80° Maggio Musicale Fiorentino

Fra Mozart e Verdi per l'ottantesimo Maggio

Il programma nel dettaglio 

[NB differentemente da quanto annunciato, il ruolo di Don Carlo sarà sostenuto da Roberto Aronica]

Era il 22 aprile del 1933, quando il Maggio Musicale Fiorentino iniziò a scrivere la storia quello che sarebbe diventato uno dei più importanti e prestigiosi festival culturali di musica, opera, prosa e balletto d’Europa e che resta il più “antico” e glorioso in Italia. Sin dalla sua nascita il Festival ebbe un’incidenza profonda nel maturarsi di nuove esperienze interpretative soprattutto nel campo dell’opera: significò la rispettosa riscoperta del melodramma italiano dell’Ottocento, la riesumazione di capolavori dimenticati e la ricerca di una dignità culturale nella realizzazione degli spettacoli e contribuì al maturarsi di una nuova concezione della regia. In pochissimo tempo dalla sua istituzione acquistò una risonanza internazionale e divenne il punto di riferimento per ognuno dei grandi e grandissimi interpreti sia che fossero artisti che salissero sul podio, calcassero il palcoscenico, fossero registi o scenografi. Oltre a dare testimonianza e respiro al consolidato valore della cultura musicale, il Festival del Maggio Musicale Fiorentino ha sempre dato un prezioso, importante e decisivo contributo alla musica contemporanea al punto che tante proposte, all’inizio espresse soltanto nell’ambito del Maggio sono oramai divenute patrimonio comune del panorama musicale internazionale.

Nel corso dei decenni la fisionomia del Festival è mutata adattandosi agli avvenimenti, alle sollecitazioni artistiche e non, ha visto anni luminosi e straordinari e edizioni meno sfavillanti che però non ne hanno mai intaccato lo spirito originario che ha permesso al Festival di non tradire mai la sua storia e la sua missione e di mantenere sempre il suo altissimo profilo.

Quella del 2017 che si aprirà il 24 aprile, festeggia l’80° edizione, una scadenza importante, un compleanno tondo e pieno del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che con le sue proposte in cartellone resta nel solco di una tradizione storica consolidata e di prestigio.

Il Festival si aprirà come oramai prassi consolidata il 24 aprile alle 18, con un grande concerto sinfonico diretto da Zubin Mehta che appunto sarà emblematico, simbolico, della sua storia affiancando alla Coriolano Overture di Ludwig van Beethoven, la prima esecuzione italiana di un autore contemporaneo, il Concerto per percussioni e orchestra di Frederich Cerha, interpretato da Simone Rubino, a due composizioni del Novecento: il Concerto per violino e orchestra op. 36 di Arnold Schönberg (che verrà eseguito da Michael Barenboim) e la seconda suite dal balletto Daphnis et Chloé di Maurice Ravel che impegnerà anche il Coro.

Subito dopo una grandissima novità per le abitudini del Maggio: per la prima volta dalla sua fondazione il Festival lascerà la città di Firenze, la sua sede e la sua casa, per omaggiare Pistoia, città italiana capitale della cultura per il 2017. Al teatro Manzoni, a Pistoia appunto, il 26 aprile, il sipario si aprirà su Idomeneo, l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart nella produzione del Theater an der Wien con la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Gianluca Capuano. A questo proposito dice il presidente della Fondazione Caript, Luca Iozzelli: “La collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino, nella sua 80esima edizione, è per Pistoia e la Fondazione che rappresento un evento importante e straordinario. Un progetto che riporterà l’opera internazionale a Pistoia, con le quattro date dell’Idomeneo di Mozart inserite nel cartellone della nostra Stagione Sinfonica Promusica, ma che prevede anche un grande concerto offerto alla città il prossimo 5 luglio, con il Maestro Luisi che incanterà il pubblico nella splendida piazza Duomo”. Idomeneo a Pistoia è realizzato col patrocinio della Regione Toscana e in collaborazione con il Comune di Pistoia, la Fondazione Caript, la Fondazione Pistoiese Promusica e l’Associazione Teatrale Pistoiese.

Il secondo titolo d’opera torna a Firenze il 5 maggio con l’atteso Don Carlo verdiano e la regia di Giancarlo Del Monaco che finalmente riporterà sul podio di un’opera lirica il maestro Zubin Mehta. L’allestimento è quello dell’ABAO-OLBE di Bilbao , della Fundaciòn Opera de Oviedo, del Teatro de la Maestranza de Sevilla e del Festival Opera de Tenerife.

La terza opera in programma, sarà una prima rappresentazione assoluta, messa in scena al teatro Goldoni il 24 maggio; L’histoire du soldat, nuova creazione ispirata all’omonima opera da camera di Igor Stravinskij in un nuovo allestimento del Maggio; la regia è affidata ad Alessandro Talevi e la direzione a Alpesh Chauhan.

