Il crepuscolo del romanzo

 di Giuliana Dal Piaz

Giuliana Dal Piaz, traduttrice in italiano del romanzo Notizie dall'Impero e autrice di un saggio, All'ombra della Storia, sulla sua opera, racconta il romanziere messicano Fernando del Paso all'indomani della scomparsa.

È morto il 14 novembre, a Città del Messico, Fernando del Paso. Nemmeno un trafiletto sui giornali italiani, e non mi soprende. L’unico dei suoi quattro romanzi, fugacemente pubblicato in Italia per la prima volta in un’edizione limitata (Imprint Edizioni, Napoli, 2007), è introvabile per la scomparsa della piccola casa editrice di Alfredo Profeta, l’unica che si era intusiasmata per “Notizie dell’Impero”, la storia romanzata dell’effimero impero di Massimiliano d’Asburgo in Messico.

Anche dopo l’assegnazione a del Paso nel 2015 del prestigioso Premio Cervantes, che la Spagna attribuisce ogni anno a un importante narratore in lingua spagnola, è stato impossibile trovare in Italia un editore che volesse tornare a pubblicarlo.

Scompare, con Fernando del Paso, l’ultimo grande romanziere messicano. L’ultimo a lavorare per lunghi anni a ognuna delle sue opere, raccogliendo tracce su tracce di documentazione storica e poi lanciando al mondo un risultato capace di sconvolgere per sempre l’animo del lettore, che dalle sue pagine impara a conoscere, seguire, amare – e mai più dimenticare – l’enigmatico José Trigo, lo svagato e romantico Palinuro, o la turbinosa, contraddittoria, folle Carlotta di Sassonia-Coburgo.

Non è che non si siano affacciati, e continuino ad affacciarsi, sulla scena della narrativa latinoamericana dei bravi, nuovi scrittori. Ma sembra ormai scomparso, con la morte di Gabriel García Márquez (colombiano di nascita e messicano d’adozione), di Carlos Fuentes ed ora anche di Fernando del Paso, l’afflato del grande romanzo corale, ritratto di un’intera epoca, così come sembra quasi scomparsa la capacità di sperimentazione con una grandiosa lingua flessibile, variegata, arricchita dagli elementi rubati ai più svariati linguaggi indigeni, monumentale ed enciclopedica.

Addio, Fernando, poeta, pittore, saggista, studioso di storia, lettore avido, e soprattutto narratore, che perfino nella tua incompiuta trilogia sulle grandi religioni monoteiste, All’ombra della Storia, hai riversato profondi concetti filosofici e poesia, quell’impasto di saggezza, ironia e umanità che rendeva unica la tua persona. E la tua amicizia.

Fernando del Paso Morante (Città del Messico, aprile 1935-novembre 2018), scrittore, saggista e poeta, vincitore del Premio Xavier Villaurrutia nel 1966, del Premio Rómulo Gallegos nel 1982 e del Premio Miguel de Cervantes nel 2015.

Dopo aver frequentato per due anni la facoltà di Economia presso la Universidad Nacional Autónoma de México, e aver lavorato come redattore di testi pubblicitari, si trasferisce a Londra dove lavora per quattordici anni presso la British Broadcasting Corporation (BBC), poi in Francia, sotto contratto con Radio France, la principale emittente nazionale. Per qualche anno Addetto Culturale presso l’Ambasciata del Messico a Parigi, torna in Messico nel 1996 per occupare un seggio presso il “Colegio Nacional de México” – sorta di Accademia della Storia – , già come scrittore affermato: infatti, nel corso dei suoi soggiorni nel Regno Unito e in Francia, aveva scritto e pubblicato i suoi quattro romanzi (José Trigo, Palinuro de México, Noticias del Imperio, Linda 67: historia de un crimen), diverse poesie e due opere per il teatro (La loca de Miramar e Palinuro en la escalera), per i quali s'impone come uno dei massimi autori messicani. Il suo secondo romanzo, Palinuro de México, in Francia ottiene un discreto successo, tanto da guadagnarsi un premio come miglior romanzo pubblicato in Francia nel 1985, otto anni dopo averlo dato alle stampe. Alla Fiera del Libro di Guadalajara, nel 2007, viene acclamato tra i più grandi scrittori messicani viventi, alla pari di Carlos Fuentes e Carmen Boullosa.