L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Italia e Austria in Trio

 di Mario Tedeschi Turco

Il Trio italiano d'archi dell'Orchestra Rai offre, in concerto a Verona, l'occasione stimolante di ascoltare dal vivo a distanza ravvicinata pagine di Boccherini, Mozart e Schubert.

VERONA, 21 gennaio 2019 - Prosegue la stagione concertistica della gloriosa Società Amici della Musica di Verona, 109 anni di storia al servizio della cultura cittadina, con il Trio italiano d’archi dell’orchestra sinfonica nazionale della RAI, composto da Alessandro Milani (violino), Luca Ranieri (viola) e Pierpaolo Toso (violoncello). Si è presentata, la formazione, con un programma di grande intelligenza, il quale ha proposto il raro Trio in Re maggiore, op. 14 n. 4 di Luigi Boccherini(al numero 98 del catalogo Gérard, ventiduesima opera nel genere d’impianto del compositore lucchese), seguito dal Divertimento in Mi bemolle maggiore K. 563 (“Gran Trio”) di Mozart, il tutto preceduto dal frammento del Trio D 471 di Schubert. Impaginato stimolante, si diceva, un po’ per le rare occasioni d’ascolto dal vivo del Boccherini e dello Schubert, un po’ perché ha permesso un raffronto diretto tra gli stili coevi dell’italiano e del salisburghese: pieno di fantasia il primo, compiuto nel 1772, con echi di Spagna nel basso di accompagnamento allo sviluppo del secondo movimento, insieme a quelli che alcuni identificano come stilemi mannheimer (l’attacco del terzo movimento, Allegro assai), eppure come frenato nell’estro inventivo da alcuni passaggi di maniera, in cui l’armonia saldamente ancorata al déjà entendu fa risuonare il brano con brillantezza di melodia e ritmo, ma con poco rilevata profondità d‘architettura. In maniera dunque assai diversa da quanto accade in Mozart, che scrive peraltro sedici anni dopo, quando la struttura su sei movimenti simmetrici (Allegro il primo e l’ultimo, a incastonare l’alternanza tra due movimenti lenti e due minuetti con trio), fa udire quasi ad ogni pagina scarti rispetto alla “norma” di effetto espressivo che diresti addirittura destabilizzante. Lo sguardo al testo rileva le modulazioni da sol maggiore, a fa diesis minore a re maggiore, nello sviluppo del primo movimento, in un tourbillon d’invenzione che fa capire immediatamente quale sia la differenza tra talento (Boccherini) e genio. Del resto, l’intera letteratura critica mozartiana qualificata indica nel K. 563 uno dei miracoli di Mozart, in ambito cameristico, e udirlo in una buona interpretazione dal vivo, nella magica acustica del Teatro Ristori, ha reso la serata degna di memoria.

Buona, l’esecuzione del Trio della RAI, anche se magari non impeccabile, c’è da dire. Il punto forte di questo ensemble ci è parso costituito dalla precisione cronometrica degli attacchi, dall’omogeneità perfetta dei volumi, dalla coesione dell’insieme, il quale ha raccontato la musica in modo sempre incalzante, vivo, nello Schubert minore addirittura vibrante, restituendo altresì in tutti i brani una bella trasparenza delle linee strumentali le quali, specie nella strabordante ricchezza tematica dell’Allegro in 6/8 conclusivo mozartiano – sostenuto dal violino di Milani con nobile sprezzatura di rigoroso controllo – hanno reso con precisione analitica i dettagli della scrittura. Osserveremo tuttavia che le agogiche di tutti e tre i brani sono apparse troppo uniformi, nell’esecuzione, il che è andato un po’ a deprimere l’effetto drammatico contrastivo specie del Divertimento. Una qualche difficoltà d’intonazione del violoncello nel primo Allegro, ancora in Mozart; minuetti come trattenuti nel loro potenziale spirito danzante; in generale, scarso abbandono al lirismo, alla schietta cantabilità, pur possibile in tutti e tre i brani ma specialmente in Boccherini, hanno forse un po’ intaccato la performance, per il resto pregevole in ogni suo aspetto, specie per coloro i quali, da un concerto, si attendano non già l’esibizione semplice di virtuosismi esecutivi, ma un’occasione per entrare in diretto contatto con le forme musicali nella loro evoluzione storica. E tale occasione è stata colta, eccome: ed è quanto basta.

Leggiamo che il Trio inciderà a breve il Divertimento K. 563 per l’etichetta Warner Classic: le possibilità di revisione e concentrazione massima che lo studio di registrazione fornisce siamo certi potrà dar luogo a una registrazione di rilievo.


 

 

 
 
 

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