Nel cartellone seguiranno poi un nutrito calendario di concerti, altri due diretti da Zubin Mehta il 10 maggio (concerto per violoncello e orchestra op. 104 di Dvorak, una delle sue opere più intense, il maestoso Te Deum di Bruckner e Kammersymphonie in mi maggiore op 9 di Schönberg) e il 13, durante il quale col maestro sarà sul palcoscenico uno tra i massimi virtuosi del mandolino, Avi Avital; verranno eseguiti il Concerto in re maggiore RV 93 per mandolino e orchestra di Antonio Vivaldi e il Concerto per mandolino e orchestra di Avner Dorman; a fianco di queste due composizioni il maestro Mehta guiderà orchestra nella quarta sinfonia di Bruckner, la Romantica.

Il 15 maggio i Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino e Sandro Lombardi come voce recitante (con la drammaturgia di Fabrizio Sinisi) daranno vita a un racconto raffinato e attraente sugli ultimi anni di vita di Maurice Ravel.

Sul podio il 18 maggio torna Karl-Heinz Steffens che nel programma proporrà il Requiem tedesco di Johannes Brahms; il 21 sarà la volta di Thierry Fischer con la Rapsodia op. 53 di Brahms e la Symphonie fantastique di Berlioz; il 25 maggio Kristjan Jarvi affiancherà Stefano Bollani che si metterà alla tastiera del pianoforte per eseguire per la prima volta in assoluto una sua composizione Concerto Azzurro; la partitura arrangiata da Paolo Silvestri prevede vari momenti di improvvisazione che Bollani intende come una scelta di libertà, azzurra come il cielo, da cui, per l’appunto, il titolo. “Con Stefano Bollani e Kristjan Järvi, due amici del Maggio Musicale Fiorentino – dice a questo proposito Pierangelo Conte, coordinatore artistico dell’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino - proseguiamo l’indagine nel mondo compositivo contemporaneo presentando in prima assoluta l’ultima fatica del geniale ed eclettico pianista italiano, Concerto Azzurro. Il progetto si inserisce in un preciso intendimento. Anche quest’anno infatti il cartellone del festival offre molto spazio alla contemporaneità: Zubin Mehta dirigerà la prima italiana del Concerto per percussioni e orchestra di Friedrich Cerha e il Concerto per mandolino e orchestra di Avner Dorman, Karl-Heins Steffens aprirà il suo concerto con In-Schrift di Wolfgang Rihm, l’Ensemble Intercontemporain omaggerà Pierre Boulez ad un anno dalla scomparsa con sur Incises, David Robertson definirà Syntax di Ivan Fedele ed infine Marco Angius la prima assoluta del Concerto n. 8 per pianoforte e orchestra di Luca Mosca.”

Anticipati dalle parole di Pierangelo Conte ecco i due gli appuntamenti del ciclo ClassiCONtemporaneo: il 28 maggio David Robertson - appunto - apre il concerto con Syntax di Ivan Fedele, un ciclo di tre brani ispirati ai tre massimi compositori del Classicismo (Haydn, Mozart, Beethoven) e poi dirigerà la sinfonia n.1 Titan di Gustav Mahler; il 31 maggio Marco Angius torna a dirigere l’Orchestra del maggio in un concerto che propone celebri pagine beethoveniane (l’Ouverture Leonore n.3 e la Sinfonian. 7) accostate a un brano contemporaneo come il Concerto n.8 per pianoforte e orchestra di Luca Mosca.

Due grandi orchestre ospiti completeranno il cartellone: per ricordare e rendere un tributo al grande compositore e direttore Pierre Boulez nel primo anniversario della sua morte, l’Ensemble intercontemporain il 26 maggio, rende omaggio al suo fondatore con un concerto con musiche di Claude Debussy , Béla Bartòk e di Pierre Boulez stesso; un mese dopo, il 26 giugno per l’Extra Festival tornano in concerto i Berliner Philharmoniker diretti da Gustavo Dudamel. I Berliner, una delle più importanti orchestre del panorama mondiale e il suo direttore, porteranno a Firenze pagine di Richard Wagner e Robert Schumann.

Sarà molto intenso il programma di manifestazioni attorno al Festival con concerti nei musei (Museo degli Innocenti, Museo di Casa Martelli, Museo Stibbert, Museo del Novecento) in collaborazione con il Conservatorio Cherubini di Firenze ( il 27 aprile, il 4, 9, 18, 19 maggio); “Passeggiate Musicali” in coproduzione con la Fondazione Accademia di musica italiana per organo di Pistoia (6,13, 20 maggio); incontri col pubblico ( a cura di Firenze Lirica, il Foyer; 22, 27, 29 aprile); conversazioni musicali sulle tre opere; un convegno di studi sul Don Carlo ( 5 e 6 maggio all’Opera di Firenze) in collaborazione con gli Amici del Teatro del Maggio; un incontro con Francesco Bianchi il 26 maggio sulla gestione del teatro in musica presso lo Spazio A , in collaborazione con Spazio A e Forma Editore; concerti bandistici in collaborazione con Anbima, in piazza della Signoria (30 aprile, 7, 14, 21, 28 maggio) e una rassegna cinematografica dal titolo Le fiamme del peccato (8, 15, 22, 29 maggio) al Cinema La Compagnia con film di Carl Theodor Dreyer, Ken Russel, Mel Brooks, Miloš Forman. Il 28 aprile, alle ore 18, nel Salone dei Cinquecento è prevista la presentazione ufficiale del volume Luigi Dallapiccola e le arti figurative, di Mario Ruffini per Marsilio Editore. Ne parleranno con l’autore, Quirino Principe e Carlo Sisi. I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Domenico Pierini eseguiranno brani di Luigi Dallapiccola.

