Ricordando il Quartetto Cetra
DOMENICA 05 maggio
La stagione dei blitz – Monica Vitti
“La stagione dei Blitz” ripropone alcune delle più belle puntate dell'edizione '82-'83 di “Blitz”, con Gianni Minà, contenitore domenicale che ha visto la partecipazione in diretta di grandi nomi dello spettacolo e della cultura. In questa puntata speciale, riproposta domenica 5 maggio alle 12 su Rai Storia, dedicata a Monica Vitti, Minà rende omaggio all’attrice. Un’intervista a 360 gradi sulla sua folgorante carriera anche grazie alle testimonianze di amici e colleghi, tra i quali Paolo Conte, Gigi Proietti, Gino Paoli, Gianni Morandi, Michelangelo Antonioni e Mario Monicelli.
Viva la storia - Napoleone all’isola d’Elba
In occasione dell’anniversario della morte di Napoleone nel 1821, Rai Cultura propone, domenica 5 maggio alle 17 su Rai Storia, un appuntamento con “Viva la storia” dedicato alla sua figura.
Napoleone Bonaparte, l’imperatore che per vent’anni è stato al centro degli avvenimenti politici e militari d’Europa nasce su un’isola del Mediterraneo, la Corsica, e dopo la disastrosa sconfitta della campagna di Russia viene costretto a vivere in un’altra piccola oasi in mezzo al Tirreno.
Quattro studenti dell’Isola d’Elba accompagnano Linda Stroppa in questa passeggiata storica sull’isola. Come visse l’uomo più temuto dell’Europa degli ultimi due secoli, relegato negli stretti confini dell’Elba?
Dal Municipio, primo edificio in cui alloggiò Napoleone, dove ancora oggi è possibile visitare la sua biblioteca personale con le opere di Seneca, Tacito e Rousseau– a una vera e propria lezione di cucina ottocentesca con il gastronomo Alvaro Claudì che insegna ai ragazzi le ricette di un piatto tipico di inizio ‘800, a metà strada tra una panzanella toscana e un cappon magro alla genovese.
E ancora, una parentesi all’interno dell’esercito napoleonico dove i ragazzi dovranno imparare a marciare e a rispondere agli ordini dell’Ufficiale superiore armati di giberne, spade e fucili avancarica del secolo IX della Guardia Imperiale. “Mi sento pesante vestito in questo modo– dice Francesco, uno dei quattro ragazzi – sicuramente serviva molto addestramento per poter combattere così appesantito. È tutto troppo ingombrante. E poi non pensavo ci volesse così tanto per caricare e ricaricare il fucile!”. Di ritorno dall’Isola, il 1° marzo 1815, Napoleone sbarca nel sud della Francia; il popolo lo acclama e i militari che avrebbero dovuto fermarlo si uniscono a lui. La parentesi elbana è giunta al suo termine, i ragazzi si interrogano: “chissà se tornando a cavallo verso Parigi avrà pensato un’ultima volta alla bellezza dura di quest’isola?”
Grandi della Tv – Quartetto Cetra, tra passato e futuro
Prima visione RAI
Quattro corde tese tra passato e futuro: sono Felice Chiusano, Giovanni “Tata” Giacobetti, Lucia Mannucci e Virgilio Savona, sono il Quartetto Cetra, e salgono sul palcoscenico dei Grandi della TV, domenica 5 maggio dalle 17:30 e lunedì 6 maggio eccezionalmente alle 22.40 su Rai Storia. Il racconto di Edoardo Camurri questa volta parte dalla fine, nello specifico dal 7 novembre 1971, quando i Cetra si esibiscono in TV a Stasera sì con un brano tratto dal loro ultimo 33 giri, Un L.P. per te: “Non si può per un’idea, per un’idea soltanto, recidere un fiore” cantano in “Angela”, canzone dedicata all’attivista afroamericana Angela Davis. Un omaggio che anticipa di pochi mesi persino quelli dei Rolling Stones e John Lennon con Yoko Ono. Seguiranno una lettera anonima, minacce. I Cetra risponderanno con impegno anche a costo di essere allontanati progressivamente dalla RAI. La loro nascita affonda le radici in un’epoca completamente diversa: con l’EIAR, con le canzonette, espressione