Renato Palumbo scrive ai musicisti dell'Opera di Roma

 

Pubblichiamo la lettera inviata in occasione dell'ultima recita di Rigoletto dal m° Renato Palumbo ai professori d'orchestra e agli artisti del coro dell'Opera di Roma.

Ai Professori dell’Orchestra e agli Artisti del Coro

del Teatro dell’Opera di Roma

Roma, 31 ottobre 2014.

Cari amici,

in occasione dell’ultima recita di Rigoletto, oltre a ringraziarvi, desidero esprimere alcune mie brevi

considerazioni maturate in questo periodo, sicuramente molto particolare, che mi ha visto alla guida della produzione. Io giunsi a Roma per l’inizio prove il 23 settembre trovandomi innanzi un’atmosfera difficile da descrivere. L’incredulità per ciò che era successo e l’incertezza per il futuro, unito all’attacco mediatico che il teatro stava subendo, minava la serenità necessaria senza la quale l’arte non può vivere né sopravvivere, è destinata a spegnersi.

La notizia del licenziamento collettivo di Coro e Orchestra ci raggiunse mentre mi trovavo in sala con il coro per una prova musicale. Difficile dimenticare quei momenti. Mi trovavo davanti a un gruppo di artisti che avevano appena appreso da un comunicato di esser stati licenziati. Artisti ma innanzitutto uomini con dignità e responsabilità. Non me la sentii di continuare la prova anche se alcuni di loro mi chiesero di andare avanti perché il lavoro non doveva essere interrotto specialmente in quel momento.

In pochi istanti l’orgoglio aveva preso il posto della disperazione e della rabbia e la voglia di dimostrare il proprio valore era diventata prioritaria. Lo stesso sentimento lo trovai anche subito dopo nella prima prova d’orchestra. Non vi era traccia di quella naturale tensione che poteva essere, in questo caso, ampiamente giustificata. Lo shock iniziale e la ferita alla dignità subiti certamente non erano stati superati, ma l’orgoglio e la professionalità avevano immediatamente preso il sopravvento.

Da quel momento l’atteggiamento del Coro e dell’Orchestra è stato veramente encomiabile. Ho incontrato la massima collaborazione e professionalità da parte di tutti. Non una sola prova ha subito ritardi o cancellazioni e mai ho avvertito quel disagio che a volte riscontro quando il ritmo serrato, imposto dalle prove finali, comincia a farsi sentire. Per questo non posso fare altro che ringraziarvi ed esprimere la mia ammirazione per il lavoro svolto.

Tutte le sere prima che lo spettacolo abbia inizio, nel camerino che da sempre viene dato al direttore, mi guardo attorno e osservo le locandine degli spettacoli che hanno fatto la storia del Costanzi. In questo grande teatro hanno lavorato da sempre i più grandi interpreti. Leggo tra i direttori Herbert von Karajan, Karl Böhm, Erich Kleiber, Carlo Maria Giulini, senza dimenticare Capuna, Votto, Santini che qui dirigevano abitualmente il grande repertorio italiano. Così il Costanzi è diventato nel passato un teatro di riferimento e di eccellenza e lo sarà anche nel futuro, questo è il suo destino e voi ne farete sicuramente parte.

Da allora la qualità artistica dell’Orchestra e del Coro è cresciuta e la qualità musicale che oggi il Teatro dell’Opera esprime è sicuramente ai massimi livelli mondiali.

Per questo motivo non solo mi auguro ma, come musicista e cittadino, pretendo che tutto ciò venga

salvaguardato e protetto. Che il buon senso e la responsabilità riescano a dare a tutti voi, e alle vostre famiglie, quella serenità indispensabile per poter continuare a crescere nella gioia che solo la musica sa dare e che voi avete il dovere di trasmettere al pubblico, unico nostro vero “padrone”, con cui condividiamo l'arte di cui siamo orgogliosi servitori.

Maestro Renato Palumbo