L’Ape musicale

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Nina pazza per amore di paisiello a taranto e savona

Nina pazza d'amore e le mille follie dell'Opera Giocosa

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Leggi la recensione di Nina o sia la pazza per amore al debutto della stessa produzione a Taranto

Il fil rouge della stagione, lo sappiamo, è la Follia. In estate l’abbiamo vista nell’ossessione morbosa di Rigoletto e, più che mai, nella mente sconvolta di Lucia, che muore nel dolore e nel delirio.

Ora, in autunno, ci mettiamo un pizzico di leggerezza e fantasia, tra lieti finali e ricordi sfumati.

Ed ecco allora

Nina, o sia la pazza per amore - commedia in prosa ed in verso per musica tradotta dal francese. Libretto di Benoit-Joseph Marsollier des Vivetières, traduzione italiana di Giuseppe Carpani con aggiunte di Giovambattista Lorenzi. Musica di Giovanni Paisiello.

Nuova edizione critica a cura di Lucio Tufano. Prima esecuzione in tempi moderni della prima versione andata in scena in S.Leucio (Caserta), Palazzo Reale, il 25 giugno 1789.

L’opera va in scena domenica 16 ottobre - ore 15.30 - al Teatro Chiabrera.

Spettacoli per le scuole: mercoledì 12 e venerdì 14 ottobre - ore 10.30.

Cast: Giuseppina Piunti (Nina), Francisco Brito (Lindoro), Rocco Cavalluzzi (Conte), Carolina Lippo (Susanna), Andrea Vincenzo Bonsignore (Giorgio).

Direttore: Alvise Casellati

Regia e Scene:Stefania Panighini

Costumi: Veronica Pattuelli

Scene realizzate da Damiano Pastoressa

Orchestra Sinfonica di Sanremo

Coro Lirico Pietro Mascagni di Savona

Maestro del Coro: Gianluca Ascheri

In collaborazione con il Giovanni Paisiello Festival di Taranto

EVENTICOLLATERALI

Giovedì 6 ottobre – ore 20.45 – nella sala Stella Maris (S. Raffaele al Porto), Gustavo Malvezzi terrà una conferenza illustrativa sull'opera dal titolo “Nina: follia e sensibilité”.

Sabato 8 ottobre - ore 12 – nel foyer del Teatro Chiabrera è previsto un incontro con stampa e pubblico sull'opera e sulla stagione autunnale.

Sabato 15 ottobre – ore 18 – nel foyer del Teatro Chiabrera i protagonisti dell'opera incontrano il pubblico; segue aperitivo.

- Secondo appuntamento di stagione, Gianni Schicchi,atto unico di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano basato su un episodio del Canto XXXdell'Inferno di Dante.

L’opera va in scena venerdì 18 novembre - ore 17.00 - al Teatro Chiabrera. (L'opera sarà preceduta da una breve prolusione).

Spettacolo per le scuole: venerdì 18 novembre - ore 11.00.

Cast: Studenti dei corsi di secondo livello del Conservatorio di Musica G. Puccini della Spezia con la partecipazione straordinaria di Stefano Antonucci nel ruolo del protagonista.

Direttore: Giovanni Di Stefano

Regia e Scene e Luci: Luca Ferraris

Costumi: Anita Lamanna

Orchestra del Conservatorio di Musica G. Puccini della Spezia.

Produzione e nuovo allestimento Teatro dell'Opera Giocosa di Savona in collaborazione con il Conservatorio di Musica G. Puccini della Spezia.

- Mette il sigillo al cartellone Notte per me luminosa –scene liriche su personaggi dell'ariostesco Orlando Furioso, il folle per antonomasia. Musica di Marco Betta e libretto di Dario Oliveri.

In scena domenica 11 dicembre - ore 17.00, al Teatro Chiabrera. (L'opera sarà preceduta da una breve prolusione).

Spettacolo per le scuole: Lunedì 12 dicembre - ore 10.00 e ore 12.00.

Cast: Tony Contartese (Ludivico Ariosto), Francesca Tassinari (Angelica), Francesca Sartorato (Medoro, Astolfo)

Direttore: Alessandro D'Agostini

Regia: Italo Nunziata

Luci: Andrea Ricci

Ensemble da camera della Fondazione Teatro Comunale di Modena

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatro Municipale di Piacenza.

Nuovo Allestimento

La biglietteria, presso il Teatro Comunale Chiabrera, P.zza Diaz, 2 Savona, avrà i seguenti orari:dal LUNEDÌ al SABATO dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19; sarà comunque possibile acquistare il biglietto presso il Teatro Chiabrera unora prima dello spettacolo e direttamente on line sul sito www.operagiocosa.it

Per informazioni, telefonare al numero 019 8485974 oppure al numero 366 6726682.

Opzione Last Minute. Mezz'ora prima dello spettacolo si potrà acquistare il biglietto ridotto al 50% del prezzo intero di vendita. Il numero dei biglietti a disposizione e l'ubicazione del posto a sedere sono a discrezione del Teatro. Il biglietto last minute è disponibile esclusivamente nelle sere di spettacolo presso lo sportello situato all'interno del Teatro Chiabrera di Savona.

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TEATRO COMUNALE G. CHIABRERA

Mercoledì 12 ottobre 2016, ore 10.30 Spettacolo per le scuole

Venerdì 14 ottobre 2016, ore 10.30 Spettacolo per le scuole

Domenica 16 ottobre 2016, ore 15.30

NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE

di Giovanni Paisiello

Commedia in prosa ed in versi per musica tradotta dal francese

Libretto di Benoit-Joseph Marsollier des Vivetières

     Prima esecuzione in tempi moderni della Prima versione, andata in scena in San Leucio (Caserta), Palazzo Reale, il 25 giugno 1789                

               Nuova edizione critica a cura di Lucio Tufano

In collaborazione con il Giovanni Paisiello Festival,

Amici della Musica Arcangelo Speranza - Taranto

Personaggi Interpreti

Nina Giuseppina Piunti

Lindoro Francisco Brito

Conte Rocco Cavalluzzi

Susanna Carolina Lippo

Giorgio Andrea Vincenzo Bonsignore

Direttore Alvise Casellati

Regia Stefania Panighini

Costumi Veronica Pattuelli

Scene realizzate da Damiano Pastoressa

ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO

CORO LIRICO PIETRO MASCAGNI DI SAVONA

Maestro del Coro Gianluca Ascheri

GIOVEDI 6 OTTOBRE  Ore 20.45

SALA STELLA MARIS - San Raffaele al Porto – Savona

Nina: follia e sensibilité

(Prof. Gustavo Malvezzi)  