di distrazione di massa del fascismo ma anche di bel canto. E in quella temperie che il fondatore Giovanni “Tata” Giacobetti, paroliere colto e spiritoso, il leader Virgilio Savona, critico musicale, fine intellettuale, Felice Chiusano con la sua capacità attoriale e simpatia, e Lucia Mannucci, la voce femminile (che di Savona diventerà anche compagna di vita) si formano maturando una tecnica invidiabile mutuata dai Mills Brothers, e affinando uno stile unico, ironico ma teso al virtuosismo. Apparentemente lontani da una dimensione innovativa, demodé persino durante il successo con le loro armonie perfette, le melodie allegre e dolci, con la loro ironia garbata in realtà hanno avuto un ruolo fondamentale: hanno preso per mano quell’Italia di canzonette e l’hanno accompagnata con eleganza e maestria attraverso l’età della ribellione prima e della disillusione poi. In questo percorso di crescita dall’infanzia all’età adulta hanno contributo con la loro eccezionalità e sensibilità di artisti: sono stati capaci di ascoltare l’America (sono i primi a fare il boogie woogie, nel ’45, con il brano Pietro Wughi il ciabattino), così come dopo sono i primi a fare un pezzo rock and roll in italiano (nel 1956 L’orologio matto, versione italiana di Rock Around the Clock di Bill Haley). Ma soprattutto per primi capiscono che la TV è un mezzo nuovo, specifico, diverso da qualsiasi altro. Però mi vuole bene, Musetto, Un bacio a mezzanotte sono tutti brani sì impeccabili dal punto di vista dell’esecuzione, ma che soprattutto rispondono a delle esigenze televisive: partendo dal concetto che ogni canzone è una piccola storia, la trasformano in sketch, in un piccolo momento di teatro. Con la loro grazia e la loro bravura loro sono i primi cantanti TV.
L’ultima parte di Grandi della TV della domenica si chiude con un omaggio al Trio (Lopez, Marchesini, Solenghi) la cui parodia de I promessi sposi sarà riproposta insieme a quelle realizzate dal Quartetto Cetra lunedì 6 maggio alle 22.40 sempre su Rai Storia
Passato e Presente – Napoleone e Roma
In occasione dell’anniversario della morte di Napoleone nel 1821, domenica 5 maggio alle ore 20.30 su Rai Storia, il professor Gilles Pecout e Paolo Mieli raccontano a “Passato e Presente” i retroscena e gli effetti del quinquennio del dominio francese a Roma, tra il 1809 e il 1814.
Napoleone Bonaparte, una delle più grandi e controverse figure dell'età moderna. Personalità complessa e di grande fascino. Spirito aperto, libero, senza frontiere, fu un costruttore di Stati e legislazioni. Fu un figlio della Rivoluzione francese e un amante della romanità. Il mito di Roma come esempio di virtù, forza, identità alle quali ispirarsi. Quando annette Roma, cacciando il Papa, e ne fa la seconda città più importante dell'Impero napoleonico, Bonaparte volle restituirle lo splendore di un tempo insieme alla nuova bellezza della modernità.
Binario cinema – Migliori nemici
S’ispira a una storia vera il film “Migliori nemici”, in onda domenica 5 maggio alle 21.10 su Rai Storia per “Binario cinema”. Durham, Carolina del Nord, nel 1971: viene incendiata una scuola riservata a bambini di colore, che dovrebbero confluire in un istituto frequentato da bianchi, ma gran parte della cittadinanza è ostile al provvedimento e si organizza un comitato. A presiederlo ci saranno Ann Atwater, focosa attivista per i diritti dei neri e il benzinaio Ellis, capo della delegazione locale del Ku Klux Klan. Quest’ultimo, lavorando assieme alla donna, comincia a ripensare il proprio punto di vista circa le sue convinzioni razziste. Migliori nemici (The Best of Enemies, Usa 2019) di Robin Bissell, con Taraji P. Henson, Sam Rockwell, Wes Bentley, Babou Ceesay, Anne Heche.
