Nel duetto, oltre allo Strauss epigono wagneriano, si intravede il prossimo futuro Strauss espressionista di Salome ed Elektra (rispettivamente di quattro e otto anni più giovani di Feuersnot), giacché elementi naturali trovano una traduzione in musica onomatopeica, come il lamento degli oboi
Diemut, fingendo interesse, propone a Kunrad di farsi issare al suo balcone tramite una cesta appesa, salvo poi farlo penzolare a mezz’aria deridendolo con evidenti rimandi motivici in orchestra alla prima scena del Rheingold.
Ricompare il tema K-incantato e intrappolato nella cesta
oltre che deriso dalle tre amiche di Diemut, filiazione ibrida fra le tre dame della Zauberflöte e le tre Rheintöchter.
Nella cesta Kunrad può solo cercare di agguantare le chiome bionde di Diemut quindi riaffiora il tema della distanza, opportunamente sviluppato e ingigantito
nonché il tema dei lamenti della notte, assieme a un ingenuo motivo per i bambini, memore della scrittura di Humperdinck (di cui Strauss era amico e di cui dirigeva sovente le opere)