L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Anna Caterina Antonacci e il caso Braibanti

DOMENICA 11/05/2025

Passato e Presente
Luigi Einaudi, l’economista liberale

Nato in Piemonte da famiglia di origini borghesi, Luigi Einaudi dedica tutta la sua vita allo studio e alla ricerca in campo economico. Numerosi sono i suoi contributi, tutti tesi alla promozione del libero mercato, contro i monopoli e l’intervento dello Stato che egli, da liberale e liberista, considera estremamente dannosi per il Paese. Accanto a tale attività prevalente, non fa mancare il suo impegno diretto nelle istituzioni. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Francesco Perfetti a “Passato e Presente”, in onda domenica 11 maggio alle 20.30 su Rai Storia in occasione dell’anniversario dell’elezione a Presidente della Repubblica.  L'iniziale entusiasmo verso il fascismo si attenua via via che il regime manifesta la sua reale natura. Dopo il crollo del regime, Einaudi riprende il suo impegno pubblico da rettore dell’Università di Torino ma, dopo l’8 settembre, ricercato dalle autorità fasciste, è costretto a rifugiarsi in Svizzera. Fa rientro in Italia a guerra ancora in corso per assumere l’incarico di governatore della Banca d’Italia, poi nel 1946, da convinto monarchico, viene eletto all’Assemblea costituente nelle file del partito liberale. Dopo una breve parentesi al governo, come Vicepresidente del consiglio con De Gasperi, l’11 maggio 1948 è eletto Presidente della Repubblica. Durante tutto il settennato mantiene il suo profilo accademico, rimanendo uno studioso al servizio delle istituzioni democratiche.

Binario cinema
Il buco in testa

La vita di Maria Serra, una donna che vive in provincia di Napoli, scorre incerta tra un lavoro precario, nessuna relazione sentimentale e una madre che non parla. Circa quarant'anni prima suo padre, ai tempi un giovane vicebrigadiere di polizia, era stato ucciso da un militante dell'estrema sinistra nel corso di una manifestazione politica. E’ il film di Antonio Capuano, con Teresa Saponangelo, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Vincenza Modica, Gea Martire “Il buco in testa”, in onda domenica 11 maggio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”.

LUNEDI’ 12/05/2025

Passato e Presente
1258, i Mongoli distruggono Baghdad

Tutti conoscono Gengis Khan, il grande conquistatore che rese grande il popolo mongolo dandogli una organizzazione politica e militare senza precedenti. Alla sua morte i suoi discendenti ereditano un impero vastissimo. Quando, nel XIII secolo l’Europa occidentale entra in contatto con l’Asia più profonda, l’incontro con il popolo mongolo è un trauma. Le fonti occidentali e islamiche li descrivono come un popolo nomade, aggressivo, inarrestabile e con un universo religioso complesso. Grazie alla potenza e mobilità dei loro arcieri a cavallo, i mongoli riuscirono a divorare, in poco tempo, enormi quantità di territorio, bruciando città e metropoli del basso medioevo. Così fu per Baghdad: la florida città medievale sulle sponde del Tigri fu conquistata e distrutta dalle armate di Hulàgu Khan che misero fine al califfato e alla dinastia Abbàside. A Passato e presente, in onda lunedì 12 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, con Paolo Mieli e con il professor Franco Cardini, un viaggio attraverso la storia di un grande popolo, fino al 1260 quando i mamelucchi posero fine alla sua espansione.

