Dramma d’amore

di Michele Olivieri

L’emergenza sanitaria ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web importanti proposte arrivano direttamente a casa, dando così una mano alla cultura e un senso di aiuto per ciascuno di noi. Sul canale youtube del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, in Russia, è stata temporaneamente visibile la Giselle nella versione coreografica di Coralli-Perrot-Petipa con Corpo di ballo del teatro Mariinskij e la partecipazione straordinaria di Diana Vishneva e Mathieu Ganio.

SAN PIETROBURGO, aprile 2020 – Bellissime riprese televisive nelle storiche atmosfere fiabesche di Giselle con il Corpo di ballo del Teatro Mariinskij, una della più famose compagnie di balletto della storia, in diretta dal canale televisivo dell’istituzione sanpietroburghese. La versione è apparsa fedele allo spirito della disciplina madre, con le intramontabili coreografie di Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Petipa nell’armonica tradizione ballettistica ben adattata allo stile della nobile scuola russa con richiami all’edizione francese; allestimento ricco di dettagli dalla veste elegante e consona al grande titolo di repertorio. La consuetudine è caratterizzata dai tipici aspetti riconducibili ad un universo languido, appassionato e sognante, sempre e ovunque in grado di suscitare compiaciuta suggestione tra gioia e sofferenza. L’allestimento in due atti del 2016 su libretto di Vernoy de Saint-Georges, Théophile Gautier e Jean Coralli, mantiene alto il primigenio aspetto per qualità e cura: i costumi riccamente impreziositi (firmati da Irina Press), la cornice accurata dei poetici fondali dipinti (a cura di Igor Ivanov), l’attenta consulenza per la ricostruzione della produzione di Yuri Slonimsky, secondo gli imperativi dei capolavori del passato in un trionfo di coloriture sulla spirituale partitura di Adolphe-Charles Adam, eseguita dalla Mariinsky Orchestra diretta da Valery Ovsyanikov con prontezza e decisione (solisti Olga Maximova e Andrei Yankovsky). Il fantasy ballet è risultato delicato, godendo i favori del numeroso pubblico collegato per la sua immutata popolarità, ottenuta fin dai tempi del debutto all’Opéra Le Peletier di Parigi nel 1841 con la ballerina italiana Carlotta Grisi in coppia con Lucien Petipa. Un capolavoro che ancora oggi viene considerato come uno dei più grandi balletti classici mai rappresentati, portato in scena con i giusti tormenti e i rapiti sentimenti, nei ruoli principali, dalla sublime Diana Vishneva (in particolare nella scena della pazzia) e dal danseur noble Mathieu Ganio (un visibilio di grazia), i quali hanno caratterizzato il loro dizionario tersicoreo con precisione esecutiva e bellezza che ha superato ogni aspettativa per naturalezza ed intensità espressiva, tra affascinanti ballonné, relevé, pas de bourree,cabrioles, grand jété, salti, elevazioni e virtuosismi coinvolgendo l’intero Corpo di Ballo, accompagnati dall’insostituibile magia dell’orchestra che in operazioni di conservazione storica rimane fondamentale per ricreare l’assoluta completezza. Renata Shakirova e Philipp Stepin hanno eseguito elegantemente i passo a due dei contadini, parte costitutiva e incoercibile del balletto. Da segnalare per temperamento l’Hilarion di Igor Kolb e la carezzevole regina delle Villi Myrtha di Yekaterina Ivannikova. La storia, pur essendo nota, risulta ad ogni visione struggente a corona di quel sentimento d’amore che narra la leggenda delle Villi, spiriti di ragazze venute a mancare per disperazione prima del matrimonio, le quali non trovano pace nell’aldilà. Di notte, per vendicare il loro tragico destino, attraggono i viaggiatori in un ballo che termina con la loro morte. Giselle è una candida paesana che vive in Germania e durante una festa incontra il principe Albrecht travestito da contadino, il quale inizia a corteggiarla. La giovane scordando il fidanzato Hilarion danza gioiosamente con Albrecht. Il principe viene però raggiunto dalla corte reale e dalla sua nobile promessa sposa, e Hilarion, logorato dalla gelosia, rivela a Giselle la verità: il suo sogno d’amore con il principe non avrà seguito nella realtà. La ragazza impazzisce per il profondo dolore e muore di crepacuore. Nella seconda parte Giselle è trasformata in una Villi; Albrecht si scopre pentito ed innamorato della sventurata giovane deceduta, e mentre piange sulla sua tomba viene catturato dagli spiriti notturni che lo costringono a danzare, per sfinimento, fino alla morte. Ma l’amore di Giselle per Albrecht va oltre ogni leggenda e lei, unica fra le Villi, lo sostiene caparbiamente nella danza fino a quando sopraggiunge l’alba che scioglie l’incantesimo. Giselle salva così la vita del suo adorato principe, ma nel frattempo gli deve dire addio, ritornando nel mondo dell’oscurità, in totale antinomia con il primo atto. Il cosiddetto “atto bianco” è ben rappresentato dai Tutù Degas, avvolti da quell’aria crepuscolare con l’assenza di volume e peso - ésprit impalbabili - e dai solenni arabesque eretti a simbolo del romanticismo, i cui atteggiamenti riportano ai fregi dell’antichità e ai baccanali scolpiti nei bassorilievi del periodo romano. Arabesque disegnati su ammalianti geometrie, capaci di condurre le figure verso quell’allungamento del corpo senza eguali per estetica: il leggendario danzatore dei Ballets Russes, in seguito étoile e Direttore del Corpo di Ballo dell’Opéra di Parigi, Serge Lifar scrisse: “C’è tra la danza e la scultura antica una correlazione così stretta che si può affermare che la scultura fissa diversi momenti danzati”.Onore al merito alle maestranze della compagnia russa (a partire dai coachers Lyudmila Kovaleva, Nina Ukhova, Olga Iskanderova, Margarita Kullik, Sergei Vikharev, Vladimir Kim, Igor Petrov, Dmitry Komeyev, e al direttore di scena Sergei Salikov), che hanno confermato la costante pedagogia e l’incisiva qualità comunicativa di ogni singolo esecutore (tra cui, Elena Bazhenova, Igor Kolb, Alexei Nedviga, Vladimir Ponomarev, Ekaterina Ivannikova, Xenia Ostreikovskaya, Diana Smirnova). Una produzione resa palpabile nell’incedere del balletto eterno, irresistibile per adulti e bambini, dove il successo inossidabile si rinnova ad ogni alzata di sipario, rendendo la storia di Giselle attraente più che mai, consegnandola a pietra miliare. Applausi ripetuti e consensi di larga approvazione nel finale, in particolare alla coppia protagonista formata dalla prima ballerina Diana Vishneva e dall’étoile Mathieu Ganio, per aver donato la quintessenza, sia tecnica che artistica, danzando concordi nei gesti, interiorizzando la titolarità con periziosa efficacia nella pressione del dramma amoroso.