Beethoven per violino e in germoglio

di Roberta Pedrotti

La bella prova di Anna Tifu, solista nel Concerto per violino, e il promettente debutto di Davide Trolton sul podio portano al successo con la Form un programma tutto dedicato a Beethoven

FANO, 4 aprile 2025 - Sia caso o fortuna, nel giro di nemmeno un anno, abbiamo ascoltato due volte – in rassegne differenti – la Form impegnata nel concerto per violino di Beethoven con due soliste di grandissimo pregio come Francesca Dego lo scorso autunno e oggi Anna Tifu. Il confronto fra interpreti non è una gara, ma una ricchezza, perché abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare a distanza relativamente breve due letture differenti e nondimeno assai interessanti, accomunate da una notevole qualità tecnica.

Il nitore dell'intonazione si distende in tempi piuttosto distesi che permettono di gustare ogni dettaglio e la continuità del sostegno di un suono sempre ben definito, penetrante anche nella sottigliezza. Anzi, talvolta assume anche un piacevole retrogusto agrodolce, una nota asprigna che alletta nel gioco di contrasti che si evidenzia soprattutto nel Rondò, dipanato in una cangianza timbrica accortissima, quasi tattile, sempre elegantissima. Quale misura sovrintenda a questa lettura, peraltro, lo conferma l'umana severità scevra d'asettico distacco del bis bachiano, degno coronamento di una prova maiuscola.

L'orchestra dialoga con la solista con opportuno equilibrio ed efficace sintonia, sotto la direzione di Davide Trolton, che nella seconda parte affronta la seconda sinfonia di Beethoven.

Non ha ancora ventiquattro anni (è nato nell'aprile del 2001) ed è senz'altro presto per proporre un'analisi della sua personalità d'interprete. Al momento è chiaro che ci si trovi sul crinale d'inizio carriera in cui lo studente si trasforma in professionista e deve far evolvere la preparazione scolastica in tecnica quotidiana, la diligente teoria in sciolta pratica. Benché a volte sembri che in questa e in altre professioni sia diventato normale imparare quasi da zero strada facendo, ci sono strumenti del mestiere che andrebbero indubbiamente posseduti per iniziare un percorso professionale lungo il quale l'esperienza può poi consolidare e insegnare ciò che, invece, si apprende solo sul campo. Trolton sembra partito con il piede giusto, con il bagaglio di base ben fornito e studi indubbiamente buoni e fruttuosi. Sembra anche predisposto ad affinarsi prontamente nella pratica, facendo tesoro di ogni occasione per fra evolvere lo studio in arte e la scuola in professione. Qualche sacrosanta cautela e ritrosia ancora percepibile potrà sbocciare in una maggior naturalezza, ma quel che ora già si apprezza – e molto – è che del giovane Beethoven, con tempi e dinamiche ragionevoli, si riconosca in tutta chiarezza l'identità stilistica, la radice mozartiana in cui spira un'aria nuova e personale che presto si rafforzerà.

Oggi assistiamo a un bel concerto, con un'orchestra ben concentrata e a fuoco. L'esito è appagante stasera e incoraggiante per il futuro. Staremo volentieri ad ascoltare cosa ci riserveranno i prossimi anni.

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