L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

LE NOZZE DI FIGARO

Commedia per musicain quattro atti

Libretto di Lorenzo Da Ponte

dalla commedia La Folle journée, ou Le Mariage de Figaro

di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi Interpreti

Il conte d’Almaviva,

grande di Spagnabasso-baritono Simone Alberghini

La contessa d’Almaviva, sua moglie soprano Serena Farnocchia

Figaro, cameriere del contebaritono Paolo Bordogna

Susanna, cameriera della contessa,

promessa sposa di Figaro soprano Maria Grazia Schiavo

Cherubino, paggio del contemezzosoprano Paola Gardina

Marcellina, governantemezzosopranoManuela Custer

Bartolo, medico di Sivigliabasso Fabrizio Beggi

Basilio, maestro di musicatenore Saverio Fiore

Don Curzio, giudicetenore Joshua Sanders

Antonio, giardiniere del conte

e zio di Susannabasso interprete da definire

Barbarina, sua figliasoprano Mariasole Mainini

Prima ragazza soprano Manuela Giacomini / Caterina Borruso

Seconda ragazza mezzosoprano Claudia De Pian / Daniela Valdenassi

Direttore d’orchestra Speranza Scappucci

Regia Elena Barbalich

Scene e costumi Tommaso Lagattolla

Luci Andrea Anfossi

Assistente alla regia Danilo Rubeca

Maestro del coro Andrea Secchi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO

Allestimento Teatro Regio

Teatro Regio

Martedì 26 Giugno 2018 ore 20

Venerdì 29 Giugno 2018 ore 20

Martedì 3 Luglio 2018 ore 20

Venerdì 6 Luglio 2018 ore 20

DON GIOVANNI

Dramma giocoso in due atti

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi Interpreti

Don Giovanni, giovane cavaliere

estremamente licenzioso baritono Carlos Álvarez

Donna Anna, figlia

del Commendatore soprano Erika Grimaldi

Donna Elvira, dama di Burgos,

abbandonata da Don Giovanni soprano Carmela Remigio

Don Ottavio, promesso sposo

di Donna Anna tenore Juan Francisco Gatell

Leporello, servo di Don Giovanni basso Mirco Palazzi

Zerlina, contadina soprano RocíoIgnacio

Masetto, promesso sposo di Zerlina,

contadino baritono Fabio Maria Capitanucci

Il Commendatore basso Gianluca Buratto

Direttore d’orchestra Daniele Rustioni

Regia Michele Placido

ripresa da Vittorio Borrelli

Scene e costumi Maurizio Balò

Luci Andrea Anfossi

Maestro del coro Andrea Secchi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO

Allestimento Teatro Regio

Teatro Regio

Mercoledì 27 Giugno 2018 ore 20

Sabato 30 Giugno 2018 ore 20

Mercoledì 4 Luglio 2018 ore 20

Sabato 7 Luglio 2018 ore 20

COSÌ FAN TUTTE

Dramma giocoso in due atti

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi Interpreti

Fiordiligi, dama ferrarese

abitante in Napoli soprano Federica Lombardi

Dorabella, dama ferrarese

e sorella di Fiordiligi mezzosoprano Annalisa Stroppa

Guglielmo, ufficiale, amante di Fiordiligi baritono Andrè Schuen

Ferrando, ufficiale, amante di Dorabella tenore Francesco Marsiglia

Despina, cameriera mezzosoprano Lucia Cirillo

Don Alfonso, vecchio filosofo baritono Roberto de Candia

Direttore d’orchestra Diego Fasolis

Regia Ettore Scola

ripresa da Vittorio Borrelli

Scene Luciano Ricceri

Costumi Odette Nicoletti

Luci Andrea Anfossi

Maestro del coro Andrea Secchi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO

Allestimento Teatro Regio

Teatro Regio

Giovedì 28 Giugno 2018 ore 20

Domenica 1 Luglio 2018 ore 15

Giovedì 5 Luglio 2018 ore 20

Domenica 8 Luglio 2018 ore 15

LE NOZZE DI FIGARO

di Wolfgang Amadeus Mozart

Le Mariage de Figaro, secondo tassello della trilogia teatrale di Beaumarchais (il primo è Le Barbier de Séville, il terzo La Mère coupable) andò in scena a Parigi il 27 aprile 1784. Tre anni prima Luigi XVI ne aveva impedita la messa in scena: «Cela est détestable, cela ne sera jamais joué» (“È detestabile, non sarà mai rappresentato”), troppo scandaloso, troppo critico nei confronti di aristocrazia e clero e troppo rivoluzionario nella figura di quel servo scaltro che rappresenta un terzo Stato che si sta evolvendo. Anni dopo, Napoleone dirà che nel Mariagec’è «la révolution déjà en action» (“la rivoluzione già in azione”). Nel 1785 Mozart chiede a Lorenzo Da Ponte di scrivergli un libretto da Beaumarchais (è la loro prima collaborazione – scriverà Wagner: «Nel Figaro, il dialogo si fa pura musica e la musica stessa diventa dialogo»). Il librettista, nelle sue Memorie, si attribuisce tutto il merito (ma non è storicamente provato) di aver convinto l’imperatore Giuseppe II che nell’opera quella carica rivoluzionaria sarebbe stata molto smorzata. L’opera va in scena al Burgtheater di Vienna il 1° maggio 1786: dopo la terza recita, l’imperatore è costretto a emanare un’ordinanza che vieta i bis, ma l’opera resta in scena per solo nove repliche. Il grande successo arriva a Praga nel dicembre 1786. Così scrisse Mozart in una lettera: «Qui non si parla che del Figaro, non si suona, non si strombetta, non si canta, non si fischia che il Figaro, non si va a sentire altra opera che il Figaro. Eternamente Figaro!». Tra i tanti ammiratori dell’opera c’è anche Brahms che scrisse: «Ogni brano del Figaromi sorprende: il fatto è che non riesco a capire come si possa creare qualcosa di così perfetto. Neppure Beethoven ci è mai riuscito».

