Cenere e fuoco

di Andrea R. G. Pedrotti

I colori cinerei della messa in scena sono animati dalle raffinatezze cromatiche della concertazione di Giampaolo Bisanti. Placido Domingo, nonostante il trascorrere del tempo e la natura tenorile, continua a conquistare il pubblico con il suo carisma magnetico. 

VIENNA, 25 ottobre 2019 - Macbeth è senz'altro una delle opere più raffinate fra quelle composte da Giuseppe Verdi. Sotto il punto di vista strettamente musicale è assai complesso rendere tutti i colori e i dettagli che impreziosiscono la partitura, in ossequio a uno dei drammi più coinvolgenti del panorama lirico e teatrale in genere.

La produzione viennese, firmata per la regia da Christian Räth, si basa su una serie di moduli mobili che compongono scene monocromaticamente grigiastre. La tinta cinerea, anche nei colori caldi, si riscontra parimenti nei costumi dei personaggi, conferendo così un effetto visivo uniforme e senza fonti che catturino l'attenzione a dispetto dell'insieme. L'ambientazione si potrebbe inquadrare attorno agli anni Quaranta del secolo scorso. Le intuizioni del regista si basano sovente su un gioco di ombre, che prendono vita autonomamente nel momento dell'assassinio di Duncano, o su una ricerca di significati, non sempre riusciti, come la comparsa sul palcoscenico di una serie di bare bianche, nella scena delle apparizioni. Assai interessanti, al contrario, i movimenti quasi coreografici del coro femminile durante gli interventi delle streghe.

Opera musicalmente complessa, come detto, ma che ha saputo trovare sintesi eccellente dal golfo mistico, grazie alla bacchetta di Giampaolo Bisanti, capace di esaltare le raffinatezze cromatiche e di fraseggio richieste dalla partitura verdiana. L'equilibrio, sia nell'agogica sia nella dinamica, è inappuntabile, parimenti alla capacità di controllare alla veemenza dell'organico viennese, senza mai tradire il gusto e lo stile italiano, ma, al contempo, esaltando le straordinarie capacità tecniche dell'orchestra della Wiener Staatsoper. Di rara bellezza il preludio, così come le scene delle streghe e tutti i finali d'atto. Il rapporto fra buca e palcoscenico, allo stesso modo, è privo di sbavature e consente al concertatore milanese di ottenere dai complessi dell'Opera di Vienna un'esecuzione memorabile del coro “Patria oppressa”.

Passando ora al cast vocale, grande era l'attesa per il debutto di Placido Domingo alla Wiener Staatsoper, dopo che, alcuni anni fa, si era cimentato nella medesima parte al Theater an der Wien. L'impatto carismatico dell'artista spagnolo è indiscutibile, così come il magnetismo. La vocalità resta, anche nello squillo, palesemente tenorile, ma, grazie alla notevole classe ed esperienza, riesce a rendere il personaggio, dosando il fraseggio e concentrandosi su alcuni momenti chiave (specialmente nel III e IV atto). Ottiene, così, un convinto consenso dalla sala sia nella scena delle apparizioni, sia in “Pietà, rispetto, amore”. Non possiamo certamente ascrivere la prestazione all'ortodossia musicale, ma teatralmente funziona, provocando una soddisfazione e un calore che nulla aveva di artefatto da parte del pubblico viennese.

Bene figura la Lady di Tatiana Serjan, più a suo agio nel registro centro grave, ma che si dimostra capace di domare senza particolare sforzo e con grande esperienza le asperità della parte. Nel corso di tutta l'opera ella palesa grande impeto, senza mai, anche scenicamente, rinunciare alla regalità che si confà al personaggio.

Banco è stato interpretato dall'applauditissimo Ryan Speedo Green, capace di strappare un'autentica ovazione a scena aperta al termine dell'aria “Come dal ciel precipita”, eseguita con sicurezza tecnica, bel gusto nel fraseggio e incisività negli accenti.

Convince ancora una volta nei panni di Macduff il tenore cinese Jinxu Xiahou, che in questa parte può palesare al meglio le doti di tenore lirico puro, particolarmente adatto al personaggio verdiano, sia per caratteristiche tecniche, sia per capacità vocali.

Completavano il cast: Carlos Osuna (Malcolm), Nikolaus Prause (Fleanzio), Ayk Martirossian (sicario) e Fiona Jompson (dama di Lady Macbeth).

Come detto, tutti eccellenti gli interventi del coro diretto da Thomas Lang, con particolare nota di merito per la componente femminile della compagine viennese.

Credits: Wiener Staatsoper / Michael Pöhn