Una romantica riscoperta

di Michele Olivieri

L’emergenza sanitaria ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web importanti proposte arrivano direttamente a casa dando una mano alla cultura e un senso di aiuto per ciascuno di noi. Sul canale youtube del Perm Opera Ballet Theatre (Russia) è stata visibile la coreografia Fadetta di Nikolai Boyarchikov (cui era dedicata la diretta).

PERM aprile 2020 - Grazie allo streaming dettato dall’emergenza sanitaria si hanno variegate possibilità di assistere a balletti mai visti nel nostro Paese o perlomeno poco conosciuti, come Fadetta, con il prestigio della vecchia danza accademica, ancorata alle immortali scuole europee. Quell’arte rimasta pressoché intatta in Russia dove, accanto alla meravigliosa fioritura della danza popolare si è sviluppato il più perfetto magistero del classicismo tersicoreo. È bello essere spettatori di quel fenomeno che tiene conto delle forme della disciplina coreica così severamente conservatrice e rigorosa, intensamente romantica, nella ripresa dei balletti ottocenteschi supportati da passionali vicende, nelle quali il balletto classico si accoppia armonicamente con le partiture musicali. >Fadetta (due atti, quattro scene)gode di quella fedeltà stilistica ed estetica dell’accademismo che ancora oggi vige in alcune istituzioni didattiche e teatrali, proponendo produzioni – come quella vista oggi, registrata il 19 novembre 2009 dal Perm Opera Ballet Theatre basata sulla coreografia a serata intera di Leonid Lavrovsky del 1934 – dove il lavoro del passato è ancora operoso e rispettoso negli esempi lasciati dagli storici maestri della coreografia classica, restituendo il virtuosismo del balletto allo stato puro. Fadetta gode si ispira al più celebre titolo Sylvia con l’aggiunta di altre musiche di Léo Delibes creato da Lavrovsky in occasione di una matinée della Scuola Coreografica di Leningrado, traendo la drammaturgia dal romanzo La petite Fadette di George Sand.

L’azione si svolge nel sud della Francia rurale ottocentesca. La figura della piccola Fadetta è avvolta da mistero ed esoterismo: una ragazza che sa narrare le storie e sa incantare con la voce, un’emarginata, dai comportamenti liberi ed anticonformisti, ma di grande profondità interiore. Si innamorano di lei i due gemelli Barbeau, molto simili per gusti ma profondamente diversi per carattere e temperamento. Amore, morte, rimpianto, serenità e gelosia sono i temi di questo bucolico balletto in cui la protagonista è costretta a vivere con sua nonna e il fratello nella foresta, poiché i residenti del villaggio considerano la ragazza una maga. È una storia che appassiona, passo dopo passo, con i Gemelli che finiscono per innamorarsi entrambi della piccola Fadetta. Sullo sfondo ritroviamo la tipica mentalità superstiziosa della fine dell’ottocento, un’anziana nonna, un fratellino zoppicante e una Fadetta da modi mascolini. Un’opera coreografica che parla dei rapporti umani, di crescita, di delusioni, di primi amori e dell’amara dolcezza delle prime scelte, da adulti. Il balletto ben si adatta anche ai bambini perché si muovenell’immaginario fantastico.

La produzione è di prima classe; paesaggi, costumi, messa in scena perfettamente aderenti al tessuto originale. Poi ci sono i ballerini e le loro abilità e tecniche a dare realistico risalto alla psicologia dei personaggi, in particolare da citare per padronanza di grazia e leggiadria nei movimenti che forniscono le idonee basi per il controllo, Mikhail Timashev, Sergey Meršin, Dmitry Durnev, Natalia Moiseeva, Robert Gabdullin, Irina Markova, Maria Menshikov, Svetlana Zahlebina, Elena Morozova, lya Shitov, Ivan Porošin, Alexander Taranov, Nadezhda Dvurečenskaâ, Anna Poistogova, Igor Burba. Un applauso a tutto il folto Corpo di Ballo (diretto da Vitaly Dubrovin) impegnato nei ruoli dei contadini, delle amiche, dei cacciatori e alla partecipazione straordinaria (nella danza per bambini) dei composti e ben posizionati allievi della Scuola di Perm. L’allestimento crea l’impressione di uno spettacolo nello spettacolo evidenziando al massimo la teatralità, la convenzionalità della rappresentazione, tratteggiando evocative scenografie ed amabili costumi, lasciandoci così ispirare ai ricordi dell’infanzia con un rimando ai quadretti popolari del XVIII secolo (a cura di Vyacheslav Okunev e Sergey Martynov).

La coreografia di Nikolai Boyarchikov (assistenti Larisa Klimova e Igor Solov’ev) è composta da tanti piccoli gioiellini in sequenza, così da comporre uno spettacolo emozionante e soprattutto bello da vedere, una creazione che rimane nella mente e nel cuore dello spettatore, perché strutturata secondo canoni estetici ben precisi, regolata da schemi coreografici funzionali. Il balletto porta avanti una riflessione ponderata sull’originalità e sulla diversità (temi quanto mai di attualità). Il personaggio di Fadetta è l’opposto di ciò che viene considerato normale e tradizionale per una ragazza: non è né dolce, né carina, né gentile, né femminile e, per questo, non viene accettata dai paesani. Intorno a lei nascono pregiudizi dettati dalla paura del diverso, dell’ignoto. Come la nonna, anche Fadetta è titolare di un sapere alchemico che la rende allarmante agli occhi del villaggio. I paesani non riescono a decifrare la bontà che si nasconde nel diverso, come non si rendono conto della negatività di ciò che viene considerato tradizionale: Madelon (l’altro personaggio femminile, antagonista), infatti, pur godendo di un’ottima reputazione perché femminile, graziosa, ben vestita, ricca, si rivela cattiva, arrogante e frivola. Il balletto è pieno di credenze legate alla cultura popolare, che immergono lo spettatore in un mondo dove la fantasia prevale sul razionale, un microcosmo popolato da streghe, fate e folletti, in cui ai sogni e alle previsioni viene data importanza fondamentale. Un balletto romantico sostenuto dalla tecnica ben consolidata al perfezionamento dello stile. Il romanticismo lo si percepisce nell’aria fin dall’apertura di sipario, soprattutto nel sentimento, e l’esecuzione permeata di vigore e da quell’eleganza poeticamente fané restituisce l’essenza in maggior misura. L’Orchestra sinfonica del teatro di Perm ha suonato con brillantezza, sotto la direzione di Valery Platonov, grazie ai giusti tempi, ai colori e alle sfumature appropriati a Delibes. La riscoperta di questo titolo rappresenta un traguardo importante per la conservazione storica di un glorioso passato.