L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Intorno al 25 aprile

DOMENICA 21/04/2024

Grandi della Tv * Alighiero Noschese

L’imitatore inimitabile, un camaleonte posato su un tronco umano. Per Sergio Zavoli è stato un’infinità di pupazzi, per Federico Fellini un ladro di anime. Domenica 21 aprile alle 17.30 e lunedì 22 aprile alle 22 su Rai Storia è di scena a “Grandi della TV” con Edoardo Camurri, Alighiero Noschese.

Il debutto a teatro arriva con un calcio nel sedere, nel 1952: ingaggiato da Garinei e Giovannini, rimane paralizzato per la timidezza dietro le quinte. Sarà Mario Riva a lanciarlo in scena con una sonora pedata. Lì, si trasforma immediatamente, indossando la maschera di turno, assecondando quel raptus al mimetismo che gli era congenito: basti pensare a Kant discusso a scuola con la voce di Alberto Sordi, o all’università, dove non si laureerà mai, dove si presenta col timbro di Totò. Sembra quasi che per diventare sé, sia dovuto uscire da sé, e che l’istinto naturale a moltiplicarsi sia stato un modo, poco consuetudinario, di darsi dei confini, un limite, di trovare sé stesso in centomila. Di base, caratteristiche fisiche eccezionali: una faccia di gomma, una voce miracolosa. Le sue corde vocali infatti – che assicura per 35 milioni di lire - presentano una difformità. Una è lunga, l’altra tozza. Un’anomalia che gli garantisce basso e falsetto. Ma ciò che la natura gli ha donato non basta. Con l’inseparabile magnetofono studia la voce di un tale, poi su un altro incide la propria. Le ascolta sincronizzate. Manovra la moviola, aziona un videoregistratore d’avanguardia. In un taccuino con meticolosità annota, separatamente: voce, aspetto, psicologia del personaggio. Quando cala in trance è pronto: “È come se per alcuni attimi mi fosse stato strappato di dentro qualcosa di prezioso, di indispensabile, di insostituibile” arriverà a dire Fellini dopo aver visto la sua imitazione. Dalla malìa che ha stregato il regista riminese alla satira politica, ribattezzata da Noschese satira al borotalco: è il marzo 1969 quando esordisce con il programma “Doppia coppia”, una pinacoteca di specchi, che farà un successo straordinario, portando popolarità in primis agli uomini messi alla berlina perché un’imitazione vale più di mille comizi. Gli anni ’70 segneranno il suo declino. Confesserà al giornalista Mario Pastore: Io non mi conosco, una personalità Alighiero Noschese credo forse che non la abbia. Sarà proprio Mario Pastore ad annunciare agli italiani la notizia della sua morte. Il 3 dicembre 1979 Alighiero Noschese si uccide con un colpo di pistola alla tempia. Ha 47 anni; e 1086 voci, catalogate, tacciono tutte nello stesso istante.

Lunedì 22 aprile alle 22 Grandi della TV propone “Serata d’onore”, spettacolo diretto da Vito Molinari “Serata d’Onore”, nato per rappresentare la Rai al Festival Internazionale della Rosa d’oro di Montreux, nel quale Noschese conquista il pubblico europeo con l’imitazione di 36 personaggi conosciuti a tutte le latitudini.

Passato e Presente. La Roma dei re

Le origini di Roma si confondono con la leggenda. Gli storici latini di età imperiale attribuiscono la fondazione della città a un re di origine divina, Romolo, che il 21 aprile del 753 a.C. traccia alle pendici del colle Palatino il recinto sacro che delimita il nuovo villaggio. A lui succedono tre re latini e tre re etruschi, l’ultimo dei quali, Tarquinio il Superbo, viene cacciato nel 505 a. C. quando Roma diventa una Repubblica. Ma i dati archeologici non coincidono con la leggenda. Lo spiega professore Franco Cardini ospite di Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 21 aprile alle 20.30 su Rai Storia. Gli scavi indicano che il Palatino era occupato già nel 1000 a.C. e da qui i primi romani potevano controllare gli scambi commerciali che avvenivano attraverso il Tevere tra i greci del sud e gli etruschi del nord. Più dell’intervento divino, nel futuro potere di Roma sembra abbia inciso la posizione geografica. 

