L’Ape musicale

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Offenbach chiude la stagione lirica

 

Nei giorni 12 e 14 dicembre va in scena al Teatro Grande l’ultimo titolo d’opera della Stagione 2014: Les Contes d'Hoffmann di Jacques Offenbach.
Rappresentato una sola volta al Teatro Grande nel 2002, Les Contes d'Hoffmann è una opera comique messa in scena per la prima volta a Parigi nel novembre 1881, l’anno successivo alla morte del compositore.
Tratta dai celebri racconti, l’opera era rimasta incompiuta nella strumentazione e fu Ernest Guiraud a redigere la partitura mancante e a portarla al debutto. L’opera di Offenbach ottenne da subito un successo strepitoso: nel solo anno di inaugurazione si contarono più di cento rappresentazioni.
Nel nuovo allestimento proposto dal Circuito Lirico Lombardo per la Stagione 2014, si potranno ascoltare le giovani voci vincitrici del 65° Concorso As.Li.Co.: tra gli interpreti spicca il nome di Alice Larissa Wissel, giovane soprano che ha avuto il suo esordio in pubblico alla Festa dell’Opera 2012 e che ha vinto in questi due anni numerosi concorsi tra cui anche quello indetto dall’As.Li.Co.. Oltre alla Wissel, si esibiranno nei ruoli dei protagonisti Michael Spadacini, Abramo Rosalen, Bianca Tognocchi, Maria Mudryak e ancora Alessia Nadin, Roberto Covatta, Nadija Petrenko, Mariano Buccino, Matteo Falcier e Vincenzo Nizzardo.
I cantanti sono stati guidati nelle settimane di prova dalla regia di Frédéric Roels – regista, drammaturgo e attualmente direttore dell’Opéra de Rouen – e da Christian Capocaccia, giovane direttore di forte intuizione e musicalità, capace di creare, grazie alla sua scioltezza sul podio, un forte feeling tra orchestra e artisti in palcoscenico. Alla coproduzione dell’opera partecipa anche la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e l’Opéra de Rouen Haute-Normandie.
La Biglietteria del Teatro Grande è aperta per i biglietti nei consueti orari: dal martedì al venerdì 13.30-19.00, sabato 15.30-19.00, domenica 13.30-15.30.


LES CONTES D'HOFFMANN

OPERA FANTASTICA IN CINQUE ATTI.

LIBRETTO DI JULES BARBIER, TRATTO DAL DRAMMA OMONIMO DI JULES BARBIER E MICHEL CARRÉ.

MUSICA DI JACQUES OFFENBACH.

ED. CHOUDENS, DISTRIBUZIONE CASA SONZOGNO

OPERA RAPPRESENTATA IN LINGUA ORIGINALE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO

PERSONAGGI . INTERPRETI

HOFFMANN . MICHAEL SPADACINI

LINDORF/COPPELIUS/DOTTOR MIRACLE/DAPERTUTTO . ABRAMO ROSALEN

ANTONIA . LARISSA ALICE WISSEL

OLYMPIA . BIANCA TOGNOCCHI (12 DICEMBRE) LARISSA ALICE WISSEL (14 DICEMBRE)

GIULIETTA . MARIA MUDRYAK (12 DICEMBRE) LARISSA ALICE WISSEL (14 DICEMBRE)