Italia. Viaggio nella bellezza
Giacomo Boni, l’archeologo del Foro Romano

“Noi italiani che possediamo tanto tesoro, meriteremo sia nostro, continuando a riscattarlo dall’oblio, a studiarlo con amore, e ponendo quanti ne son degni in condizione di leggere e intendere le dure, ma sapienti, lezioni delle sue pagine immortali”. Parole di Giacomo Boni, uno dei più celebri archeologi italiani tra Ottocento e Novecento. A 100 anni dalla sua morte, “Italia. Viaggio nella bellezza” nel nuovo appuntamento firmato da Ilaria Scala con la regia di Marzia Marzolla, in onda lunedì 12 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, ripercorre le tappe della sua vita, la sua carriera, gli studi e le passioni di un uomo che visse la ricerca archeologica come una missione. Era veneziano e la sua città è stata la sua scuola di formazione, partecipando attivamente al dibattito per la sua modernizzazione. Si occupò di restauro, di architettura, di botanica e stabilì importanti rapporti con gli intellettuali dell’epoca, soprattutto all’estero. Viaggiò molto e instancabilmente. Visitò tutta l’Italia per inventariare le meraviglie del nostro Paese, alcune ancora sconosciute o dimenticate, talune nascoste dall’asperità del territorio. Quando ricevette l’incarico di direttore degli scavi del foro romano, Giacomo Boni iniziò un lavoro di scoperta dei contesti archeologici forensi che si concluse solo con la sua morte, avvenuta a Roma il 10 luglio del 1925. Il suo interesse scientifico primario era la ricerca della Roma delle origini, quella città che aveva cambiato le sue forme per cedere il passo alla Roma imperiale. Promotore del metodo stratigrafico, scavò anche sul colle Palatino, dove abitò e dove tutt’oggi il suo corpo riposa. Araldo della romanità, fu uno studioso di fama internazionale, e senatore del Regno, nominato per merito nel 1923 dal governo Mussolini.

Storia delle nostre città
Bari. La porta d'Oriente

Città di mare e di fede, approdo, porto, luogo di commercio e incontro di culture: è Bari la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 12 maggio alle 22.10 su Rai Storia. L’insediamento più antico nella penisola su cui sorge la città vecchia risale all'Età del Bronzo e nel terzo secolo a.C. la città è già un fiorente ed attivo porto delle popolazioni della Peucezia, che occupavano un territorio centrale dell'antica Puglia. I pericoli, in quel periodo giungono dal mare e Bari resiste a lungo alle invasioni dei greci, ma poi viene conquistata dai romani che la qualificano come municipium e la fanno diventare un importante centro commerciale. 
Alla caduta dell’Impero, Bari si trova coinvolta nelle lotte fra Bizantini e Longobardi: nell’879 la città cade sotto il dominio dei saraceni venendo in seguito riconquistata dai bizantini. In quel periodo diventa il maggior centro politico, militare ed economico dell'impero d'oriente e sede del catapano che governava tutti i territori di Bisanzio in Occidente.

Attorno all'anno 1000, Bari subisce nuovi assalti da parte dei pirati saraceni, il più grave nel 1002 e si protrae con un lungo assedio dal quale viene salvata grazie all'intervento della flotta veneziana guidata dal doge Orseolo II. Il dominio bizantino termina nel 1071, quando il normanno Roberto il Guiscardo la conquista.
Sotto la dominazione normanna il porto di Bari assume grande notorietà e insieme a Brindisi diviene uno dei principali porti d'imbarco per le crociate. Con l'arrivo, nel 1087, delle reliquie di san Nicola di Mira, Bari diventa anche un importante centro religioso. Infatti, nel 1096 dopo la predicazione di Pietro l'eremita, guerrieri provenienti da ogni parte d'Europa affluiscono a Bari per recarsi alla prima Crociata.

Il dominio normanno caratterizzato inizialmente da una certa tranquillità termina nel 1156 quando Guglielmo I, detto il Malo, assalta la città e la rade al suolo, salvando solo la basilica di San Nicola. La città viene ricostruita dagli svevi che danno inizio ad uno dei periodi più fiorenti. Federico II, il sovrano illuminato, dà nuovo impulso alle attività portuali e industriali, restaura il Castello e alla sua Corte fiorirono le arti e la cultura nel tredicesimo e quattordicesimo secolo. 
Con gli angioini, invece, Bari decade, ma si risolleva nel sedicesimo secolo con Isabella d'Aragona che raggiunge Bari nel 1501. Sotto Isabella la città vive un periodo di notevole prosperità. Alla morte gli succede la figlia Bona che si trasferisce a Bari e regna con tanta saggezza che i baresi la seppelliscono in San Nicola nel 1557. Tra alterne fortune, sotto la dominazione spagnola e quella borbonica, si giunge al 1813 quando col decreto di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e re del Regno delle due Sicilie, si inizia la costruzione della città nuova.