Binario cinema. Una questione privata

Durante i combattimenti della guerra di liberazione nelle Langhe, il partigiano Milton si divide tra la lotta contro i nazifascisti, l'amicizia per i compagni di brigata e il suo amore clandestino per Fulvia. E’ il film tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio e diretto da Paolo e Vittorio Taviani “Una questione privata”, in onda domenica 21 aprile alle 21.10 su Rai Storia per “Binario cinema”. Nel cast, Luca Marinelli, Valentina Bellè, Anna Ferruzzo

LUNEDI’ 22/04/2024

Passato e presente. I carolingi. Parabola di una dinastia

Quando si parla di Carolingi ci si riferisce ai discendenti di Pipino II di Heristal, il padre di Carlo Martello, vincitore contro i saraceni nella battaglia di Poitiers. Ma i Carolingi non sapevano di essere Carolingi nella loro epoca. Infatti, mentre i Merovingi erano una dinastia di re franchi, con un nome distintivo coevo che identificava tutta la discendenza reale, l’autorità dei re carolingi si impose con un colpo di stato. Così essi vissero a lungo il pregiudizio di un’ascendenza da funzionari di corte, una sorta di marchio di illegittimità, che le conquiste di re Carlo provvederanno a cancellare. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 22 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il prof. Giuseppe Albertoni.

Illuminate. Le sorelle Fontana. Il caso in abito da sera

Euridice Axen racconta la straordinaria carriera delle sorelle Fontana in questo appuntamento con "Illuminate", la docu-serie prodotta da Anele in collaborazione con Rai Cultura che racconta le storie di alcune grandi protagoniste del Novecento raccontate da altrettante attrici, in onda lunedì 22 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Partite da Traversetolo, un paesino della provincia di Parma, Zoe, Micol e Giovanna Fontana sono diventate le artefici di un’incredibile storia di successo, che ha contribuito a far raggiungere alla moda Made in Italy la grande fama di cui gode ancora oggi. 
Giunte a Roma per caso, appena ventenni, hanno saputo conquistare chiunque con la loro grande abilità sartoriale e lo stile delle loro creazioni, dall’alta società capitolina fino alle più grandi dive di Hollywood: da Linda Christian a Maria Pia di Savoia, da Gina Lollobrigida a Sophia Loren, da Liz Taylor ad Audrey Hepburn, da Jacqueline Kennedy Onassis a Grace Kelly, fino a diventare le costumiste di Anita Ekberg. In questo ultimo docu-film, Euridice Axen, il cui sogno da piccola era diventare una stilista, durante un trasloco trova in fondo all'armadio un misterioso abito appartenuto alla nonna e una lettera, indirizzata proprio a lei, che la mette sulla strada delle sorelle Fontana. Inizia così un viaggio inaspettato e sincero che permette a Euridice di attraversare non solo la storia d'Italia dagli anni '30 fino a oggi, ma anche di conoscere gli esordi e il grande successo delle tre giovani sartine emiliane, chiamate "le tre Fontane di Roma", fondatrici della Maison Sorelle Fontana, che, tra gli anni Quaranta e Settanta, sono riuscite a esportare la moda italiana in tutto il mondo. 
Parallelamente alle sequenze di fiction, passando per le piazze di Roma e visitando l’Accademia di Moda e Costume e la Fondazione Micol Fontana, il racconto si arricchisce di materiali di archivio e dei contributi di testimoni illustri come la figlia di Giovanna Fontana Roberta Lami, Presidente della Fondazione Micol Fontana; la nipote Maria Cristina Giusti e la nuora Luisella Rastelli, coordinatrice delle collezioni Fontana; e ancora, Cristina Parodi, Enzo Miccio, lo stilista Guillermo Mariotto, la giornalista e produttrice Matilde Bernabei, l’annunciatrice e conduttrice televisiva Rosanna Vaudetti, il Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana Mario Boselli, il Presidente dell’Accademia Costume e Moda Andrea Lupo Lanzara, la disegnatrice e indossatrice Luisida Caligaris Papa e la giornalista Marina Como. 