Durante tutto il periodo del Festival verrà allestita in teatro, nei foyer di platea e galleria una mostra dal titolo Un segno della nostra storia curata da Moreno Bucci sulla storia degli spettacoli che più hanno lasciato il segno nel corso di questi 80 anni. 

 


UN AUGURIO DAL CUORE

Estratto dal volume “Il Maggio e Firenze” edito in occasione
dell’80° Maggio Musicale Fiorentino


Negli ultimi tempi, il numero 80 è ricorrente nella mia vita: ho compiuto ottant'anni; ho celebrato gli 80 anni di attività della Israel Philharmonic Orchestra e mi accingo a festeggiare l'80 edizione del Festival Fiorentino con l'Orchestra e il Coro del Maggio. Tel Aviv e Firenze, due tappe fondamentali del mio percorso artistico e umano.

Se ripenso alla mia lunga esperienza al Maggio - iniziata l'11 febbraio 1962 con un concerto nella Stagione Sinfonica, mentre il debutto al Festival risale al 32° Maggio Musicale del 1969 - mi tornano alla mente, innanzitutto, le migliaia di volti di colleghi, solisti, cantanti, registi, scenografi, professori d'orchestra, artisti del coro, tecnici e maestranze che in questi lunghi anni hanno collaborato con me in questa magnifica avventura fiorentina: a tutti loro va il mio ringraziamento più sincero.

La storia del Maggio è lunga e gloriosa e sono fiero di avervi contribuito con tutta la mia passione e con un impegno assoluto che hanno contribuito alla continua crescita artistica dell'orchestra e del coro, testimoniata dai successi riportati in tutto il mondo e nelle sedi internazionali più prestigiose, dal Festival di Salisburgo al Musikverein di Vienna.

Mi è impossibile ricordare qui tutti i “Maggi” a cui ho preso parte, con tanti meravigliosi spettacoli: mi soffermerò dunque su due edizioni particolari delle quali sono stato responsabile artistico. Innanzitutto il Maggio 1969, quello del debutto, già ricordato: in quella occasione ho diretto tre capolavori operistici, che ho riproposto anche in seguito, Aida di Verdi, Die Entführung aus dem Serail di Mozart e Fidelio di Beethoven, gli ultimi due con splendide regie di Giorgio Strehler, passate alla storia, e con cast vocali indimenticabili: mi basterà citare Virginia Zeani, che fu la mia prima Violetta a Firenze, per il mio debutto lirico nell'estate del 1964 e Shirley Verrett per Aida; Anneliese Rothenberger per il Ratto e Sena Jurinač e James King per Fidelio. Ed ancora una Messa da Requiem di Verdi con l'Orchestra e il Coro del Maggio e un concerto con la Israel Philharmonic, con un amico mai abbastanza compianto: Arthur Rubinstein, eccezionale solista nel Terzo Concerto di Beethoven per pianoforte e orchestra.

Oltre al mio impegno personale come direttore d'orchestra, riuscii a portare a quel Maggio quattro grandi amici: Daniel Barenboim e Jacqueline du Pré con la English Chamber Orchestra; Maurizio Pollini e Claudio Abbado, la cui morte mi ha profondamente addolorato, con la Israel Philharmonic.

Sono stato poi responsabile artistico del 49° Maggio Musicale Fiorentino del 1986, per il quale diressi due opere: Die Meistersinger von Nürnberg di Wagner e Tosca di Puccini. Ma come spettacolo inaugurale scelsi un lavoro contemporaneo: La vera storia di Luciano Berio, per l'occasione anche direttore d'orchestra, a conferma di una delle vocazioni culturali del Maggio, l'attenzione alla contemporaneità. Dei Maestri cantori, voglio sottolineare l'elegante regia di Michael Hampe e l'ottima prova del cast vocale, con Bernd Weikl, Hermann Prey, Lucia Popp e Robert Ilosfalvy nei ruoli protagonistici, mentre Tosca rappresentò un caso particolare: le indiscrezioni sulla regia di Jonathan Miller (su splendide scene e costumi di Stefanos Lazaridis), che intendeva ambientare la vicenda nelle atmosfere neorealistiche di Roma città aperta di Roberto Rossellini, avevano scatenato polemiche e sapevamo che, alla première, erano più che probabili i dissensi. Ma alla fine del primo atto, dopo il Te Deum, di grande impatto drammatico, il pubblico scoppiò in un interminabile applauso: per una volta i contestatori dovettero arrendersi alla forza di una regia splendida.

