Rossini, Verdi, Wagner in Accademia

 AA.VV


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Nel XIX secolo è l'Accademia Filarmonica a garantire il prestigio musicale della città di Bologna, annoverando molti fra i più grandi musicisti internazionale fra i proprio membri. Fra questi Rossini, Verdi e Wagner costituiscono anche le personalità di maggior rilievo nei cartelloni operistici.


L’Accademia Filarmonica

Nell’800 cambia il panorama musicale e, di conseguenza, cambia anche in qualche misura l'identità dell'Accademia Filarmonica, che perde il suo ruolo di primo piano nella formazione e "certificazione" professionale come nell'organizzazione di eventi musicali, per lo più sacri. Non perde tuttavia il suo prestigio, che si rinnova accogliendo nel numero degli Accademici, titolo tuttora altamente onorifico a livello internazionale, musicisti illustri fra cui Gioachino Ros­sini, Niccolò Paganini, Giacomo Meyerbeer, Franz Liszt, Giuseppe Verdi, Richard Wa­gner, Johannes Brahms, Camille Saint-Saëns, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Maurice Ravel, e tra le virtuose di canto Isabella Col­bran, Giuditta Pasta e Maria Malibran.

Di Rossini, in particolare, l'Accademia conserva preziosi cimeli, fra cui il manoscritto in gran parte autografo della Cenerentola e un disegno a matita di Doré che ritrae il musicista in punto di morte. Importanti lasciti, donazioni e fondi musicali, oltre a partiture e documenti d'archivio, costituiscono un inestimabile patrimonio dell'Accademia, arricchito nel tempo dal contributo di grandi Accademici, come Giacomo Puccini, di cui sono stati rinvenuti proprio a Bologna preziosi appunti relativi all'elaborazione di Madama Butterfly [leggi anche lo speciale Madama Butterfly]


Rossini a Bologna

Nato a Pesaro, Rossini visse la propria adolescenza a Lugo di Romagna ed ebbe in Bologna una seconda patria adottiva sin da quando, presso il liceo musicale cittadino, fu allievo di Padre Mattei (a sua volta allievo di Padre Martini, formatosi con Perti) e dunque erede della prestigiosissima tradizione petroniana.

Presso il Teatro del Corso, oggi distrutto ma ricordato da una lapide in via Santo Stefano, il 26 ottobre 1811 esordì L'equivoco stravagante, la sua seconda opera ad andare in scena e la prima in due atti (un anno prima aveva debuttato ufficialmente a Venezia con La cambiale di matrimonio; il primo lavoro Demetrio e Polibio vedrà le scene solo nel 1812 a Roma). Un debutto sfortunato, giacché l'opera, dal libretto alquanto licenzioso, fu ritirata per questioni morali dopo appena tre recite. Tuttavia, L'equivoco segnò anche l'inizio della collaborazione con il contralto Marietta Marcolini, destinataria poi dei ruoli di Ciro, Clarice (La pietra del paragone), Isabella (L'italiana in Algeri) e Sigismondo.

Prima ancora che come compositore, Rossini si distinse, però, come fanciullo cantore, partecipando a produzioni teatrali spesso accanto alla madre, Anna Guidarini. Già nel 1806 fu associato alla Regia Accademia Filarmonica come cantante, divenne Maestro onorario nel 1826, nel 1830 Tesoriere e giunse, dopo essere stato fra i Numerari (cioè i soci con diritto di voto e cariche), a rivestire la carica di Presidente nel 1852, prodigandosi anche in opere benefiche volte a creare una Cassa di mutuo soccorso: l'Istituzione Rossini che sorse da questa esperienza nel 1877 (nove anni dopo la scomparsa del compositore) è tuttora attiva nel sussidio e nella promozione musicale. La sede storica dell'Accademia, palazzo Carrati, custodisce numerosi preziosi cimeli, fra cui l'autografo della Cenerentola.

I genitori di Rossini hanno vissuto in Strada Maggiore al n. 100, 32 e 18; riposano entrambi, con il consuocero Giovanni Colbran e la nuora Isabella al cimitero monumentale della Certosa. 

Nel 1822, di passaggio per la tournée del San Carlo di Napoli a Vienna, Rossini sposa Isabella Colbran a Castenaso nella Chiesa della Beata Vergine del Pilar, nei pressi della quale si trovava anche la villa, oggi distrutta, in cui il compositore attese alla stesura di Semiramide e che fu poi abitata e amministrata dal padre Giuseppe.

Dal 1823 al 1838 Rossini visse al n. 26 della stessa strada Maggiore, in un palazzo che fece restaurare apponendo l'iscrizione "Non domo dominus, sed domus domino", visibile ancor oggi. Fu inoltre ospite presso palazzo Bonfiglioli-Rossi (n.29) nel 1839 e, dal '46 al '51, palazzo Riario-Sforza (n. 34), attuale sede del Museo della Musica.

Nel 1842, Rossini assistette alla prima italiana del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, nella sala dell'Archiginnasio tuttora chiamata "Sala dello Stabat Mater".

Pare che la cattiva accoglienza riservatagli, per la sua fama di reazionario (in realtà semplicemente poco interessato alla politica, cui guardava con spirito rpatico e disincantato, memore dei rivolgimenti che coinvolsero il padre, di simpatie giacobine), dai bolognesi durante i moti del 1848 abbia convinto Rossini a lasciare definitivamente la città. Mantenne, tuttavia, la proprietà di ampi appezzamenti agricoli fra Budrio e Castenaso, terreni che hanno poi fatto parte del lascito testamentario alla città di Pesaro e sono parte dell'attuale patrimonio della Fondazione Rossini.


Verdi e Wagner

L’Accademia annoverò fra i Maestri Onorari i due giganti del dramma in musica ottocentesco, contrapposti all'epoca come emblemi di due diverse correnti ben distinte: Giuseppe Verdi e Richard Wagner.

Verdi esordi­sce a Bologna nel 1843 con il Na­bucco e si afferma presto, come in tutta Italia e nel mondo, fra gli operisti più rappresentati. Proprio in seno all'Accademia, il Bussetano concepì l'idea di una messa in suffragio di Gioachino Rossini composta in collaborazione con altri colleghi in vista di un'esecuzione in San petronio. Il progetto si arenò, ma il Libera me verdiano tornerà, rielaborato, nel Requiem in memoria di Alessandro Manzoni.

A Bologna avranno luogo diverse prime italiane wagneriane: epocale fu il Lohengrin del 1871, che inne­scò la querelle fra sosteni­tori dell’opera ita­liana e di quella tede­sca, mentre l’anno dopo, con l'esordio di Tannhäu­ser, il suo autore sarà eletto cittadino onora­rio; nel 1914 l'ambito privilegio del debutto italiano di Parsifal.