LUNEDÌ 6 maggio
6 maggio 1976. Terremoto in Friuli
Il 6 maggio 1976 una scossa violenta di terremoto, in meno di un minuto, provoca un migliaio di vittime in Friuli. Al ricordo di questa terribile tragedia Rai Cultura dedica “6 maggio 1976. Terremoto in Friuli” di Antonia Pillosio, riproposto lunedì 6 maggio alle 19.30 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario del sisma. Lo speciale è costruito sulla base di spunti inediti suggeriti in momenti diversi dal Commissario Straordinario Giuseppe Zamberletti, che ha condiviso con la comunità friulana quei tragici momenti e aiuta a comprendere meglio il sisma che ha segnato la storia moderna del Friuli. Tra maggio e settembre del 1976 le scosse sono state centinaia. Alla fine, si contano quasi mille vittime, centomila senzatetto, migliaia di case, chiese e aziende distrutte in un attimo. Ad arricchire la puntata, le tantissime immagini dalle Teche Rai e altre, che sono state offerte dal Museo Tiere Motus dell’Associazione dei Comuni terremotati e dei Sindaci della ricostruzione, nel borgo medievale di Venzone. Tra queste, particolari sono le simulazioni in 3D in audio e video della caduta del Duomo di Venzone, presenti nel museo, nella sala del simulatore, a cura del Laboratorio di Interazione Uomo-macchina (Hci Lab) dell’Università di Udine.
Passato e presente – Da Parigi a Varennes cronaca di reali in fuga
È il tragitto in carrozza più famoso della storia, il percorso che da Parigi porta nel villaggio di Varennes. La notte del 20 giugno 1791 i reali di Francia, preoccupati per la loro sorte, decidono di lasciare di nascosto il palazzo delle Tuileries. Ha inizio una fuga caotica e rocambolesca che si conclude meno di ventiquattr’ore dopo nel villaggio di Varennes, con l’arresto dei sovrani di Francia a poco più di cinquanta chilometri dalla salvezza. Una pagina di storia raccontata da Paolo Mieli e dal prof. Luigi Mascilli Migliorini a “Passato e Presente”, in onda lunedì 6 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte
In occasione dell’anniversario della morte di Napoleone il 5 maggio 1821 Rai Cultura ripropone “Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte”, in onda lunedì 6 maggio alle 21.10 su Rai Storia.
Il primo grande protagonista dell’era contemporanea. Anzi, secondo i testi di storia, colui che ne ha provocato l’inizio. Il professor Alessandro Barbero ne ripercorre vita e imprese quasi in “presa diretta” nello speciale scritto con Davide Savelli per la regia di Graziano Conversano. Un viaggio dall’infanzia alla fine dei suoi giorni tutto basato sulle fonti storiche - documenti, biografie, memoriali – e arricchito dalle testimonianze di alcuni grandi testimoni, interpretati da attori, che in alcuni casi erano fan sfegatatati o caustici detrattori, e in altri casi commentatori “imparziali”: Alessandro Manzoni; Luciano Bonaparte, Madame De Stael, Giuseppina Bonaparte, Maria Luisa d’Austria, il duca di Wellington, e alcuni dei suoi soldati, pronti a seguirlo sempre e ovunque.
GRANDI DELLA TV
Quartetto Cetra e il Trio/Le parodie de I promessi sposi
Ore 22.40
Prima visione RAI
MARTEDÌ 7 maggio
Storie della TV – Raimondo Vianello. La fantasia al potere
In occasione dell’anniversario della nascita di Raimondo Vianello nel 1922, domenica 7 maggio alle 17.00 su Rai Storia, va in onda “Raimondo Vianello, la fantasia al potere”, per “Storie della tv”, la serie di Alessandro Chiappetta ed Enrico Salvatori scritta con Stefano Di Gioacchino e con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso. Basta pronunciare il nome di Raimondo Vianello per evocare la possibilità di una risata educata, di una televisione d’altri tempi, quella dei pionieri, capace però di conservarsi con intelligenza e garbo fino agli anni più recenti. Vianello è senza dubbio una delle colonne portanti del varietà italiano, e il suo lascito la materia più preziosa per tutti i comici e i presentatori televisivi.
Passato e presente – Josephine Baker
Josephine Baker non è stata soltanto la ballerina che ha elettrizzato il pubblico parigino negli anni ‘20 e infatuato intellettuali e artisti come Picasso. Durante la Seconda guerra mondiale è stata anche una spia per i servizi segreti francesi. Negli anni ‘60 ha sostenuto i diritti delle minoranze e nel 1963 ha partecipato alla marcia per i diritti su Washington. È stata anche mamma di dodici figli adottati e una donna che ha creduto nel sogno della convivenza pacifica tra nazionalità e religioni diverse.
