L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Musica in maschera

di Roberta Pedrotti

Fano apre il suo Carnevale con un concerto online dell'Orchestra Sinfonica Rossini, che Nikolas Nägele guida in una lettura luminosa e ben tornita di Stravinskij ed Elgar, né manca un omaggio a Dante con l'episodio del fanese Jacopo del Cassero dal Purgatorio.

Streaming da Fano, 13 febbraio 2021 - Un anno fa le strade si riempivano. Oggi fra le parole d’ordine c’è “niente Carnevale”, almeno come noi lo conosciamo. Poi, naturalmente, ciascuno si organizza come può: coriandoli domestici per i bimbi, dolci in libertà, i Carnevali storici propongono eventi on line o esposizioni di carri allegorici nel rispetto delle norme. Bagolino ne approfitta per un anno di pausa - il primo da secoli - anche per riflettere su episodi di vandalismo che avevano inquinato la tradizione negli ultimi anni. E poi c’è Fano che, dal Teatro della Fortuna, lancia on line un concerto, naturalmente in maschera.

Naturalmente tutta l’Orchestra - la Sinfonica G. Rossini - indossa la mascherina tranne che nei fiati. Si tratta di responsabilità e buon senso, prima di tutto, ma sul palco addobbato con illustrazioni e cartapesta il confine fra necessità quotidiana ed eccezione carnascialesca si fa garbatamente sottile, il fondo nero e la sala vuota ricordano il risvolto tragico della questione, ma assumono un carattere vagamente surreale che non guasta.

Il programma parla di maschere. Di Pulcinella, certo, ma la suite dal balletto di Stravinskij, al di là del titolo, è tutto un gioco di allusioni e mascheramenti fra materiali antichi o pseudoantichi e tratti novecenteschi spudorati o sotterranei. E la Serenata per archi di Elgar, con il suo tessuto cangiante, pensoso, a tratti malinconico, ma non privo di richiami cullanti e danzanti e di luminose aperture non sfigura in un Carnevale tutto particolare. E se al tripudio prima della Quaresima si vuole attribuire un tema, quest’anno Fano non può non allinearsi alle celebrazioni dantesche e non ricordare il concittadino Jacopo del Cassero, citato nel Quinto canto del Purgatorio, lo stesso di Pia de’ Tolomei e della disputa per l’anima di Bonconte da Montefeltro. La lettura dell’attore Pietro Conversano è accompagnata dal violoncello di Jacopo Mariotti (classe 1988), che esegue la propria Fantasia Gregoriana; se vogliamo un altro mascheramento, o gioco contemporaneo sull’antico, dopo Stravinskij.

Sul podio, per Pulcinella e la Serenata, troviamo Nikolas Nägele, ormai di casa fra Firenze e la costa marchigiana: una scelta assai felice, perché il giovane tedesco forgiato fra Bayreuth e la pratica del teatro di repertorio, ma innamorato dell’opera italiana, ha tutti gli strumenti tecnici necessari, ma anche la capacità di giostrare le geometrie di Stravinskij e l’affettuoso richiamo neoclassico sul filo sottile della razionalità polivalente che di questo repertorio è cardine. Sembra inizialmente privilegiare la maschera antica, la morbidezza pastello di un Fragonard, ma tutto è talmente netto, paradigmatico che il pensiero idealizzante non tarda a farsi strada e a far poi emergere giochi di specchi che si rivelano deformanti in dissonanze o ironie. Tutto in un bel lavoro con l’orchestra, che mostra un suono duttile, ben tornito, pronto a rispondere sia in Stravinskij sia in Elgar alle sollecitazioni di un’interpretazione limpida e sicura, che punta all’equilibrio fra affetto cantabile e raziocinio strutturale.


 

 

 
 
 

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