GRANDI DELLA TV
Alighiero Noschese/ Serata d’onore

MARTEDI’ 23/04/2024

Passato e Presente. Storie d’amore durante la Resistenza

Le donne impegnate nella lotta partigiana sono numerose. Sorprende il modo in cui molte di loro, poco più che ventenni, arrivano a una scelta così coraggiosa, seppure in alcuni casi facilitata dal vivere all’interno di ambienti familiari dove sono proprio i genitori a educare all’antifascismo. Storie raccontate da Michela Ponzani e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda martedì 23 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nelle memorie di Carla Capponi, una delle protagoniste a Roma della guerriglia clandestina, il passaggio chiave è rappresentato dal ruolo del padre che tiene da sempre nascosto in casa un opuscolo sul delitto Matteotti. Nel caso di Maria Teresa Regard, invece, sono le leggi razziali che colpiscono un compagno di classe non permettendogli di continuare gli studi, a provocare il primo forte risentimento nei confronti del regime. Per Carla e Maria Teresa - così come per molte altre donne - la decisione coincide con una scelta di vita che coinvolge anche il piano affettivo.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” * Attila, l’orda unna

Il mito del temibile condottiero Attila è al centro del quarto appuntamento con la nuova stagione di “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” il programma di Rai Cultura, condotto da Giorgio Zanchini, che ripercorre la storia dell'umanità e che andrà in onda martedì 23 aprile alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. In parte genio, in parte psicopatico, Attila è diverso dagli altri Unni. Un giocatore d'azzardo calcolatore e spietato, il suo unico obiettivo è la conquista - e ha messo gli occhi sulle città romane per testare le sue nuove brillanti tattiche d'assedio. Per approfondirne il profilo del condottiero unno Giorgio Zanchini intervista il professor Umberto Roberto.

Italic, carattere italiano” Guglielmo Marconi

La “strada” di Guglielmo Marconi: la ripercorrono Giorgio Zanchini e "Italic, carattere italiano" con "Guglielmo Marconi, un visionario in Inghilterra" in onda martedì 23 aprile alle 22.10 e in replica mercoledì 24 aprile alle 10.30 su Rai Storia. E’ la storia di uno scienziato che ha rivoluzionato la storia delle comunicazioni e che, attraverso le sue intuizioni, ha spalancato le porte della modernità. Si parte dalle colline bolognesi, in una soffitta in cui fin da bambino effettua i primi, rudimentali esperimenti sull’elettricità, per poi toccare i quattro angoli del pianeta. Comunicazioni wireless, radio, televisione: Marconi dà il suo contributo a ognuno di questi apparecchi e lo ha fatto dal Regno Unito. Lì, il giovane scienziato consolida gli esperimenti sulle onde elettromagnetiche, arrivando a collaborare con la Royal Navy e approntando i primi dispositivi per il salvataggio in mare. Grazie a Marconi e al telegrafo senza fili, vengono inviati i primi messaggi di Sos. La puntata di “Italic”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi e Museo Marconi, ricostruisce la sua avventura nel Regno Unito, dal primo brevetto fino alla prima trasmissione transatlantica da Poldhu a Terranova, la sua più grande impresa, e al premio Nobel ricevuto nel 1909. Vengono visitati, inoltre, i luoghi in cui Marconi ha vissuto, da Londra, che a fine Ottocento ospitava una nutrita comunità italiana, Chelmsford, sede della sua prima azienda; Bath dove Marconi esegue alcuni, determinanti esperimenti sulle comunicazioni a lunga distanza; e la Bodleian Library di Oxford, che dal 2004 ospita la più grande collezione di documenti appartenuta a Marconi e alla sua compagnia. A corredare il racconto, servizi video originali realizzati tra l’Italia e la Gran Bretagna, che raccontano i luoghi e i paesaggi attraversati da Marconi; schede divulgative con materiali di repertorio fotografico e audiovisivo, proveniente da archivi italiani e internazionali, come Bbc History, con ricostruzioni d’epoca ed estratti di documentari e serie televisive. In studio, completano Elettra Marconi (figlia di Guglielmo), Guido Tonelli (fisico che è stato portavoce e ha contribuito all’esperimento che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs) e Gabriele Balbi (professore di Media Studies). 