MARTEDI’ 13/05/2025

Passato e Presente
Ernesto Nathan, un mazziniano in Campidoglio

Il 25 novembre 1907 Ernesto Nathan, leader del Blocco Popolare - un blocco anticlericale che comprende liberali, radicali, repubblicani e socialisti - viene eletto sindaco di Roma. Nathan, inglese di nascita, ebreo e massone, era arrivato a Roma nel 1870 e da allora si era prodigato in un’intensa attività per diffondere gli ideali mazziniani. L’amministrazione da lui guidata metterà al primo posto la modernizzazione della città e la lotta alle diseguaglianze, attraverso la municipalizzazione dei servizi, lo sviluppo del sistema scolastico e il contrasto alla speculazione edilizia. A “Passato e Presente”, in onda martedì 13 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Marco De Nicolò, ripercorrono la storia del leader che cercò di migliorare concretamente le condizioni di vita degli abitanti di Roma e dell’Agro romano, fino al novembre del 1913 quando, a causa dell’aggravarsi delle divergenze nella maggioranza, rassegno le dimissioni dalla giunta comunale.

Inferno nei mari
Missione Royal Navy

Settembre 1939. Dopo essere stato artefice del primo affondamento tramite U-Boot della Seconda guerra mondiale, il comandante tedesco Gunther Prien viene improvvisamente richiamato dal suo servizio di pattugliamento e gli viene offerta una missione segreta per colpire la Royal Navy nel suo porto di Scapa Flow. La missione incontra molti ostacoli, ma è un successo. Lo racconta lo speciale “Missione Royal Navy”, in onda martedì 13 maggio alle 21.10 su Rai Storia. A introdurre la puntata, lo storico militare Francesco Zampieri.

1939 – 1945: La Seconda guerra mondiale
La guerra finisce ad Hiroshima e Nagasaki

Dopo la resa della Germania, in armi resta il Giappone che non ha nessuna intenzione di capitolare. Per piegare la resistenza nipponica, il nuovo presidente degli Stati Uniti Harry Truman, succeduto a Roosevelt, morto il 12 aprile 1945, decide allora di utilizzare la bomba atomica sperimentata nel deserto del Nevada. Il 6 agosto 1945 gli americani sganciano la bomba su Hiroshima. La città fu rasa al suolo, morirono più di 90.000 persone. Il 9 agosto una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Ancora un’ecatombe. Il 2 settembre 1945 il Giappone firma la resa incondizionata. È la fine della Seconda guerra mondiale. Questi gli eventi al centro del ventesimo appuntamento con la serie “1939 - 1945 – La seconda guerra mondiale” in onda martedì 13 maggio alle 22.10 su Rai Storia.

MERCOLEDI’ 14/05/2025

Speciale David di Donatello
Storia del premio

Ai nastri di partenza dell'edizione numero 70 dei David di Donatello, celebre premiazione indetta dall'Accademia del Cinema Italiano. Rai Cultura ne ripercorre la storia con un omaggio particolare ai premiati scomparsi nel corso dell'ultimo anno nello Speciale in onda mercoledì 7 maggio alle 19.50 rin prima visione su Rai Storia.

