L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Indice articoli

Secondo appuntamento del ciclo

Prima delle prime”

Stagione 2015/2016

Amici della Scala – Teatro alla Scala

Rigoletto

di Giuseppe Verdi

libretto di Francesco M. Piave

Teatro alla Scala - Ridotto dei palchi “A. Toscanini”

Lunedì 11 gennaio 2016 - ore 18

All’inizio di Rigoletto c’è una questione di censura. Anzi, di due censure: perché Le roi s’amuse di Victor Hugo, il dramma che attirò l’attenzione di Verdi, era stato così decisamente censurato alla sua prima rappresentazione a Parigi nel 1832 tanto da poter ritornare sulle scene soltanto 50 anni dopo. Alla prima non piacque al pubblico né alla critica: nel dramma erano diffusamente descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese e del libertinaggio del re Francesco I. Nel 1850 il divieto della censura austriaca fulminò anche Verdi, ma dopo spossanti trattative (chissà forse intervenne anche come mediatrice la ben nota passione degli italiani per il melodramma) nel gennaio dell’anno successivo il compositore poteva iniziare il suo lavoro.

Era stato necessario un compromesso: spostare l’azione dalla Francia alla corte di Mantova - a quei tempi non esistente - e trasformare un re in un Duca un po’ meno libertino. E contro l’ottusità della censura Verdi risentito si scagliava: “Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio estremamente difforme e ridicolo, ed internamente appassionato e pieno d’amore… e dico francamente che le mie note o belle o brutte che siano non le scrivo mai a caso e che procuro sempre di darvi un carattere.”

Si era poi aperto subito il problema del titolo e così Verdi scriveva a Francesco Maria Piave, autore del libretto: “In quanto al titolo quando non si possa tenere Roi s’amuse che sarebbe bello... il titolo deve essere necessariamente La Maledizione di Vallier, ossia per essere più corto La Maledizione. Tutto il soggetto è in quella maledizione che diventa anche morale. Un infelice padre che piange l’onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte che il padre maledice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa il buffone, mi sembra morale e grande, al sommo grande.”

A Piave, sempre disciplinatissimo nei confronti del compositore, quel titolo invece non piaceva. La decisione finale cadde sulla traduzione del nome originale del personaggio di Hugo, Triboulet, ossia Triboletto quindi Rigoletto (dal francese rigoler, scherzare). “La vera novità del dramma sta tutta nel personaggio del protagonista” scriveva Eugenio Montale. Gilda e il Duca nella storia sono personaggi convenzionali.

Padre? buffone? oppresso? vendicatore? Un po’ di tutto questo, ma ancora non sufficiente a definire la figura di Rigoletto. “La prima creatura viva di Verdi, interamente realizzata”: così Massimo Mila.

Rigoletto andò in scena alla Fenice di Venezia l’11 marzo 1851. Fu grande il successo.

Di Rigoletto gli studiosi non smettono di interessarsi. Ma lasciamo a Verdi l’ultima (o la prima) parola: “Delle mie opere come maestro preferisco Rigoletto, come dilettante La traviata.

Nell’incontro “Il duca si diverte” con ascolti e video, parla di Rigoletto François Bruzzo,docente di Lingua, Letteratura e Civiltà francese all’Università IULM di Milano.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

Supporto per l’ospitalità Brera Hotels

Supporto tecnico Meeting Project s.r.l. service audio-video Milano

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