NIKLAUSSE . ALESSIA NADIN

SPALANZANI/NATHANAEL . ROBERTO COVATTA

MADRE . NADIJA PETRENKO

CRESPEL/LUTHER . MARIANO BUCCINO

ANDRES/COCHENILLE/FRANTZ/PITTICHINACCIO . MATTEO FALCIER

HERMANN/SCHLEMIL . VINCENZO NIZZARDO

MAESTRO CONCERTATORE E DIRETTORE . CHRISTIAN CAPOCACCIA

REGIA . FRÉDÉRIC ROELS

SCENE . BRUNO DE LAVENÈRE

COSTUMI . LIONEL LESIRE

LUCI . LAURENT CASTAINGT

COREOGRAFIE . SERGIO SIMÒN

MAESTRO DEL CORO . DIEGO MACCAGNOLA

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI DI MILANO

CORO DEL CIRCUITO LIRICO LOMBARDO

NUOVO ALLESTIMENTO

COPRODUZIONE TEATRI

DEL CIRCUITO LIRICO LOMBARDO

TEATRO FRASCHINI DI PAVIA

TEATRO PONCHIELLI DI CREMONA

TEATRO GRANDE DI BRESCIA

TEATRO SOCIALE DI COMO

E CON

FONDAZIONE PERGOLESI SPONTINI DI JESI OPÉRA DE ROUEN HAUTE-NORMANDIE

MAESTRO PREPARATORE . FEDERICA FALASCONI

MAESTRO DI PALCOSCENICO . JACOPO BRUSA

MAESTRO ALLE LUCI . FRANCESCO PAGANINI MAESTRO AI SOVRATITOLI . SANDRO ZANON

ASSISTENTE ALLA REGIA . SERGIO SIMON DIRETTORE DI SCENA . PAOLA GRECO

CAPOMACCHINISTA . LEANDRO BRUNO

MACCHINISTI . PAOLO BERTERA, CRISTINA GIORGI, SAVERIO MIANITI, SAVERIO QUINTO, MICHELE RANDAZZO

CAPOELETTRICISTA . FRANCESCO DRAMISSINO

ELETTRICISTI . WALTER BALLINI, GIOVANNI D’APOLITO,

PETER DAMIANI, ALESSANDRO MAGENTA, GIORGIO VAI RESPONSABILE ATTREZZERIA . FEDERICA BIANCHINI

SARTE . GINEVRA DANIELLI, FABIANA BERNASCONI,

GIULIA GIOVANNELLI*, DEBORA GIRELLI* TRUCCATRICI E PARRUCCHIERE . CHIARA RADICE,

FEDERICA DOMESTICI, LAURA FRANCESCA SCANDROGLIO

FIGURANTE (STELLA) . ANTONELLA VERCESI (12 DICEMBRE), LARISSA ALICE WISSEL (14 DICEMBRE)

SCENE, COSTUMI E ATTREZZERIA . ATELIER DE L’OPÉRA

DE ROUEN HAUTE-NORMANDIE ATTREZZERIA . RANCATI, MILANO

CALZATURE . EPOCA, MILANO

PARRUCCHE . AUDELLO, MILANO,

TRUCCO E PARRUCCO, MILANO

ILLUMINOTECNICA . CODURI DE’ CARTOSIO, COMO TRASPORTI . LECCESE, REZZATO (BS)

* ALLIEVE DEL CORSO PER SARTI DELLO SPETTACOLO -

ACCADEMIA DEL TEATRO ALLA SCALA, MILANO

Per informazioni 0302979333 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. teatrogrande.it



Note musicali di Christian Capocaccia


Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel…

L’«incantamento» dell’incipit di uno dei più famosi, e a me più cari, sonetti danteschi è la vera dimensione in cui si svolgono Les contes d’Hoffmann, moltiplicando in un mirabolante, borgesiano gioco di specchi l’incantesimo primo che sta alla base di ogni finzione teatrale e operistica. Il fascino di questo lavoro − se vogliamo nel senso più etimologico del latino fascinum=stregoneria − risiede nell’incredibile proliferazione dei suoi incantesimi, che avvincono l’ascoltatore, immedesimato fin all’inizio nel personaggio Hoffmann, alla narrazione fantastica dei suoi tre racconti, alla magia dei casi amorosi di cui lo scrittore è allo stesso tempo autore e protagonista, ai malefici di cui è vittima. Il protagonista è, nelle mani di un Offenbach ‘buon incantatore’, lo strumento della creazione di una dimensione altra, in cui rimaniamo rapiti, costantemente in bilico tra sogno e realtà: come nel secondo atto, dove la realtà di Hoffmann, l’unica che parrebbe verosimile, stride con la realtà di tutti, che risiede in una finzione − la finta natura umana dell’automa Olympia. Una dimensione dove, in una sorta di caleidoscopio felliniano, nella finzione generale si inanellano, una dentro l’altra, le finzioni dei vari racconti. E dove, infine, le cose acquistano una natura magica, come il ritratto della madre di Antonia che prende vita, o il diabolico violino di Miracle, o lo specchio che cattura l’immagine di Hoffmann nell’atto di Giulietta. In questo senso, la musica di Hoffmann tocca l’apice quando va oltre la sua generica carica romantica, secondo idiomi tipici dell’opéra comique francese, intrisi della mirabile ispirazione melodica dell’Offenbach genio dell’operetta. Les contes d’Hoffmann diventano una delle più incredibili incarnazioni dell’incantesimo operistico nei momenti in cui la musica si insinua nelle pieghe della materia magica di questa narrazione e diventa la voce di quelle ‘cose’, nel suo aderire al loro valore simbolico e farsi concreta manifestazione del loro potere incantatore. Non posso dunque che avvicinarmi a questo capolavoro e offrirlo al pubblico se non pensando ad Hoffmann e Nicklausse come gli amici Dante, Guido e Lapo, e tutti noi con loro, vittime felici di questo «incantamento», trasportati in un vasel di dantesca memoria − la gondola di Giulietta? − dal genio musicale di Offenbach.



Note di regia di Frédéric Roels

Ci sono molte versioni de “I racconti di Hoffmann”, essendo l’opera rimasta incompiuta alla morte di Offenbach. Quale versione ha scelto?
« La mia scelta è molto semplice, resterò fedele all’edizione del 1907 pubblicata dalla Casa Choudens. Questa versione ha dimostrato la sua efficacia drammatica ed è fedele allo spirito di Offenbach, anche se contiene alcuni elementi apocrifi (l’aria “Scintille, diamant”, il meraviglioso settetto alla fine dell’atto di Giulietta). Si tratta di un punto di riferimento essendo la versione più spesso utilizzata e io sarò rispettoso di questa tradizione. Ma noi sappiamo anche che al momento della creazione dell’opera nel 1881 all’Opéra Comique di Parigi, come era abitudine, i testi tra le arie venivano declamati e non cantati. Più tardi, alla sua ripresa a Vienna, come era successo qualche anno prima per “Carmen”, questi testi sono diventati dei recitativi cantati. Tornerò allo spirito “Opera Comique” come avevo già fatto per “Carmen” nel 2012 e i testi saranno declamati e non cantati».

