L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Don Giovanni di Luglio

di Giuseppe Guggino

Dopo una 72a edizione a programmazione ridotta per via dell’emergenza Covid anche il Luglio Musicale Trapanese si assesta alle contingenze di questi tempi, tornando per questa 73a stagione al consueto assetto di tre opere più numerosi concerti e manifestazioni a corollario. L’inaugurazione tocca a Don Giovanni che vede coinvolti con esiti convincenti un cast piuttosto omogeneo, il regista Denis Krief e Matteo Beltrami, quest’ultimo nella duplice veste di direttore e guida artistica della manifestazione.

Trapani, 29 luglio 2021 - Sera di fine luglio, Villa Margherita, calura, per fortuna lenita da un piacevole venticello; si inaugura una nuova edizione del Luglio Musicale Trapanese. Una volta tanto il ricorso alla microfonazione en plein air è assai discreto e se ne giovano gli equilibri di insieme con un’orchestra di dimensioni ben proporzionate. Matteo Beltrami dimostra di essere consapevole delle difficoltà e i necessari compromessi dell’eseguire un testo di importanza capitale per il teatro musicale in uno spazio aperto adottando una prospettiva esecutiva moderna. Ecco allora qualche alleggerimento dei recitativi, l’espunzione di "Ah, dov'è il perfido?" e dei numeri aggiunti per la revisione di Vienna, ma anche la ricca realizzazione del basso continuo, la concertazione trasparente e l’agogica serrata; l’orchestra risponde molto volenterosamente, con buoni risultati di insieme e quale perdonabile scollamento allorquando si spinge troppo sull’acceleratore (nella stretta del finale primo, ad esempio).

La compagnia di canto, giovane ma affermata, risulta molto omogenea negli esiti. Un gradino sotto stanno il Masetto di Graziano Dallavalle e la Zerlina di Caterina Di Tonno, corretti ma dal porgere non troppo musicale. Andrea Comelli è un Commendatore che figura in maniera più che efficace nella scena della cena. Omar Montanari è un Leoporello scanzonato ma ben calibrato sul piano musicale, senza mai scivolare nel caricaturale, così come Didier Pieri con "Il mio tesoro intanto" lascia trasparire una grande accuratezza di studio e compiutezza di risultati. Anche la Donna Anna di Alexandra Zabala, partita un poco in sordina, si mantiene in costante crescita per tutta la serata fino a siglare un rondò di tutto rilievo. Fra i protagonisti, poi, sia Mariangela Sicilia (Donna Elvira) che Alessandro Luongo (Don Giovanni), precettati in questi giorni per il Don Giovanni degli ottant’anni di Riccardo Muti, che avrebbero dovuto concludere il Maggio Musicale Fiorentino, approdano al Luglio Musicale Trapanese con ottime intenzioni. Lei, di rosso vestita, si segnala per la malìa scenica, sebbene probabilmente Donna Elvira necessiti una capacità di discesa al grave non propria dei soprani lirici. Lui, è un dandy in abito spezzato bianco-beige di lino e scarpe di ginnastica (rigorosamente in t-shirt: la camicia con la cravatta sono riservati a Don Ottavio e al Commendatore), che saltella dall’inizio alla fine con leggerezza, la stessa che caratterizza un timbro schiettamente baritonale e probabilmente più congeniale a Leoporello.

Dei costumi s’è in parte già detto: Denis Krief festeggia i quarant’anni di carriera affrontando per la prima volta il capolavoro di Mozart e Da Ponte, e lo fa ricorrendo al suo usuale mestiere; l’azione è collocata in uno spazio atemporale privo di qualunque connotazione, i costumi rinviano ad una vaga contemporaneità non senza ricorso a qualche caratterizzazione cromatica ben precisa per le protagoniste femminili (bianco per Zerlina, Rosso per Elvira e nero per Anna), ben distinguibili dalle donne dai vestiti a fiori dell’Ensemble vocale del Luglio (istruito da Mirco Reina). La scena fissa con pareti di fuga lignee non brilla per fantasia e rimanda costantemente alla cifra estetica di Krief dai sui Capuleti e Montecchi alle sue Miller. Il racconto comunque si dipana con chiarezza, rischiarato da qualche luce suggestiva e da qualche non indimenticabile twist affidato a Amy Share-Kissiov, in una serata dedicata alla memoria di Graham Vick (e chissà cosa ne avrebbe pensato lui!) e Giuseppe Giacomini. Si replica sabato 31 alle ore 21.


 

 

 
 
 

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