Passato e presente
Mare Nostrum, la battaglia nel Mediterraneo

Il 10 giugno 1940, l’entrata in guerra dell’Italia fascista, ha come principale obiettivo la conquista della supremazia nel Mediterraneo. Il progetto imperiale di Mussolini passa attraverso il controllo del mare, via necessaria per l’espansione verso l’Egitto e i Balcani. Ma le aspettative del duce andranno deluse: dopo aver combattuto duramente nel “Mare Nostrum” e aver conosciuto gravi sconfitte, la Regia Marina, nonostante alcuni successi tattici, dovrà cedere alla superiorità delle forze Anglo-Americane, fino all’epilogo della consegna della flotta, dopo l'armistizio dell’8 settembre 1943. A “Passato e Presente” in onda mercoledì 14 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia in studio con Paolo Mieli il professor Fabio De Ninno, esperto di storia e politica navale tra le due guerre.

Cortina nella Grande
Guerra Montagne amate, montagne armate

Cortina d’Ampezzo e le sue maestose montagne, le fotografie d’epoca e il repertorio di guerra, la lettura dei diari e delle lettere dei soldati dal fronte. Un racconto che si snoda inizialmente tra Ottocento e Novecento, quando Cortina conosce una stagione di sviluppo del turismo e dell’alpinismo, fino all’irrompere della Grande Guerra, che trascinerà i soldati in un’assurda guerra “d’alta quota”, mai vista prima, e che rimarrà un unicum nella storia dei conflitti. 
Sono gli ingredienti di “Cortina nella Grande Guerra”, il nuovo speciale Rai Cultura in onda in un doppio appuntamento mercoledì 14 e 21 maggio alle 21.10 su Rai Storia, con la narrazione condotta sui luoghi da Emanuela Lucchetti, insieme al contributo di storici ed esperti della comunità ampezzana e delle sue Dolomiti, del mondo dell’alpinismo e soprattutto del Primo conflitto mondiale in quei territori (Marco Mondini, Diego Leoni, Paolo Giacomel ed Enrico Camanni). 
L’approfondimento principale riguarda l’irruzione della guerra, che investe in due fasi la zona di Ampezzo: nel 1914, i suoi abitanti, soprattutto i giovani, sono mandati a combattere sul fronte orientale contro l’Impero russo. E poi, circa un anno dopo, a maggio 1915, anche contro l’Italia, che aveva dichiarato guerra all’Austria-Ungheria: sarà un terribile e lungo conflitto sull’impervio confine montano tra i due Paesi. 

Nella prima puntata, “Montagne amate, montagne armate”, si parte dal racconto dello sviluppo del turismo di montagna e dell’alpinismo sulle Dolomiti di Cortina tra ‘800 e inizio ‘900. Cortina, che fa parte da quattro secoli dell’Austria-Ungheria, diventa progressivamente una meta privilegiata per visitatori e scalatori. Le montagne vengono scoperte e si inizia a esplorarle, anche grazie allo sviluppo di strade e ferrovie. Ma per le cime dolomitiche passa parte del confine politico con l’Austria-Ungheria. Mentre si costruiscono i primi grandi alberghi a Cortina, frequentati da tanti turisti d’Europa, sulle montagne italiani e austriaci, pur alleati nelle Triplice Alleanza, realizzano una grande rete di fortificazioni in previsione di un possibile scontro. Poi nel 1914 tutto precipita con l’inizio della Prima guerra mondiale. I cittadini di Cortina vengono arruolati e mandati a combattere sul fronte al confine con la Russia. È un primo sconvolgimento per gli ampezzani. Poi la guerra arriva anche in casa, nel maggio 1915: solo pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria, uno dei primi territori occupati dai soldati del Regio Esercito è proprio quello di Cortina. Con gli austriaci ritirati sulle Dolomiti, in posizione difensiva, iniziano i primi sanguinosi scontri sulle vette.  