Un personaggio raccontato da Paolo Mieli con la prof.ssa Carlotta Sorba a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda martedì 7 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità
Amerigo Vespucci: il nome del mondo nuovo
Prima visione RAI
La spedizione di Vespucci è meno nota di quella di Colombo, eppure, il continente americano prende il nome dal banchiere ed esploratore Amerigo Vespucci. Questo documentario si propone di scoprire la verità su un italiano quasi sconosciuto: era un impostore, come alcuni hanno affermato in seguito, o un audace navigatore che per primo riconobbe l'importanza della scoperta di Colombo? Un interrogativo al centro del nuovo appuntamento con Giorgio Zanchini e con “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità” in onda martedì 7 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Banchiere fiorentino, inviato a Siviglia nel 1491 dalla casa dei Medici per cui lavorava, Vespucci incontrò Colombo e contribuì a finanziare una spedizione per raggiungere l'Asia lungo la rotta occidentale. Fino alla morte, Colombo rimase convinto di essere sbarcato in India, ma Vespucci decise di verificare di persona. Il suo resoconto su questo straordinario viaggio, “Mundus Novus”, fu un bestseller dell’epoca e, da esperto cartografo documentò gran parte della costa sconosciuta. Nel 1507, il cartografo tedesco Martin Waldseemüller compilò una mappa mondiale in cui annotò un nome su questo nuovo continente: America. Insieme a Giorgio Zanchini, in studio Alessandro Vanoli.
Restauratio Humana
Prima visione RAI
Il lungo e delicato lavoro di restauro del maestoso coro ligneo della basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, seguito dal gruppo del restauratore Luciano Gritti, è al centro di “Restauratio Humana”, in onda martedì 7 maggio alle 22.10 in prima visione su Rai Storia, con l’introduzione dello storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa. Lo speciale è anche l’occasione per tramandare la storia di quello che è considerato a tutti gli effetti un capolavoro. Le tarsie del coro sono state realizzate tra il 1524 e il 1532 da Giovan Francesco Capoferri su disegni di Lorenzo Lotto. Dopo cinquecento anni, il coro ritorna al suo antico splendore.
MERCOLEDÌ 8 maggio
Passato e presente - Levi oltre Eboli la riscoperta del Mezzogiorno
Dopo la caduta del fascismo e la fine del secondo conflitto mondiale, in Italia si torna a parlare di questione meridionale. La ripercorrono a “Passato e Presente” Paolo Mieli con il prof. Ernesto Galli Della Loggia mercoledì 8 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. I problemi del Mezzogiorno riaffiorano in tutta la loro gravità, esacerbati da venti anni di regime e dalla guerra. Il divario tra Nord e Sud e l’arretratezza del Meridione, emersi sin dall’unità d’Italia, torna alla ribalta dopo che il fascismo l’aveva dissimulato nel mito di un Sud come arcadia e luogo di valori genuini e tradizione. Un contributo fondamentale alla riscoperta del Sud è dato anche dalla letteratura, dal cinema e dalle arti figurative. Centrale in questa prospettiva è il romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”, frutto dell’esperienza del confino e pubblicato nel 1945, grazie al quale il Paese, attraverso gli occhi dell’intellettuale torinese, scopre il mondo contadino.
Inimitabili –Filippo Tommaso Marinetti
Prima visione RAI Storia
Poeta, scrittore, drammaturgo, Marinetti - uno dei protagonisti della scena artistica e culturale del Novecento - fondando il Futurismo ha dato il là a un movimento d'avanguardia che, a partire dal 1909, anno di pubblicazione del primo manifesto futurista, ha influenzato tutte le arti. “Marinetti. Il futurista” è il titolo della seconda puntata “Inimitabili” nella nuova serie di Rai Cultura con Edoardo Sylos Labini che intreccia il documentario storico all’interpretazione teatrale, in onda mercoledì 8 maggio alle 21.10 su Rai Storia.
Edoardo Sylos Labini si muove sulle tracce del padre del Futurismo, tra il Museo della Scienza e della Tecnologia e il Museo del 900 a Milano, e Casa Balla a Roma, esplorando il lascito e le idee di questa straordinaria ed eclettica figura. La puntata ospita le interviste all’ex direttore della Vallecchi, una delle prime case editrici del Futurismo, Umberto Croppi, ora direttore di Federculture, al regista Luca Verdone, allo storico Francesco Perfetti e alla critica d'arte Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso Marinetti.