MERCOLEDI’ 24/04/2024

Passato e Presente * La rivoluzione Garofani. Portogallo 1974

A 50 anni di distanza, la Rivoluzione dei Garofani non può essere osservata in un contesto a sé stante, ma va inserita nella complessa geopolitica degli anni ’70 del Novecento, profondamente influenzata dalla gestione Kissinger della politica estera USA. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal prof. Mario Del Pero a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in mercoledì 24 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il 25 aprile 1974, a Lisbona, un golpe pacifico ispirato da ideali marxisti mette fine 50 anni di dittatura che hanno fatto del Portogallo un paese arretrato sul piano economico e isolato politicamente. Quando i militari del Movimento delle Forze Armate sfilano per le strade di Lisbona con i garofani nei fucili, sono passati solo 7 mesi dal golpe di Pinochet in Cile e in Europa si discute per raggiungere gli accordi Helsinki. Gli eventi portoghesi infiammano i giovani rivoluzionari europei, ma preoccupano gli Stati Uniti, rischiando di far saltare equilibri faticosamente raggiunti con la nuova politica distensiva. Intanto, la corsa tra i due blocchi contrapposti si è spostata in Africa, dove il Portogallo sta per rendere l’indipendenza alle sue colonie, sciogliendo l’ultimo degli imperi coloniali europei. Il caso portoghese può dunque essere letto, oggi, come un esempio paradigmatico di questa fase cruciale nelle relazioni internazionali durante la guerra fredda.

Storie della TV. Radio e TV, destini incrociati

La radio è stata la fucina di talenti, di programmi e di idee che, con l’avvento della televisione, sono stati adattati al nuovo mezzo. Con il diffondersi della TV, la radio segue nuove strade, crea un rapporto di intimità con gli ascoltatori, mentre la TV ha un’impostazione sempre più generalista. La radio chiude l’ultima puntata della nuova stagione di “Storie della TV”, il programma sui personaggi e sui programmi che hanno reso unica la TV italiana, raccontata da Aldo Grasso e dai suoi testimoni, in onda mercoledì 24 aprile alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Di Roberto Fagiolo. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

Il rifugio delle anime. Storia di Natuzza Evolo

Raccontava di parlare con l'angelo custode di chiunque le si avvicinasse e, in occasione di ogni Settimana Santa, viveva anche il grande mistero delle stimmate, i segni della Passione di Cristo. Una storia raccontata da “Il rifugio delle anime. Storia di Natuzza Evolo” di Simone Rubin andrà in onda mercoledì 24 aprile alle 22.10 su Rai Storia.

Natuzza Evolo, nata nel 1924 a Paravati di Mileto in Calabria, è oggi sotto la lente del Vaticano. Le emografie lasciate dalle stimmate su fazzoletti e stoffe, la sua capacità di comunicare con i morti e le testimonianze che le attribuiscono il dono della bilocazione sono attentamente soppesate per il processo di beatificazione.

La versione di Anita

Una donna unica, coraggiosa, imprevedibile. Anita Garibaldi ha vissuto una vita avventurosa, ha combattuto battaglie cruciali per la libertà dei popoli in due continenti. Ma nell’immaginario è rimasta sempre legata al marito. Un personaggio raccontato da Luca Criscenti in “La versione di Anita” andrà in onda mercoledì 24 aprile alle 23 su Rai Storia.

GIOVEDI’ 25/04/2024

La strage di Acerra: ottobre 1943

Acerra, 1-3 ottobre 1943. I nazisti incendiano il centro storico del paese vicino a Napoli e uccidono più di 80 persone: uomini, donne, anziani, bambini. La vittima più piccola, aveva solo un anno, si chiamava Gennaro Auriemma. Una storia ricostruita da “La strage di Acerra” di Clemente Volpini con la regia di Matteo Bardelli che Rai Cultura propone giovedì 25 aprile alle 8 su Rai Storia.

