grande pubblico; pezzi che sono dei cavalli di battaglia del barocco (come le Quattro stagioni di Vivaldi, suddiviso nei quattro movimenti in quattro concerti diversi) e brani meno noti o totalmente sconosciuti. In questa prospettiva, ogni concerto della Tafelmusik rappresenta per il pubblico un’occasione sicura di godimento e apprendimento musicale.

Il secondo concerto del 2018, A Recorder Romp (Le acrobazie di un flauto: “romp” è parola difficile da tradurre in questo contesto, in quanto definisce tipicamente lo “scavallare” di un bambino, ma può riferirsi anche a un particolare exploit), accende il riflettore su uno strumento considerato ingiustamente minore nell’immaginario del pubblico che lo associa soprattutto alle lezioni scolastiche di musica: il flauto dolce.

La flautista Alison Melville fa parte da anni dell’ensemble di musica antica The Toronto Consort, suona frequentemente con la Tafelmusik in Canada, ma realizza anche numerose tournée all’estero; il normale organico della Tafelmusik Baroque Orchestra è qui ridotto a un gruppo da camera, con tre violini, viola, violoncello, contrabbasso, oboe, fagotto, liuto e clavicembalo.

Il brano iniziale del concerto, unico per flauto solo, consiste di una serie di variazioni, The English Nightingale da Der Fluyten Lust-Hof (Il giardino delle delizie del flauto) dell'olandese Jacob Van Eyck. Non figura alcun fiato nell’organico del secondo brano, La primavera dalle Quattro Stagioni di Vivaldi, e del penultimo, il Concerto per tre violini in Fa Maggiore da Tafelmusik, Libro II di Georg Philipp Telemann. Espressamente dedicati al flauto, invece, gli altri brani del concerto: il Concerto per flauto e fagotto in Fa Maggiore TWV52:F1 di Telemann, caratterizzato dal delizioso dialogo alternato tra flauto e fagotto nell’Allegro finale, al basso continuo (clavicembalo e contrabbasso); il Concerto da camera per flauto, oboe, violino, fagotto e basso continuo in Sol Minore RV107 di Vivaldi – di fatto un Quartetto –, che l’autore dichiarò di voler rendere omaggio allo “stile antico” e in cui il basso continuo è dato da clavicembalo, liuto e contrabbasso e si snoda fluido e scorrevole come un nastro; il Quartetto per flauto, oboe, violino e basso continuo in Sol Maggiore TWV43:G6 di Telemann (stavolta, danno il continuo clavicembalo e fagotto); infine il Concerto per flauto in Sol Maggiore RV 443 di Vivaldi, che chiude il programma.

I tre violini sono imbracciati da tre giovani donne, Elisa Citterio, Julia Weldman e Christina Zacharias; la bruna, la bionda-platino e la bionda-rame; tre stili diversi con l’archetto, una comune passione per il violino e per i due autori, Vivaldi e Telemann, diversi eppure molto vicini: il violino di Vivaldi stupisce, esalta, galvanizza, mentre il violino di Telemann canta e racconta. Elisa Citterio è la migliore interprete vivaldiana che mi sia capitato di ascoltare; Julia Weldmann, violino solo nel Quartetto 43:G6 di Telemann, suona con tutto il corpo, mentre lancia in alto il braccio destro alla fine di ogni movimento; Christina Zacharias  (secondo violino nel Concerto per Flauto RV443 di Vivaldi) sembra la più compassata, ma la sua esecuzione è delicata, elegante, perfetta. Straordinari anche tutti gli altri interpreti.

La principale impressione che lascia la serata è il piacere: il piacere di ascoltare dei brani musicali interpretati con tanta precisione, energia ed entusiasmo; il piacere che gli stessi strumentisti mostrano chiaramente di provare nell’impeccabile esecuzione delle proprie partiture; il piacere di condividere un entusiasmo di pubblico ben lontano dalla solita cortese, tollerante, accoglienza per quanto offerto in scena; il piacere, infine, di un’inaspettata sorpresa: la clavicembalista-organista Charlotte Nediger è stata sostituita per malattia dall’italiano Stefano Demicheli (direttore e clavicembalista del Dolce & Tempesta Ensemble), prestatosi generosamente a subentrare in organico all’ultimo minuto e salutato da una vera ovazione finale per la trasformazione sonora impressa allo strumento. Da quello che siamo abituati ad ascoltare come una spinetta alquanto logora, dal suono metallico un po’ stridente, le sue dita energiche e quasi aggressive traggono suoni profondi, ampi, come il registro grave di un organo.

Giuliana Dal Piaz

Toronto, 8-02-2018, Trinity-St.Paul’s Centre. Stagione 2017-18 della Tafelmusik Baroque Orchestra (8-11 febbraio). A RECORDER ROMP, musiche di Jacob Van Eyck, Antonio Vivaldi, Georg Philip Telemann.

Direttore: Elisa Citterio. Violini: E. Citterio, Julia Weldman, Christina Zacharias. Viola: Patrick G. Jordan. Violoncello: Allen Whear. Contrabbasso: Alison Mackay.

Oboe: Marco Cera. Fagotto: Dominic Teresi. Liuto: Lucas Harris. Clavicembalo: Stefano Demicheli.


 

 

 
 
 

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