Nell'anno di Norma
di Luigi Raso
Nella Norma al Verdi di Salerno dominano le interpreti femminili, con l'eccellente Gilda Fiume a dar voce e anima alla protagonista.
NAPOLI, 25 aprile 2025 - A volte gli annali dell’opera assomigliano agli anni del calendario cinese: a leggere i cartelloni lirici dei teatri italiani il 2022 e 2023 sono stati gli anni del Don Carlo: varie produzioni tra Napoli (nel 2022, inaugurazione della stagione), Firenze (2022), nelle città del circuito Opera Lombardia e in quelle del circuito emiliano (2023), infine, dimenticando sicuramente qualcuna, Milano, apertura della stagione 2023 - 2024 del Teatro alla Scala.
Insieme con lo stesso 2022/23 (Parma, Modena e Piacenza, Torino, OperaLombardia, Pisa, Bologna, Palermo e Genova), il 2025 invece è per l’Italia, e non solo, l’anno di Norma. Giusto per citare alcune produzioni: a Vienna, quasi in contemporanea, il capolavoro di Bellini va in scena al Theater an der Wien e alla Wiener Staatsoper, a gennaio a Catania, a marzo a Firenze, stasera a Salerno, e a giugno, attesissima dopo quarantotto anni di assenza, al Teatro alla Scala.
Ma ritorniamo al Teatro Verdi di Salerno per raccontare del ritorno del capolavoro di Bellini dopo quasi otto anni dall’ultima rappresentazione (la recensione).
La direzione musicale è affidata a Michael Balke, che affronta l’opera con solida professionalità, garantendo un buon equilibrio tra palcoscenico e buca, malgrado qualche asincronia, ad esempio con la banda in scena nel corso del primo atto. Si procede su tempi aderenti all’azione drammatica; talvolta compassati oltre il necessario, ma che riescono a dare nel complesso il giusto risalto alle grandi scene di cui Norma è costellata: molto ben calibrato il crescendo di tensione emotiva nel sublime finale dell’opera.
L’Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno risponde adeguatamente alle sollecitazioni del direttore, benché il suono appaia meno curato e più ispido rispetto al solito. Decorosa la prova del Coro del Teatro dell’Opera di Salerno, dal suono poderoso e deciso, sotto la guida di Francesco Aliberti.
Ma la sorpresa - in realtà, una conferma visto l’esito del 2017 - proviene dalla più che eccellente prova di Gilda Fiume che a Salerno torna a dare voce e soprattutto anima a Norma. Innanzitutto si ascoltano tutte le note della parte: potrà apparire scontato e ridicolo affermarlo, ma non sempre accade. La linea di canto è pulita, sorretta da ottimo legato, sapiente gestione dei fiati, sempre ben appoggiata; è poi un piacere ascoltare messe di voce, crescendo, acuti luminosi, sicuri, morbidi e rotondi. La solida tecnica consente alla Fiume di affrontare con sicurezza i passaggi scabrosi e esposti - e da Giuditta Pasta in poi i soprani sanno bene quanti e quali sono! - della scrittura di Norma. E poi c’è il fraseggio, calibrato e intenso quando necessario, che consente al soprano campano di disegnare una protagonista dalla psicologia complessa e tormentata: la sua interpretazione prepotentemente e legittimamente merita visibilità ed encomio tra le tante di questo 2025 “anno di Norma”.
Sul versante femminile si apprezza anche l’Adalgisa del mezzosoprano Francesca Di Sauro, in possesso di bel timbro ambrato, di buona tecnica di emissione che le consente di gestire con correttezza e sicurezza la linea di canto; il personaggio , poi, è delineato con delicata credibilità vocale e scenica.
Di bella pasta e pulizia canora è, pur nella brevità della parte, la Clotilde di Miriam Tufano.
Purtroppo questa è una Norma claudicante, in cui il reparto maschile non si dimostra all’altezza di quello femminile. L’Oroveso di Carlo Striuli è ben poco a fuoco per linea di canto e intonazione. Mert Süngü legge la vocalità di Pollione sulla scia del creatore della parte, Domenico Donzelli, quindi in chiave baritenorile: incerto nel recitativo e nella cavatina iniziali (“Svanir le voci!...Meco all'altar di Venere”),la sua prestazione migliora nel corso della serata.
Si apprezza, malgrado l’estrema esiguità delle battute che Bellini gli affida, il Flavio di Francesco Pittari, puntuale, preciso e di bel timbro.
Lo spettacolo, firmato da Sarah Schinasi, e che si avvale dei bei e calligrafici costumi di Alfredo Troisi, creatore anche delle scene, è di matrice “tradizionalisitica” rispetto del luogo e dell’epoca in cui Norma è ambientata. L’angusto palcoscenico del teatro Verdi non consente indubbiamente regie ipercinetiche, ma stasera questa Norma, se non fosse per le proiezioni (eruzioni vulcaniche, lande desolate, ecc.) apparirebbe davvero statica. Norma e Oroveso sono, nelle intenzioni della regista, due maghi: il movimento delle loro mani nei momenti più sacrali dell’opera ne sono un chiaro e immediato indice.
Teatro gremito, applausi per tutti e ovazione - meritatissima - per Gilda Fiume: la Norma salernitana è salutata da convinto apprezzamento.
Ed ora occhio e orecchio alla prossima tappa di questo 2025 “anno di Norma”.
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Torino, Norma, 12/03/2022 e 18/03/2022
Brescia, Norma, 30/09-02/10/2022