Si tratta di una delle più grandi stragi compiute dall'esercito tedesco nel sud Italia. La strage è l'atto conclusivo di circa un mese di violenze, saccheggi, stupri, razzie, rastrellamenti, ai quali la popolazione reagisce in massa, dando vita a una forma di resistenza organizzata. Nel 1999 alla città di Acerra è stata assegnata la medaglia d'oro al valor civile, per il grande coraggio e il generoso spirito di solidarietà - così si legge nella motivazione - con la quale si ricostruì dopo l'eccidio. 

La lunga liberazione

Il lungo racconto, narrato da Carlo Lucarelli senza soluzione di continuità partirà dallo sbarco Alleato in Sicilia nel luglio del 1943 e via via seguirà le tappe cronologiche e geografiche che hanno portato il nostro paese alla liberazione dal nazifascismo e alla riconquista della libertà. La lunga liberazione andrà in onda giovedì 25 aprile dalle 8:45 alle 20 su Rai Storia. Una lunga liberazione, dunque, che vede intrecciarsi le campagne militari degli Alleati con la Resistenza dei diversi gruppi partigiani: venti mesi in cui l’Italia ha vissuto la “guerra in casa”, l’occupazione tedesca con la violenza del suo apparato repressivo e lo scontro feroce tra partigiani e nazifascisti. Carlo Lucarelli ci accompagnerà in questa “risalita” dal sud al nord con i suoi racconti: storie di uomini e di donne, di episodi poco noti o del tutto sconosciuti, che restituiscono il senso di un periodo di straordinaria e terribile intensità. Nel corso della giornata, alcuni interventi dello storico Giovanni De Luna, focalizzeranno i punti nodali di questi due anni di storia italiana, contestualizzando storicamente i filmati proposti.

Passato e presente. La divisione partigiana Garibaldi in Montenegro

Con la firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, le Forze Armate italiane presenti nel Montenegro, propendono in larga parte per lo scioglimento del legame con l’alleato nazista. Per fronteggiare al meglio le prime offensive tedesche, il 20 novembre le divisioni Taurinense e Venezia, costituiscono il Corpo d’Armata del Montenegro. Alcune settimane dopo, a Pljèvlja, il nuovo Corpo d’Armata darà vita alla Divisione italiana partigiana Garibaldi, inquadrata nel II Korpus dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo. La nuova unità partigiana sarà protagonista di una delle più drammatiche esperienze resistenziali della Seconda guerra mondiale. Al prezzo di gravi sacrifici e di ingenti perdite, contribuirà alla liberazione dei territori di sua pertinenza. Ne parlano Paolo Mieli e il prof. Federico Goddi nel nuovo appuntamento con “Passato e Presente”, in onda giovedì 25 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

29 giugno 1944. La strage di Civitella

La storia della strage nazista, avvenuta il 29 giugno 1944, a Civitella in Val di Chiana e a Cornia e San Pancrazio, dove furono trucidate oltre 200 persone. Emanuela Lucchetti affronta una pagina drammatica della campagna d’Italia attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, i luoghi dell’eccidio e l’analisi di esperti nello speciale dedicato in onda giovedì 25 aprile alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

19 settembre 1943. La strage di Boves

La nascita, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre, delle prime formazioni partigiane nel cuneese e l’eccidio del 19 settembre 1943, quando i nazisti, guidati dal maggiore Joachim Peiper, uccidono a Boves 23 persone. In occasione dell’Anniversario della Liberazione, Rai Cultura propone “19 settembre 1943. La strage di Boves”, uno speciale di Sara Chiaretti, Vincenzo Reale, Clemente Volpini, con la regia di Leonardo Sicurello, in onda giovedì 25 aprile alle 21.40 su Rai Storia. Tra le vittime della strage anche il parroco don Giuseppe Bernardi e il viceparroco don Mario Ghibaudo, di appena 23 anni, freddato da una raffica, mentre stava benedicendo un anziano colpito a bruciapelo davanti agli occhi del nipote.
Con la narrazione della storica Isabella Insolvibile e straordinarie testimonianze d’archivio – tra queste quelle di Nuto Revelli, Dino Giacosa e Faustino Dalmazzo – lo speciale racconta la tragica storia di una strage impunita.

