L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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teatro Gabriello chiabrera, savona, opera giocosa

"Sì, lo voglio"... sul fino del telefono!

 

Sì, lo voglio.

Sulle parole più pronunciate nel mondo si snoda la stagione autunnale dell'Opera Giocosa, che porta in scena i nodi, i groppi, i legami dell'amore, con il consueto campionario di gelosie, inganni, imbarazzo, attese e silenzi e...chi più ne ha ne metta.

Ma cosa si cela dietro tutto questo? Un sistema di comunicazione che si inceppa: messaggi che si “lanciano” e che risultano storpiati, messaggi che non vengono ascoltati, che vengono interrotti, messaggi che si attendono, che a volte arrivano, a volte tardano, forse alcuni non arriveranno mai. Strategie di comunicazione – come le definiremmo oggi – che spesso risultano poco efficaci.

Una stagione pensata soprattutto per i giovani - i grandi protagonisti attivi del Progetto Scuole - che ritroveranno sul palcoscenico i piccoli meccanismi della quotidianità, trasportati però qualche secolo indietro: dal grande repertorio alle proposte rare del secolo scorso, tutto si gioca sul filo del rasoio e del...telefono!

Sabato 14 ottobre - ore 20.30 - al Teatro Chiabrera va in scena Le nozze di Figaro, commedia per musica in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte.

Recita per le scuole: giovedì 12 ottobre, ore 10.30.

Cast formato dai partecipanti al corso di perfezionamento tenuto da Barbara Frittoli e Raffaella Ambrosino in collaborazione con l’Associazione Maria Malibran e la Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo.

Direttore d’orchestra: Giancarlo De Lorenzo

Regia, scene e costumi: Primo Antonio Petris

ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO

Secondo appuntamento di stagione giovedì 23 novembre - ore 20.30 - al Teatro Chiabrera con un "dittico" del secolo scorso: L'attesa, atto unico di Michail Tariverdiev (1984), che va in scena in prima assoluta in Italia, e Il telefono, or l’Amour à trois di Giancarlo Menotti (1947), opera buffa in un atto su libretto proprio.

Un abbinamento inconsueto, che propone due titoli rari, brevi, di carattere contrastante - uno più drammatico, l'altro fortemente ironico - ma entrambi incentrati sulle difficili dinamiche comunicative della coppia: uno spunto interessante, specie per le nuove generazioni chiamate a scoprire, oggi, il teatro musicale.

Recita per le scuole: giovedì 23 novembre, ore 10.30.

L’Attesa

Mirella Di Vita,soprano

Pianoforte: Dario Bonuccelli

Regia: Mariya Chamkina

Il telefono

Cantanti e orchestra del Conservatorio “N. Paganini” di Genova

Direttore d’orchestra: Antonio Tappero Merlo

Regia: Lorenza Codignola

In collaborazione con il Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova, la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Teatro Sociale di Camogli.

In occasione dei due titoli novecenteschi saranno coinvolte le classi di alcuni Istituti Superiori savonesi, che seguiranno la produzione degli spettacoli nell'ambito dell'Alternanza Scuola Lavoro, progetto accolto per il terza stagione consecutiva dall'Opera Giocosa e che si è dimostrato formativo e particolarmente stimolante per i ragazzi, spesso ignari delle affascinanti dinamiche teatrali.

La biglietteria, presso il Teatro Comunale Chiabrera, P.zza Diaz, 2 Savona, avrà i seguenti orari:dal LUNEDÌ al SABATO dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 18.30.

TICKET WEB www.operagiocosa.it

Per informazioni, telefonare al numero 019 8485974 oppure al numero 366 6726682.


Giovedì 12 ottobre 2017, ore 10.30 Spettacolo per le scuole

Sabato 14 ottobre2017, ore 20.30

LE NOZZE DI FIGARO

di Wolfgang Amadeus Mozart

Commedia per musica in quattro atti

Libretto diLorenzo da Ponte

da Le mariage de Figaro di P.A. Caron de Beaumarchais

Prima Rappresentazione: 1° maggio 1786, Vienna -Burgtheater

Compagnia di canto formata dai partecipanti al corso

di perfezionamento tenuto da Barbara Frittoli e Raffaella Ambrosino in

collaborazione con l’Associazione Maria Malibran

e la Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo

 

Direttore Giancarlo De Lorenzo

Regia, scene e costumi Primo Antonio Petris

 

Produzione Orchestra Sinfonica di Sanremo e Teatro dell'Opera Giocosa di Savona.

