L’Ape musicale

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Il Concerto Palatino

Individuiamo l’inizio della documentazione concernente codesta realtà in un manoscritto inedito del 1399, ove si parla di otto “tubatores”, tre “piffari” e un “nacharinus” al servizio degli An­ziani. La nuova funzione del com­plesso, i cui com­ponenti divennero membri a titolo privi­legiato della famiglia Palatina già a partire dall’anno 1400 (anche se l’identificazione col nome Con­certo Pala­tino della Signoria di Bologna è successiva), era esclusivamente musicale: a questi musici veniva asse­gnato un mandato che consentiva loro di accompagnare le uscite pubbliche dei magistrati.

I musicanti dovevano indossare specifiche uni­formi nei giorni di festa e nei cortei. I violatori erano pu­niti con pene pecuniarie o addirittura con l’espulsione dal servizio. Nell’arco dei primi decenni del XV secolo il nu­mero dei trombet­tieri si ridusse a cinque (come testimoniato dagli Organici annuali). In compenso aumentò la varietà degli strumenti con l’annessione di un di liuto.

Dal 1439 in poi abbiamo la quasi totale scom­parsa dei mandati di pagamento, il che assottiglia il nu­mero di fonti cui possiamo ri­farci per indagare il feno­meno. Gli Anziani, con una delibera datata 1469, affida­rono a Bartolomeo Giuliani il ruolo di primo trom­bone. Si giunse così all’organico definitivo, che vantava anche un arpista. Il decreto del 1472, invece, sancì l’assunzione a pieno titolo presso la Corte Palatina. Le esibizioni si tene­vano sul balcone del Palazzo degli Anziani. La vera e pro­pria nascita del Concerto Pala­tino risale alla seconda metà del XVI secolo.


 

 

 
 
 

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