Oltre ai concerti da me diretti, con l'Ottava di Bruckner con l'Israel Philharmonic e gli imponenti Gurrelieder di Schönberg, al palazzo dello Sport, con l'Orchestra e il Coro del Maggio e Klaus Maria Brandauer come recitante, chiamai a Firenze una formidabile schiera di artisti, fra cui Krzysztof Penderecki (interprete di un concerto di sue musiche), Shlomo Mintz e Yehudi Menuhin (per le Sonate e partite per violino solo di Bach), Gidon Kremer e András Schiff, Vladimir Ashkenazy (direttore e pianista con l'English Chamber Orchestra), Kathleen Battle, Claudio Abbado e Viktoria Mullova con la London Symphony Orchestra, Henryk Szeryng, Salvatore Accardo e Bruno Canino, Pinchas Zukerman (impegnato, con Marc Neikrug al pianoforte, nell'integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven), il Dance Theatre of Harlem e l'amico fraterno Ravi Shankar in un concerto di musiche classiche indiane, omaggio alla mia terra natale e a un formidabile artista. Ma la giornata forse più indimenticabile fu quella conclusiva, il 1 luglio: dopo avere, con il progetto Musica nella città, invaso di suoni tutta Firenze, ebbi l'onore di inaugurare le manifestazioni di Firenze Capitale Europea della Cultura 1986, eseguendo in Piazza della Signoria la Messa da Requiem di Verdi davanti ai Capi di Stato europei e a una folla immensa.

Ma non posso non ricordare, fra le tante occasioni che meriterebbero un cenno, almeno le due edizioni della Tetralogia wagneriana (la prima fra il 1979 e il 1981 con la rivoluzionaria regia di Luca Ronconi e scene e costumi di Pier Luigi Pizzi; la seconda con il fantasioso spettacolo de La Fura dels Baus fra il 2007 e il 2009); la trilogia Mozart-da Ponte con la regia di Jonathan Miller fra il 1990 e il 1992; Die Zauberflöte di Mozart con la poetica messa in scena di Julie Taymor al Maggio del 1993; Moses und Aron di Schönberg, una delle prove più smaglianti dei nostri complessi artistici, in forma di concerto al 57° Maggio Musicale 1994 e l'indimenticabile Turandot di Puccini, nel 1997, firmata da Zhang Yimou e poi riproposta l'anno successivo nella Città Proibita di Pechino, per la prima volta aperta ad uno spettacolo lirico.

Infine un cenno a questo 80° Maggio: dirigerò, per la terza volta a Firenze, Don Carlo di Verdi, un'opera che mi è particolarmente cara e che considero un capolavoro assoluto e tre concerti che spazieranno fra barocco e contemporaneità, con particolare attenzione a Schönberg e Bruckner.

E dunque, un benvenuto sincero a tutti gli artisti che parteciperanno a questo 80° Maggio Musicale e al Maggio un augurio dal cuore: per innumerevoli future edizioni del Festival, sempre all'altezza del prestigio e dell' eccellenza artistica che lo hanno finora contraddistinto.

Zubin Mehta


OTTANT’ANNI

Estratto dal volume “Il Maggio e Firenze” edito in occasione
dell’80° Maggio Musicale Fiorentino

 

Ottant’anni. Una lunga vita, per un uomo, una lunghissima tradizione e un traguardo tra i più ambiti per una istituzione culturale quale il Maggio Musicale Fiorentino che ho l’onore di presiedere.

Non è affatto scontato, in momenti certamente non facili per la cultura, festeggiare un compleanno così importante: il Maggio Musicale è l’istituzione con il Festival più longevo d’Europa dopo Salisburgo, che ogni anno raggiunge livelli di estrema qualità e rigore e che eccelle nella programmazione autunnale e nelle numerose tournee in giro per il mondo.

Grazie all’aiuto di Fabio Luisi, quale nuovo Direttore Musicale del Teatro, ci proponiamo di rilanciare ulteriormente in Italia e nel mondo la nostra amata istituzione lirico sinfonica.

Siamo particolarmente orgogliosi che anche quest’anno sia con noi il maestro Zubin Mehta, da oltre 30 anni direttore vigile, attento e appassionato che ha fatto del Maggio e di Firenze la sua seconda casa, forse la più cara. Mehta aprirà il “suo” Festival con un grandioso concerto al Teatro dell’Opera, anche questa eccellenza architettonica, degna nuova sede per l’eccellenza musicale.

Il Maggio Musicale è una delle nostre migliori doti: l’Orchestra e il Coro sono acclamati in tutto il mondo e il Festival è uno dei fiori all’occhiello nel panorama delle Fondazioni lirico-sinfoniche non solo italiane.

Desidero inoltre inviareun ringraziamento a tutte le maestranze e i lavoratori della Fondazione, per il grande lavoro svolto per raggiungere questo traguardo. Sono loro i veri protagonisti.

Quest’anno quindi sono d’obbligo auguri doppi. Uno al Maggio musicale, perché possa riproporre per lunghi decenni a venire concerti e opere della stessa qualità alle quali ci ha abituato fin dalla sua nascita, nel 1933. Uno al maestro Mehta, che abbraccio virtualmente ogni giorno e che non vedo l’ora di tornare ad applaudire sul podio. Firenze è fiera di voi.

Dario Nardella


OLTRE L'80

Estratto dal volume “Il Maggio e Firenze” edito in occasione
dell’80° Maggio Musicale Fiorentino

 

Il Festival, quest’anno, celebra l’ 80a edizione.