“Inimitabili”, prodotto da Rai Cultura, è un programma di Sylos Labini e Angelo Crespi, con la consulenza di Clemente Volpini, scritto con Roberto Fagiolo e Massimiliano Griner, per la regia di Claudio Del Signore e con le musiche originali del Maestro Sergio Colicchio. Consulenza scientifica: Francesco Perfetti (puntate D’Annunzio, Marinetti, Guareschi), Giovanni Berardelli (puntata Mazzini).
RAI DOCUMENTARI
Totò e il principe de Curtis. L'uomo oltre la maschera
Dietro il grande Totò, attore e artista capace di grandi metamorfosi, si celava un mondo sconosciuto ai più, fatto di centinaia di composizioni in versi e decine di canzoni dove l’autore de Curtis si mascherava da Totò per interpretare pezzi malinconici e veicolare temi più difficili come il dolore e la delusione.
“Totò e il principe de Curtis. L’uomo oltre la maschera”, prodotto da Ocean Productions in collaborazione con Rai Documentari da un soggetto di Enzo Decaro con la regia di Tommaso Cennamo – in onda mercoledì 8 maggio alle 22 su Rai Storia - svela il poeta e filosofo Antonio de Curtis, sconosciuto al grande pubblico proprio perché in contrasto con la maschera comica di Totò.
Il luogo dove il principe de Curtis gettava la maschera ed era sé stesso era ciò che lui definiva “il pensatoio”. Come spiega sua figlia Liliana in un prezioso e inedito video in cui ricorda suo padre, “tutto il suo tempo libero dal lavoro sul set, poco e di notte specialmente, lo trascorreva in quel luogo ideale ma anche fisico che si ritagliava in ognuna delle sue abitazioni e che gli piaceva chiamare “il pensatoio”. Era lì infatti che si ritirava per ore da solo a parlare con se stesso, riflettere, pensare”.
Proprio in uno dei suoi pensatoi, Totò compose “A’ livella”, la sua poesia più amata e conosciuta, forse la più riuscita del vastissimo materiale poetico che il documentario mette al centro del racconto. La rivelazione dell’anima più intima di Totò avviene in modo immersivo: con le immagini di repertorio Rai, dell’archivio di famiglia e dell’Istituto Luce. E con le testimonianze di personaggi della cultura e dello spettacolo che portano lo spettatore nei lati più nascosti del mondo interiore di Totò e nei suoi luoghi prediletti, come il pensatoio: Elena Alessandra Anticoli de Curtis, l’avvocato Giorgio Assumma, Lino Banfi, Luigi Buommino, Fabio Celoni, Enzo Decaro, Ninetto Davoli, Goffredo Fofi, Massimiliano Gallo, Mario Martone, Pasquale Murasso, Liliana Nunes, Antonio Sciotti, Enrico Vanzina.
GIOVEDÌ 9 maggio
Edizioni Speciali TG (Ore 8.30, 11.30, 14.10 e 20.00)
In occasione del giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, Rai Cultura ripropone su Rai Storia, le edizioni straordinarie dei telegiornali Rai del 9 maggio 1978, il giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro.
A seguire
Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 8:45, 11:45, 14.20, 20.15 ca.)
Secondo una legge del 2007, nell’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, si ricordano in Italia le vittime del terrorismo. La Repubblica ha voluto istituire la giornata per tributare il riconoscimento delle istituzioni e dei cittadini alle vittime e alle loro famiglie. A partire dagli anni ’60, l’Italia è stata colpita più volte da stragi o attacchi a uomini e donne dello stato, imprenditori, sindacalisti, giornalisti, ad opera di estremisti di ogni genere e talvolta anche da terroristi internazionali.
A seguire
Vittime del terrorismo (ore 15.00 e replica 19.30)
Un filmato dedicato agli anni di piombo, il ricordo di alcuni dei servitori dello Stato uccisi dalle organizzazioni terroristiche.
A seguire
Aldo Moro, il lungo addio (ore 15.20)
Documentario di Luca Rea, prodotto da Rai Teche, realizzato interamente dalle varie edizioni dei Tg che raccontano i 55 giorni che hanno cambiato per sempre la storia del nostro Paese dal secondo Dopoguerra in poi: la prigionia e l’omicidio dell’On. Aldo Moro.
