L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Un anno di primedonne

di Luigi Raso

Fra Anna Netrebko, Asmik Grigorian, Elīna Garanča, Barbara Hannigan, Marina Rebeka e Mariangela Sicilia sono le primedonne a farla da padrone nelle stagioni campane in cui dominano le voci anche con Ludovic Tézier, Michele Pertusi e Francesco Meli.

Negli ultimi giorni dell’anno ci sono domande, opinioni e bilanci che vengono scambiati tra i melomani: quante serate a teatro? Quali opere mi hanno colpito di più? Chi sono i cantanti, gli strumentisti, gli artisti che mi hanno impressionato maggiormente?

Come ogni anno, quindi, proviamo a mettere un po’ d’ordine nel groviglio di emozioni e ricordi che l’anno musicale appena trascorso ci ha regalato. Opinioni - pleonastico ribadirlo - personali, dettate da gusti e inclinazioni personali, dalla preferenza, spesso insondabile, verso un determinato repertorio, una particolare opera, un concerto, ecc.

Limitandomi a ciò che si è visto e recensito (non c’è coincidenza tra visto e recensito: il primo è più ampio del secondo) il catalogo dei ricordi più vivi è questo.

Seguendo principalmente gli spettacoli lirici e i concerti sinfonici da Napoli, tra i primi c’è da ricordare La Gioconda (leggi la recensione) “operona” per grandi voci: e al San Carlo c’era quanto di meglio potesse essere schierato oggi. Anna Netrebko, al di là di obiettive imperfezioni vocali, si è confermata anche nella parte di Gioconda artista carismatica e coinvolgente.

Altro spettacolo memorabile, per la presenza di due primedonne eccelse è stato il dittico Il castello di Barbablù e La voix humaine con, rispettivamente, le meravigliose Elīna Garanča e Barbara Hannigan, guidate e ispirate dalla regia di Krzysztof Warlikowski (leggi la recensione ).

La Stagione 2024 – 2025 del Teatro San Carlo è stata inaugurata con Rusalka di Antonín Dvořák con la magnetica, carismatica, meravigliosa (sarebbero molti gli aggettivi da utilizzare per descrivere la sua arte) Asmik Grigorian (leggi la recensione ) per la quale il regista Dmitri Tcherniakov ha costruito uno spettacolo su misura, che ne esalta le doti di attrice. Asmik Grigorian è stata protagonista anche di un raffinatissimo recital di melodies di Sergej Rachmaninov che ha letteralmente ammaliato il ristretto (troppi gli assenti, ahiloro!) pubblico raccolto intorno al soprano lituano (leggi la recensione)

Al San Carlo l’opera proposta in forma di concerto si è dimostra ancora una volta vincente: a ottobre ha riscosso un notevole successo Simon Boccanegra che ha schierato un cast affiatato capitanato dal meraviglioso Simone di Ludovic Tézier, affiancato dalla perlacea Maria/Amelia di Marina Rebeka, e con quel monumento di interpretazione verdiana (e non solo) che risponde al nome di Michele Pertusi. Francesco Meli, debuttante nell’opera al San Carlo, è stato un trascinante Gabriele Adorno. (leggi la recensione)

Meno interessante ed entusiasmante, rispetto a quella lirica, la stagione sinfonica: tra i concerti, troppo spesso dal marcato carattere lirico-sinfonico, si ricorda quello diretto da Marco Armiliato e Lucas Debargue al pianoforte e Matilda Loyd alla tromba (leggi la recensione ).

Dal Teatro Real di Madrid riaffiora il ricordo dei Meistersinger von Nürnberg “mediterranei” affidati alla bacchetta di Pablo Heras-Casado con un cast vocale che trova il suo fulcro nell’Hans Sachs raffinatissimo di Gerald Finley. Ottimo il complesso e poderoso apporto del Coro diretto da José Luis Basso (leggi la recensione )

Sempre dall’estero il concerto dei Wiener Philharmoniker diretti da Christian Thielemann al Musikverein di Vienna ci ricorda quanto questa orchestra sia gelosa custode del proprio suono e della propria aristocratica tradizione musicale (leggi la recensione).

Il 2024 ha visto un’incursione al Teatro Petruzzelli di Bari per l’inaugurale Fidelio (leggi la recensione) con un cast ben assortito ed equilibrato.

Dal Teatro Giuseppe Verdi di Salerno abbiamo seguito La bohème diretta da Daniel Oren e con la bravissima Mariangela Sicilia nella parte di Mimì (leggi la recensione)

Per il 2024 è (quasi) tutto: buon 2025 musicale, e non solo!

 


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