In collaborazione con l'Associazione Rossini di Savona 

SABATO 15 OTTOBRE  Ore 18.00

INCONTRO APERITIVO CON I CANTANTI

Foyer Teatro Chiabrera


NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE

 di Giovanni Paisiello

Commedia in prosa ed in verso per musica tradotta dal francese

Libretto di Benoit-Joseph Marsollier des Vivetières

Traduzione italiana di Giuseppe Carpani con aggiunte di Giovambattista Lorenzi

Nuova edizione critica a cura di Lucio Tufano

Prima produzione in tempi moderni della prima versione

 

Prima rappresentazione:

S.Leucio (Caserta), Palazzo Reale, 25 giugno 1789

 

Personaggi principali:

Nina (Soprano), Lindoro (Tenore), Conte (Basso), Susanna (Soprano), Giorgio (Basso)

 

Trama

Nina ha perduto il senno, non riconosce più nessuno. È Susanna, la sua governante, a spiegare il motivo della condizione di Nina: la ragazza avrebbe dovuto sposarsi con Lindoro, unione approvata dal Conte, padre di Nina. Ma al presentarsi di un migliore pretendente, il Conte aveva cercato di rompere il fidanzamento; Lindoro allora si era battuto con il rivale ed era stato ferito mortalmente.

In seguito a questi eventi Nina è impazzita e vive nella speranza di rivedere l'amato. Il Conte è disperato e Giorgio cerca di infondergli ottimismo.

Lindoro però non è morto. Era stato ferito gravemente ma ora è guarito e si presenta al Conte, che lo accoglie come un figlio. Nina viene preparata all'incontro con Lindoro, ma non lo riconosce e lui è costretto a fingere di essere un amico di se stesso che porta notizie a Nina. Nina si innamora del presunto amico di Lindoro, che accetta la situazione. Ma la serenità a poco a poco ridona la ragione a Nina, che torna a riconoscere le persone e lo stesso Lindoro, col quale si può così felicemente riunire. 


NOTE DI REGIA

di Stefania Panighini

La relatività del punto di vista mi sembra il focus più interessante della Nina: ovvero a seconda di chi ci parla, abbiamo una percezione diversa di una realtà, che dunque si manifesta sotto tante forme diverse.

La follia è solo un’altra faccia della realtà, un altro modo di vedere, diverso, ma non per questo sbagliato o risibile. Un modo diverso di vedere il mondo, che è cambiato da quando Nina ha visto sgretolarsi il suo amore, la sua famiglia e tutto quello che la rendeva sicura di sé.

La presunta morte di Lindoro oscura tutto il suo mondo e quello della sua famiglia, metaforicamente la luce si spegne, la vita si addormenta e la loro grande casa cade in rovina: i muri si crepano, i decori sono coperti da teli bianchi e tutto si addormenta.

Nina si isola in questa grande casa addormentata e la sua follia la porta a vedere spazi aperti e natura selvaggia anche laddove ci sono solo cadenti mura domestiche: un mondo sempre notturno, dove campeggia una grande luna, un mondo dove la natura è arida e violenta e dove l’unico sprazzo di vita è un manto di fiori rossi.

In mezzo a queste due visioni della realtà, si erge una catasta di vecchi mobili, in cima alla quale Nina ha trovato un rifugio, non solo dalle altre persone, ma anche dalla sua follia: quando le visioni sono troppo forti, quando vuole stare lontana dal padre e dagli altri paesani, allora si nasconde lì sopra,  seduta su un misero sgabello, ad osservare il suo mondo sconvolto dal punto più alto.

Proprio da questo mondo notturno della follia Nina presentirà la venuta del suo amato, dal canto dello zampognaro lontano, dall’eco di una natura che anela a rinascere, da Lindoro che, cosi intimamente legato a lei, arriverà prima nel sogno e poi nella realtà.


“RIUSCÌ D’UNA BELLEZZA SORPRENDENTE”:

LA PAZZIA DI NINA A SAN LEUCIO (e a Napoli)

di Lucio Tufano

Il 25 giugno 1789, nel piccolo borgo di San Leucio presso Caserta, un pubblico selezionatissimo ebbe il privilegio di assistere alla prima rappresentazione di Nina o sia La pazza per amore, nuova creazione di Giovanni Paisiello allora all’apice della carriera. La speciale atmosfera della memorabile soirée può essere rievocata grazie alla dettagliata cronaca apparsa in un periodico coevo:

Nel giovedì 25 del corr[ente] fu eseguita la festa che in nome dei capi e seniori della nuova colonia di San Leuce dette il re nel r[eal] palazzo e giardini di Belvedere, e riuscì della massima vaghezza e magnificenza. Vi erano stati invitati con biglietto i capi di corte, segretari di stato, generalità, ministri esteri con i cavalieri delle loro respettive nazioni presentati a corte, la s[erenissi]ma duchessa di Saxe-Weymar, il card[inale] Spinelli, i comandanti della squadra spagnola con circa 50 degli ufiziali di essa e altrettante dame e cavalieri, in tutti non più di 240 persone. [...] All’imbrunire della sera si trasferirono al teatro nuovamente eretto in qualche distanza dal palazzo sotto la direzione dell’architetto e pittor teatrale sig. Domenico Chelli, che ne aveva dipinte le superbe decorazioni; vi fu rappresentato il dramma LaNinao sia Lapazza per amore, parte recitato e parte cantato. Riuscì d’una bellezza sorprendente la musica composta espressamente dal celebre Paisiello, e la virtuosa Coltellini, non meno che gli altri cantanti, riscossero l’universale ammirazione. In faccia alla scena era un altro teatro separato dalla platea, vagamente decorato, in cui stavano disposti in anfiteatro gl’individui della colonia dei due sessi in abito uniforme, lo che faceva la più leggiadra comparsa. (Gazzetta universale, 7 luglio 1789, p. 432)