Milano in guerra

Uno speciale che racconta la storia di Milano durante il secondo conflitto mondiale e la vita quotidiana dei milanesi: è “Milano in guerra”, in onda giovedì 25 aprile alle 22.10 su Rai Storia. In primo piano, i bombardamenti, la fame, il razionamento, gli sfollati, ma anche gli scioperi del marzo 1943, la caduta del fascismo, l’armistizio, l’occupazione nazista e il periodo della Repubblica Sociale Italiana. Uno dei periodi più tragici della storia d’Italia. Tra il 1943 e il 1945 Milano rappresenta uno dei principali centri della lotta partigiana. Qui, dopo l’8 settembre, nascono le Brigate Garibaldi e la resistenza si organizza militarmente, ma la repressione nazifascista è durissima: arresti, deportazioni, torture e stragi. Attraverso filmati di repertorio, interviste, documenti inediti dell’Archivio Centrale dello Stato e riprese nei luoghi della memoria (la Loggia dei Mercanti, Via Santa Margherita, Via Rovello, Piazza dei Piccoli Martiri, Piazzale Loreto) la storia di una città – Milano – Medaglia d’oro della Resistenza.

SeDici storie. "Ines e Stefano. Una storia di amore e di resistenza" e "Fuga da Lipari"

Uno spaccato positivo dell’Italia del Novecento proposto attraverso sedici racconti, corredati da testimonianze, immagini di teca, documenti esclusivi recuperati in archivi e biblioteche. È la serie “SeDici Storie” e, in occasione dell’Anniversario della Liberazione Rai Cultura ripropone giovedì 25 aprile alle 23.10 su Rai Storia gli speciali “Ines e Stefano. Una storia di amore e di resistenza” e Fuga da Lipari”. La prima è la storia di due antifascisti – Stefano Siglienti e Ines Berlinguer – attraverso lettere e diari, che descrivono il paese dall’avvento al potere di Mussolini (ottobre 1922) alla liberazione di Roma (giugno 1944). Una storia di amore e di resistenza: l’adesione a Giustizia e Libertà, la fondazione del Partito d’Azione, la lotta clandestina dopo l’8 settembre, l'arresto, la prigionia (a Via Tasso e Regina Coeli), la fuga e poi, finalmente, la liberazione. Nel giugno 1944, Stefano Siglienti è nominato Ministro delle Finanze del Governo Bonomi. 

Fuga da Lipari, invece, torna al 27 luglio 1929: Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti fuggono in motoscafo dal confino di Lipari e raggiugono la Francia. Pochi giorni dopo, a Parigi, Carlo Rosselli, Emilio Lussu ed altri fuoriusciti, fondano Giustizia e Libertà. Un movimento politico, dotato anche di una rete clandestina in Italia, che darà forte impulso alla lotta antifascista. Un racconto realizzato con filmati di repertorio, testimonianze d’archivio (Gioacchino Dolci e Francesco Fausto Nitti), interviste (Mauro Canali, storico) e documenti provenienti dal Casellario Politico Centrale.

VENERDÌ 26/04/2024

Passato e presente- Woodstock, il concerto del secolo

Woodstock è una leggenda, il più famoso concerto del Novecento, forse il più importante evento musicale della storia. Paolo Mieli e il professor Ferdinando Fasce ne parlano a “Passato e Presente”, in onda venerdì 26 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Da un punto di vista storico, Woodstock rappresenta la manifestazione culmine della controcultura hippie, che ha avuto nel biennio ’67-’69 il suo apogeo a partire dalla “summer of love” esplosa tra le strade di San Francisco. Ma per altri aspetti Woodstock è considerato anche l’inizio del declino di quella stagione che ha visto imporsi i “giovani” come nuovo soggetto sociale e politico negli Stati Uniti e nel resto del mondo Occidentale. Come è nato, chi lo ha voluto, chi ha partecipato e soprattutto cosa ha fatto sì che proprio quel concerto sia diventato il simbolo di una generazione, producendo un mito destinato a rimanere nel tempo.

