L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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DANIEL HARDING

Un anno fa circa, il sovrintendente Pereira mi ha invitato al Maggio dove ero stato solo nel 2016 con i Wiener Philharmoniker. Mi propose l’Adriana Lecouvreur che, confesso, era una composizione che non conoscevo e addirittura un’opera che non avrei mai pensato di dirigere. Però mi sono ricordato alla bella esperienza a Milano, alla Scala, quando diressi Pagliacci e Cavalleria rusticana, altre due opere che non pensavo potessero essere parte del mio repertorio, ma delle quali, non appena le ho affrontate, me ne sono innamorato. Inoltre avrei avuto l’opportunità di lavorare con il Coro e l’Orchestra del Maggio e con il Maggio. Quindi a fianco di questo ho visto nella proposta di Pereira l’opportunità di affrontare un compositore nuovo e un nuovo mondo per me e sono così grato e così felice di poter lavorare su Adriana, un’opera squisitamente teatrale, commovente e drammatica, incredibilmente onesta e semplice. Semplice - mi spiego meglio - nel senso che non è assolutamente pretenziosa nella scrittura; Cilea non richiede mai qualcosa che sia più complicato di quello che è necessario, c’è un uso della musica, dove le tante idee e i tanti elementi narrativi ritornano in prospettive differenti, punti di vista, che creano comunque una coerenza musicale.

C’è poi una bellissima ironia in quest’opera: celebriamo la vita e la personalità di una attrice che era nota per dire che recitare doveva essere semplice come parlare - allontanandosi dal concetto di un canto o una recitazione “tecnica” ma più vicina alla naturalezza - e per interpretate un ruolo come questo – e qui sta l’ironia - invece è necessaria una formidabile cantante che sappia essere anche una formidabile attrice. In questa produzione noi abbiamo una formidabile María José Siri e con lei un formidabile cast.

A Firenze abbiamo creato un “family cast” con tutti e con Frederic Wake-Walker il regista e il suo team che ha realizzato una bellissima produzione.

Questa Adriana è una meravigliosa avventura; per me si è creato anche un legame d’affetto con l’Orchestra e il Coro del Maggio e oltre a questa produzione così importante io aspetto anche il 29 aprile quando eseguiremo il Requiem di Mozart. Devo essere sincero, in Adriana non si riesce a percepire il “meraviglioso profumo” di questo Coro che invece si sprigiona al massimo nel Requiem, quindi sono contentissimo che potremo lavorare in quel concerto. Onestamente mi sento un po’ un ospite nel campo dell’opera italiana, pur amandola molto tuttavia ne ho diretta poca nella mia carriera al contrario di molti miei colleghi che vivono quotidianamente questo repertorio; ma devo dire che mi sento molto felice e grato di affrontarla e quindi di arricchire la mia esperienza con questa meravigliosa occasione.


 

 

 
 
 

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