Da dove provengono I racconti di Hoffmann?
«Hoffmann è nella realtà uno scrittore del XIX secolo, è anche uno degli inventori, e di che talento, del genere fantastico. Questo Hoffmann reale diventa il personaggio principale dell’opera di Offenbach. Ma egli incarna anche l’ideatore, l’autore, il filo conduttore, il manipolatore e la vittima degli intrecci che si susseguono».

Ha appena ricordato l’ispirazione fantastica dell’opera, come l’affronterà?
«L’opera fu composta in un’epoca incredibilmente fantastica, specialmente grazie, o a causa, delle formidabili invenzioni di quel tempo che ha visto emergere rivoluzioni inimmaginabili: il treno, il cinema, l’automobile, la lampadina. ... Queste invenzioni sconvolgono la vita quotidiana e modificano seriamente l’idea stessa di spettacolo, di rappresentazione. Ora bisognerà contare su una illusione invadente che costringe lo sguardo e deforma la realtà facendoci prendere lucciole per lanterne (magiche, per giunta). Il celebre mago Robert-Houdin spinge i confini tra la realtà e la sua percezione mentre dal canto suo Georges Méliès inventa gli effetti speciali e quasi ipnotizza gli spettatori. Questa nozione di ipnosi si sviluppa d’altronde nella clinica del Dottor Charcot che frequenta un certo Sigmund Freud laureatosi nel 1881, l’anno della creazione dei “Racconti di Hoffmann” a Parigi. Cerco di rendere tutta questa dimensione fantastica, già molto presente nel testo, attraverso un ambiente che gioca costantemente sull’illusione, che pone il gioco nell’abisso. Si troveranno anche degli accessori un po’paurosi, come bicchieri pieni di una bevanda verdastra e fumante, tra assenzio e fuochi fatui».

L’opera è talvolta considerata complessa o sconnessa, come ha superato questa difficoltà?
«L’opera è complessa perché era incompiuta alla morte del compositore, e ne risulta un senso di insoddisfazione. L’unità si basa su una vera continuità di carattere da un personaggio all’altro. Niklausse è al tempo stesso il sosia e il riflesso di Hoffmann. Olympia, Antonia, Giulietta, Stella sono una donna sola, ma in momenti diversi della vita.
Anche se fragile, il filo conduttore dell’opera è questa chiave che Hoffmann e Lindorf si disputano e che aprirà il camerino, e dunque il cuore (che collegamento!) di Stella. Ho deciso di mantenere questa chiave durante tutto lo spettacolo come un oggetto intriso al tempo stesso di simboli e di desideri. Ben prima della fine della storia, questa chiave aprirà delle vere scatole che fanno parte della scenografia e rappresentano direttamente degli spazi di vita (o di sogno o di fantasie) e indirettamente di livelli di coscienza e di sviluppo di sentimenti».

Cosa vede in comune tra le tre storie?
«I tre intrecci con le tre donne rappresentano per me tre età dell’amore. Con Olympia la storia comincia con un colpo di un fulmine, è l’amore folgorante, luminoso e necessariamente effimero. Con Giulietta arriva l’amore fisico intenso, la sensualità, l’erotismo, la sessualità; è forte, devastante e tragico. Antonia rappresenta la terza e ultima fase, l’amore pienamente sbocciato, stabile, potente e lento. Ma è anche l’ultimo, quello dell’età matura e quindi la morte non è lontana.

È la morte al centro della struttura drammatica dei “Racconti”?
«Tutte le storie contenute ne “I racconti di Hoffmann” terminano nella morte. Ma la morte è già ovunque presente, anche prima di ogni epilogo. Essa si manifesta attraverso la “non-vita” di personaggi à metà strada tra bambole e robot, attraverso la precedente morte della madre di Antonia, che appare e canta dalla tomba, attraverso gli incantesimi fatali del Dottor Miracle. In questa illusione permanente, in cui ogni personaggio è il sosia di un altro, dove l’ebbrezza conduce a uno stato comatoso, la morte è ovunque in agguato. Questa illusione permanente, questo gioco onnipresente, queste riflessioni che vanno e vengono possono ben far pensare a Corneille, ma questa volta direi che si tratta di una “tragica illusione.” Infine, non dimentichiamo che la morte ha colpito Jacques Offenbach prima che potesse completare la composizione di quella che sarà, alla fine, la sua prima opera».

La Morte o il Sogno o il Coma; personaggi costantemente specchi o riflessi l’uno dell’altro, come orientarsi?
«Penso che non sia così necessario orientarsi. E’ bene che una parte del mistero permanga e che uno squilibrio costante ci conduca e privilegi le sensazioni alla ragione. Ma piuttosto che svelare ancora lo spettacolo, lascerò parlare Paul Verlaine, un contemporaneo di Offenbach, in una delle sue poesie più belle.
Faccio spesso questo sogno strano e penetrante / di una donna sconosciuta, e che io amo, e che mi ama, / E che non è, ogni volta, né del tutto la stessa / Né del tutto un’altra, e mi ama e mi capisce».