Appositamente commissionata per la prima visita ufficiale della regina di Napoli Maria Carolina alla comunità leuciana, la «commedia di un atto in prosa ed in verso per musica tradotta dal francese» (così recita il frontespizio del libretto stampato per l’occasione) nacque come spettacolo fuori dall’ordinario, in larga misura sottratto ai vincoli e alle convenzioni della scena comica partenopea. Ciò è vero a partire dall’atipica fonte francese, la «comédie en un acte en prose mélée d’ariettes» Nina ou La folle par amour di Benoît-Joseph Marsollier des Vivetières messa in musica da Nicolas-Marie Dalayrac e data con successo a Parigi nel 1786. Nel 1788 il libretto transalpino, basato sull’alternanza comique di parola detta e parola cantata, era stato tradotto in italiano da Giuseppe Carpani per una singolare rappresentazione con le musiche originali di Dalayrac nel teatro di Monza, alla presenza dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo e della moglie Maria Ricciarda Beatrice d’Este. Il testo monzese raggiunse Napoli, forse grazie alle relazioni dinastiche tra le due corti (Ferdinando era fratello di Maria Carolina), dove fu ritoccato da Giambattista Lorenzi senz’altro d’intesa con lo stesso Paisiello. Non è difficile intuire lo scopo delle modifiche apportate. Due nuovi pezzi chiusi ‒ il coro Se il cor, gli affetti suoi e l’aria Per l’amata padroncina‒ vennero inseriti per dare adeguato rilievo al personaggio di Susanna, che a Parigi e a Monza cantava solo negli ensembles. Il terzo cambiamento macroscopico consistette nella riorganizzazione del finale. Nel libretto di Marsollier l’azione termina con un conciso vaudeville nel quale tutti si rallegrano per la guarigione di Nina. Lorenzi e Paisiello, invece, decisero di anticipare l’attacco del numero conclusivo al punto in cui Lindoro aiuta Nina a ricordare il reciproco scambio di doni e promesse. In tal modo il finale di San Leucio ingloba l’intero processo attraverso il quale la protagonista giunge a riconoscere l’amato e a recuperare la ragione. Il compositore, pertanto, può sfruttare pienamente i picchi emotivi dell’azione e sviluppare un’architettura multisezionale caratterizzata dalla consueta mutevolezza di situazioni e di colori espressivi.

Sebbene Nina fosse stata concepita come unicum destinato a uno specifico evento della vita di corte, la sua fama presto si diffuse nella città di Napoli. Durante il mese di luglio del 1789, il teatro dei Fiorentini ospitò alcune rappresentazioni dell’opera nella versione originale in un solo atto, così che il pubblico della capitale potesse farsi un’idea dell’applauditissimo spettacolo. Un anno dopo, Nina venne inserita nel cartellone ufficiale dello stesso palcoscenico. In tale occasione Lorenzi e Paisiello rielaborarono la partitura nata per San Leucio allo scopo di adeguarla alle dimensioni di una normale ‘commedia per musica’. Eccezionalmente, l’alternanza di dialoghi in prosa e numeri di canto venne mantenuta. L’azione, tuttavia, fu divisa in due atti (denominati ‘parti’ nel corrispondente libretto). Una simile articolazione richiese la realizzazione di un finale primo per la conclusione del primo atto: nacque così il quartetto Come!... ohimè!... partir degg’io. Ma per poter costruire tale numero con la necessaria varietà di voci, c’era bisogno di un tenore. A tal fine, Lorenzi e Paisiello idearono una soluzione davvero brillante: trasformarono il suonatore di zampogna presente nella versione del 1789 in un vero e proprio personaggio, il Pastore, e assegnarono il ruolo allo stesso interprete di Lindoro, che al Fiorentini fu il grande tenore Giacomo David. Inoltre, per presentare in modo plausibile ed efficace il Pastore, aggiunsero la canzone Già il sol si cela dietro alla montagna, che per di più dava a David la possibilità di cantare un pezzo chiuso anche nel primo atto. L’ultimo cambiamento effettuato nel 1790 è l’innesto dell’aria ‘ansimante’ di Giorgio nel secondo atto, che serve sia a bilanciare la durata delle due parti della rappresentazione, sia a gratificare l’interprete, il leggendario basso buffo Antonio Casaccia.

Le due versioni di Nina ‒ quella in un atto solo del 1789 e quella in due atti del 1790 ‒ sono entrambe legittime, in quanto testimoniano la diversa reazione di uno straordinario uomo di teatro come Paisiello alle specifiche circostanze nelle quali gli fu dato operare. Lungi dal configurarsi come costrizioni della fantasia, le coordinate contingenti costituite dal luogo, dall’occasione e dagli interpreti disponibili sono le condizioni d’esistenza della creazione, che il compositore si ingegna di valorizzare e tesaurizzare grazie alla propria esperienza e sensibilità. E tuttavia poter riascoltare Nina nella sua forma originaria, più compatta e più serrata, costituisce un’occasione rara e preziosa e consente di cogliere in purezza i tratti peculiari di un’opera fortunata come poche, destinata a mietere successi strepitosi sui principali palcoscenici europei e a risplendere come uno dei titoli più luminosi nel pur vasto catalogo del suo geniale autore.


GIOVANNI GREGORIO CATALDO PAISIELLO

(Taranto, 9 maggio 1740 - Napoli, 5 giugno 1816)

Giovanni Gregorio Cataldo Paisiello nacque a Taranto il 9 maggio 1740 da Francesco, maniscalco, e Grazia Antonia Fuggiale. Dal 1745 al 1753 studiò nel collegio gesuitico di Taranto con la prospettiva di intraprendere la carriera giuridica. Assimilati i primi rudimenti musicali dal tenore Carlo Resta, sacerdote amico dello zio materno, su invito e patrocinio di Girolamo Carducci Agustini marchese di Fragagnano e dell’avvocato Domenico Gagliardo, nel 1754 fu accompagnato dal padre a Napoli per compiere gli studi musicali nel conservatorio di S. Onofrio, dove entrò da convittore l’8 giugno. Alla morte di Francesco Durante (30 settembre 1755) la direzione dell’istituto passò a Carlo Cotumacci e Girolamo Abos; ma al perfezionamento di Paisiello nell’arte del contrappunto accudì soprattutto Joseph Doll, unico docente straniero nei conservatorii napoletani. Divenuto mastricello nel 1759 e compiuti nel genere sacro i primi saggi compositivi, il 5 luglio 1763 Paisiello terminò anzitempo il proprio tirocinio. Il debutto nella carriera operistica avvenne nei teatri emiliani: esordì al teatro Rangoni di Modena con l’opera buffa La moglie in calzoni (18 febbraio 1764), proseguì poi a Bologna con Il ciarlone e I francesi brillanti. Dopo una puntata a Venezia e una sosta a Roma – al Valle andò in scena l’intermezzo a quattro voci Le finte contesse – Paisiello, rientrato a Napoli, ebbe nuove commissioni per il teatro Nuovo e dei Fiorentini con due commedie per musica del Mililotti che siglarono l’incontro tra Paisiello e il genio vocale e istrionico di Gennaro Luzio e di Antonio e Giuseppe Casaccia. Nella primavera 1767 L’idolo cinese, primizia di una lunga e fruttuosa collaborazione con Giambattista Lorenzi, fece colpo sul pubblico partenopeo, per l’inedita mescolanza dei registri stilistici e la suggestiva ambientazione esotica; la corte stessa ne richiese un’immediata ripresa nel proprio teatro, indi in quello di Caserta nel 1768 e di nuovo a Palazzo reale il 6 aprile 1769 alla presenza di Giuseppe II. Nel giugno 1767 Paisiello debuttò al S. Carlo col dramma per musica Lucio Papirio dittatore, di Apostolo Zeno. L’ottimo rapporto con la corte s’incrinò quando a fine agosto Paisiello indirizzò una supplica al sovrano onde evitare il matrimonio con Cecilia Pallini, che si sarebbe finta vedova e risultò sprovvista della dote promessa. La contesa si risolse a favore della donna: le nozze furono celebrate il 14 settembre nel carcere di S. Giacomo degli Spagnoli, dove Paisiello venne recluso per alcuni giorni appunto per via del mancato impegno matrimoniale. Le vicissitudini prenuziali non incisero però sui ritmi produttivi del musicista, che si mantennero alti fino a fine 1770. Risale a quest’anno l’amicizia del musicista con l’abate Ferdinando Galiani, consigliere del Tribunale di commercio, intellettuale brillante e poliedrico, già ambasciatore a Parigi e dotato d’una fitta serie di contatti internazionali.

