L’Ape musicale

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Giulio Cesare in Egitto, Händel torna alla Scala

Il capolavoro di Händel in scena dal 18 ottobre al 2 novembre in una nuova produzione di Robert Carsen e un cast di stelle: Bejun Mehta, Danielle de Niese, Philippe Jaroussky,

Sara Mingardo e Christophe Dumeaux. Sul podio Giovanni Antonini.

 

Giulio Cesare in Egitto: la realtà storica e il mito di Cleopatra

Intervista al regista Robert Carsen

Il direttore

Lo staff creativo

I cantanti

 

Giulio Cesare in Egitto di Georg Friedrich Händel torna alla Scala dal 18 ottobre al 2 novembre in un nuovo allestimento che è già tra i più attesi della Stagione, diretto da Giovanni Antonini con la regia di Robert Carsen, scene e costumi di Gideon Davey e uno straordinario cast che riunisce alcuni dei migliori interpreti di questo repertorio. Giulio Cesare è Bejun Mehta, già applaudito due anni fa nei panni di Tamerlano, Cleopatra è Danielle de Niese, che dopo il trionfo a Glyndebourne ha fatto di questa parte il suo cavallo di battaglia, e come Sesto debutta alla Scala Philippe Jaroussky. Con loro Christophe Dumaux (Tolomeo), Sara Mingardo (Cornelia) e Christian Senn (Achilla).

Con questo allestimento la Scala prosegue il progetto barocco inaugurato nel 2016 e che prevede la rappresentazione ogni anno di un’opera del ‘700 secondo prassi esecutiva storicamente informata. Il progetto proseguirà nei prossimi anni con Agrippina e Ariodante di Händel.


Stagione d’Opera e Balletto 2018 ~ 2019

18, 21, 23, 25, 28, 31 ottobre; 2 novembre 2019

Georg Friedrich Händel

GIULIO CESARE IN EGITTO

Opera in tre atti

Libretto di Nicola Francesco Haym

da Giacomo Francesco Bussani

(Hallische Händel-Ausgabe a cura di Frieder Zschoch. Copyright ed edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel;

rappr. per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore GIOVANNI ANTONINI

Regia ROBERT CARSEN

Scene e costumiGIDEON DAVEY

Luci ROBERT CARSEN e PETER VAN PRAET

Video designer WILL DUKE

Coreografia REBECCA HOWELL

Drammaturgo IAN BURTON

Personaggi e interpreti

Giulio Cesare Bejun Mehta

Cleopatra Danielle de Niese

Cornelia Sara Mingardo

Sesto Pompeo Philippe Jaroussky

Tolomeo Christophe Dumaux

Achilla Christian Senn

Curio Renato Dolcini

Nireno Luigi Schifano

ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA SCALA SU STRUMENTI STORICI

Maestro del Coro BRUNO CASONI

Date:

Venerdì 18 ottobre 2019 ore 19.30 ~ Abbonamento Prime Opera

Lunedì 21 ottobre 2019 ore 19.30 ~ turno B

Mercoledì 23 ottobre 2019 ore 19.30 ~ turno E

Venerdì 25 ottobre 2019 ore 19.30 ~ turno C

Lunedì 28 ottobre 2019 ore 19.30 ~ turno D

Giovedì 31 ottobre 2019 ore 19.30 ~ turno A

Sabato 2 novembre 2019 ore 19.30 ~ fuori abbonamento

Prezzi: da 230 a 14 euro (più prevendita)

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org


L’opera

Giulio Cesare in Egitto, quinta opera scritta da Händel per la Royal Academy of Music, va in scena per la prima volta al King’s Theatre di Londra il 20 febbraio 1724. Le parti principali sono affidate a due tra i più celebri cantanti del secolo: il soprano Francesca Cuzzoni e il castrato Francesco Bernardi detto il Senesino, e l’opera trionfa per tredici rappresentazioni e poi nelle riprese curate dallo stesso compositore (con sostanziali varianti) nel 1725, 1730 e 1732. Nel corso del ‘700 la si ascolta ancora a Parigi, Amburgo e Braunschweig; nel ‘900 è tra le prime opere di Händel a tornare in cartellone (la prima in epoca moderna avviene a Göttingen nel 1922) e in anni più recenti una delle più fortunate in palcoscenico e in disco.

Tra le ragioni del successo, oltre alla magistrale scrittura per le voci e alla ricchezza dell’organico orchestrale (flauto traverso, flauti dritti, oboi, fagotti, quattro corni, viola da gamba, arpa, basso continuo e archi), la qualità del libretto di Nicola Francesco Haym (rielaborazione dell’omonimo testo di Giacomo Francesco Bussani, ispirato da Plutarco) che disegna, accanto a caratteri convenzionali (la dignitosa Cornelia, il malvagio Tolomeo), personaggi dotati di autentica evoluzione psicologica su un animato sfondo storico in cui gli strascichi della guerra civile tra Cesare e Pompeo si innestano sul conflitto tra Cleopatra e Tolomeo per il controllo dell’Egitto.