Diario Civile - Giuseppe Fava e Peppino Impastato, voci libere contro la mafia
Il 9 maggio 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, a Cinisi, in Sicilia, Peppino Impastato muore, a 30 anni, dilaniato dall’esplosione di una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Per ricordarlo, nell’anniversario della morte, Rai Cultura ripropone “Giuseppe Impastato e Giuseppe Fava: due voci libere contro la mafia”, in onda martedì 9 maggio alle 17 su Rai Storia. Il loro impegno civile è ancora oggi testimonianza diretta di come la guerra contro la mafia si possa combattere non solo nelle aule giudiziarie e nei corridoi della Questura, ma con il lavoro quotidiano di denuncia e di civilizzazione. Peppino Impastato sfidò il capomafia di Cinisi, Gaetano Badalamenti, con le sue trasmissioni a Radio Aut, sfruttando l'onda creativa delle radio libere degli anni ‘70 e dando sfogo a monologhi satirici e grotteschi. Pippo Fava è stato, invece, un uomo di cultura poliedrico che si è cimentato nella letteratura, nel teatro, nel giornalismo, raccontando una parte di Sicilia nascosta, la provincia di Catania, e il suo mondo fatto di collusioni tra mafia e imprenditoria. Entrambi hanno dato punti di vista nuovi e originali sulla Sicilia, hanno scavato nelle contraddizioni della gente e non hanno piegato la testa di fronte alle minacce mafiose, pagando il loro impegno con la vita.
Passato e presente – La scorta di Moro il giorno della strage
In occasione della Giornata della Memoria delle vittime del terrorismo, “Passato e presente” dedica una puntata al sacrificio dei cinque uomini della scorta di Aldo Moro, uccisi dalle Brigate rosse in via Fani il 16 marzo del 1978. Paolo Mieli ne discute con il prof. Guido Panvini nell’appuntamento in onda giovedì 9 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Se il caso Moro ha dato luogo a un’intensa pubblicistica nella quale hanno trovato ampio spazio anche le testimonianze dei carnefici, la memoria di queste cinque vite spezzate è stata decisamente lacunosa. Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi e Giulio Rivera, uccisi prima dal piombo e poi dall’oblio. Cinque storie diverse, cinque uomini assassinati mentre compivano il proprio lavoro, vittime della violenza cieca della lotta armata.
a.C.d.C
Gli Stuart. Un regno di sangue
La dinastia inglese degli Stuart: la raccontano le quattro puntate della nuova serie “Gli Stuart. Un regno di sangue”, in onda da giovedì 9 maggio alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del prof. Alessandro Barbero. Quattro sovrani di questo casato hanno regnato sulle isole Britanniche tra il 1603 e il 1688, un periodo di grandi lotte religiose e di instabilità politica segnato dalla guerra dei Trent’anni, dalla guerra civile inglese e la rivoluzione puritana, dalla peste e dall’incendio di Londra. Dopo la morte della regina Elisabetta I nel 1603, il re Giacomo VI di Scozia rivendica il suo trono con il nuovo titolo di re Giacomo I d’Inghilterra. Deve affrontare numerosi attentati alla sua vita, tra cui la celebre Congiura delle Polveri, mentre sul continente imperversa la Guerra dei Trent’anni. Alle 22.10, con il secondo episodio della serie, si torna al 1625 quando Carlo I succede al padre Giacomo come re d’Inghilterra, ma il suo governo autoritario, le tensioni religiose e lo scontro con il Parlamento portano alla guerra civile inglese. Per la prima volta nella storia, un re viene giudicato, condannato e decapitato dalla propria nazione. Nasce il Commonwealth diretto da Oliver Cromwell.