 

Le Nozze di Figaro

Introduzione e trama

Nelle Nozze mozartiane tutti si cercano, si toccano, si amano, poi scappano, si respingono, si detestano: baci, schiaffi, abbracci, non fa differenza, il contatto c'è. Sempre. Un cerchio in cui ogni uomo entra in relazione con ogni donna, un "gioco delle coppie" infinito, in cui erotismo e seduzione la fanno da padroni, una sorta di scoppiettante età dell'oro che anticipa la fase adulta e la maturità della "vecchiaia" , in cui si tirano le somme e...i remi in barca. In questo senso qualcuno legge la trilogia del binomio infallibile Mozart-Da Ponte come un percorso esistenziale che ha nelle Nozze la prima importante tappa "formativa" e che prosegue poi attraverso le ambiguità e i compromessi che regolano i rapporti umani - ecco il Don Giovanni - per poi giungere al disincanto che placa la tempesta e chiude i giochi della vita, come distilla, a gocce, la saggezza di Don Alfonso. Il tutto, comunque, dipinto con quella grazia e delicatezza che è solo di Mozart; e con un sorriso che smorza questa - a suo modo tragica – ineluttabilità.

E, tornando alle Nozze, troviamo che tutto si gioca su un meccanismo impazzito, un sistema di messaggi che si inceppa continuamente: messaggi che si “lanciano” e che risultano storpiati, messaggi che non vengono ascoltati, che vengono interrotti, messaggi che si attendono, che a volte arrivano, a volte tardano, forse alcuni non arriveranno mai. Strategie di comunicazione – come le definiremmo oggi – che spesso risultano poco efficaci. E che ci fanno apparire le Nozze un tantino “familiari” e attualissime.

Le Nozze di Figaro nascono dalla trasformazione in musica della commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, Le Mariage de Figaro (1781), sottotitolo La folle journée, che aveva suscitato grande scalpore a Parigi. Secondo "capitolo" di una - anche qui - trilogia, costituita da Le Barbier de Sèville (1775 – commedia musicata poi da Paisiello e da Rossini) e da La Mère Coupable (1792 – dramma musicato, nella metà del secolo scorso, da Darius Milhaud), i lavori di Beaumarchais, densi di satira sociale, erano finiti nell'occhio del ciclone e fu necessaria non poca arte diplomatica per ottenere il consenso dell'Imperatore Giuseppe II all'elaborazione musicale proposta da Mozart. Eliminati i motivi rivoluzionari più accesi e palesi, Le Nozze mantengono comunque una velata accusa a certi dispotismi mal sopportati da Mozart stesso, contenuta ed elegante ma assolutamente chiara: basta guardare il personaggio di Figaro, che in questo senso ne esce vincente del tutto. Dal punto di vista strutturale è superfluo - perché ormai ribadito alla nausea – evidenziare la perfezione formale che caratterizza questo capolavoro di tutti i tempi: un equilibrio impeccabile tra testo e musica, in cui né una parola né una nota né una situazione scenica sono di troppo, in cui la corrispondenza tra scansione della parola e ritmo musicale non perde un colpo, in cui i caratteri psicologici dei personaggi sono perfettamente delineati grazie ad una serie di accorgimenti "tecnici" che infarciscono ogni battuta della partitura.

La prima rappresentazione, il 1 maggio del 1786 al Burgtheater di Vienna, ottenne un successo strepitoso: un successo che non è mai più calato, fino ai giorni nostri. E – certo - nei secoli dei secoli.

ATTO I

Figaro prende le misure per vedere se il letto nuziale, dono del Conte d'Almaviva per il matrimonio suo e di Susanna, può entrare nella stanza. A fatica la ragazza riesce a fargli capire che la gentilezza del Conte nei loro confronti non è senza secondi fini: l'uomo infatti da tempo corteggia Susanna. Figaro, per il momento, non se ne preoccupa. Entra Marcellina lagnandosi e confidando a Don Bartolo, medico di Siviglia, di essere stata lusingata da Figaro e poi ignorata; l'amico promette di aiutarla. Rimaste sole le due donne, Susanna ironizza sulle aspirazioni di Marcellina al matrimonio, vista e considerata l'età ormai avanzata. Compare all'improvviso il paggio Cherubino, tormentato, in cerca dei consigli di Susanna: è stato sorpreso con Barbarina, la figlia del giardiniere, e ora teme il licenziamento. Se così fosse lui non potrebbe più vedere la sua adorata Susanna e, soprattutto, l'oggetto principale dei suoi desideri adolescenziali, la Contessa. Ecco che però si sente arrivare il Conte: Susanna fa nascondere Cherubino dietro ad una poltrona e si trova a tu per tu con l'uomo, che comincia ad adularla. Sopraggiunge anche Don Basilio, il maestro di musica, e il Conte, deciso a non farsi scoprire, si dirige verso la poltrona dietro cui è nascosto Cherubino: fortuna che il paggio fa in tempo a salirvi sopra, e che Susanna riesce a coprirlo con una vestaglia. Don Basilio sostiene a gran voce di aver visto il paggio entrare in casa, tanto che il Conte, sospettoso e geloso, esce dal nascondiglio e ordina di cercare il giovane, sorpreso da lui stesso, il giorno prima, sotto le pieghe di una tovaglia. Mimando il gesto, solleva la vestaglia e trova Cherubino rannicchiato sulla poltrona. Arriva ora Figaro, accompagnato da amici contadini, e ringrazia il Conte di aver abolito lo jus primae noctis. Il Conte, in realtà in malafede, promette di celebrare le nozze e acconsente a perdonare il paggio, che viene destinato però al servizio militare.