Cronache di terra e di mare. Manfredi biondo era e bello

“Biondo era e bello e di gentile aspetto”. Così, nel Purgatorio, Dante descrive re Manfredi, figlio illegittimo e poi riconosciuto di Federico II, che, sfidando l’autorità del pontefice, si impossessò del Regno di Sicilia e, come suo padre prima di lui, sfiorò l’impresa di unificare l’Italia. Un personaggio raccontato da Cristoforo Gorno per le vie e davanti alla Cattedrale di Trani – città amata dal sovrano per la sua bellezza– in “Cronache di terra e di mare”, in onda venerdì 26 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Manfredi di Svevia doveva essere davvero bello perché anche una cronaca del tempo dice che “la natura lo adornò di tutte le grazie”: bello e colto, educato dagli intellettuali più raffinati alla corte del padre, addestrato al mestiere delle armi, aveva tutto per diventare l’eroe di una saga epico-cavalleresca medievale, come poi avvenne. 
“Le avventure della sua vita – dice Gorno - assomigliano a un dramma teatrale, una tragedia a tinte forti che Shakespeare avrebbe potuto mettere in scena tra un Macbeth e un Riccardo III. Manfredi è il protagonista. Sogna in grande: ambizione, coraggio, astuzia e fortuna gli consegnano il regno di Sicilia nel 1258. Come suo padre sembra perfino in grado di unificare l’Italia e di essere ricordato come l’artefice della più importante svolta nella storia italiana dalla caduta dell’Impero Romano. Ma è un attimo: saranno proprio i sogni troppo grandi a rovinarlo”.
Il suo antagonista, potentissimo e insidioso, è la Chiesa di Roma, che usa ogni mezzo, sacro e profano, per fermarlo. E ci sono le trame matrimoniali, le due mogli una venuta dal nord, l’altra da oriente. Infine, l’ultimo atto, innescato da un re straniero che cala sull’Italia, Carlo d’Angiò, e la morte nella battaglia di Benevento, nel 1266.

RAInchieste. All’Est qualcosa di nuovo

‘All’Est qualcosa di nuovo’ è un’inchiesta di Enzo Biagi del 1963 in tre Paesi satellite da Mosca, la Cecoslovacchia, l’Ungheria e la Polonia, che in piena guerra fredda sono influenzati dal mondo occidentale. Giorgio Zanchini ne parla nel nuovo appuntamento con RAInchieste, in onda venerdì 26 aprile alle 21.40 in prima visione su Rai Storia. Un programma di Fabrizio Marini ed Enrico Salvatori, con Riccardo Sansone e Marco Orlanducci. Produttore Esecutivo Alessandra Giorgi, ricerche di Isotta Inzirillo. In tre puntate – realizzate anche con la collaborazione di un giovane Jas Gawronski – Biagi getta uno sguardo oltre quella cortina di ferro che divideva allora l’Europa, e il mondo intero, in due blocchi contrapposti. La prima puntata dell’inchiesta è intitolata Dopo il disgelo, mentre nella seconda vengono raccontate, in prima persona, le storie di dieci donne. Biagi entra nelle case della gente comune, nelle grandi città o in campagna. È una raccolta di storie semplici, una rassegna di vita quotidiana al femminile in Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia. Purtroppo, questa seconda puntata non è stata conservata fino ai nostri giorni. Per Enzo Biagi il vero volto di un Paese è quello delle sue donne e il loro racconto è un po’ la storia di queste nazioni.Nella terza puntata, dal titolo Sabato sera, Enzo Biagi ci accompagna in un insolito viaggio tra i divertimenti notturni. Nel 1970, all’interno della rubrica Grandangolo, la Rai ritrasmette l’inchiesta di Enzo Biagi. Il giornalista bolognese – che nel frattempo è passato alla direzione del Resto del Carlino – scrive una lettera a Corrado Guerzoni, allora direttore del Radiocorriere TV. Nel ricordare il suo reportage sui Paesi dell’Est, nel rivedere quelle sequenze di sette anni prima, Biagi non nasconde un po’ di commozione e anche una vena di amarezza. Perché molte speranze sono andate deluse. Nelle ultime immagini che scorrono: “Adesso io andrei forse a cercare nuovi protagonisti per il mio taccuino, con la pellicola, per raccontare nuovi capitoli, e perché il mio più forte interesse è sempre stato girare per le strade, incontrare persone, ascoltare le loro vicende; io credo che le statistiche invecchino ancora prima degli uomini”.