GIOVEDI’ 15/05/2025

Passato e presente
La rivolta dei boxer

Nel 1900, le campagne cinesi divennero teatro di una drammatica insurrezione destinata a ridefinire il destino della nazione. I "Pugni di Giustizia e Concordia", una società segreta di arti marziali, emersero dallo Shandong come espressione violenta del risentimento popolare contro l’odiata presenza straniera. Gli occidentali li battezzarono con un nome destinato ad entrare nella storia: i Boxer. Contadini e lavoratori disperati che, credendosi invulnerabili alle armi da fuoco, scatenarono la loro furia prima contro i cinesi convertiti al cristianesimo, poi contro ogni presenza occidentale. L'Imperatrice vedova Cixi, intuendo il potenziale politico della rivolta, permise tacitamente la sua espansione. Quando i diplomatici stranieri a Pechino si ritrovarono assediati per 55 drammatici giorni, un esercito internazionale di 18.000 uomini marciò sulla capitale. La liberazione del 14 agosto 1900 si trasformò in una brutale rappresaglia, culminando in una pace umiliante per la Cina. Questa breve ma intensa ribellione segnò l'inizio della fine per la dinastia Qing, che crollerà appena dodici anni dopo. Una pagina di storia raccontata a Passato e presente, in onda giovedì 15 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia da Paolo Mieli e dal professor Giovanni Andornino, esperto in relazioni internazionali dell’Asia orientale.

RAInchieste
TV7 1963-70: Sergio Zavoli

Vent’anni di inchieste a puntate che hanno caratterizzato la Televisione della RAI, dagli anni ‘60 agli anni ‘80. Da giovedì 15 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia torna “RAInchieste”, con Giorgio Zanchini, il programma Rai Cultura in otto puntate che ripercorre le inchieste firmate da grandi giornalisti, spesso anche registi di questi documentari, o da grandi registi, che si fanno cronisti di un Paese, o di un mondo, in rapida trasformazione, con l’ausilio dei migliori tecnici della RAI. Racconti sospesi tra macchine da scrivere, cineprese e microfoni, girati nel formato 16 millimetri in bianco e nero, i colori della TV di allora. Dagli anni ‘70 sono state selezionate alcune delle inchieste girate a colori, prefigurando il futuro della televisione.

Le prime due puntate (a cura di Francesca Scancarello), in onda giovedì 15 e 22 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, sono dedicate ai reportage firmati da colui che Indro Montanelli definisce “il principe dei radiocronisti”, Sergio Zavoli, per la rubrica TV7, che ha debuttato il 20 gennaio 1963 e tuttora in onda, e perciò si può fregiare del titolo della rubrica televisiva di approfondimento giornalistico più longeva della Rai. Come avviene nel giornalismo americano, Tv7 «personalizza» l’avvenimento. La notizia scaturisce dal protagonista di un fatto o dalle parole del cronista che impone la sua presenza nelle inquadrature o il suo personalissimo stile. È il caso di Sergio Zavoli che a Tv7 lavora fin dai primi numeri.

La prima puntata di RAInchieste si intitola “TV7 1963-70: Sergio Zavoli racconta l’Italia”, ed è una selezione di quei servizi dove l’inconfondibile voce di Zavoli attraverso il paesaggio antropologico dell’Italia in pieno sviluppo economico, quella degli anni ‘60. L’Italia che fa i conti con il recente passato, ma anche quella che si interroga sulla contestazione giovanile e sull’insorgere del terrorismo, con la strage di piazza Fontana. La necessità di una riforma della giustizia italiana, con il progredire dei diritti civili e l’espandersi della criminalità organizzata.

