L’opera
Giulio Cesare in Egitto, quinta opera scritta da Händel per la Royal Academy of Music, va in scena per la prima volta al King’s Theatre di Londra il 20 febbraio 1724. Le parti principali sono affidate a due tra i più celebri cantanti del secolo: il soprano Francesca Cuzzoni e il castrato Francesco Bernardi detto il Senesino, e l’opera trionfa per tredici rappresentazioni e poi nelle riprese curate dallo stesso compositore (con sostanziali varianti) nel 1725, 1730 e 1732. Nel corso del ‘700 la si ascolta ancora a Parigi, Amburgo e Braunschweig; nel ‘900 è tra le prime opere di Händel a tornare in cartellone (la prima in epoca moderna avviene a Göttingen nel 1922) e in anni più recenti una delle più fortunate in palcoscenico e in disco.
Tra le ragioni del successo, oltre alla magistrale scrittura per le voci e alla ricchezza dell’organico orchestrale (flauto traverso, flauti dritti, oboi, fagotti, quattro corni, viola da gamba, arpa, basso continuo e archi), la qualità del libretto di Nicola Francesco Haym (rielaborazione dell’omonimo testo di Giacomo Francesco Bussani, ispirato da Plutarco) che disegna, accanto a caratteri convenzionali (la dignitosa Cornelia, il malvagio Tolomeo), personaggi dotati di autentica evoluzione psicologica su un animato sfondo storico in cui gli strascichi della guerra civile tra Cesare e Pompeo si innestano sul conflitto tra Cleopatra e Tolomeo per il controllo dell’Egitto.