SABATO 27/04/23

Telemaco. Borgata Paraloup. Al riparo dai lupi

Un pugno di baite tra le montagne della valle Stura, in provincia di Cuneo: è la borgata Paralupo, in occitano "al riparo dai lupi", dove - nel corso della Seconda guerra mondiale trovano rifugio centinaia di partigiani in fuga dalla violenza nazifascista. Così nasce un laboratorio di democrazia e libertà che ancora oggi produce idee e cultura. Un’esperienza al centro dello Speciale “Borgata Paraloup. Al riparo dai lupi” con Charlotte Marincola, in onda sabato 27 aprile alle 11:30 su Rai Storia per “Telemaco”.

Un giorno in più del fascismo. La resistenza delle Aquile Randagie

Quando Mussolini, con la legge numero 5 del 9 gennaio 1927, decreta lo scioglimento dei reparti scout, affidando la disciplina muscolare dei giovani italiani all'Opera Balilla, un gruppo di scout Milanesi si ribella al regime e prosegue clandestinamente la sua attività per 16 anni, 11 mesi e cinque giorni. Un giorno in più del fascismo. Lo racconta “Un giorno in più del fascismo. La resistenza delle Aquile Randagie” in onda sabato 27 aprile alle 17 su Rai storia. Gli esploratori disobbedienti sfideranno coraggiosamente polizia fascista e Gestapo incontrandosi e scambiandosi messaggi cifrati tra Milano e Monza e frequentando campi estivi sulle montagne lombarde e dell'Alto Adige. Dopo l'otto settembre alcuni di questi giovani e, soprattutto, i loro istruttori parteciperanno, disarmati, alla resistenza fondando il giornale clandestino "Il Ribelle" e la struttura, anch'essa clandestina, "Oscar" che organizzerà 2116 espatri in Svizzera, salvando la vita ad intere famiglie ebree, ricercati politici, renitenti alla leva, ex prigionieri inglesi, greci, americani, russi. In alcuni casi, il loro altruismo incondizionato li spingerà a salvare anche appartenenti alle SS, come il colonnello Eugen Dollmann. 

Passato e presente. Giovanni XXIII, uomo del dialogo

Doveva essere un papa di transizione, un uomo che a causa dell’età avanzata, conducesse la Chiesa in maniera prudente, quasi immobile, attraverso i turbolenti anni ‘60. E invece, in poco più di quattro anni di pontificato, Giovanni XXIII riuscirà a spiazzare tutti e a rivoluzionare il corso della storia della Chiesa Cattolica. Un personaggio al centro di “Passato e Presente”, in onda sabato 27 aprile alle 20.30 su Rai Storia. In studio, Paolo Mieli e il professor Alberto Melloni.

Con il suo stile improntato al dialogo e alla comprensione, Angelo Giuseppe Roncalli seppe farsi apprezzare come diplomatico prima e come pastore poi: con il Concilio Vaticano II ha introdotto la chiesa nella modernità e con l’enciclica “Pacem in Terris”, ha innovato definitivamente la dottrina della Chiesa sulla pace, riuscendo a scongiurare una possibile guerra nucleare.

Cinema Italia. La paura” di Rossellini

Germania, anni '50. Irene Wagner dirige una ditta di prodotti farmaceutici e tradisce suo marito Alberto con Enrico Stoltz. Un giorno viene avvicinata da una donna che sostiene di essere la fidanzata di Enrico e inizia a ricattarla minacciando di rivelare la sua relazione adulterina ad Alberto. In preda alla disperazione, Irene, medita il suicidio. Una storia che Roberto Rossellini racconta in “La paura”, in onda sabato 27 aprile alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast Ingrid Bergman, Mathias Wieman, Renate Mannhardt, Kurt Kreuger, Elise Aulinger, Elisabeth Wischert, Gabriele Seitz, Steffie Struck

Documentari d'autore * Io sono Ingrid

La vita e la carriera della grande attrice svedese Ingrid Bergman. Il documentario di Stig Björkman“Io sono Ingrid” - in onda sabato 27 aprile alle 22.20 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” - è stato realizzato grazie all'archivio di famiglia messo a disposizione dalla figlia Isabella Rossellini.


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