RAInchieste è un programma a cura di Fabrizio Marini, Enrico Salvatori e Serena Valeri, produttrice esecutiva Alessandra Giorgi.

a.C.d.C.
Lady Sapiens

Chi erano le donne della preistoria? Che ruolo hanno svolto nelle loro società e famiglie? A rispondere sono il professor Alessandro Barbero e “a.C.d.C.”, in onda giovedì 15 maggio alle 22.10 su Rai Storia.  La puntata ospita gli interventi di numerosi studiosi e studiose che da decenni seguono le tracce delle donne preistoriche ed esamina le ultime scoperte in questo ambito, che a volte sollevano discussioni e conflitti tra gli stessi ricercatori. Cosa più che normale poiché questo campo scientifico è in evoluzione, anche grazie ai progressi tecnologici, e quindi i fatti vengono continuamente messi in discussione. Che immagine abbiamo oggi quindi della donna preistorica? Curatrice, mietitrice, donna sottomessa? Studi recenti dimostrano che era molto di più. E proprio aiutati da tecnologie immersive, gli archeologi stanno scuotendo i vecchi cliché. Si torna indietro di 30.000 anni nel tentativo di scoprire il suo vero volto: artista, cacciatrice, guaritrice, capo clan. Il documentario nasce dalla collaborazione tra case di produzione televisive e una società specializzata in videogiochi molto famosi, che ha messo a disposizione le sue capacità grafiche e, in collaborazione con gli scienziati, ha creato un'avventura virtuale, coinvolgente, che racconta una storia diversa dell'umanità, nel Paleolitico. 

VENERDÌ 16/05/2025

Passato e presente
Il grande Gatsby, la fine del sogno americano

A cento anni dalla sua pubblicazione, a “Passato e Presente”, in onda venerdì 16 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, una puntata dedicata a “Il grande Gatsby”, il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald. Paolo Mieli ne parla in studio con la professoressa Sara Antonelli esperta in letteratura angloamericana. Quando decide di scriverlo, Fitzgerald ha solo 28 anni e, con sua moglie Zelda, conduce una vita esaltante, spregiudicata, molto simile a quella dei protagonisti delle opere letterarie che già lo hanno reso famoso. Per tutti è il “cantore del jazz”, quel ritmo vorticoso che caratterizza l’esistenza dei giovani americani usciti dal trauma della Grande Guerra.

Una generazione lanciata verso il consumismo, e verso l’illusione di un benessere a portata di mano che, in uno sfrenato edonismo, cerca felicità e identità. Il grande Gatsby è la critica a quel sogno americano inseguito, accarezzato e poi perduto. Jay Gatsby, un uomo ricco e misterioso, cerca di riconquistare Daisy, il suo amore perduto, simbolo di successo e felicità. Attraverso la voce narrante Nick Carraway, il romanzo esplora l’illusione, la decadenza morale e il vuoto di una generazione disillusa, quella degli anni 20.

Un’epoca nuova” con Umberto Broccoli
Pace. Uniti e divisi

I trattati di pace che seguono la Seconda Guerra Mondiale vengono discussi a Parigi nell’estate del 1946 e firmati dal Governo italiano nel febbraio del ‘47. Nei confronti dell’Italia sconfitta le potenze vincitrici hanno un atteggiamento punitivo e lasciano poco spazio alla trattativa. Per l’Italia guidata da Alcide De Gasperi si apre tuttavia una nuova stagione in cui le sfide sono quelle della rinascita economica e politica, della creazione di nuovi rapporti diplomatici e della scelta dello schieramento tra i due blocchi contrapposti che si stanno configurando: Stati Uniti e Unione Sovietica. Temi trattati dal nuovo programma di Rai Cultura “Un’epoca nuova”, con Umberto Broccoli, in onda venerdì 16 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Presenti i contributi dei professori Sara Lorenzini, Mario Del Pero e Antonio Varsori. Il grande investimento americano in Europa, con il Piano Marshall, getta le basi per una crescita e un primo tentativo di unificazione europea; tuttavia, la separazione tra est e ovest e lo spettro atomico, la cosiddetta guerra fredda, danno inizio a decenni di tensioni diplomatiche internazionali. Per evitare nuovi conflitti viene creata l’Organizzazione delle Nazioni Unite, mentre alla fine degli anni ’40 nasce il Patto Atlantico con lo scopo di difendere i paesi che ne fanno parte, tra cui l’Italia, da possibili aggressioni. L’Europa si avvia verso una serie di accordi economici e politici che scaturiscono nei trattati di Roma del 1957, le prime basi dell’attuale Comunità Europea

