L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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teatro alla scala di milano

 

Un Teatro italiano dalla vocazione internazionale

Riccardo Chailly

Direttore Musicale

La Stagione 2018-2019 del Teatro alla Scala presenta una prevalenza di titoli italiani, proseguendo nella linea tracciata in questi anni. La storia del nostro Teatro e il suo ruolo internazionale ci impongono una forte responsabilità sul repertorio nazionale che si traduce tanto nelle scelte di programmazione quanto nel fatto interpretativo. Il nostro Paese ha un patrimonio unico nella storia del teatro musicale per vastità e importanza e riscoprirlo è un impegno appassionante quanto necessario, che comprende la riproposizione di titoli ingiustamente dimenticati ma anche un lavoro di studio e approfondimento sulle partiture che, spesso a torto, vengono considerate più conosciute.

L’inaugurazione di Stagione vede il ritorno di Attila, un’importante opera del primo Verdi con cui prosegue un percorso iniziato con Giovanna d’Arco, scritta l’anno precedente. Attila costituisce uno snodo fondamentale nella formazione del compositore, e la produzione del 7 dicembre con la regia di Davide Livermore e un importante cast mira a sottolinearne la complessità, incluso qualche aspetto di novità nella partitura. Anche quest’anno la Prima sarà trasmessa dalla RAI, che consentirà la partecipazione di milioni di spettatori in Italia e nel mondo.

Il percorso di studio dell’opera di Puccini ha accompagnato tutto il mio percorso artistico convincendomi sempre di più della necessità di nuove esecuzioni che tengano conto delle ricerche musicologiche più recenti. Dopo Turandot, La fanciulla del West e Madama Butterfly questo percorso tocca Manon Lescaut, di cui presenteremo per la prima volta alla Scala la prima versione, andata in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 e di cui diressi la prima esecuzione moderna all’Opera di Lipsia nel 2008. La principale variante riguarda il Finale I, per cui Puccini aveva scritto un concertato di estrema complessità sul tema di “Donna non vidi mai”, tagliato nelle versioni successive ma di indubbio spessore musicale.

Il mio impegno nella Stagione Sinfonica del Teatro è rivolto all’opera di Gustav Mahler, di cui dirigerò le Sinfonie n° 6 in gennaio e n° 5 nel marzo 2019, dopo aver eseguito la n° 3 nel 2018. Inoltre nell’ottobre 2018 porterò alla Scala l’Orchestra del Festival di Lucerna, di cui sono Direttore Musicale dal 2015, in una serata dedicata al FAI. Questo appuntamento fa seguito all’invito della Filarmonica della Scala a Lucerna nell’agosto del 2017 e a Pasqua del 2018 e costituisce il primo passo di una collaborazione tra le Istituzioni che si svilupperà nei prossimi anni. La presenza costante della nostra Orchestra sulla scena europea, ribadita recentemente dall’esito della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi ad Amburgo e Parigi, è un fattore fondamentale, insieme all’attività discografica con la DECCA di Londra, per garantirne il posizionamento internazionale.

Il lavoro con l’Orchestra è intenso, quotidiano: un processo fondato su una forte sintonia con i musicisti e che costituisce il punto di partenza su cui sviluppare i progetti che negli ultimi anni si sono moltiplicati anche grazie alla presenza costante di direttori ospiti di grande prestigio internazionale. Eguale impegno comporta la collaborazione con il Coro nelle produzioni operistiche e nei programmi sinfonico-corali. L’attenzione verso il repertorio italiano non diminuisce infatti l’impegno della Scala sui compositori europei, con la prosecuzione dei cicli dedicati a Strauss e Mozart e il ritorno del repertorio russo, mentre si ribadisce il ruolo essenziale della musica d’oggi e il Progetto Barocco si arricchisce dell’apporto di Cecilia Bartoli, con cui ho condiviso importanti progetti rossiniani.

La Scala in questi anni ha fatto uno sforzo per crescere nei progetti, nella voglia di dialogare con la città, nella curiosità di scoprire percorsi nuovi mantenendo l’orgoglio della propria tradizione. La Stagione che si apre consolida il percorso intrapreso e compie un passo ulteriore verso il futuro.

 


 

 

 
 
 

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