Solo nel 1774 la corte borbonica riattivò i rapporti con l’operista commissionandogli Il divertimento de’ Numi, «scherzo rappresentativo per musica» di Lorenzi, da recitare in coda all’Orfeo ed Euridice di Gluck nel teatro di Palazzo. In quell’anno Paisiello scrisse due dei melodrammi più acclamati: Il duello e La frascatana poi ripresa 186 volte in Italia e in tutt’Europa, caso senza eguali nel genere buffo settecentesco. Il 1775 fu l’anno del Socrate immaginario, un esilarante capolavoro nato dalla collaborazione con Galiani e Lorenzi, che vi misero in burla l’affettata infatuazione erudita per la cultura greca osservata in tanti parvenus dell’intellettualità partenopea.

Nel 1776 Paisiello fu richiesto dalla zarina Caterina II, su segnalazione del barone Friedrich Melchior von Grimm (a sua volta influenzato dall’amante Louise d’Épinay, corrispondente e amica di Galiani) e dell’imperatore Giuseppe II. Il soggiorno a Pietroburgo si prolungò per ben otto anni, durante i quali l’operista affinò la scrittura d’ambito serio e sopperì alla mancanza in loco di un librettista con la revisione di alcuni titoli buffi (anche celeberrimi, come la Serva padrona). Il matrimonio inaspettato inaugurò il teatro privato del granduca Paolo nel palazzo Kamennoostrovskij, mentre al Mondo della luna spettò l’apertura del teatro Bolshoj. Il barbiere di Siviglia (L’Hermitage, 26 settembre 1782), intonato su una riduzione della commedia di Beaumarchais condotta da un autore ignoto (forse non italofono), rappresentò la gloriosa conclusione della permanenza in Russia. Durante il viaggio di ritorno Paisiello soggiornò alla corte polacca di Stanislao II Augusto Poniatowski fino all’aprile 1784 e giunse a Vienna il 1° maggio; già quattro giorni dopo riferiva per lettera al Galiani il progetto d’intonare per il teatro di corte un dramma eroicomico del poeta cesareo Casti. Il re Teodoro in Venezia, questo il titolo dell’opera che trae spunto dal capitolo XXVI del Candide di Voltaire, andò in scena il 23 agosto senza peraltro entusiasmare il pubblico, che, a detta del cronista Karl von Zinzendorf, ne disapprovò la lunghezza (negativo fu pure l’esito d’una successiva ripresa, l’11 ottobre, con un diverso cast). Arrivato a Napoli sul finire dell’ottobre 1784, Paisiello subito attese alla composizione dell’Antigono metastasiano per il S. Carlo (12 gennaio 1785). In seguito al successo dell’opera, che segnò l’inizio d’un lungo percorso di rinnovamento stilistico del dramma per musica, il musicista chiese e ottenne dal re (7 marzo) una pensione fissa di 100 ducati mensili, privilegio mai concesso ad altri colleghi. La tranquilla situazione lavorativa propiziò una ritrovata operosità e una netta maturazione stilistica che si rivolse in prevalenza al genere serio. Con Nina ossia La pazza per amore (Belvedere di S. Leucio, 25 giugno 1789) Paisiello fu l’artefice primario di una profonda metamorfosi nei meccanismi ricettivi dello spettacolo d’opera, orientandoli verso forme di immedesimazione psicologica. Un autentico sperimentalismo drammaturgico esibirono invece sia l’opera inaugurale della Fenice di Venezia, I giuochi d’Agrigento (16 maggio 1792, dramma per musica del conte Alessandro Pepoli), sia Elfrida (4 novembre 1792) ed Elvira (12 gennaio 1794), «tragedie per musica» ideate per il S. Carlo dall’anziano Ranieri Calzabigi. L’agio del compositore fu sconvolto dagli eventi storici: quando il 21 dicembre 1798 la corte riparò in Sicilia per sottrarsi all’invasione francese, Paisiello non si unì ai realisti, fiducioso che la propria fama lo avrebbe esaltato agli occhi di qualsiasi governo; e difatti il 4 maggio 1799 fu nominato maestro di cappella nazionale dell’effimera Repubblica partenopea (23 gennaio - 8 luglio). Ragioni diplomatiche spiegano il trasferimento dell’ex-maestro di cappella reale a Parigi (vi giunse il 24 aprile 1802) finalizzato all’organizzazione dei fasti del Primo Console. L’infatuazione di Napoleone per Paisiello risaliva al 1797, anno della Musica funebre commissionatagli dal Bonaparte stesso per onorare il generale Lazare Hoche, e crebbe nei due anni di permanenza del maestro a Parigi. La tragédie lyrique che avrebbe dovuto consacrare l’operista pugliese agli occhi dei parigini, Proserpine (Nicolas-François Guillard; Opéra, 29 marzo 1803), non ebbe tuttavia felice incontro. Mal ambientatosi nel difficile ambiente musicale parigino, riconosciuto in Jean-François Lesueur un degno sostituto, Paisiello ripartì per Napoli verso fine agosto 1804, dopo aver composto una Missa solemnis e riciclato un Te Deum del 1791 da usareper l’incoronazione di Napoleone in Notre Dame (2 dicembre). Per non perdere la stima e i lauti emolumenti dell’imperatore, Paisiello inviò poi con regolarità a Parigi un gran numero di brani sacri e una nuova composizione celebrativa per il genetliaco di Napoleone. Nella Napoli di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat (1806-1815), insignito di svariate onorificenze e della direzione del nuovo Collegio di musica (con Giacomo Tritto e Fedele Fenaroli; dicembre 1806), beneficiario d’una pensione annua di 1000 franchi, Paisiello si congedò dalle scene teatrali con I pittagorici, un dramma d’un sol atto di Vincenzo Monti (S. Carlo, 19 marzo 1808) che commemorava le vittime della repressione del 1799: sarà questo il vero motivo della rottura definitiva con la corte borbonica, tornata sul trono il 9 giugno 1815. Rimasto vedovo da poco (23 gennaio 1815), privo degli onorari provenienti da Parigi e da Pietroburgo, Paisiello trascorse l’ultimo anno di vita in solitudine nel vano tentativo di risollevare a palazzo la propria reputazione. Morì per blocco intestinale il 5 giugno 1816 nella sua casa di Napoli assistito dalle sorelle Maria Saveria e Ippolita. Una selezione delle sue musiche sacre accompagnò il solenne funerale nella chiesa di S. Maria Nova, cui parteciparono le massime cariche musicali cittadine.