CHRISTIAN CAPOCACCIA Maestro concertatore e Direttore

Nato a Roma, ha studiato violino al Conservatorio di Santa Cecilia e con Paolo Ciociola, perfezionandosi a New York con la violinista Nina Belina. In seguito ha studiato composizione con Boris Porena e Luciano Pelosi e direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Donato Renzetti. Laureatosi alla Jacobs School of Music, presso l’Università dell’Indiana a Bloomington, ha partecipato a masterclass tenute da Herbert Blomstedt, Gustav Meier e Leonard Slatkin. È stato invitato all’Aspen Music Festival Conducting Fellow, dove ha studiato con David Zinman e Murry Sidlin. Ha ricoperto i ruoli di direttore assistente al Teatro dell’Opera di Dallas, direttore stabile del Fisher Center al Bard College, direttore assistente dello IU New Music Ensemble, professore assistente di direzione d’orchestra presso la State University del New York College a Fredonia. Nella sua carriera, ha diretto varie formazioni orchestrali italiane e straniere, fra cui: Orchestra di Roma e del Lazio, Orchestra da Ballo di Mosca, Orchestra Sinfonica Città di Grosseto, Orchestra Città Aperta, International Chamber Ensemble, Orchestra da Camera delle Marche e Orchestra Sinfonica di Pesaro. Nella stagione 2013/14 ha debuttato in primavera alla Manhattan School of Music dirigendo l’Orlando Paladino di Haydn, mentre in autunno nella Welsh National Opera con Roberto Devereux di Donizetti, da lui diretto in un tour che ha toccato vari teatri del Regno Unito. L’attuale stagione 2014/15 l’ha visto debuttare sul podio della Pittsburgh Symphony Orchestra con la pianista Xiayin Wang e, in settembre, al Teatro dell’Opera di Amarillo con Cavalleria rusticana e Pagliacci. È da tre stagioni direttore della Stamford Young Artists Philharmonic.

FRÉDÉRIC ROELS Regia

Terminati gli studi all’INSAS di Bruxelles, fonda la propria compagnia, Prospéro & Cie, per la quale mette in scena Prospéro suite, Sacre, Aglavaine et Sélysette, Le supplici, Kinderzimmer. All’Opéra Royal de Wallonie è assistente di Claire Servais nella maggior parte delle sue produzioni dal 1995 al 2008. Nel 2000 allestisce per l’Opéra Royal de Wallonie Igiene dell’assassino, nel 2002 Il diario di uno scomparso di Janáček, nel 2006 del Sabotaggio d’amore e nel 2007 The turn of the Screw di Britten all’Opéra Royal de Wallonie. Dall’ottobre 2009 è direttore artistico e generale dell’Opéra de Rouen Haute-Normandie, presso la quale ha creato una compagnia di quattro giovani cantanti lirici e ha supportato i due ensemble vocali stabili, Accentus di Laurence Equilbey e Le Poème Harmonique di Vincent Dumestre. Ha fatto dell’opera partecipativa la punta di diamante del proprio progetto per il pubblico giovane e nel 2013 ha portato sulle scene un concerto interattivo definito «quiz sinfonico». Proseguendo la sua attività di regista e di autore a Rouen, ha allestito e scritto il libretto de L’homme qui s’efface, presentato in anteprima mondiale nel 2011, su musiche di Pascal Charpentier. Nell’ottobre 2012 ha diretto Carmen, con Vivica Genaux nel ruolo della protagonista, e La damnation de Faust di Berlioz per le Opere di Rouen e di Limoges. Ha anche scritto il libretto per un’opera presentata in anteprima mondiale composta da Michel Fourgon e ispirata al personaggio affascinante e tragico di Lolo Ferrari. Tra i suoi progetti futuri figura un nuova rilettura del Don Giovanni.

BRUNO DE LAVENÈRE Scene

Si è laureato presso la rinomata École nationale supérieure des arts et techniques du théâtre a Lione. I suoi lavori annoverano, tra le altre cose: Songs from Before (coreografia di Lucinda Childs) all’Opéra national du Rhin e al Théâtre de la Ville, Cendrillon (coreografia di Michel Kelemenis) al Grand Théâtre de Genève, L’Homme de la Mancha (regia di Jean-Louis Grinda) al Théâtre du Capitole e all’Opéra de Monte-Carlo, Chat perché (regia di Caroline Gautier) all’Opéra Bastille, La Reine morte (coreografia di Kader Belarbi) al Théâtre du Capitole, La Chartreuse de Parme (regia di Renée Auphan) all’Opéra de Marseille, Farnace (regia di Lucinda Childs) all’Opéra national du Rhin), Re Orso (regia di Richard Brunel) all’Opéra Comique, Carmen e La damnation de Faust (regia di Frédéric Roels) all’Opéra de Rouen, TheTender Land eMesdames de la Halle (regia di Jean Lacornerie) all’Opéra de Lyon, Don Quichotte (coreografia di Rui Lopes Graça) all’Opéra national du Rhin, Siegfried ou Qui deviendra le seigneur de l’anneau (regia di Julien Ostini) al Grand Théâtre de Genève), Doctor Atomic (regia di Lucinda Childs) all’Opéra National du Rhin. Al momento sta lavorando a: La vie parisienne di Offenbach all’Opéra National du Rhin, Lucia di Lammermoor (regia di Jean-Romain Vesperini) all’Opéra de Rouen, La belle Hélène di Offenbach al Grand Théâtre de Genève e Le Trouvère di Verdi (regia di Richard Brunel) all’Opéra de Lille.

