L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Udrai nel mar che mormora

 di Antonino Trotta


«quod genus hoc hominum? quaeve hunc tam barbara morem permittit patria? hospitio prohibemur harenae.»

[Virgilio, Eneide I 539-540]

Torino, 25 Febbraio 2019 - Cos’è il progresso, se non l’effetto di una risposta esatta a un quesito? La conquiste tecnologiche o i successi scientifici nascono sempre dalla caparbietà con cui l’uomo affronta i problemi e risolve gli enigmi a cui la realtà sfuggevole e imperscrutabile lo costringe. Eppure ci sono interrogativi, vecchi più di duemila anni, a cui ancora non si sa – o non si vuole – rispondere: «quale patria sarebbe tanto barbara da negare il rifugio sulla riva?». Forse ci stiamo ponendo le domande sbagliate se, mentre le auto si guidano da sole e già si immagina di popolare Marte, ancora si dibatte sull’accoglienza. Solo discuterne è un fallimento.

Quando si è sordi all’eco dei lamenti la musica, massima espressione dell’intelletto umano, può trasformarsi nel focolare intorno a cui trovarsi per riflettere. Benedetto dal Presidente Sergio Mattarella, il concerto organizzato dal Cineteatro Baretti e dal Comitato Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche vuole dedicare alle vittime del mare, più di trentamila negli ultimi quindici anni, un momento di intensa commemorazione. Nel corso della serata, ospitata dal Duomo di Torino, Davide Livermore e altri esponenti del gruppo organizzatore si sono impegnati nella consegna di testimonianze dirette e non, alcune strazianti, con letture di pagine strappate al diario della vita, mirate alla sensibilizzazione su tematiche troppo spesso mercificate dal guazzabuglio propagandistico. Nelle stesse acque solcate per seguir virtute e conoscenza, ogni giorno centinaia di persone, animate dal più naturale degli istinti, quello alla sopravvivenza, trovano la morte: c'è chi si indigna dinnanzi all’aborto, ma esistono tante altre strade per negare la vita.

Quindi il Requiem di Fauré, intonato da una corale di artisti provenienti dalle maggiori istituzioni italiane (Arena di Verona, Comunale di Bologna, Fenice di Venezia, Lirico di Cagliari, Maggio Musicale Fiorentino, Opera di Roma, Regio di Torino, Santa Cecilia di Roma) e dai solisti Valentina Escobar – apprezzata voce bianca della Fondazione locale – e Roberto De Candia, con la direzione del Maestro Fabio Biondi e l’accompagnamento al pianoforte dal Maestro Carlo Caputo, in cui l’aurorale contemplazione del Paradiso risuona questa volta come un augurio rivolto all’intera umanità.

Colmo fino all’uscio, il Duomo accoglie un pubblico quanto mai eterogeneo, a dimostrazione del fatto che il buon senso non ha un colore politico, né un credo religioso.


 

 

 
 
 

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