Giovanni Antonini

Nato a Milano, ha studiato alla Civica Scuola di Musica e al Centre de Musique Ancienne di Ginevra. È membro fondatore dell’ensemble barocco "Il Giardino Armonico", che dirige dal 1989. È direttore artistico del Wratislavia Cantans Festival in Polonia e direttore principale ospite del Mozarteum Orchester e Kammerorchester Basel. Antonini è anche ospite regolare dei Berliner Philharmoniker, del Concertgebouworkest, del Tonhalle Orchester, della Orquesta Nacional de España e del Gewandhausorchester a Lipsia. In campo operistico ricordiamo Le nozze di Figaro di Mozart e Alcina di Händel alla Scala e all’Opernhaus di Zurigo, Giulio Cesare di Händel e Norma di Bellini con Cecilia Bartoli al Festival di Salisburgo. Gli impegni per la Stagione 19-20 includono il Mozarteum Orchester, il Tonhalle Orchester, la Czech Philharmonic e il Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. È direttore artistico del progetto Haydn 2032, nato per registrare ed eseguire con Il Giardino Armonico e Kammerorchester Basel le sinfonie complete di Joseph Haydn in occasione del 300° anniversario della nascita del compositore.

Robert Carsen

Robert Carsen, tra i più importanti registi del nostro tempo, è attivo nel campo dell’opera, della prosa, del musical e anche nella cura e allestimento di grandi mostre nei musei più prestigiosi del mondo. Ha debuttato alla Scala nel 2000 con la memorabile produzione de Les Dialogues des Carmélites di Poulenc e da allora è stato una presenza costante a Milano: ricordiamo Jérusalem di Verdi nel 2001, Kát’a Kabanová di Janáček nel 2006, Candide di Bernstein nel 2007, Alcina di Händel e A Midsummer Night’s Dream di Britten nel 2009, Don Giovanni di Mozart per l’inaugurazione della Stagione 2011/2012 (ripreso nel 2017), Les Contes d’Hoffmann di Offenbach nel 2012, Falstaff di Verdi nel 2013 (ripreso nel 2015), la prima assoluta di CO2 di Giorgio Battistelli nel 2015 e La fanciulla del West di Puccini nel 2016.

L’autunno 2019 è ricco di impegni italiani: dopo Giulio Cesare in Egitto Carsen sarà a Roma per Idomeneo con la direzione di Michele Mariotti e a Venezia per Don Carlo con la direzione di Myung-Whun Chung.

Il cast

Giulio Cesare in Egitto vede nei panni del protagonista Bejun Mehta, lo straordinario artista già applaudito alla Scala nei panni di Tamerlano nel 2017 che si divide tra il Barocco (nei prossimi mesi riprenderà Rodelinda a Barcellona) e il contemporaneo (George Benjamin ha scritto per lui la cantata Dream of the Song); Cleopatra è Danielle de Niese, che proprio con questa parte ha acquistato notorietà internazionale e che nei prossimi mesi sarà Euridice a Los Angeles e Blanche de la Force nei Dialogues des Carmélites a Glyndebourne. Grande attesa per il debutto scaligero di Philippe Jaroussky, anch’egli forte di un vasto repertorio e imponente discografia nell’ambito della musica del ‘700 ma nel 2016 interprete anche della prima assoluta di Only the Sound Remains di Kaija Saariaho. Completa il terzetto dei controtenori la star Christophe Dumaux, veterano del ruolo (a Glyndebourne, Vienna, Parigi, Salisburgo e al Met), quest’anno già Orlando con Antonini a Vienna e Caino ne La Morte d’Abel a Salisburgo con Capuano. Interprete amatissima alla Scala è Sara Mingardo, collaboratrice frequente di Claudio Abbado e applaudita al Piermarini in opere di Monteverdi e Händel.

Il complesso barocco dell’Orchestra del Teatro alla Scala

Con Giulio Cesare in Egitto torna in buca il complesso barocco dell’Orchestra scaligera. La compagine ha debuttato nel gennaio 2016 presentando in forma scenica l’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno di Händel diretto da Diego Fasolis, che è tornato sul podio nel 2017 per Tamerlano di Händel e nel 2018 per La finta giardiniera. Händel torna nel 2019 con Giulio Cesare in Egitto diretta da Giovanni Antonini, mentre nelle due stagioni a venire sono in programma Agrippina e Ariodante. Nell’ottobre 2019 il complesso barocco fa il suo debutto internazionale presentando La finta giardiniera diretta da Diego Fasolis a Lugano e a Shanghai.