LIONEL LESIRE Costumi

Nato nel 1969 in Belgio, pittore ed incisore, si è avvicinato al mondo del teatro come pittore di scena al Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles. Assistente a scenografi come Benoît Dugardyn, Antonio Jesús Jara e Rudy Sabonghi, ha creato le sue prime scenografie e costumi per il teatro nel 1992. Nel 2000 ha iniziato la carriera di costumista con Simon Boccanegra (regia di Stephen Lawless) al New Zealand Festival di Wellington). Ad oggi, tra scene e costumi, ha firmato una sessantina di produzioni per il teatro ed una trentina per l’opera. Tra le produzioni recenti come costumista si citano: La compagnie des hommes di Edward Bond,En douceur et profondeur (regia di Inès Rabadán e Lionel Lesire) al Théâtre National de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Carmen e La damnation de Faust (regia di Frédéric Roels) all’Opéra de Rouen, La bohème all’Opéra Royal de Wallonie, Don Chisciotte in Sierra Morena di Francesco Bartolomeo Conti (regia di Stephen Lawless), Lucrèce Borgia di Hugo, La Mort au bal masqué di Brackx, Affabulazione di Pasolini, Non si paga, non si paga! di Fo.

LAURENT CASTAINGT Light designer

Ha alle spalle numerose collaborazioni con nomi come Alfredo Arias, Bernard Murat, Jean-Louis Grinda, Richard Brunel, Jean-Claude Auvray, René Loyon, Karel Reisz, Hideyuki Yano, Roman Polanski, Gerard Desarthe, François Marthouret, Sylvie Testud, Laure Duthilleul, Madeleine Marion, Pierre Barrat et Marie-Noël Rio, Jean-Claude Berutti, Vincent Delerm, Jean-Louis Grinda, Elsa Rooke, Marguerite Borie e Frédéric Roels (per il quale ha firmato le luci di Carmen e de La damnation de Faust). Ha lavorato nei maggiori teatri del mondo: Opéra Bastille, Odéon, Comedie-Française ed Édouard VII di Parigi, Volksoper di Vienna, Liceu de Barcellona, Opéra di Montecarlo, Opera di Roma, Maggio Musicale fiorentino, Carlo Felice di Genova, Colón di Buenos Aires, Opera di Hong Kong, Olympia di Dublino. Ha curato inoltre l’installazione in esterni Ecorces vives e lavorato con il disegnatore François Schuiten per A planet of visions nell’ambito dell’Esposizione Universale che ha avuto luogo nel 2000 ad Hannover. Ha ricevuto tre nomine al Premio Molière per la miglior luce.

SERGIO SIMÓN Coreografo

Nato a Saragozza (Spagna), è diplomato in arti coreografiche. Danza nei principali ruoli del repertorio classico, collaborando con nomi come Victor Ullate, Nils Cristie, Jiří Kylián, Hans Van Manen, Antonio Gades, Claude Brumachon e Myriam Naisy. Nel 2006 diventa direttore del Ballet de l’Opéra-Théâtre di Limoges. Cura la regia e la coreografia di ‘opere danzate’, a partire dalla musica dei Carmina Burana di Orff (nel 2008), de El amor brujo ed El sombrero de tres picos di De Falla (nel 2009), del Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy e dei Contrastes di Bartók (nel 2010). Roméo, Juliette (musiche originali di Labarsouque) è la prima creazione nel 2010 dedicata all’analisi di personaggi mitici ed è seguita nel 2012 da Quelque chose de Carmen (musiche originali di Garcia-Fons). Nel 2014 cura la coreografia della Suite per pianoforte da Goyescas di Granados.

DIEGO MACCAGNOLA Maestro del coro

Ha compiuto gli studi musicali presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Gaetano Donizetti’ di Bergamo, dove ha conseguito il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e il diploma accademico di secondo livello con lode. Si è esibito come solista e in formazioni da camera in importanti rassegne e festival italiani e stranieri e in sale da concerto quali il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Comunale di Ferrara, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il Théâtre entre des Bords de Marne di Parigi, il Théâtre du Merlan di Marsiglia, il Théâtre de la Balsamine di Bruxelles, il Théâtre Pole Sud di Strasburgo e la Maple Hall di Osaka. Dedica particolare attenzione alla musica del Novecento, partecipando tra l’altro all’esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica di György Ligeti nel 2003, 2006 e 2007 e di Luciano Berio nel 2013 presso il Museo del Novecento di Milano. Affianca ad un’intensa attività didattica e concertistica come pianista, quella di maestro di coro. Dal 1998 è cantore e assistente alla direzione nelle produzioni del Coro Costanzo Porta di Cremona, gruppo fondato da Antonio Greco e vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali. Dal 2007 ha collaborato con il Circuito Lirico Lombardo come maestro del coro per diverse produzioni operistiche (Così fan tutte, Die Zauberflöte, Don Pasquale, La figlia del reggimento, Norma, Il cappello di paglia di Firenze, L’italiana in Algeri). È pianista accompagnatore presso il Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Como e docente di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Gaetano Donizetti’ di Bergamo.