ATTO II

Figaro escogita un piano per porre fine ai corteggiamenti del Conte nei confronti di Susanna e ne mette a parte la fidanzata e la Contessa: che Cherubino indossi gli abiti della ragazza e gli dia appuntamento, così da cogliere l'uomo in flagrante. Le due donne, assai divertite, si dedicano al progetto, quando all'improvviso si sente giungere il Conte, adirato per aver trovato un messaggio d'amore indirizzato alla moglie. Cherubino si nasconde nel gabinetto, ma urta un mobile e rivela la sua presenza; la Contessa informa il marito che dentro lo stanzino si trova Susanna, ma l'uomo non ci crede e va a prendere un martello per sfondare la porta, conducendo con sé la moglie. Cherubino ha così il tempo di saltare dalla finestra e scappare e Susanna, prontamente, prende il suo posto, lasciando di stucco il Conte (e pure la Contessa).

Arriva Figaro, pronto per le nozze, ma arriva anche Antonio, il giardiniere, dichiarando di aver visto un uomo saltare dalla finestra del gabinetto della Contessa; Figaro, intraprendente, si assume la responsabilità, dichiarandosi colpevole.

Quando tutto sembra sistemato, si presentano Bartolo e Basilio, rivendicando i diritti di Marcellina su Figaro: il Conte, a questo punto, rimanda di un giorno il matrimonio.

ATTO III

Susanna fissa un convegno amoroso con il Conte, a patto che lui paghi la somma richiesta da Marcellina. Figaro, nel frattempo, dichiara davanti al giudice Curzio che non sposerà Marcellina essendo lui di nobili natali e rapito poi dalla sua casa quando era ancora in fasce. Mostra una spatola tatuata sul braccio e Marcellina riconosce in lui il figlioletto sottrattole tanti anni prima; a quel punto anche Bartolo si rivela, dichiarandosi padre di Figaro. Tutto è risolto e la somma raccolta da Susanna non serve più. Ma il conte deve comunque essere punito: Susanna, sotto dettatura della Contessa, scrive un biglietto amoroso all'uomo, confermandogli l'appuntamento per la sera stessa.

ATTO IV

Figaro trova Barbarina che sta portando a Susanna la risposta del Conte; ignorando l'inganno, furibondo si lagna della propria condizione e si precipita sul luogo del convegno amoroso.

Nei panni di Susanna c'è in realtà la Contessa, che aspetta così il marito per smascherarlo. Sopraggiunge però Cherubino, che inizia a corteggiarla: nello stesso istante si fanno avanti, gelosi, sia il Conte che Figaro, ma per fortuna il paggio riesce a svignarsela, evitando lo schiaffo del Padrone, che si stampa direttamente sulla faccia di Figaro. Questi scappa e il Conte rimane solo con la presunta Susanna, cui fa dono di un bellissimo anello. Arriva anche Susanna, con i vestiti della contessa, e comincia a ricevere le attenzioni insistenti di Figaro, che vuole vendicarsi della fidanzata: il risultato è una serie di ceffoni da parte della ragazza indignata, che si rivela. Il Conte è invece ancora ignaro del tranello e, sopraggiungendo, vede quella che lui crede essere la moglie in compagnia, appunto, di Figaro. Colto da gelosia feroce, chiama aiuto, ma questa è anche l'occasione per rivelare l'inganno.

Alla fine tutti sono perdonati e Susanna e Figaro possono finalmente sposarsi.