Venerdì 18 novembre 2016, ore 11.00 Spettacolo per le scuole

Venerdì 18 novembre 2016, ore 17.00 (Comprende l'offerta Adotta un nonno)

Le Rappresentazioni saranno precedute da una breve prolusione

GIANNI SCHICCHI

di G. Puccini


Opera in un atto

Libretto diGiovacchino Forzano

Prima Rappresentazione: 14 dicembre 1918, New York - Metropolitan Opera

Versione per orchestra ridotta a cura di E. Panizza

Casa Ricordi, Milano

Con la partecipazione straordinaria di Stefano Antonucci nel ruolo del protagonista

Gianni Schicchi Stefano Antonucci

Lauretta Claudia Muntean

Zita detta "La Vecchia" Fulvia Bertoli

Rinuccio Norbert Nagy

Gherardo Kitaya Kentaro

Nella Carolina Pacchiarotti

Gherardino Lorenzo Cirillo

Betto Di Signa Daniel Paganini

Simone  Alessandro Martinello

Marco  Daniele Vannuccini

La Ciesca Son Eun Joo

Maestro Spinelloccio Riccardo Montemezzi

Messer Amantio di Nicolao Riccardo Montemezzi

Guccio  Massimo Dolfi

Pinellino  Luca Innocenti

Buoso Donati Roberto Pellegrino

Direttore Giovanni Di Stefano

Regia Luca Ferraris

Costumi Anita Lamanna

Luci Amerigo Anfossi

Assistente alla regia Roberto Pellegrino

Assistente costumi/scene/video Maria Elena Angei

Maestri collaboratori Marco Podestà - Pietro Baruffetti

Maestro alle luci Felicita Brusoni

ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO DI MUSICA G. PUCCINI DELLA SPEZIA

Produzione del Conservatorio di Musica G. Puccini e della Società dei Concerti della Spezia in collaborazione con il Teatro dell'Opera Giocosa di Savona.

Nuovo allestimento


 

 Gianni Schicchi

 di Giacomo Puccini (1858-1924)

 Opera in un atto

 Libretto di Giovacchino Forzano

tratto dal Canto XXX dell'Inferno di Dante Alighieri

Prima:

New York, Metropolitan, 14 dicembre 1814

 

Personaggi:

Gianni Schicchi, 50 anni (Bar); Lauretta, 21 anni (S); Zita, cugina di Buoso, 60 anni (A); Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni (T); Gherardo, nipote di Buoso, 40 anni (T); Nella, sua moglie, 34 anni (S); Gherardino, loro figlio, 7 anni (A); Betto di Signa, cognato di Buoso, età indefinibile (B); Simone, cugino di Buoso, 70 anni (B); Marco, suo figlio, 45 anni (Bar); la Ciesca, moglie di Marco, 38 anni (Ms); Maestro Spinelloccio, medico (B); Ser Amantio di Nicolai, notaio (Bar); Pinellino, calzolaio (B); Guccio, tintore (B)

 

Trama

Firenze, 1299.

Nella propria casa è spirato Buoso Donati, ricco possidente della città. Attorno alla salma sono raccolti i numerosi parenti, in apparenza addolorati, in realtà preoccupati: pare infatti che Buoso abbia lasciato tutti i suoi beni ai frati e, trovato il testamento, questo conferma i timori. Rinuccio, il nipote del defunto – e fidanzato di Lauretta, figlia di Gianni Schicchi - propone alla famiglia di ricorrere ai consigli del futuro suocero, che ritiene uomo astuto e accorto. Zita, detta la Vecchia, protesta all'arrivo di Schicchi, a causa delle sue origini plebee e costui, offeso, se ne andrebbe, se non lo implorasse Lauretta. Assicuratosi dunque che la morte di Buoso non fosse ancora nota, Gianni elabora un piano; manda a chiamare il notaio, si infila nel letto travestito da Buoso e da lì detta il nuovo testamento, destinando i beni più ambiti a se stesso: la casa di Firenze, la mula, i mulini di Signa. Né i parenti, ora furiosi, possono protestare, altrimenti svelerebbero la truffa incorrendo nella giusta punizione, l’amputazione della mano e l’esilio.

Partito il Notaio, Schicchi caccia tutti dalla casa, ormai di sua proprietà; rimangono solo Rinuccio e Lauretta, che pensano felici alle nozze imminenti.

Rivolgendosi al pubblico, Schicchi spiega allora di avere ordito l’inganno a favore dei due innamorati, reclamando, pertanto, l’attenuante alla sua colpa.


NOTE DI REGIA

di Luca Ferraris

Dopo Suor Angelica, ecco Gianni Schicchi, terza opera che con Il Tabarro compone il trittico pucciniano; la messa in scena godrà di una trasformazione temporale, nel pieno rispetto della partitura, ma al tempo stesso collocata ai giorni nostri per avvicinarla il più possibile, con un linguaggio quasi cinematografico, tutto mirato a colmare quella distanza che spesso allontana lo spettatore moderno di fronte all’opera lirica, anche ad un pubblico più giovane.

Tutta l’azione ruota attorno al testamento di Buoso Donati ed alla relativa avidità priva di scrupoli degli eredi Donati, alla sfacciata beffa dello Schicchi come sostiene lui stesso commessa a fin di bene, e alla solare relazione sentimentale fra Rinuccio e Lauretta ostacolata dalle rispettive famiglie.

L’atto unico creato da Puccini/Forzano risente molto di una situazione da commedia dell’arte, ma di taglio decisamente moderno, così la regia è tutta mirata a creare personaggi veri, realistici, unici.

A questo punto, viene spontaneo dire se stasera vi siete divertiti… concedetemi voi… l’attenuante!