MICKAEL SPADACCINI Tenore

Di origine italo-belga, ha studiato con Nicolas Christou e Mirella Freni, perfezionandosi nelle masterclass con Carlo Bergonzi, Nicola Martinucci e Angelo Lo Forese. Attualmente è seguito da Vittorio Terranova. Ha debuttato nel 2008 a Reggio Emilia in Nabucco (Ismaele) e da allora ha cantato ruoli diversi in opere come Werther, Aida, Macbeth, La traviata, Rigoletto, Les contes d’Hoffmann, Edgar, La rondine, Tosca, Madama Butterfly, La bohème, Manon Lescaut, Cavalleria rusticana, Pagliacci, Lohengrin, Carmen, Lucia di Lammermoor, La damnation de Faust. Ha cantato nei teatri di Reggio Emilia, Cagliari, Como, Brescia, Bergamo, Pavia, Cremona, Lucca, Pisa, Ravenna, Ferrara, Modena, Tallinn, Riga, Vilnius, Nancy, Liegi, Gand, Mumbai, Brno, Saarbrücken. Tra i prossimi impegni: Der fliegende Holländer (Erik), Un ballo in maschera (Riccardo) Saarbrücken, Dialogues des carmélites (Le chevalier de la Force) al Petruzelli di Bari. Nell’aprile 2015 debutterà al Festival di Salzburg in Cavalleria rusticana e Pagliacci, sotto la direzione di Christian Thielemann.

ABRAMO ROSALEN Baritono

Nato a Pordenone, collabora con diversi gruppi ed orchestre italiane e straniere. Riscuote un lusinghiero successo nel ruolo di Mustafà (L’Italiana in Algeri) presso il Teatro Comunale di Bologna, il Filarmonico di Verona e nei teatri del Circuito Lombardo. Ha recentemente interpretato Oroveso (Norma) in tournée in Francia, Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) al Regio di Torino, Marchese di Calatrava (La forza del destino) al Liceu di Barcellona, Lusignano (Zaira) al Festival di Martina Franca e Lesbo (Agrippina) al Festival di Beaune. È inoltre Monterone (Rigoletto) nei Teatri Comunale di Treviso, Verdi di Padova, Rendano di Cosenza, Arena di Verona e Sparafucile (Rigoletto) al Comunale di Ferrara. Ha interpretato il Commendatore (Don Giovanni), il Gran Sacerdote di Belo (Nabucco), Oroe (Semiramide), Don Magnifico (La Cenerentola), Frère Laurent (Roméo et Juliette), lo zio Bonzo (Madama Butterfly), Ramfis (Aida), Sarastro (Die Zauberflöte), Don Bartolo (Le nozze di Figaro), Tobia Mill (La cambiale di matrimonio) e Gaudenzio (Il signor Bruschino). Il suo repertorio comprende anche musica da concerto sia sacra, sia profana.

LARISSA ALICE WISSEL Soprano

Inizia all’età di 6 anni lo studio del violino e del pianoforte a Las Palmas de Gran Canaria. A 13 anni ottiene a Berlino la borsa di studio per giovani talenti dello Julius Stern Instituted entra nella Universität der Künstesotto la guida di Rudolf Riemer approfondendo il repertorio liederistico con Herbert Kaliga e Maria Ehrke-Urbanovic. Nella Hochschule für Musik ‘Hans Eisler’entra nella classe di violino di Eberhard Feltz. In Italia inizia i suoi studi con Alessandra Althoff Pugliese; frequenta i corsi di perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo e delle masterclass con Bernadette Manca di Nissa, Stefano Giannini, Alfonso Antoniozzi e Marco Berti. Nel 2014 vince il 65° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa come esordiente e al Concorso di Rheinsberg a Berlino risulta vincitrice del ruolo della Regina della Notte nella produzione del Flauto magico che debutta in agosto. A Napoli è vincitrice della IV edizione del Concorso internazionale Santa Chiara, ottenendo il primo premio e il premio della giuria popolare. Attualmente prosegue i suoi studi con Fernando Cordeiro Opa a Bologna.

BIANCA TOGNOCCHI Soprano

Nata a Como, nel 2010 si diploma brillantemente presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano sotto la guida di Adelina Scarabelli, perfezionandosi poi con Roberto Coviello. È finalista e vincitrice di numerosi concorsi internazionali, tra cui, nel 2014, del 65° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa. A partire dal 2010 è impegnata in diverse produzioni AsLiCo Pocket opera: Le nozze di Figaro (Barbarina), La traviata (Annina), La finta semplice (Ninetta). Ha ricoperto anche i ruoli di Serpina (La serva padrona), Livietta (Livietta e Tracollo), Fanny (La cambiale di matrimonio), Giannetta (L’elisir d’amore). Dal 2012 collabora con i Tiroler Festspiele di Erl, diretto da Gustav Kuhn: partecipa a Le nozze di Figaro (Susanna), Don Giovanni (Zerlina) ed è solista nella Messa in si minoree nel Weihnachtsoratorium di Bach; partecipa inoltre in qualità di solista al concerto di inaugurazione del nuovo Teatro di Erl (dicembre 2012) e ai concerti di San Silvestro del 2012 e del 2013. Nel 2014 è Waldvogel (Siegfried) e solista nei Carmina Burana. Dal 2013 è membra dell’Accademia di Montegral fondata da Gustav Kuhn. Nel 2013 partecipa in qualità di solista ad un ciclo di concerti di musica sacra con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, eseguendo la Cantata BWV 199 di Bach. Nel 2014 debutta in Lucia di Lammermoor (ruolo eponimo) presso il Teatro Donizetti di Bergamo, con la regia di Francesco Bellotto e la direzione di Roberto Tolomelli.