Io credo che questo particolare anniversario possa ed anzi debba costituire l’occasione per riflettere sulle caratteristiche che il Festival del Maggio dovrà avere negli anni a venire a partire da quelle che ne hanno fatto un evento artistico unico nel panorama non solo italiano.

Nel 1933, anno della sua nascita, il Maggio Musicale Fiorentino tracciava, con un Festival d’avanguardia, una strada innovativa che si caratterizzava per opere ed autori nuovi, pièces teatrali ed artisti di straordinario livello nazionale ed internazionale. Negli anni sono andate in scena prime assolute di autori contemporanei che ne hanno definito il carattere di Festival con pochi riscontri nel nostro paese: molte di queste rappresentazioni hanno avuto come carattere predominante la perfetta integrazione di tutte le componenti: musicale, scenica, registica. Anche se l’attenzione verso la creatività contemporanea è via via diminuita nel corso dei decenni sino ai giorni nostri, il carattere di festival aperto alla contemporaneità deve, credo, ritornare ad essere una delle caratteristiche principali tanto per presenza che per visibilità.

Il ciclo decennale che idealmente si apre oggi - oltre l’80°, dunque - a mio avviso deve fare riflettere anche su un altro argomento che da sempre è al centro delle discussioni: se cioè un festival debba esser tale perché affronta un tema specifico - festival monografico, dunque come quello del 1952 o quello del 1964 incentrato sull’ Espressionismo; o se, invece, esso debba essere costituito da una serie antologica di rappresentazioni: del più alto livello artistico possibile, ovviamente, ma maggiormente somigliante ad una normale stagione.

Nelle lunghe conversazioni che hanno portato alla scelta del Maestro Fabio Luisi nel ruolo di Direttore Musicale del Maggio questi aspetti sono stati lungamente al centro delle nostre riflessioni.

A conclusione della mia Sovrintendenza, dopo un intenso lavoro negli anni che ha assicurato le condizioni di esistenza di questa gloriosa Istituzione, l’augurio che faccio al Maggio è di guardare al futuro ponendosi obiettivi culturali ed artistici non solo prestigiosi ma che ne diano il senso di unicità e specificità nel solco della sua vocazione.

Francesco Bianchi

Sovrintendente


MICHIELETTO: IL CONFLITTO TRA PADRE E FIGLIO

AL CENTRO DELL'IDOMENEO DI MOZART


IDOMENEO, L’80°MAGGIO MUSICALE FIORENTINO A PISTOIA PER CELEBRARE LA CITTÀ CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2017. Quattro recite dal 26 aprile al Teatro Manzoni; repliche il 30 aprile, 3 e 6 maggio. Direttore Gianluca Capuano, regia di Damiano Michieletto.

Con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con Comune di Pistoia, Fondazione Caript, Fondazione Pistoiese Promusica e Associazione Teatrale Pistoiese.

Dopo il successo ottenuto nel 2013 a Vienna, al Theater an der Wien, mercoledì 26 aprile alle 20.00 arriva al Teatro Manzoni di Pistoia, capitale italiana per la cultura 2017, la produzione dell'Idomeneo di Mozart firmata da Damiano Michieletto, che per questo spettacolo si è aggiudicato lo “Schikaneder d'Oro”: il prestigioso premio austriaco per la musica e il teatro, assegnatogli come miglior regista. Come di consueto le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti. Idomeneo – secondo titolo dell'ottantesimo Maggio Musicale Fiorentino, che lo produce e per la prima volta porta il suo Festival fuori dai confini di Firenze - è diretto da Gianluca Capuano, alla testa di Orchestra e Coro dell'Opera di Firenze. Protagonisti sul palco sono Michael Schade nel ruolo del titolo, Rachel Kelly in quello di Idamante, Ekaterina Sadovnikova nei panni di Ilia, Carmela Remigio in quelli di Elettra, Leonardo Cortellazzi come Arbace e Mirko Guadagnini come Gran sacerdote di Nettuno.

“Ho messo al centro della mia lettura il tema del rapporto padre-figlio e il passaggio verso la maturità - dice Michieletto - Un passaggio che comporta fatica e dolore. Idamante deve liberarsi dell’oppressione paterna, dai sensi di colpa, deve scoprire e vivere la sua indipendenza e il suo amore per Ilia. Si tratta di un passaggio che ogni figlio deve compiere: “uccidere” il proprio padre. E in questo caso c'è anche un mostro da uccidere, che rappresenta il peso della figura paterna. Il sacrificio a cui Idamante è sottoposto coincide con il suo riscatto, la fine della fanciullezza e l’inizio di una nuova vita. E nei dieci minuti finali, lo vediamo diventare padre a sua volta, mentre Idomeneo esce definitivamente di scena”.

“La circolarità della vita – prosegue Michieletto - è ricreata anche nello spazio scenico: il palcoscenico è ricoperto di terra. La terra che accoglie i cadaveri e da cui può nascere la nuova vita. Tutto lo spettacolo si avvale di un’estetica molto semplice, con pochi oggetti, proprio per rimanere nel solco di un approccio epico a questa vicenda, che però è sfrondata dai riferimenti mitologici e rapportata ad una umanità nella quale ognuno, oggi, può riconoscersi”.


