L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La bontà trionfa anche in estate

 di Giuseppe Guggino

La stagione estiva del Teatro Massimo prosegue all’aperto nel segno di Rossini, di cui si porta in scena una colorata versione della Cenerentola con l’ormai consolidata certezza di Chiara Amarù nel ruolo eponimo.

Palermo, 7 luglio 2019 - Sembra promettere bene il sipario azzurrino che accoglie il pubblico nel cortile del Complesso monumentale di Sant’Anna. Poi il giovane Alessandro Cadario attacca la sinfonia e dagli archi si intuisce che la serata non sarà memorabile per l’orchestra. Per fortuna poi il sipario si apre e prendere forma lo spettacolo assai garbato confezionato da Alberto Cavallotti con quinte e fondali dipinti da Christian Lanni, sulla falsa riga di quella celebre Fille du régiment zeffirelliana di cui si riciclano le poltrone. E poco importa se i costumi, dai colori molto più spenti rispetto alle scene, sembrano raccattanti un poco troppo rapidamente nei magazzini della sartoria del teatro, perché l’incessante gioco scenico di questo allestimento non tradisce mai l’esprit rossiniano che anima da cima a fondo la Cenerentola.

Cosicché le aspettative di adulti e bambini presenti non vanno deluse, nonostante il Don Magnifico più caricaturale che concentrato sui sillabati intonati da Fabio Maria Capitanucci (un poco fuori forma, nonostante il consistente taglio della parte del finale primo che lo vedrebbe impegnato col coro) o la vocalità non debordante né principesca di Francisco Brito alle prese con Ramiro. Purtroppo si sfianca presto anche Emanuele Cordaro, già segnalatosi di recente nella Messe Solennelle, che questa volta deve invece misurarsi con le temibilissime agilità della grande aria di Alidoro.

Rimangono le sonore sorellastre ben portate in scena da Giulia Mazzola e Irene Savignano, nonché il Dandini centrato da Francesco Vultaggio, notevolmente maturato tanto nell’approccio al buffo quanto nella risoluzione del canto d’agilità.

Su tutti, la conferma di Chiara Amarù, ormai una certezza nel ruolo eponimo, che le dà occasione di sfoderare quartine d’incredibile precisione ritmica per tutta la serata fino al rondò finale, senza mai perdere di vista – da autentica Cenerentola – la semplicità con cui, con timbro prezioso, ritorna ad intonare la cantilena “Una volta c’era un re”. E due, e tre, e chissà quante altre ancora. Terza e ultima replica il 12 luglio.


 

 

 
 
 

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