Euridice e Orfeo
23 giugno 2015, Teatro Bellini - Un altro mito, stavolta latino, per lo spettacolo teatrale della scrittrice napoletana Valeria Parrella.
È la rielaborazione del mito di Euridice che muore prematuramente per il morso di una vipera, e di Orfeo che l’ama e la rincorre fino nell’Ade, convincendo, con il suo canto pieno d’amore e di dolore, i guardiani dell’Oltretomba e le divinità a farlo passare e a restituire a lei la vita e a lui la donna amata; ne risultano una lettura e una interpretazione di forte impatto emotivo.
Orfeo una volta ottenuta indietro dalla morte la sua Euridice, deve solo condurla fuori dall’Oltretomba, alla luce, con l’unica condizione di non voltarsi mai indietro a guardarla. Ma Orfeo si volta indietro. Perdendola così di nuovo e per sempre. Risposte diverse, da diversi autori, sono state date al gesto di Orfeo, diverse interpretazioni sul motivo per il quale si voltò. Quella rappresentata al Bellini, ci riconduce alla “filosofia e alla psicologia della perdita e dell’elaborazione del lutto”, come ha detto la stessa autrice.
E il canto di dolore e di amore tanto commovente da spalancare le porte degli Inferi viene espresso non solo con le parole del bellissimo testo, ma anche con un unico flusso sonoro musicale, e un canto senza parole, introspettivo ed emozionante, opera di una regia molto evocativa e simbolica. Quel canto oltre ogni tempo e luogo coinvolge e commuove davvero. L’essenziale dei sentimenti è in scena, voltarsi indietro per guardare in volto l’amata che non c’è più significa guardare la realtà ed accettarla per quanto dolorosa e immutabile.
Il testo dello spettacolo è la novella Assenza. Euridice e Orfeo della stessa Valeria Parrella.