 

RAI5: IN DIRETTA DA FIRENZE DON CARLO

sul podio ZUBIN MEHTA, regia di GIANCARLO DEL MONACO


«Voglio essere il più vicino possibile a Verdi e Schiller». Con questa dichiarazione di intenti il regista Giancarlo del Monaco si avvicina al Don Carlo, “il titolo che riporta sul podio di un’opera lirica il grande Zubin Mehta in occasione dell’80° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, evento tanto importante sotto il profilo culturale che Rai Cultura trasmette in diretta su Rai5 venerdì 5 maggio alle 19.55. Verrà eseguita, con l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, la versione in quattro atti del capolavoro di Giuseppe Verdi che trae spunto dall'omonima tragedia di Schiller.

Protagonisti sul palco sono il tenore Roberto Aronica nei panni di Don Carlo; il soprano Julianna Di Giacomo in quelli di Elisabetta di Valois; il basso Dmitry Beloselskiy come Filippo II; il baritono Massimo Cavalletti nel ruolo di Rodrigo, Marchese di Posa; e il mezzosoprano Ekaterina Gubanova in quello della Principessa Eboli. Completano il cast Eric Halfvarson, il grande Inquisitore; Oleg Tsybulko, un frate; e Laura Giordano, una voce dal cielo.

La regia televisiva è di Francesca Nesler e Claudia De Toma.

 


 

25 maggio ore 20, STEFANO BOLLANI e KRISTJAN JÄRVI in CONCERTO AZZURRO per pianoforte e orchestra

(prima esecuzione assoluta)


Il 25 maggio alle ore 20 per l’80° Festival del Maggio Musicale Fiorentino il pianoforte di STEFANO BOLLANI incontra l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da KRJSTIAN JÄRVI e il risultato non poteva che essere AZZURRO. Dopo la prima assoluta a Firenze, il concerto sarà poi eseguito a Roma con l’Orchestra di Santa Cecilia e a Lipsia con l’Orchestra Sinfonica della radio MDR.

Il pianoforte di Bollani incontra l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Kristjan Järvi: il risultato è azzurro. Va ascoltato. E’ azzurro il quinto chakra, quello dell’udito. L’azzurro ci dice: ascoltate voi stessi e gli altri. Create! Disobbedite! Non tace mai, l’azzurro. Continua a inviare messaggi per ricordarci che “c’è una chiave per ogni portone” (Robert Musil) e che “ogni porta è una possibilità, non un ostacolo” (Charlie Chaplin) ma anche che “azzurro è un colore, questo vi basti” (Giulio Cesare).

“Nel nostro piccolo – racconta lo stesso Stefano Bollani - disobbediremo alle regole che, in caso di orchestra sinfonica al seguito, vogliono il pianista obbligato a stare dentro una partitura precisissima e immutabile. E ci rinnoveremo ogni giorno, grazie ad una buona parte di improvvisazione affidata al pianoforte e ad un tipo di energia e gioia creativa che Kristjan Järvi andrà a estrarre uno ad uno dai membri dell’orchestra”.

Il Concerto Azzurro nasce dall’incontro tra Bollani e Järvi, ma si scrive nuovamente ad ogni concerto grazie all’improvvisazione del pianista e al tocco dell’orchestra residente. Dopo la prima, nell’ambito dell’80° Festival del Maggio, il Concerto Azzurro, sarà a Roma il 5 luglio con l’Orchestra di Santa Cecilia e il 7 ottobre a Lipsia con l’Orchestra Sinfonica della radio MDR.

La partitura è stata preparata da Paolo Silvestri, già arrangiatore e co-autore del Concertone che Bollani aveva inciso sedici anni fa con l’Orchestra della Toscana.

Il senso del progetto è stato riassunto mirabilmente in un colpo solo da Lucy Van Pelt, l’amica di Charlie Brown, che sentenziò: “Ci ho pensato parecchio ultimamente e mi sono convinta che fare il cielo azzurro è stata una buona idea!”.


PASSEGGIATE MUSICALI

ANTICHI SUONI PISTOIESI E FIORENTINI

La Toscana custodisce, accanto alle straordinarie opere d'arte che tutto il mondo conosce e apprezza, un notevole numero di organi antichi di grande valore storico e artistico sconosciuti ai più. Alcuni di essi datano al Rinascimento, altri al Barocco, altri ancora all'Ottocento. Non molti sono quelli restaurati e oggi mantenuti in funzione. Eppure, il patrimonio organario del passato costituisce una testimonianza imprescindibile per comprendere le variazioni del gusto musicale nelle varie epoche. Ogni periodo storico, infatti, ha lasciato la sua impronta nell'arte della costruzione degli organi: talvolta si prediligevano i timbri squillanti, talaltra quelli più morbidi, talora i suoni più gravi, talaltra quelli più acuti. Nelle epoche più antiche si cercava di imitare con le canne organistiche il suono della voce umana, timbro di riferimento per tutta l'arte musicale dal Medioevo al Barocco, nelle epoche più recenti quello degli strumenti dell'orchestra o della banda, dal flauto al clarinetto, dalla tromba all'ottavino, in un caleidoscopio di colori che di anno in anno diventava sempre più sgargiante.