TEATRO G. CHIABRERA DI SAVONA

Domenica 11 dicembre 2016 ore 17.00 (Comprende l'offerta Adotta un nonno)

Lunedì 12 dicembre 2016 ore 10.00 Spettacolo per le scuole

Lunedì 12 dicembre 2016 ore 12.00 Spettacolo per le scuole

Le Rappresentazioni saranno precedute da una breve prolusione

NOTTE PER ME LUMINOSA

Musica di Marco Betta

Scene liriche su personaggi dell'Orlando Furioso

Libretto di Dario Oliveri

Nuova opera commissionata dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena e dal Teatro dell'Opera Giocosa di Savona in occasione dei 500 anni dalla prima edizione dell'Orlando Furioso

Prime rappresentazioni assolute: Teatro Comunale L. Pavarotti - Modena, 2 dicembre 2016

Teatro dell'Opera Giocosa – Savona, 11 dicembre 2016

Personaggi Interpreti

Ludovico Ariosto Tony Contartese

Angelica Francesca Tassinari

Medoro / Astolfo Francesca Sartorato

Orlando / Pastore Da definire

Direttore Alessandro D'Agostini

Regia Italo Nunziata

Luci Andrea Ricci

 

ENSEMBLE DA CAMERA DELLA FONDAZIONE TEATRO COMUNALE DI MODENA

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena,

Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatri di Piacenza

Nuovo allestimento 


Notte per me luminosa

di Marco Betta

Scene liriche su personaggi de L' Orlando Fuorioso di Ludovico Ariosto

Libretto di Dario Oliveri

Nuova opera commissionata dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena e dal Teatro dell'Opera Giocosa di Savona in occasione dei 500 anni dalla prima edizione dell'Orlando Furioso

Prime rappresentazioni assolute:

Teatro Comunale L. Pavarotti - Modena, 2 dicembre 2016

Teatro dell'Opera Giocosa – Savona, 11 dicembre 2016

Personaggi:

Ludovico Ariosto, voce recitante; Angelica, soprano; Medoro (e Astolfo), mezzosoprano; Orlando (e Pastore), baritono

La nuova opera commissionata dal Teatro Comunale al compositore Marco Betta dal titolo Notte per me Luminosa è dedicata ai 500 anni dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Marco Betta, che in Italia ha ricevuto inviti e commissioni da enti e festival come il Teatro alla Scala, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Chigiana di Siena, l’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica della RAI e l’Orchestra Regionale della Toscana, ha collaborato con Andrea Camilleri ad un ciclo operistico del quale Il Fantasma nella Cabina si è visto a Modena nel 2002. La sua musica, che si è sempre nutrita della memoria storica di antiche culture mediterranee, fondendo tradizione classica e modernità, si unisce in questa occasione alla narrazione poetica che Dario Oliveri ha immaginato attorno agli ultimi istanti della vita dell'Ariosto e alla rievocazione fantastica dei personaggi del più noto poema cavalleresco. “Una notte di prima estate del 1533. La casa di Ludovico Ariosto a Ferrara, in contrada Mirasole. Una stanza con un grande letto, una scrivania ingombra di carte, le pareti ricoperte di scaffali e di libri”: questo l'incipit dell'opera che, spiega Oliveri, “è non soltanto uno spettacolo teatrale – o un lungo madrigale a più voci – sulla morte di Ludovico Ariosto, ma anche un’opera sul mistero della creazione artistica e sul potere della letteratura; un’opera che si alimenta di altre opere, soprattutto musicali e poetiche”

Trama

Ferrara, una notte di prima estate del 1533.

La stanza da letto nella casa di Ludovico Ariosto. Il poeta ha 59 anni e da alcuni mesi – dopo l’incendio che ha distrutto la sua scena teatrale per la Sala grande del Palazzo ducale – è profondamente angosciato, non ha pace, trascorre le notti fra i sogno e la veglia. Sta dormendo su una poltrona e all’improvviso si sveglia, assalito da ricordi lontani: rammenta, tra l’altro, il suo Orlando Furioso, ma in maniera confusa.

Si riassopisce e sogna. Vede Angelica, vestita di bianco, che si guarda intorno con aria circospetta, pare inseguita. Poi ecco calare il buio, le tenebre; un gruppo di uomini e donne seminudi, con i corpi dipinti, salta fuori dall’ombra e si avventa su Angelica. La ragazza tenta inutilmente di divincolarsi, ma viene afferrata e sollevata da terra. Comincia una sorta di rito furente: alcuni uomini suonano con forza i tamburi, altri danzano selvaggiamente, le donne strappano il vestito di Angelica e le fanno indossare una tunica rossa; alcuni bambini gridano tenendosi la testa fra le mani e Angelica viene legata mani e piedi a una grande struttura di legno.

Il poeta è agitato, urla nel sonno, poi si sveglia di soprassalto e si rende conto di essere nella sua camera; si alza, beve un sorso d’acqua, cerca di tranquillizzarsi. Poi si avvicina ai suoi libri, ne prende uno e comincia a leggere.

Compaiono, nella sua mente, Angelica e Medoro, abbracciati, intenti a vivere il loro amore; ma un pastore li mette all’erta. Irrompe infatti Orlando, completamente folle di gelosia, che brandisce la sua Durlindana. Dopo aver perso la ragione e aver fatto il giro del mondo, uccidendo e distruggendo ogni cosa sul proprio cammino, è tornato nel luogo in cui tutto ha avuto inizio, lì dove Angelica e Medoro hanno inciso sui muri, sulle pietre, sulle cortecce degli alberi i segni del loro amore, scatenando la sua ira. Ma tutto sembra accadere lì, nella stanza di Ariosto: realtà e ricordi si confondono. Il Pastore tenta di nascondersi dietro i mobili, ma Orlando lo vede, lo insegue e lo trafigge con la Durlindana, accanendosi poi sul corpo senza vita. Poi si aggira un istante sulla scena, beve da una bottiglia che trova sul tavolo e lascia cadere la spada sporca di sangue. Ora è lui ad accasciarsi sulla poltrona di Ariosto.

Entra in scena Astolfo, il paladino inglese che la fata Alcina – dopo averlo amato per un breve periodo – ha trasformato in un mirto. In groppa all’Ippogrifo sale sulla vetta del Paradiso terrestre e poi sulla Luna, dove in un vallone sono raccolte tutte le cose perdute dagli uomini sulla Terra. In quella sconfinata varietà di oggetti trova l’ampolla in cui è racchiuso il senno di Orlando.

Si vede Astolfo sollevarsi in aria, poi la scena diventa di nuovo quella iniziale: la stanza di Ariosto è vuota e lui sta dormendo.

Ma ecco che tutti i suoi personaggi compaiono in scena, lui apre gli occhi e li vede intorno a sé: Angelica, bellissima, Orlando rinsavito e Astolfo, in vesti da viaggiatore. Ariosto si sente, da dentro, una rinnovata energia.