MARIA MUDRYAK Soprano

Nasce nel 1994 a Pavlodar, in Kazakistan. Si diploma a 18 anni con il massimo dei voti presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano e studia presso la Scuola Musicale di Milano sotto la guida di Carlo Gaifa. Nel 2014 debutta al Teatro Carlo Felice di Genova nei panni di Susanna (Le nozze di Figaro) e nello stesso anno interpreta il ruolo di Musetta (La bohème) al Teatro Rosetum di Milano. Nell’estate 2014 fa parte dello Young Singers Project dei Salzburger Festspiele, dove interpreta il ruolo di Clorinda (La Cenerentola) e canta la Spatzenmesse di Mozart alla Kollegienkirche di Salisburgo. Nell’ottobre 2014 inaugura la stagione del Teatro Municipale di Piacenza cantando nel ruolo di Adina (L’elisir d’amore).

ALESSIA NADIN Mezzosoprano

Si è diplomata con il massimo dei voti al Conservatorio B. Marcello di Venezia sotto la guida di Stella Silva e ha debuttato a Venezia al Teatro Piccolo dell’Arsenale interpretando La canterina di Haydn e Il caffè di campagna di Galuppi. Ha partecipato in seguito alle produzioni di Rigoletto, Le nozze di Figaro e Die Zauberflöte per il Circuito Lirico Lombardo, ha cantato la Petite messe solennelle di Rossini al Teatro Verdi di Trieste e interpretato il ruolo di Lola (Cavalleria rusticana) al Teatro Donizetti di Bergamo. Vincitrice nel 2007 del 58° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, ha cantato il ruolo di Dorabella (Così fan tutte) nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Di particolare interesse la sua interpretazione di Vespina (Il matrimonio inaspettato) sotto la direzione di Riccardo Muti al Festival di Salisburgo, con riprese a Pisa, Ravenna e Piacenza. Tra gli impegni delle ultime stagioni: Roméo et Juliette (Stéphano) al Teatro Verdi di Trieste, La Cenerentola (Tisbe) nei teatri del Circuito Lirico Lombardo e al Teatro Comunale di Piacenza, Le nozze di Figaro (Cherubino) al Teatro La Fenice e al Palau de les Arts di Valencia, Die Zauberflöte (Zweite Dame) al Teatro Regio di Torino, Dido and Aeneas al Teatro Filarmonico di Verona e Così fan tutte (Dorabella) al Teatro Lirico di Cagliari. Attualmente sta cantando nel ruolo di Zerlina (Don Giovanni, regia di Graham Vick, direttore José Luis Gomez-Rios) nei teatri del Circuito Lirico Lombardo, Dido and Aeneas al Teatro del Maggio Fiorentino e Die Zauberflöte (Zweite Dame) al Teatro Filarmonico di Verona.

STEFANO CONSOLINI Tenore

Nato a Bologna, si è diplomato al corso di formazione professionale del Teatro Comunale della città. Dopo le prime esperienze con le compagnie d’operetta di Corrado Abbati e Sandro Massimini, debutta nella lirica tramite il Concorso ‘Mattia Battistini’ e da allora ha cominciato una carriera che lo ha portato a collaborare con i maggiori direttori e registi, calcando le scene dei teatri di tradizione più importanti d’Italia e all’estero. Copre un repertorio vasto, che va dall’operetta alla musica contemporanea e alla lirica; svolge altresì un’attività concertistica nella musica da camera e nella canzone classica italiana. Tra gli impegni recenti, si segnalano Falstaff a San Paolo in Brasile e La vedova allegra al Teatro Regio di Torino.

