L’Ape musicale

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Casa Rossini a Bologna

Rossini a Bologna

Nato a Pesaro, Rossini visse la propria adolescenza a Lugo di Romagna ed ebbe in Bologna una seconda patria adottiva sin da quando, presso il liceo musicale cittadino, fu allievo di Padre Mattei (a sua volta allievo di Padre Martini, formatosi con Perti) e dunque erede della prestigiosissima tradizione petroniana.

Presso il Teatro del Corso, oggi distrutto ma ricordato da una lapide in via Santo Stefano, il 26 ottobre 1811 esordì L'equivoco stravagante, la sua seconda opera ad andare in scena e la prima in due atti (un anno prima aveva debuttato ufficialmente a Venezia con La cambiale di matrimonio; il primo lavoro Demetrio e Polibio vedrà le scene solo nel 1812 a Roma). Un debutto sfortunato, giacché l'opera, dal libretto alquanto licenzioso, fu ritirata per questioni morali dopo appena tre recite. Tuttavia, L'equivoco segnò anche l'inizio della collaborazione con il contralto Marietta Marcolini, destinataria poi dei ruoli di Ciro, Clarice (La pietra del paragone), Isabella (L'italiana in Algeri) e Sigismondo.

Prima ancora che come compositore, Rossini si distinse, però, come fanciullo cantore, partecipando a produzioni teatrali spesso accanto alla madre, Anna Guidarini. Già nel 1806 fu associato alla Regia Accademia Filarmonica come cantante, divenne Maestro onorario nel 1826, nel 1830 Tesoriere e giunse, dopo essere stato fra i Numerari (cioè i soci con diritto di voto e cariche), a rivestire la carica di Presidente nel 1852, prodigandosi anche in opere benefiche volte a creare una Cassa di mutuo soccorso: l'Istituzione Rossini che sorse da questa esperienza nel 1877 (nove anni dopo la scomparsa del compositore) è tuttora attiva nel sussidio e nella promozione musicale. La sede storica dell'Accademia, palazzo Carrati, custodisce numerosi preziosi cimeli, fra cui l'autografo della Cenerentola.

I genitori di Rossini hanno vissuto in Strada Maggiore al n. 100, 32 e 18; riposano entrambi, con il consuocero Giovanni Colbran e la nuora Isabella al cimitero monumentale della Certosa. 

Nel 1822, di passaggio per la tournée del San Carlo di Napoli a Vienna, Rossini sposa Isabella Colbran a Castenaso nella Chiesa della Beata Vergine del Pilar, nei pressi della quale si trovava anche la villa, oggi distrutta, in cui il compositore attese alla stesura di Semiramide e che fu poi abitata e amministrata dal padre Giuseppe.

Dal 1823 al 1838 Rossini visse al n. 26 della stessa strada Maggiore, in un palazzo che fece restaurare apponendo l'iscrizione "Non domo dominus, sed domus domino", visibile ancor oggi. Fu inoltre ospite presso palazzo Bonfiglioli-Rossi (n.29) nel 1839 e, dal '46 al '51, palazzo Riario-Sforza (n. 34), attuale sede del Museo della Musica.

Nel 1842, Rossini assistette alla prima italiana del suo Stabat Mater, diretto da Gaetano Donizetti, nella sala dell'Archiginnasio tuttora chiamata "Sala dello Stabat Mater".

Pare che la cattiva accoglienza riservatagli, per la sua fama di reazionario (in realtà semplicemente poco interessato alla politica, cui guardava con spirito rpatico e disincantato, memore dei rivolgimenti che coinvolsero il padre, di simpatie giacobine), dai bolognesi durante i moti del 1848 abbia convinto Rossini a lasciare definitivamente la città. Mantenne, tuttavia, la proprietà di ampi appezzamenti agricoli fra Budrio e Castenaso, terreni che hanno poi fatto parte del lascito testamentario alla città di Pesaro e sono parte dell'attuale patrimonio della Fondazione Rossini.


 

 

 
 
 

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