VENERDÌ 10 maggio
Italiani – Goliarda Sapienza
Una donna che incarna il costante lavoro femminile alla ricerca di un proprio spazio esistenziale. È il ritratto di “Goliarda Sapienza”, protagonista dello speciale scritto da Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler, riproposto venerdì 10 maggio alle 17 su Rai Storia in occasione del 100° anniversario della nascita. Quando Goliarda nasce, i suoi genitori - Maria Giudice, nota sindacalista lombarda e Giuseppe Sapienza, avvocato catanese - sono già anziani, hanno altri figli da precedenti unioni e, soprattutto, sono più interessati a lottare per un mondo migliore che a crescere una neonata. La vita di Goliarda si snoda così tra un senso continuo di abbandono – la nutre il fratello sedicenne, gioca con i bambini del quartiere più malfamato di Catania, non frequenta la scuola pubblica, più volte vede la madre condotta in carcere – e la consapevolezza di appartenenza a un ideale di profonda uguaglianza sociale. Goliarda per tutta la vita rifiuta di abbracciare ufficialmente chiese o fedi politiche, pur essendo per nascita, e per vocazione, socialista. È femminista senza esserlo (“questi preti in gonnella” dice delle femministe americane), ama le donne ma non si dichiara lesbica, ama gli uomini, ma non fa carte false per averli. Fa l’attrice per volere del padre, scrive con il compagno di vita Citto Maselli le sceneggiature dei suoi film, lo aiuta a girare i suoi documentari e, a quarant’anni, approda alla narrativa. Ma per sopravvivere finisce per insegnare recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, sorprendendo e scandalizzando a volte gli studenti con la sua forza espressiva. A raccontare il suo percorso esistenziale sono Angelo Pellegrino, che è stato per vent’anni suo marito, e Ruggiero di Lollo, pittore molisano che le è stato amico fraterno fino alla morte e che ha condiviso con lei molte estati a Gaeta. Dacia Maraini dà la sua testimonianza della scrittrice che ha conosciuto personalmente, mentre Giovanna Providenti – che ha scritto alcuni libri sulla vita di Goliarda Sapienza - conferma l’idea della sua costante ricerca dell’amore e della verità.
Il doc è arricchito dai filmati di repertorio che mostrano i suoi amici e compagni del tempo - Citto Maselli, Adele Cambria, Lina Wertmuller tra gli altri - e regalano un’immagine di lei anziana che, con una verve mai sopita, racconta di sé e del suo passato anche burrascoso: due tentativi di suicidio, l’elettroshock, la psicoanalisi, il furto di gioielli, il carcere. Da quest’ultima esperienza nacque nel 1983 “L’università di Rebibbia”. E proprio dalla lettura di questo romanzo, racconta Antonella Bolelli Ferrera, prende spunto l’idea del Premio letterario “Goliarda Sapienza”, riservato ai detenuti e alle detenute che incontrano la scrittura solo in carcere. Marcello Carlino, esperto di letteratura del Novecento, conferma l’importanza de “L’arte della gioia”, il romanzo cui Goliarda lavorò per quasi dieci anni e di cui non riuscì mai a vedere la pubblicazione. Emma Baeri Parisi, femminista e storica catanese, ripercorre le strade dell'infanzia di Goliarda e di Modesta, l'eroina del suo capolavoro.
Passato e presente – Donne e potere nell’età antonina
Nell’antichità le donne hanno dovuto combattere una lunga battaglia contro l’invisibilità. Tuttavia, l’età degli Antonini è un’epoca ricca di immagini femminili: le Augustae, le donne della domus imperiale, vengono ritratte in statue, bassorilievi, monete. A loro, dopo la morte, vengono dedicati culti e templi, come per le Faustinae. Ma queste azioni avevano soltanto uno scopo propagandistico e in nessun modo era riconosciuto un potere politico al femminile. Il loro compito - da vive e da divae - era quello di propagandare la sicurezza, la prosperità e la continuità dell’impero, e non senza sofferenza. A loro è dedicato il nuovo appuntamento con “Passato e Presente”, in onda venerdì 10 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli la prof.ssa Francesca Cenerini.
Cronache di terra e di mare – Andrea Doria. Genova e il suo principe
Genova è il punto di partenza e di arrivo dell’ascesa di Andrea Doria, da giovanissimo soldato di ventura, orfano e senza mezzi, a signore di fatto di quella città che, con lui, torna a essere una potenza economica di primo piano. Genova e il suo principe sono al centro dell’ultimo appuntamento con Cristoforo Gorno e con “Cronache di terra e di mare”, in onda venerdì 10 maggio alle 21.10 su Rai Storia.
RAInchieste
Dentro l’America (1966)
Prima visione RAI
“Dentro l'America” è un'inchiesta in cinque puntate firmata da Furio Colombo nel 1966 che punta a far conoscere al pubblico televisivo italiano aspetti della vita politica, sociale e economica degli Stati Uniti d'America a cavallo degli anni Sessanta, e che viene raccontata da Giorgio Zanchini nel nuovo appuntamento con “RAInchieste”, il nuovo programma di Rai Cultura in onda venerdì 10 maggio alle 21.40 in prima visione su Rai Storia.