Giovedì 23 novembre 2017, ore 10.30 Spettacolo per le scuole

Giovedì 23 novembre 2017, ore 20.30

L'ATTESA

di Mikael Tariverdiev

Atto unico

Libretto tratto dal poema omonimo di Robert Rozhdestvensky

Prima rappresentazione: 1984, Festival La Primavera del Don

Soprano: Mirella Di Vita

Pianoforte: Dario Bonuccelli

Regia: Mariya Chamkina

PRIMA ESECUZIONE NAZIONALE

Produzione Teatro dell'Opera Giocosa di Savona in collaborazione con Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Sociale di Camogli.

IL TELEFONO

di Gian Carlo Menotti

Opera Comica in un atto

Libretto di Gian Carlo Menotti

Prima rappresentazione: 18 febbraio 1947, Heckscher Theater, New York

Cantanti e Orchestra del Conservatorio “N. Paganini” di Genova

Direttore Antonio Tappero Merlo

RegiaLorenza Codignola

Produzione Teatro dell'Opera Giocosa di Savona in collaborazione con Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Sociale di Camogli.

 

L’Attesa

Atto unico di M. Tariverdiev su libretto di R.Rozhdestvensky

Introduzione e trama

Immaginiamo la scena: una città di sera. Sotto l'orologio si trova una donna che aspetta la persona amata. Lui è in ritardo. L’attesa di lei, i suoi ricordi, le sue speranze costituiscono il contenuto di questa piccola opera, chiamata dall’autore “mono-opera”.

Ma non è una semplice scena quotidiana: è come se, per caso, “Lei” venisse strappata dall’inquadratura e diventasse simbolo femminile universale.

Tutto quello che succede in questa mezz’ora di rappresentazione, che risulta sostanzialmente statica, è un avvicendarsi di emozioni – irrequietezza, gioia, paura, tristezza, speranza – belle o brutte, che si insinuano nella mente della protagonista. Un percorso emotivo ed emozionale che prende corpo quasi esclusivamente nella musica, nel canto e nell’accompagnamento puntuale del pianoforte.

La donna, in piedi, aspetta. Prova a pensare perché lui sia in ritardo. Poi comincia ad essere preoccupata. In seguito sembra che qualcosa gli sia accaduto. L'orchestra fa sentire un' "ambulanza" che passa. E, nel finale, anche un orologio che batte il tempo.

Suddividiamo, secondo la visione della regista, la partitura in sezioni, ad ognuna delle quali verrà dato un nome, corrispondente ad un particolare stato d'animo della donna:

  1. In attesa della felicità.

  2. Attesa e rabbia verso se stessa.

  3. Contemplazione.

  4. Attesa.

  5. Tristezza pensando a se stessa.

  6. Attesa.

  7. Ansia, allarme, ambulanza, irrequitezza.

  8. Preghiera.

  9. Sogno o desiderio di felicità.

  10. Miracolo, estasi, realizzazione del sogno, felicità pura.

  11. Freddo, uscita dal sogno (fiaba).

  12. Tragedia, rabbia, senso di abbandono, solitudine.

  13. Preghiera.

  14. Dolore, convinzione del fallimento.

  15. Anima, grido di dolore.

  16. Attesa.

  17. Preghiera.

  18. Battito del cuore.

L’opera è stata composta sul poema di Robert Rozhdestvensky, che scrisse su suggerimento dello stesso Tariverdev: Michael Tariverdiev aveva da tempo il desiderio di scrivere una mono-opera, sulla scia de La Voce Umana di Francis Poulenc.

La trasformazione in libretto del testo originale comporta tuttavia delle modifiche, specie nella delineazione del personaggio, che da ordinario diviene molto più nobile, elevando la donna protagonista ad un simbolo femminile alto ed universale.

La prima esecuzione orchestrale viene eseguita nel 1984 al Festival La Primavera del Don, dove Tariverdiev partecipa con la delegazione dell'Unione dei Compositori. L'opera viene eseguita da Elena Komarova e dall'Orchestra Sinfonica di Rostov diretta da Semyon Kogan.

Queste le parole riportate in Biografia della Musica della moglie, Vera Tariverdeva “Ero presente alle prove e alla prima rappresentazione dell'opera nella Sala degli Ufficiali. E ho assistito alla reazione dei primi spettatori. La sala era piena. Dopo il finale sommesso, nel momento in cui il direttore ha abbassato le mani, la sala è rimasta avvolta da un grande silenzio. Ho visto gli occhi delle donne pieni di lacrime. Ho visto l' imbarazzo sulle facce degli uomini. E soltanto dopo una lunga pausa sono cominciati gli applausi. Chiamarlo un grande successo probabilmente sarebbe sbagliato. Non è stato solo un successo. È stata una reazione interiore e profonda dal significato espresso con tutta la sua chiarezza: un gran numero di persone che immerse in uno stato d'animo non desiderano separarsene. Ho sentito quella stessa pausa molte altre volte in numerose sale teatrali. È come se il compositore avesse scritto quella pausa fra le note.”