NADIYA PETRENKO Mezzosoprano

Ha studiato all’Accademia musicale di Leopoli, all’Accademia Musicale di Mosca e all’Università di Princeton. Ha cantato al Teatro d’Opera di Leopoli ed è stata prima solista presso la Filarmonica di Crimea, la Radio Statale dell’Ucraina, la Sala Nazionale dei Concerti di Kiev e il Teatro d’Opera Sperimentale di Kiev. Nel 2000 si è trasferita in Italia. È stata premiata in diversi concorsi, vincendo il primo premio assoluto al X Concorso internazionale ‘Riviera della Versilia’ e al Concorso internazionale ‘Nino Carta’ di Moncalieri. Tra i ruoli debuttati in Italia, si ricordano: nel 2004 Madelon (Andrea Chénier) a Lecce, Brescia, Bergamo, Pavia e Cremona; Santuzza (Cavalleria rusticana) a Cremona; Fenena (Nabucco) a Bassano del Grappa e Jesolo. Nel 2005 è Amneris (Aida) a Reggio Calabria e Maddalena (Rigoletto)a Cremona, Pavia, Bergamo, Brescia e Como, mentre nel 2006 è Emilia (Otello)a Rovigo, Bolzano, Rimini, Ravenna e La principessa di Bouillon (Adriana Lecouvreur) a Neustrelitz. Nel 2007 ha interpretato Maddalena (Rigoletto) e Amneris (Aida)al Festival Narni Opera e Preziosilla (La forzadel destino) a Malta. Nel 2008 partecipa alla produzione de Der Rosenkavalier al Teatro Carlo Felice di Genova e a Gianni Schicchi e La Medium nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Nel 2009 è Maddalena (Rigoletto) e Zita (Gianni Schicchi) a Lecce. Nel 2011 canta nel ruolo di Gertrude (Roméo et Juliette), nel 2012 interpreta Giovanna (Ernani) e nel 2013 Mary (Der fliegende Holländer).

MARIANO BUCCINO Basso

27 anni e allievo del soprano Michela Sburlati, ha preso parte a masterclass con il basso Roberto Scandiuzzi, il baritono Alfonso Antoniozzi, il tenore Marco Berti e il soprano Renata Scotto (Opera Studio Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2012). In seguito alla vittoria del 65° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, debutta nel 2014 all’interno del progetto AsLiCo Opera domani Aida (Re/Ramfis), sotto la direzione di Pietro Billi e con la regia di Stefano Simone Pintor). Sta cantando per il Circuito Lirico Lombardo nel ruolo del Commendatore (Don Giovanni, regia di Graham Vick, direttore José Luis Gomez-Rios. Ha al suo attivo numerosi concerti di musica da camera e sinfonica.

MATTEO FALCIER Tenore

Nato a Magenta, si diploma con il massimo dei voti sotto la guida di Gianni Mastino presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano nel 2009. Ha debutto come solista nel maggio 2005 in un concerto organizzato dal Teatro alla Scala presso la Basilica di San Marco a Milano diretto da Bruno Casoni. Nel 2007 debutta nel ruolo di Alfredo (La traviata)con la Compagnia d’Opera Italiana e della Schlote di Salisburgo in una tournée in Germania, Austria e Norvegia. Recentemente ha cantato Il matrimonio segreto (Paolino) al Festival di Stresa, La scala di seta (Dorvil) per il Ticino Musica, Norma (Flavio) edErnani (Don Riccardo) a Sassari,Lucia di Lammermoor (Arturo) nei teatri del Circuito Lombardo e Il matrimonio segreto (Paolino) al Teatro Regio di Torino. Finalista in molti concorsi, nel gennaio 2012 risulta idoneo al 63° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa e nell’aprile 2012 è finalista al Concorso internazionale ‘Ferruccio Tagliavini’. Nel 2012 viene selezionato come allievo effettivo per i corsi di perfezionamento per solisti dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Tra gli ultimi impegni, si segnalano: Il matrimonio segreto (Paolino) a Lucca e Ravenna, Falstaff (Bardolfo) a Ravenna e in altri teatri dell’Emilia Romagna.

VINCENZO NIZZARDO Baritono

Nato nel 1987, inizia lo studio della musica all’età di 6 anni e si iscrive al Conservatorio ‘F. Cilea’ di Reggio Calabria, dove consegue il diploma in canto con il massimo dei voti e la menzione speciale. Tra i ruoli debuttati: Dulcamara(L’elisir d’amore)al Teatro F. Cilea di Reggio Calabria e Figaro (Il barbiere di Siviglia)al Teatro Rendano di Cosenza nel 2013 e al Teatro Valle di Romanel 2014. Tra le sue esperienze artistiche, si segnalano anche alcune partecipazioni ad importanti musical: è stato infatti Pierre delle Vigne(Federico II – La danza del Falcone di Antonio Maiello) al Teatro Massimo di Palermo, Pirandello di Agrigento, Liryk di Assisi; Frollo (Notre-Dame de Paris di Riccardo Cocciante) all’Arena di Verona, Teatro Regio di Parma, Gran Teatro di Roma, Carlo Felice di Genova, Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago, Anfiteatro di Piazzola sul Brenta, Anfiteatro in Fiera di Cagliari, Piazza Santa Croce a Firenze, Arcimboldi di Milano, Acciaieria Sonora di Napoli, Forum Eventi di San Pancrazio Salentino, PalaTrieste, PalaCatania, Pala Arrex di Jesolo, PalaLivorno, PalaEvangelisti di Perugia, Palaolimpico di Torino, Unipol Arena di Bologna. Ha partecipato a svariate competizioni, vincendo il primo premio al Concorso nazionale ‘P. Benintende’, al Concorso internazionale ‘O. Stillo’ di Paola, alla VI Selezione internazionale ‘F. Chopin’ tenutasi a Gizzeria Lido (Lamezia Terme) e il premio speciale di miglior voce calabrese al XIV Festival internazionale ‘R. Leoncavallo’ di Montalto Uffugo.


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