Giulio Cesare in Egitto e le opere di Händel al Teatro alla Scala

Giulio Cesare è stata la prima opera di Händel mai eseguita alla Scala (qualche rara apparizione del compositore era avvenuta in campo sinfonico: nel 1952 Karajan aveva diretto la Water Music con la Philharmonia, nel 1955 Ormandy aveva proposto l’aria da Samson con la Philadelphia. Inoltre alcuni cantanti tra cui la Schwarzkopf, Siepi e la De los Ángeles avevano inserito qualche aria nei loro recital). Fu Gianandrea Gavazzeni a portarlo in scena nel 1956 con la regia di Margherita Wallmann e un cast di voci illustri che comprendeva Nicola Rossi-Lemeni come Giulio Cesare, Virginia Zeani come Cleopatra, Franco Corelli come Sesto, Giulietta Simionato come Cornelia e Mario Petri come Tolomeo. Da allora il Piermarini ha ospitato alcuni altri titoli d’autore, ma Giulio Cesare torna in scena solo oggi. Quella di Gavazzeni fu un’operazione coraggiosa per l’epoca, anche se l’approccio filologico sarebbe venuto diversi anni più tardi: al taglio dello stesso titolo (non più “in Egitto”) corrispondevano le trasposizioni per voci di tenore e basso delle parti destinate ai castrati e abbondanti omissioni in partitura, così che oltre un terzo della musica che ascolteremo nei prossimi giorni risuona alla Scala per la prima volta.

La troppo breve storia di Händel alla Scala prosegue nel 1958 con Eracle diretto da Lovro von Matačić con un altro cast di grande opulenza vocale e scarsa attendibilità filologica: con Corelli cantano Elizabeth Schwarzkopf, Ettore Bastianini e Fedora Barbieri. L’anno seguente Hermann Scherchen dirige l’oratorio Israele in Egitto, mentre nel 1962 la Piccola Scala ospita Sersediretta da Piero Bellugi e le scene di Franco Enriquez con le voci di Luigi Alva, Mirella Freni, Fiorenza Cossotto e Rolando Panerai. Israele in Egitto torna nel 1968 diretto da Vittorio Gui, ma negli anni seguenti Händel compare solo con qualche aria nei concerti di canto di Marilyn Horne, Montserrat Caballé, Shirley Verrett, Frederica von Stade, Leyla Gencer e José Carreras. Nel 1980 Sir Charles Mackerras dirige l’English Chamber Orchestra in Judas Maccabeus, ma per ascoltare un’opera occorre aspettare ancora un anno: nel 1981 Alan Curtis e Pier Luigi Pizzi presentano una bella edizione di Ariodante con Carolyn Watkinson, Lella Cuberli e Lucia Aliberti, sempre però alla Piccola Scala. La prima scaligera di Alcinaè del 1985, diretta da Andrew Parrott con Luciana Serra nel ruolo eponimo, ma è in forma di concerto; nello stesso anno Sir John Eliot Gardiner propone Israel in Egypt con gli English Baroque Soloists e il Monteverdi Choir; alcune arie fanno capolino nei recital di Renata Scotto e Montserrat Caballé, seguite negli anni successivi da Marilyn Horne, Jessye Norman, Kiri Te Kanawa, Chris Merritt, Renato Bruson, Kathleen Battle e Samuel Ramey con Cecilia Gasdia. Nel 1995 Kenneth Montgomery dirige i complessi scaligeri nell’oratorio La risurrezione con Eva Mei e Barbara Frittoli. Seguono altre arie isolate in numerosi recital tra cui quelli di Anna Caterina Antonacci, Rockwell Blake, The Swingle Singers, Anne-Sofie von Otter. Si arriva così al 2009, quando la Scala di Lissner propone Alcinain forma scenica nella sala del Piermarini: la regia è di Robert Carsen, Giovanni Antonini assicura credibilità e rispetto della partitura, cantano Anja Harteros e Monica Bacelli. È la prima volta che un’opera barocca viene eseguita alla Scala in una versione attendibile dal punto di vista testuale, ed è un grande successo. La sovrintendenza di Alexander Pereira segna la nascita di un ensemble barocco in seno all’Orchestra (come già sperimentato con “La Scintilla” all’Opera di Zurigo) che si dedica soprattutto a Händel con Il trionfo del Tempo e del Disinganno diretto da Diego Fasolis con la regia di Jürgen Flimm nel 2016 e Tamerlano ancora con Fasolis e la regia di Davide Livermore nel 2017. Proprio Tamerlano segna una svolta: per la prima volta alla Scala le parti scritte per voci di castrato sono affidate a controtenori e l’opera vede protagoniste, insieme al Bajazet di Plácido Domingo, le acrobazie vocali di Bejun Mehta e Franco Fagioli. Uno spettacolo destinato a ripetersi nel 2019 nel Giulio Cesare in Egitto diretto da Giovanni Antonini in cui a Mehta si affiancano Philippe Jaroussky e Christophe Dumaux, mentre protagonista femminile è Danielle de Niese. Intanto nel 2019 John Eliot Gardiner è tornato al Piermarini con una versione semiscenica di Semele con il Monteverdi Choir e gli English Baroque Soloists, mentre nelle prossime stagioni il progetto barocco prevede Agrippina e Ariodante.

Con soli sei titoli proposti in forma scenica nella sala del Piermarini in sessant’anni incluso Giulio Cesare in Egitto - cui se ne aggiungono due alla Piccola Scala, due opere in versione da concerto e alcuni oratori - la storia di Händel alla Scala è ancora in larga parte da scrivere.


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