I suoi personaggi lo circondano, in silenzio.


 

STAGIONE LIRICA AUTUNNALE 2016

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA

1-3 ottobre RINNOVO ABBONAMENTI AUTUNNO

4-5 ottobre NUOVI ABBONAMENTI AUTUNNO

VENDITA BIGLIETTI: dal 6 al 16 ottobre

dal 14 al 18 novembre

dal 5 al 12 dicembre

TEATRO CHIABRERA : dal LUNEDI al SABATO – 10,00 -12,00 / 17,00 – 19,00

RIDUZIONI:

E’ prevista la riduzione per: Associazioni UNCALM, UNITRE, TOURING CLUB ITALIANO, FAI, COOP LIGURIA, ACLI e USACLI , giovani fino a 26 anni, terza età oltre i 65 anni.

La riduzione per le categorie sopracitate è subordinata alla presentazione di tessera o documento di riconoscimento.

PROMOZIONI:

ADOTTA UN NONNO

IN GRUPPO CONVIENE. gruppo di oltre 10 persone con accompagnatore.

OPERA IN FAMIGLIA

1956

LAST MINUTE 50% del prezzo intero: la vendita sarà attivata mezz'ora prima dell'inizio di ogni manifestazione e applicata sui posti disponibili e non prenotati.

L’ingresso per l’accompagnatore dei disabili è gratuito.

Non è possibile acquistare abbonamenti online.

L’ente si riserva la facoltà di apportare variazioni alla programmazione.

Teatro Comunale G. Chiabrera

Piazza Diaz, 2 – Savona

tel. 019-8485974 – 366-6726682

Biglietteria online – www.operagiocosa.it

 

 

 

BIGLIETTI 

NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE

Euro 35 Platea/Balc./Palchi I 25 Galleria I  20 Galleria II

RIDOTTO Euro 30 Platea/Balc./Palchi I 20 Galleria I  15 Galleria II

SEMPRE GIOVANI OVER 65 Euro 25 Platea/Balc./Palchi I 15 Galleria I  1Galleria II

 

GIANNI SCHICCHI

Euro 20 Platea/Balc./Palchi I 15 Galleria I  1Galleria II

RIDOTTO 17 Platea/Balc./Palchi I 13 Galleria I  Galleria II

SEMPRE GIOVANI OVER 65 Euro 15 Platea/Balc./Palchi I 10 Galleria I  Galleria II

 

NOTTE PER ME LUMINOSA

Euro 25 Platea/Balc./Palchi I 20 Galleria I  15 Galleria II 

RIDOTTO Euro 2o Platea/Balc./Palchi I 15 Galleria I  10 Galleria II 

SEMPRE GIOVANI OVER 65 Euro 10 Platea/Balc./Palchi I 10 Galleria I  Galleria II 

 

GIOVANI UNDER 26 - POSTO UNICO €.10,00

PROGETTO SCUOLE - riservato agli Istituti Scolastici - €. 5,00

 

ABBONAMENTI 16/10 ore 15,30 18/11 ore 17.00 11/12 ore 17.00

INTERO Euro 75 Platea/Balc./Palchi I 55  Galleria II 40  Galleria

ABBONATI ALLA STAGIONE

LIRICA ESTIVA e RIDOTTI  Euro 65 Platea/Balc./Palchi I 45  Galleria II 30  Galleria

SEMPRE GIOVANI OVER 65 Euro 55 Platea/Balc./Palchi I 33  Galleria II 20  Galleria

 

ABBONAMENTO GIOVANI UNDER 26 POSTO UNICO €.25,00

 

ADOTTA UN NONNO!NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE 16/10 – ORE 15,30

OVER 65 €. 20,00 UNDER 16 €. 15,00

GIANNI SCHICCHI 18/11 – ORE 17,00

NOTTE PER ME LUMINOSA 1 1/12 – ORE 17,00

OVER 65 €. 15,00 UNDER 16 €. 10,00

Acquisto minimo 1 giovane + 1 over 65

IN GRUPPO CONVIENE! Gruppo di almeno 10 persone prezzo ridotto + n. 1 biglietto a €.1,00

OPERA IN FAMIGLIA! Acquistando n.2 biglietti adulti interi i bambini 0 /10 anni pagano €,1,00

1956!Sei nato nel 1956? Festeggia con noi i tuoi 60 anni.

Ti offriamo il biglietto per l'opera a €.20

LAST MINUTE! 50% sul prezzo intero.

BIGLIETTO SOSPESO

Puoi regalare un biglietto ad un giovane di età compresa tra i 10 e i 26 anni, lasciandolo pagato in biglietteria. Solo 10 euro!

BIGLIETTERIA

1-3 ottobre RINNOVO ABBONAMENTI AUTUNNO

4-5 ottobre NUOVI ABBONAMENTI AUTUNNO

VENDITA BIGLIETTI: dal 6 al 16 ottobre - dal 14 al 18 novembre - dal 5 al 12 dicembre

TEATRO CHABRERA : dal LUNEDI al SABATO – 10,00 -12,00 / 17,00 – 19,00

tel. 019-8485974 – 366-6726682

RIDUZIONI:

E’ prevista la riduzione per: Associazioni UNCALM, UNITRE, TOURING CLUB ITALIANO, FAI, COOP LIGURIA, ACLI e USACLI

 


 

« È opera mia ! »
Giovani, teatro lirico e partecipazione

Progetto speciale 2016/2017

A quindici anni dall'inizio del suo Progetto Scuole e in una fase di grande rinnovamento organizzativo, l'Opera Giocosa accetta la sfida della partecipazione, per rilanciare il legame con i giovani e gli studenti del territorio savonese. In un contesto di grande cambiamento, in cui i consumi culturali si spostano sempre più velocemente sul digitale e lo spettacolo dal vivo fatica a trovare un suo spazio, il teatro di tradizione deve trovare nuovi modelli: in questo senso l'Opera Giocosa vuole puntare sull'incontro con i giovani e trovare insieme a loro nuove chiavi di lettura, stimoli e interpretazioni con cui ripensare il patrimonio “classico” del teatro d'opera.

I destinatari

Sono i ragazzi, quindi, i nostri principali interlocutori, attraverso la mediazione delle scuole e dell'ateneo. Possiamo identificare due fasce di destinatari:

  • ragazzi delle scuolemedie inferiori e superiori, dagli 11 ai 19 anni di età, coinvolti direttamente dal Progetto Scuole, sul territorio della provincia di Savona;

  • universitari di età compresa tra i 19 e i 26 anni, iscritti dell'Università di Genova e frequentanti i dei corsi organizzati presso la sede distaccata di Savona.

