L’Ape musicale

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Bologna, san giovanni in monte

Le Accademie Musicali a Bologna

La monotonia e la fissità delle tradi­zioni por­tarono, nel finire del Cinquecento, a un forte ridimensiona­mento della vita mu­sicale bolo­gnese: la musica profana era in decadenza, mentre quella sacra stava diventando troppo austera. A fornire nuova linfa fu un fe­no­meno, già avviato nel XVI secolo in tutta Ita­lia, ossia il formarsi delle cosiddette Ac­cade­mie Artistiche o Letterarie.

A Bologna, sede della più antica Università d’Europa, il nascere delle Accademie è molto legato a questa isti­tuzione: capitava che un docente universi­tario, per liberarsi da al­cuni vincoli posti dall’università sul metodo o sul contenuto dell’insegnamento, cercasse spazi più agevoli, trovandoli aprendo una propria Accademia che veniva frequentata dagli stu­denti, ma an­che da persone esterne all’Università, ossia dottori, canonici, e arti­sti. Non è questo il solo modo in cui poteva na­scere un’Accademia, ma in genere ciò av­ve­niva solo grazie all'iniziativa di figure di spicco nell'ambito intellettuale.

L’Accademia, per come veniva intesa all’e­poca, era un’istituzione culturale in cui erano consentiti e incoraggiati dibattiti in­tellettuali su temi dell’arte interessata, al fine di pro­durre un progresso dell’arte stessa. Fra i numerosi esempi ricordiamo l’Accademia dei Siti­bondi, fon­data attorno al 1550 dal profes­sore uni­versita­rio di Diritto Canonico Celso Sozzini, che si prefiggeva come scopo l’arte di trattare leggi sia canoniche sia civili, oppure l’Accademia Bocchiale, fondata nel 1546 da Achille Bocchi professore di Let­tere Greche, Retorica e Poesia, la quale si occupava della correzione dei libri che do­vevano andare in stampa.

Le Accademie Musicali bolognesi furono di­verse, tutte nate nel XVII secolo: la prima a veder la luce fu l’Accademia de’ Floridi, fon­data da Adriano Banchieri, già brillante compositore e teorico musicale, nell’anno 1615. I ritrovi avvenivano presso il mona­stero di San Michele in Bosco, poco lontano dalla città, e qui venivano impartiti inse­gnamenti di teoria e di pratica musicale. Nel successivo 1622 il Maestro di Cappella di S. Petronio, Girolamo Giacobbi, prese l’asso­ciazione culturale sotto la sua protezione ri­battezzandola Accademia de’ Filomusi, e concedendo la propria abita­zione in città come ritrovo più degno e più comodo. In questa prestigiosa accademia era uso af­frontare e dibattere questioni musicali che venivano poi reinterpretate nell’esercizio pratico; ne fu membro anche il Maestro di Cappella di S. Marco a Venezia, Claudio Monteverdi. Nel 1633 i due musici bolo­gnesi Domenico Brunetti e Francesco Ber­tacchi, entrambi maestri di cappella a S. Petronio, fondarono l’Accademia de’ Fila­schisi in cui si preferiva trattare di musica strumentale piut­tosto che cantata.

Infine, nel 1666 tutte le realtà accademiche dedicate alla musica confluirono in una nuova Accademia che dalla fondazione fino ai giorni nostri ricopre un ruolo da impor­tante istitu­zione a livello sia cittadino che internazio­nale: l’Accademia Filarmonica di Bologna. La nascita di questa associazione è avvenuta per iniziativa del nobile Vincenzo Maria Car­rati, intento a riunire in un’unica voce i vari gusti musicali cittadini, al fine di una mag­gior pos­sibilità di dialogo e di sviluppo. Non a caso il motto della Filarmonica è sempre stato “Unitate melos”.


 

 

 
 
 

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