“Ero giovanissimo ma per me come per la maggioranza degli italiani, gli americani divennero in quel tempo il simbolo della vita libera, civile, rispettabile, democratica, che il fascismo aveva a lungo negato con la violenza. A quella America, che è la stessa che ho conosciuto da vicino, avendo la fortuna di vivere là negli anni appassionanti di Kennedy, ho dedicato questo lavoro”, dichiarava sul Radiocorriere in occasione dell’ultima puntata dell’inchiesta, il cui battesimo avviene lunedì 1° agosto 1966, sul Programma Nazionale, e che gli fu affidata dall’allora Direttore Generale della RAI Ettore Bernabei.
D’altronde Furio Colombo rappresentava l’uomo giusto al momento giusto: dai primi anni Sessanta collabora come corrispondente da New York per la rivista «Mondo» di Mario Pannunzio, raccontando i mille volti degli Stati Uniti agli italiani. È l’America della «nuova frontiera» di JFK e della lotta per i diritti civili. Colombo conosce personalmente Eleanor Roosevelt, John Fitzgerald Kennedy, Fidel Castro, Che Guevara e Martin Luther King. Frequenta e attraversa gli ambienti artistici, musicali e cinematografici americani in pieno fermento culturale, entrando in contatto con Bob Dylan e Joan Baez, di cui diviene amico.
L’inchiesta parte dal racconto della nuova generazione statunitense all’interno del quale Colombo traccia e definisce i nuovi confini politici e culturali dei giovani americani restituendone la consapevolezza e l’impegno civile contro la guerra in Vietnam. Passando per la seconda puntata sulla donna e sulla emancipazione nella società dei consumi, attraverso cinque interviste condotte tra Boston, New York e la California, il reportage si chiude con una panoramica su New York. Anche in questo caso Colombo riesce a non farsi ingannare dall’immaginario cinematografico della Grande Mela e restituisce tutte le sfumature dell’altra faccia dell’America del benessere, quella della miseria e dell’atmosfera di tensione vissuta dai neri dei ghetti newyorkesi.
SABATO 11 maggio
Passato e presente - Eichmann, il contabile dello sterminio
L’11 aprile del 1961 a Gerusalemme inizia il processo al criminale nazista Adolf Eichmann che si conclude con la sua condanna a morte per impiccagione. Fra i testimoni ci sono i sopravvissuti alla Shoah. Una pagina di storia ripercorsa dalla professoressa Anna Foa con Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda sabato 11 maggio alle 20.30 su Rai Storia. Adolf Eichmann, considerato il principale responsabile e organizzatore delle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento nazisti, al termine della guerra si rifugia sotto falso nome in Argentina così come altri ufficiali delle SS. Qualche anno dopo, nel 1959, gli agenti del Mossad lo catturano e lo portano in Israele. Durante tutto il processo la sua difesa resterà sempre la stessa: si dichiara “non colpevole” e dice di “avere solo eseguito degli ordini” ai quali non poteva sottrarsi. E proprio l'atteggiamento di Eichmann in fase di interrogatorio ispira alla scrittrice Hannah Arendt la sua opera sulla “banalità del male”.
Cinema Italia
Il generale Della Rovere (ciclo Rossellini)
Giovanni Bertone è un truffatore che vive di espedienti al tempo dell'occupazione nazista. Viene arrestato dalle SS perché accusato di essersi fatto versare delle somme dai parenti dei fucilati e dei deportati, vantando inesistenti aderenze presso il Comando tedesco. Per salvarsi, accetta di diventare una spia dei tedeschi nel carcere di San Vittore nei panni del generale Della Rovere, ma l'incontro con i prigionieri politici lo trasformerà. È il film di Roberto Rossellini “Il generale Della Rovere”, in onda sabato 11 maggio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Vittorio De Sica, Hannes Messemer, Vittorio Caprioli, Nando Angelini, Herbert Fischer, Maria Greco, Bernardino Menicacci, Lucia Modugno, Luciano Pigozzi, Giuseppe Rossetti, Linda Veras. Il film ha vinto il David di Donatello e il Nastro d'Argento nel 1960.
DOCUMENTARI D' AUTORE
Intervista a Salvador Allende: La forza e la ragione
Nel maggio 1971 Roberto Rossellini, coadiuvato da Emidio Greco, intervista Salvador Allende, divenuto da pochi mesi Presidente del Cile. Un grande politico a confronto con un grande cineasta per raccontare come la ragione a volte nella storia umana riesca a vincere sulla forza. Regia di Roberto Rossellini, “Intervista a Salvador Allende: La forza e la ragione” andrà in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 11 maggio alle 23.25 su Rai Storia.