Gli obiettivi

  • Rendere partecipi i ragazzi della costruzione e della promozione dello spettacolo anche attraverso modalità e strumenti vicini a loro, come l'utilizzo delle nuove tecnologie.

  • Avvicinare i ragazzi a un'idea utile e costruttiva delle piattaforme sociali: non solo luoghi di puro svago o di semplice interazione, ma opportunità di valorizzazione costruttiva.

  • Aumentare il bacino dei fruitori dell'offerta culturale dell'Opera Giocosa fra adolescenti e giovani.

Il metodo

Il progetto vuole coinvolgere e interagire con la platea dei ragazzi in modi e con strumenti diversi, a seconda del momento e della relazione che hanno (o non hanno ancora) con l'opera:

  • in fasepreliminare, prima dello spettacolo, collezionando input personali e creativi per farli interagire con l'opera, rafforzando il senso di appropriazione dei ragazzi e rinnovando il senso della rappresentazione;

  • in fase intermedia, durante lo spettacolo, organizzando attività che forniscano ai ragazzi chiavi di lettura particolari, per godere differentemente dell'opera e raccontarla col loro linguaggio;

  • in fase successiva, dopo lo spettacolo, lavorando sulla rielaborazione creativa dell'opera, individuando spazi di dialogo in cui stimolare lo scambio e la condivisione, e continuare a coltivare una nuova passione.

Fase 1 / Formazione e racconto

Il progetto propone un laboratorio pomeridiano svolto in parallelo e in aggiunta ai classici interventi del Progetto Scuole nelle classi (che continueranno a tenersi in concomitanza con le rappresentazioni delle opere previste al Teatro Chiabrera durante la stagione autunnale). Nel laboratorio i ragazzi prendono parte a un percorso di formazione teorico e pratico che li avvicini ad alcune professioni della scena e a strumenti – sia tradizionali che innovativi – di racconto, comunicazione e promozione dell'opera lirica. L'obiettivo è dare ai ragazzi punti di vista nuovi per guardare l'opera e raccontarla con strumenti più vicini a loro, da mettere alla prova nell'esperienza della fruizione. Il laboratorio inizia e si conclude con un lavoro “sul campo” in occasione di due opere della stagione autunnale: la Nina Pazza per Amore(metà ottobre 2016) e l'opera contemporanea Notte per me luminosa(inizio dicembre 2016). In queste due occasioni i ragazzi lavoreranno sul palcoscenico, dietro le quinte, in platea e a diretto contatto con i protagonisti dello spettacolo: il lavoro potrà richiedere la loro presenza anche in orario scolastico.

Fase 2 / Partecipazione e promozione

Dall'inizio del 2017 le attività potranno proseguire insieme a un gruppo più ristretto, individuato alla fine dell'autunno, composto dai ragazzi che avranno dimostrato particolare entusiasmo nel progetto e che vorranno proseguire le attività anche al di là della mediazione scolastica. La chiave del coinvolgimento del gruppo in questo caso sarà la progettazione, coordinata dai responsabili dell'Opera Giocosa, di una strategia e diazioni di promozione, rivolte soprattutto ai coetanei e in collaborazione con gli studenti dell'Università, in vista della stagione estiva ospitata dalla Fortezza del Priamàr.

Il bando OPEN

Il progetto « È opera mia ! » è tra i vincitori del bando OPEN che la Compagnia di San Paolo ha lanciato nel 2015 per premiare iniziative che sperimentino nuove forme di partecipazione alla cultura e che mirino ad ampliare e diversificare la domanda culturale in Piemonte, Liguria e Val D'Aosta, favorendo la diffusione di servizi e pratiche culturali sul territorio, sfruttando le opportunità del digitale e contribuendo a definire nuove professionalità e nuove competenze. Nell’arco di apertura della call (luglio-dicembre 2015) sono pervenuti 141 progetti: « È opera mia!» è rientrato tra i 13 progetti selezionati, uno dei due sul territorio ligure.

 

Teatro dell'Opera Giocosa – ONLUS

Teatro di Tradizione

EnteMorale

IstituzioneCulturalediInteresseRegionale

PiazzaA.Diaz,2

Tel.019/821490 fax.019/8339881

 

 

PROGETTO “OPEN” E ALTERNANZA SCUOLA LAVORO:

METTIAMOCI... ALL'OPERA!

Giovani, grintosi, entusiasti: quest'anno l'opera è anche dei ragazzi!

Nel corso del 2016, il Teatro dell'Opera Giocosa ha firmato nove convenzioni con gli Istituti Scolastici savonesi, tre convenzioni con le Università (Genova, Milano, Roma Tre) e tre convenzioni con i Conservatori del territorio (Genova, La Spezia, Alessandria).

Tra gli spunti didattici e formativi accolti nella Convenzione stipulata con l'Università rientra la collaborazione con il Campus Wave di Savona (Università degli studi di Genova), la radio dell'Università gestita dagli studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione: l'utilizzo del canale radio web è supporto prezioso per la comunicazione e per la diffusione ad ampio raggio – in diretta o differita - degli spettacoli allestiti; con una ricaduta importante, per il teatro, sull'ampliamento delle fasce d'utenza (specie dei giovani ascoltatori) e dei fruitori del prodotto artistico.

Nell’ambito del Progetto Scuole promosso dall’Opera Giocosa, vivo e attivo ormai da anni sul territorio regionale, nascono due stimolanti percorsi dedicati alle nuove generazioni:

  • Open - E’ opera mia! Selezionato dal bando OPEN che la Compagnia di San Paolo ha lanciato per premiare iniziative rivolte a nuove forme di partecipazione alla cultura, questo progetto proietta i giovani all’interno dello spettacolo lirico attraverso il linguaggio a loro più congeniale, quello delle nuove tecnologie e delle piattaforme digitali; li coinvolge e li rende parte attiva del processo creativo. Open prenderà il via nella stagione autunnale e prevede attività di gruppo differenziate, che mirano, tra l'altro, a far interagire i ragazzi con il pubblico reale e a sollecitare un sempre più ampio pubblico potenziale;

  • Alternanza Scuola Lavoro. (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, legge 107 del 2015). L'Opera Giocosa, il Liceo Giuliano Della Rovere – primo istituto con cui è partito il progetto - il Liceo Orazio Grassi e l' Itis si uniscono intorno al palcoscenico: il teatro si mette a disposizione degli studenti e offre loro l'opportunità di conoscere, sperimentare e collaborare all'attività di produzione, di comunicazione, a quella artistica e didattica. Uno scambio proficuo e stimolante con grandi ambizioni, idee, esperienze da condividere. Il percorso è iniziato durante la scorsa stagione estiva e proseguirà in quella autunnale.

E allora...Largo ai giovani!

 

 

 


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