Grandi disastri: 10 errori fatali
L'assassinio Kennedy

La serie di errori che hanno permesso che il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy venisse ucciso in pieno giorno davanti alla folla a Dallas. La ricostruisce – anche attraverso una ricca documentazione e i commenti di esperti - “Grandi disastri: 10 errori fatali”, in onda venerdì 16 maggio alle 22.10 su Rai Storia. La serie, in ogni episodio, si concentra su un disastro diverso e rivela come i fallimenti iniziarono e continuarono fino al momento in cui si verificò il disastro, tra difetti di progettazione, errori di giudizio e protocolli falliti: così sono nati alcuni dei peggiori disastri che il mondo abbia mai visto.

SABATO 18/05/2025

Passato e Presente
Guglielmo Marconi, l'invenzione del futuro

Alla fine del XIX secolo, un giovane bolognese di madre irlandese, con la passione per il mare e per l’elettrotecnica, ha una straordinaria intuizione: sfruttando le onde elettromagnetiche da poco studiate da Hertz, si può arrivare a trasmettere un segnale a distanza, senza bisogno di cavi. Questo geniale autodidatta è Guglielmo Marconi. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda sabato 17 maggio alle 20.30 su Rai Storia per la Giornata mondiale della telecomunicazione. Trovato sostegno nel Regno Unito, Marconi investe tutti i suoi risparmi nel progetto e, nel 1901, dimostra al mondo di avere ragione, inviando il primo segnale radio transatlantico, dalla Cornovaglia al Canada. In pochi anni, grazie alle sue apparecchiature, chi s’imbarca per attraversare l’Oceano avrà finalmente una possibilità di salvezza, in caso di naufragio. Celebrato in tutto il mondo, Marconi non smette di sperimentare, aprendo la strada alla radiofonia e alla telefonia. Mette a punto anche un sistema di trasmissione a onde corte, fino a immaginare l’uso del radar e la radio-navigazione cieca. Con il suo intuito e il suo coraggio traghetta il mondo dall’epoca delle macchine a quella delle comunicazioni, ridisegnando il presente e il futuro.

Cinema Italia
Il signore delle formiche

Omosessualità a processo nell’Italia degli anni Sessanta con “Il signore delle formiche”, di Gianni Amelio, con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese, in onda sabato 17 maggio per il ciclo “Cinema Italia” alle 21.10 su Rai Storia. Gianni Amelio porta sul grande schermo la vera storia di Aldo Braibanti, intellettuale e scrittore che nel ’59, vicino a Piacenza, aveva fondato un circolo inteso a produrre arte e cultura. Ma la sua relazione con un frequentatore del cenacolo, il giovane Ettore, non è vista di buon occhio dai genitori del ragazzo. E neanche dal mondo circostante: accusato di plagio Braibanti finirà in tribunale. Con il suo talento per il cinema civile, Gianni Amelio dà luce a un episodio dimenticato dell’Italia recente: il reato di plagio, istituito in Italia nel 1930, sarebbe stato dichiarato incostituzionale nel 1981. E al tempo il caso di Braibanti fu estremamente dibattuto nel mondo politico e in quello intellettuale. Nastro d’argento per Leonardo Maltese, che nel 2023 ha vinto a Taormina il premio Biraghi per il miglior giovane attore.

Documentari d’autore
Le favolose

Cinque amiche trans si riuniscono per ricordare una sesta amica trans, morta e sepolta dalla famiglia vestita e acconciata come un uomo. È l’occasione per ricordare il tempo passato insieme, ma anche per rievocare il percorso umano di ciascuna di loro. “Le favolose”, di Roberta Torre, andrà in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 17 maggio alle 23.30 su Rai Storia.


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