Mettersi oggi in ascolto della voce di un organo antico significa, quindi, entrare in contatto con un mondo sonoro trascorso ma ancora in grado di emozionare e di commuovere, soprattutto per il tramite delle splendide pagine destinate allo strumento che i vari autori ci hanno lasciato, da Frescobaldi a Zipoli, da Pasquini a Bach, da Sweelinck a Mendelssohn.

Ecco che dopo il grande successo della prima edizione (maggio 2016) il Festival del Maggio Musicale Fiorentino ripropone - estendendola anche alla città di Pistoia, quest'anno Capitale Italiana della Cultura - un'iniziativa che intende valorizzare gli organi storici, per lo più ospitati in chiese, cappelle e oratori ubicati in disparte rispetto ai consolidati circuiti del turismo di massa. Sono stati dunque individuati tre itinerari, uno nel centro di Pistoia e due nel centro di Firenze, ciascuno dei quali comprende la visita di tre o quattro organi.

L'itinerario pistoiese parte nella grande chiesa gotica di San Francesco, che ospita un importante e raro organo tardoromantico inglese, costruito nel 1896 dalla ditta William Hill & Sons, ricco di timbri caldi e pastosi tipici dell'organaria britannica. Seconda tappa è la vicina chiesa dei SS. Filippo e Prospero, che custodisce un bellissimo organo costruito nel 1745 dal lucchese Domenico Francesco Cacioli, insieme ai suoi allievi, i fratelli pistoiesi Antonio e Filippo Tronci, capostipiti della celebre dinastia che ha prodotto organi fino nel Novecento inoltrato. Nella terza tappa, la chiesa del monastero di S. Maria degli Angeli, troviamo ben due organi, molto diversi l'uno dall'altro. Il più antico è il delizioso positivo del 1762 di Domenico Gentili da Medicina, il più recente è l'organo costruito nel 1912 dalla ditta Agati-Tronci, così denominata a partire dal 1883 quando la ditta di Nicomede Agati si fuse con quella fondata nel Settecento dai citati fratelli Antonio e Filippo Tronci.

Il primo itinerario fiorentino parte dalla bella e poco conosciuta Chiesa di S. Maria Maddalena de' Pazzi, situata in Borgo Pinti. Essa conserva un bell'organo rinascimentale di anonimo collocato sulla cantoria in cornu Evangelii. La seconda tappa è nella Chiesa del Conservatorio di S. Maria degli Angeli: un recondito scrigno di bellezza, che custodisce un prezioso organo realizzato nel 1793 dai fratelli Luigi e Benedetto Tronci (appartenenti alla nota dinastia di organari pistoiesi). Si tratta di uno strumento di tipo monacale, cioè realizzato con la tastiera posta sul lato opposto della facciata, in modo che l'organista (nei secoli passati si trattava di una monaca) possa rimanere celato alla vista dei fedeli. Ultima tappa è l'Oratorio di San Francesco Poverino, sotto le logge di Piazza SS. Annunziata. Questo bell'esempio di oratorio settecentesco custodisce sulla cantoria sopra il portone d'ingresso un bell'organo del 1791 di Luigi e Benedetto Tronci, i medesimi artefici dell'organo di S. Maria degli Angeli.

Il secondo itinerario nel centro di Firenze parte dal Santuario per eccellenza dei fiorentini, la Basilica della SS. Annunziata, ricca di capolavori anche di arte organaria, il più antico e prezioso dei quali è lo strumento costruito nel 1521 da Domenico di Lorenzo da Lucca, restaurato nel 1992 da Pier Paolo Donati. Ubicato sulla cantoria in cornu Epistolae, esso rappresenta uno degli esempi più nobili dell'arte organaria rinascimentale italiana. La seconda tappa ci conduce poco lontano, ossia nella Cappella di San Luca o dei Pittori, gioiello del manierismo che conserva un prezioso organo positivo realizzato nel 1702 dal faentino Tommaso Fabbri. La terza tappa, infine, porta a scoprire nel Tempio Valdese un importante organo inglese, costruito dal famoso costruttore William George Trice nel 1897 e molto rimaneggiato nel Novecento.

Gabriele Giacomelli


CONCERTI NEI MUSEI

LA PRIMAVERA, LA MUSICA, L’ARTE

Siamo giunti all’ottantesima edizione del Maggio Musicale, il Festival che nel 1933 nacque trasformando l’intera città di Firenze - nella stagione dell’anno in cui “rinasce” ed appare più bella, la primavera - in un grande palcoscenico. Allora i suoni, i canti e le danze invasero le piazze, i giardini, le sale degli antichi palazzi nobiliari fiorentini, in un’esaltazione dionisiaca dell’arte e della bellezza. Un’esperienza originale, paragonabile soltanto a quanto stava accadendo in quegli stessi anni a Salisburgo, alla quale contribuirono i maggiori artisti a livello mondiale.

