Bologna, senza teatro e senza Traviata
BOLOGNA, 16 dicembre 2022 - Doveva essere il debutto del Comunale fuori sede, in questo caso all'EuropAuditorium in zona fiera, per via dei lavori che chiuderanno la sala del Bibbiena all'attività musicale per circa quattro anni (qualcuno dice un po' meno, speriamo non un giorno di più). Tra l'altro, per la maggiore capienza, le recite si contraggono e diventano solo quattro in quattro giorni, le tre compagnie previste in origine diventano due, il progetto registico si deve rimodellare su un piano prove ridotto e su un palcoscenico diverso. Basta poco, e tutto se ne va in fumo. Arriviamo all'ingresso e ci si dice che possiamo tornare a casa o andare a cena: niente Traviata stasera, niente debutto fuori sede. I lavoratori del Comunale aderiscono in massa allo sciopero generale e di certo esprimono un disagio su cui riflettere, anche se la mobilitazione è nazionale e non viene diffusa alcuna dichiarazione specifica. Si torna indietro con l'amaro in bocca, perché con così poche recite e così ravvicinate non sarà possibile recuperare lo spettacolo, ma si sa che lo scopo dello sciopero è creare disagio, non farci stare al calduccio e se i lavoratori del teatro hanno un problema questo ci riguarda tutti. Ci riguarda come amanti del teatro, ma anche come persone che per andarci a loro volta lavorano (sia chi guadagna il denaro per acquistare un biglietto, sia chi il biglietto lo ha direttamente in virtù del proprio lavoro), ma anche per chi non è coinvolto nello sciopero e perde in una sera il frutto del lavoro di giorni, settimane, mesi e anni (direttore, regista, cantanti...). Se uno spettacolo salta, vuol sempre dire che qualcosa non va, in teatro e nella società che lo circonda. Pensiamoci: anche una sera senza teatro e senza opera ci deve servire.
E speriamo che questa Traviata venga ripresa nelle prossime stagioni per poterla recuperare.