Il testamento di Strauss
Al Carlo Felice di Genova, Die Liebe der Danae di Strauss rivive in una produzione non appieno convincente ma indubbiamente suggestiva: visionaria la regia di Laurence Dale, ispirata la direzione di Michael Zlabinger e straordinaria la prova vocale di Angela Meade.
Genova, 16 aprile 2025 – Tra le opere più enigmatiche e toccanti di Richard Strauss, Die Liebe der Danae occupa un posto speciale: quello di un addio mancato, di un'opera sospesa tra il crepuscolo di una civiltà musicale e il disincanto di un mondo in guerra. Composta tra il 1937 e il 1940, nel pieno della maturità del compositore, ormai ottantenne, l’opera nasce come una favola mitologica intrisa di ironia e malinconia, in cui la principessa Danae, tentata dall’oro e dal potere di Giove, sceglie invece l’amore sincero e umano del povero Mida. Ma dietro il racconto si cela una parabola ben più profonda: quella dell'artista anziano che riflette sull’illusione, sulla rinuncia e sulla dignità dell’ultimo gesto. A corredo del capolavoro, per non farsi mancare proprio nulla, la storia ha scritto anche una vicenda esecutiva travagliata e d’effetto: prevista per il Festival di Salisburgo del 1944, fu cancellata all’ultimo momento a causa del collasso del regime nazista e sostituita da una prova generale privata, diretta da Clemens Krauss e salutata da Strauss con parole commosse e intrise di malinconia: “Forse ci rivedremo in un mondo migliore”. Solo nel 1952, tre anni dopo la sua morte, l’opera vide finalmente la luce del palcoscenico. Da allora Die Liebe der Danae è rimasta una sorta di testamento inascoltato, poco frequentata nei teatri d’opera. Eppure, incanta al primo ascolto. Onore e gloria, dunque, al Carlo Felice di Genova, che affronta e vince l’arduo cimento, nonostante la scure di uno sciopero che ne ha ridotto le già poche recite da quattro a tre.
La messinscena firmata da Laurence Dale, con scene e costumi di Gary McCann e luci di John Bishop, non convince appieno ma in definitiva persuade. Intrecciando la trama dell’opera con le circostanze sopracitate che ne hanno segnato la prima rappresentazione, Dale costruisce uno spettacolo che mescola, in maniera talvolta anche stralunata, il reale storico con l’onirico: ecco dunque che sul palcoscenico, incorniciato da un boccascena funestato dai bombardamenti, compare uno Strauss in dolce compagnia, intento a seguire forse la prova dell’opera, proiettandosi poi nella storia là dove il materiale drammaturgico si fa più intimo e personale. Non sempre, a onor del vero, si riesce a seguire con chiarezza l’evoluzione della narrazione in tutte le sue enigmatiche direzioni, ma la presenza dell’espediente metateatrale in secondo piano offre quantomeno un’alternativa allo spettatore che, disinteressato all’autopsia del pensiero registico, riesce comunque a fruire di una messinscena tradizionale e scorrevole.
Molti meno dubbi lascia invece la concertazione di Michael Zlabinger che, dopo la defezione di Fabio Luisi, prende il timone dei complessi dell’Opera Carlo Felice e solca la sublime partitura con estro e virtuosismo. La sua direzione riesce a mantenere l’equilibrio tra densità sinfonica e trasparenza cameristica, restituendo con intelligenza il continuo alternarsi di slanci epici e riflessi lirici che caratterizza l’opera. Zlabinger evita tanto l’enfasi retorica quanto il rischio di afflosciare i momenti più rarefatti, governando con lucidità le complicate architetture straussiane, sostenuto da una compagine orchestrale in ottima forma, reattiva, compatta e attenta alla dinamica scenica. Una lettura non solo tecnicamente solida, ma anche poeticamente ispirata, che restituisce il senso di un’opera sfuggente e stratificata, forse più che mai attuale nel suo oscillare tra illusione e consapevolezza.
Come previsto, il cast è dominato dalla Danae di Angela Meade, soprano che trasforma in oro tutto ciò che canta. Lo strumento poderoso, esteso, denso, avvolgente, trova nella magnifica scrittura del personaggio l’ennesimo palcoscenico su cui far rifulgere le preziose qualità vocali del soprano statunitense: acuti luminosi e pianissimi eterei affastellano così una linea di canto controllatissima e plastica, capace di passare con naturalezza disarmante dall’abbandono lirico ai momenti di più accesa drammaticità. Meade non si limita a esibire tecnica: scolpisce fraseggi intensi, cesella ogni sfumatura espressiva e tratteggia una Danae complessa, fragile e volitiva, restituendo pienamente quella commovente umanità che Strauss ha saputo racchiudere in uno dei suoi ritratti femminili più riusciti. Fa benissimo, questa volta al suo fianco anche sulla scena, John Matthew Myers, Midas caratterizzato da bel timbro ed emissione sicurissima. La voce, piena e ben proiettata, regge con autorità le insidie di una scrittura impervia, fatta di slanci eroici e passaggi più raccolti, in cui il tenore americano dimostra non solo solidità tecnica, ma anche sensibilità interpretativa. Il suo Midas è credibile, umano, vibrante: un personaggio tratteggiato con calore e intensità, capace di reggere il confronto con la statura vocale e scenica della protagonista, e di incarnare con efficacia quella tensione tra amore autentico e disillusione che attraversa l’opera. Al netto di qualche affanno, Scott Hendricks si rivela un valido Jupiter. Il baritono americano affronta con mestiere un ruolo tutt’altro che semplice, che alterna guizzi da commedia brillante a improvvise zone d’ombra più introspettive. La voce, si impone soprattutto nei momenti di maggiore teatralità, quando il personaggio mitico si confronta con il senso della propria decadenza. Ottimi i comprimari Timothy Oliver (Ermes), Tuomas Katajala (Polluce), Valentina Farcas (Xante), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmena), Valentina Stadler (Leda); validi i quattro re Albert Memeti, Eamonn Mulhall, Nicolas Legoux e John Paul Huckle; molto buona la prova del Coro Del Teatro Carlo Felice di Genova istruito da Claudio Marino Moretti.
Buona la risposta del pubblico che a fine recita tributa accesi consensi, con punte di entusiasmo per Meade e Myers.
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