I Concerti nei Musei del programma “Intorno al Festival” si muovono nel solco di questa antica tradizione del Maggio Musicale: portare la musica in quei luoghi dove oggi le opere d’arte vengono conservate ed ammirate da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, rinnovando l’incanto dell’incontro fra le arti sorelle.

Pare impossibile che Firenze, già ricchissima di musei, possa aprirne ancora di nuovi, ma è così. Quasi un anno fa si è inaugurato in Piazza SS. Annunziata il meraviglioso Museo degli Innocenti, che - attraverso suggestivi documenti e stupende opere d’arte - racconta i sei secoli di storia dell’Istituto degli Innocenti, una delle più importanti istituzioni europee nel campo della tutela dell’infanzia. Saranno i piccoli cantori del Coro delle voci bianche del Maggio Musicale a rievocare la memoria dei tanti bambini amorevolmente accolti nel corso dei secoli nelle mura dell’Istituto con un programma che dai canti rinascimentali, contemporanei alla costruzione dello Spedale progettato da Filippo Brunelleschi, si spinge alla musica contemporanea.

Fin dalla prima edizione di questa rassegna, ormai quattro anni or sono, il Museo di Casa Martelli ha accolto il Maggio Musicale in numerose occasioni. Lo fa anche in questa ottantesima edizione, rinnovando una collaborazione particolarmente proficua. In concomitanza con le rappresentazioni del Don Carlo all’Opera di Firenze, i giovani musicisti del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” propongono un’integrale delle parafrasi e delle trascrizioni che Franz Liszt realizzò su alcune delle più celebri melodie delle opere di Giuseppe Verdi. Un’impresa di notevole impegno tecnico e interpretativo, considerato il virtuosismo trascendentale di queste pagine pianistiche di grandissimo fascino.

Mentre al Teatro Goldoni il Festival offre una particolarissima messa in scena dell’Histoire du soldat, a Casa Martelli si eseguono i pezzi cameristici contemporanei al capolavoro teatrale di Igor Stravinskij e un’altra versione originale dell’Histoire, firmata da Riccardo Massai, basata sulle trascrizioni realizzate dallo stesso compositore.

Al Museo Stibbert, un altro nostro partner “storico” di questa rassegna, si ascolteranno, grazie ai talentuosi componenti del Quartetto Domino, delle rare “arie sulle quattro corde”. Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi si cimentarono nel corso delle loro carriere anche con il genere del quartetto d’archi. Per Puccini l’impegno si concretizzò in epoca giovanile, quando era studente al Conservatorio di Milano. Per Verdi, al contrario, in età matura, mentre a Napoli stava preparando la prima rappresentazione di Aida al Teatro San Carlo. In entrambi i lavori emerge la straordinaria capacità dell’invenzione melodica che caratterizza il linguaggio teatrale dei due compositori: da qui il titolo del concerto, di bachiana memoria.

Al Museo Novecento, infine, un omaggio ad un artista fra i più rappresentativi della Firenze del secolo scorso: Alfredo Bianchini, attore cinematografico e televisivo, fine dicitore radiofonico, cantante colto e raffinato. A veglia in Toscana è il titolo di un celebre LP della EMI che Bianchini dedicò negli anni Settanta alla tradizione popolare della nostra regione. Il Coro La Martinella del CAI di Firenze diretto da Ettore Varacalli e l’attrice Rosa Sarti proseguono la collaborazione con il Maggio Musicale proponendo un concerto che, attraverso rispetti, novelle e canti popolari toscani, ne ripercorre il curioso e affascinante programma.

Abbiamo già ricordato la presenza dei giovani musicisti del Conservatorio “Cherubini” di Firenze in alcuni dei nostri concerti: si rinnova così una collaborazione che, con il passare degli anni, è sempre più intensa e feconda.

Giungono alla seconda edizione anche le Passeggiate musicali ideate e condotte da Gabriele Giacomelli. Gli itinerari alla scoperta degli antichi suoni degli organi storici varcano quest’anno i confini fiorentini per raggiungere la vicina Pistoia, Capitale Italiana della Cultura 2017. Nelle note di Gabriele Giacomelli troverete tutti i dettagli di queste interessantissime escursioni che ci portano nelle Chiese del centro storico di Pistoia e in quelle che a Firenze circondano la Basilica della SS. Annunziata, con la stupenda piazza antistante, simbolo altissimo della perfezione formale del Rinascimento, un altro luogo storico del Maggio Musicale.

Giovanni Vitali


MOSTRA

UN SEGNO DELLA NOSTRA STORIA

La mostra vuole ripercorrere gli spettacoli che più hanno lasciato un segno nelle storia della messinscena lirica, del balletto e della prosa nel Novecento, realizzati dal Maggio Musicale Fiorentino.

Un’attenzione particolare è riservata ai luoghi della città scelti fin dal I Maggio Musicale Fiorentino come palcoscenici naturali: ad iniziare dal Giardino di Boboli.

Saranno esposte fotografie di scena, bozzetti, figurini, modellini, lettere, programmi di sala dal 1933 conservati presso l’Archivio Storico del Teatro.


A cura di Moreno Bucci

Foyer di platea e prima galleria dell’Opera di Firenze.