Giovanni Spataro e Girolamo Giacobbi
Spataro (1458-1541), musicista e teorico vissuto prevalentemente a Bologna, ufficialmente dal 1512 diventa maestro di canto per il coro di San Petronio, probabilmente la sua fama da musicista era già ben nota. Autodefinitosi “Musico Illetteratus”, privo cioè di una cultura umanistica, fu allievo del Pareja dal 1482 e fu un forte sostenitore delle teorie del maestro. Fu protagonista di numerose dispute assai accese nel panorama teorico musicale italiano.
La prima fu quella con Nicola Burzio, che pubblicò un “opuscolum” contro le teorie del Pareja al quale Spataro risponde col suo trattato Honesta defensio, scritto interamente in volgare. La più rilevante avvenne con Franchino Gaffurio. I due in principio erano molto vicini, ma a partire dalla pubblicazione del Gaffurio Apologia adversum Joahnnem Spatarium et complices musicos bononienses, alla quale Spataro rispose con due trattati, Dilucide et probatissime demonstratio e Errori di Franchino Gafurio, entrambi del 1521, si sviluppò una crescente disputa che vide i due passare da disquisizioni scientifiche a pesanti insulti.
Della sua musica rimangono solo sei mottetti e una laude. Conosciuto per la sua ampia conoscenza della musica passata e contemporanea. Oltre agli insegnamenti di Pareja stimò profondamente il compositore Josquin Des Prez, e fu molto vicino alla scuola veneziana.
Altra figura di rilievo nel panorama bolognese è quella di Girolamo Giacobbi (1567-1629): nato nel capoluogo emiliano da famiglia umile, riceve i primi insegnamenti di grammatica musicale e canto presso la Basilica di S. Petronio, che forniva gratuitamente questo servizio. Grazie alle sue doti riesce a ottenere un posto tra i cantanti del coro, ricevendo anche un pagamento col quale può aiutare la famiglia. Dal 1584 in poi vedrà la sua vita dedicarsi a due vie maestre, ossia la carriera ecclesiastica (riceve gli ordini di sacerdote nel 1589) e la carriera musicale. Nel 1594 viene nominato “promagister” del maestro di Cappella di S. Petronio, carica che manterrà fino al 1604, quando diventa egli stesso maestro di cappella. Rimarrà tale fino all’esaurirsi della sua carriera artistica. Giacobbi fu un importante personaggio per la vita musicale bolognese ed italiana: sua fu la musica de L’aurora ingannata su testo del Conte Ridolfo Campeggi, quarta opera in musica in ordine cronologico dopo la fiorentina Euridice di Peri e Caccini e le monteverdiane Orfeo e Arianna andate in scena a Mantova. Questa prima opera bolognese venne rappresentata nella sede dell’Accademia dei Gelati. Nel 1610 Giacobbi ottiene un nuovo primato: scritta la musica per la sua seconda opera L’Andromeda, sempre su testo del Campeggi, decide di mandarla in scena all’interno di una sala pubblica. È il primo caso in cui un privato affitta una sala pubblica per mandarvi in scena un’opera, prassi che renderà magnifica l’opera veneziana. Inoltre Giacobbi fu un affiliato molto importante per il crescere e l’affermarsi delle Accademie bolognesi: fece parte dell’Accademia de’ Floridi, e al decadere di questa raccolse gli altri membri nell’Accademia de’ Filomusi da lui costituita nel 1622.