La partitura (in questo caso lo spartito per pianoforte) fa praticamente tutto: a fronte di una scena piuttosto statica, la musica è mobilissima nel descrivere i mutevoli stati d’animo della donna, tormentata da emozioni differenti e più o meno repentine, che si susseguono nel corso dell’opera. Una mezz’ora di rappresentazione che vuole riflettere il tempo reale di un’attesa e tutto ciò che può accadere nella mente di una donna che aspetta un uomo, anzi, quell’uomo.

Il compositore si concentra sul dramma interiore, tutto è scritto nella musica.

Né il testo né la musica sono contestualizzati, ma noi avvertiamo questo luogo come una città, una città moderna, un mondo fatto di persone, di oggetti, di suoni e rumori, di luci e di immagini: un luogo e un “non luogo” dove l’anima della donna si perde, si dispera, freme, cerca la felicità e….attende.

 

Il Telefono, ou L’amour à trois

Atto unico di Gian Carlo Menotti su libretto proprio.

Introduzione e trama

Preludio musicale.

Il sipario si alza sulla casa di Lucy, in cui entra Ben. Il ragazzo ha il treno a breve: dà un regalo alla fidanzata e la informa di avere qualcosa di molto importante da dirle. Squilla però il telefono. Lucy risponde e comincia una lunga chiacchierata con l'amica Margaret. Finalmente, a cornetta abbassata, Ben può riprendere il discorso interrotto, ma...il telefono squilla di nuovo. È qualcuno che ha sbagliato numero. Il tempo vola e Ben ha paura di perdere il treno...sarà mica tardi? Lucy, premurosa, telefona per sapere che ora è. Ben è visibilmente nervoso e tenta di nuovo di parlare, ma...il telefono! Questa volta è George, amico di Lucy, che pare molto arrabbiato e che ferisce Lucy con il suo tono e le sue parole. La ragazza è sconvolta e si mette a piangere. Ben è tentato di tagliare il cavo del telefono, ma la ragazza torna in tempo nella stanza per "scongiurare" il gesto: ora deve assolutamente chiamare Pamela per confidarsi con lei. Ben, disperato, se ne va e Lucy rimane sola nel buio della stanza. Fuori si intravede Ben, che è entrato in una cabina telefonica per riuscire a parlare con lei e chiederle, finalmente, di sposarlo. Lucy accetta, ma si raccomanda con il ragazzo di non dimenticare mai il suo numero di telefono.

Gian Carlo Menotti, pur se di chiare origini italiane, viene considerato un compositore americano, visto che si trasferì oltreoceano all'età di sette anni. Compositore prolifico e originale, Menotti ha un suo stile inconfondibile, molto influenzato dai "gusti del mercato", ma originale e degno di nota.

Tra le molte opere per il teatro troviamo The telephone, ou L'amour à trois , rappresentato per la prima volta il 18 febbraio 1947 all'Heckscher Theatre di New York.

Il breve atto unico, della durata di circa venti minuti, appartiene al genere comico ed è adatto, per la sua semplicità di allestimento, ad essere abbinato con opere disparate.

La trama è spassosa e risulta per noi molto attuale, prendendo di mira uno degli oggetti più in uso nella quotidianità: allora era a fili, oggi è il cellulare, ma è pur sempre il telefono, il vero "vizio" della società. Addirittura diventa anche lui personaggio dell'opera, con squilli studiati ad hoc - veri e propri pezzi chiusi - a seconda della situazione scenica.

Vera protagonista è Lucy, cui spettano pezzi impegnativi, in stili differenti, supportati da un puntuale accompagnamento orchestrale. Il baritono, oltre all'aria elegiaca che difende l'amata dagli improperi di George, si deve accontentare di balbettii a commento dell'esuberanza vocale del soprano.


In data 04/10/2017 l'Assemblea degli Associati del Teatro dell'Opera Giocosa-Onlus, su indicazione della Fondazione “A. De Mari” di Savona, ha eletto il Dott. Angelo Schirru nuovo membro del Consiglio Direttivo dell'Ente.

Il Dott. Schirru si aggiunge agli altri membri di recente nomina: Dott.ssa Michela Scotto, Avv. Antonio Bisignani, Prof. Danilo Galliani e Prof. Loris Orlando.


 

 

 
 
 

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