ATTO I

Figaro e Susanna, al servizio del conte e della contessa d’Almaviva, stanno per sposarsi. Susanna non è particolarmente contenta del fatto che la loro stanza sia così vicina a quella del conte, pronto a intrufolarsi nella sua camera e a corteggiarla costantemente. Figaro è geloso e giura di vendicarsi. Bartolo e Marcellina tramano contro Figaro: il servo del conte ha firmato un contratto nuziale con Marcellina in cambio di un prestito; poiché non ha mai saldato il debito, sarà costretto a sposarla. Cherubino, il paggio, innamorato di tutte le donne del palazzo, si nasconde nella stanza di Susanna all’arrivo del conte, ma viene scoperto: il conte lo costringe a partire con il suo reggimento.

ATTO II

La contessa ricorda con tristezza i momenti felici passati con il conte. Susanna le racconta che il conte la corteggia e insieme decidono di far credere al conte che la contessa abbia un amante. Poi Susanna darà un appuntamento al conte la sera in giardino, ma al suo posto ci sarà Cherubino travestito, così la contessa potrà cogliere il marito in flagrante e dargli una lezione. Ma mentre le due donne stanno vestendo il paggio da donna, arriva il conte. Non resta che nasconderlo nel gabinetto. Il conte pensa che lì ci sia l’amante della donna, ma Susanna e Figaro riescono a ingannarlo facendogli credere che nel gabinetto c’erano loro due, nascosti. Cherubino, intanto, è scappato saltando dalla finestra.

ATTO III

Susanna dà un appuntamento al conte in giardino. Figaro spiega a Marcellina che non può sposarla senza il consenso dei suoi genitori: ma non sa dove siano perché era stato rapito da bambino e gli indizi della sua nobile origine sono le sue fasce ricamate e il tatuaggio che ha al braccio destro. Marcellina impallidisce riconoscendo le fasce e il tatuaggio: Figaro è in realtà Raffaello, il figlio che ha avuto in gioventù da Bartolo e che le era stato rapito.

ATTO IV

È notte. Figaro è convinto che Susanna stia per tradirlo con il conte e si lamenta dell’infedeltà delle donne. Susanna e la contessa si scambiano gli abiti, così il conte corteggia la cameriera che è in realtà sua moglie e Figaro, che ha riconosciuto Susanna vestita da contessa, finge di corteggiare la contessa; Susanna reagisce e Figaro le svela di averla riconosciuta: i due fanno pace. Il conte crede invece che Figaro stia corteggiando sua moglie e chiama tutti testimoni del suo tradimento: ma la contessa esce dal padiglione dimostrando la sua innocenza. Al conte non resta che chiedere perdono, e la contessa glielo concede.

DON GIOVANNI

di Wolfgang Amadeus Mozart

Don Giovanni, andato in scena a Praga nel 1787, è l’unico titolo mozartiano per la scena ad avere goduto di un’ininterrotta fortuna, suscitando l’entusiasmo di Goethe come di Byron, di Kierkegaard, che pone quest’opera alla base di un capitolo significativo della sua riflessione etica e filosofica, di Rossini, come di Hoffmann, che scrisse un magnifico racconto d’omaggio, in cui immagina la visita dei personaggi nel suo palco.

Il libretto di Lorenzo Da Pontereca in sé, d’altra parte, anche l’impronta di Casanova, che fu amico dello scrittore veneto e che dialoga, in un certo senso, con la classica figura del libertino punito. Il seduttore è simbolo come l’autore dei Mémoires – secondo l’ormai classica lettura di Giovanni Macchia – dell’ancien régime che tramontava. Egli ha in sé anche i semi della potenza distruttrice e salvifica di eros, tema ricorrente della produzione mozartiana matura. La scomparsa di Don Giovanni lascia infatti i personaggi bloccati, come mostrava la fine intuizione di Joseph Losey al termine del suo film-opera e le loro azioni sono ineluttabilmente a lui riferite. Il sublime polistilismo del lavoro è sospeso tra dimensione buffa e tragedia (sempre Da Ponte evoca, parlando della redazione del plot, per cui aveva tratto ispirazione dal libretto di Giovanni Bertati per Il Convitato di pietradi Giuseppe Gazzaniga, una dimensione da Inferno dantesco) fino alla conclusione; tante perplessità essa suscitò soprattutto in ambito tedesco, dove illustri personalità, da Mahler ad Adorno, avrebbero voluto imporre il taglio dell’ultima scena.

Oggi risalta nella sua necessità che spezza la morality playdell’ateista fulminato, tanto amata dai religiosi che ne fecero per secoli un loro cavallo di battaglia, a partire da uno dei più autorevoli prototipi, El burlador de Sevilla di Tirso de Molina, rinunciando alla “morale”, a favore di un’accettazione del ritmo dell’esistenza nella sua complessità, in cui la favola perfetta si scioglie nel ritmo della “antichissima canzon” finale.

ATTO I

Leporello attende, annoiato, il ritorno del suo padrone Don Giovanni, che è entrato in casa di Donna Anna. Il padre di lei, il Commendatore, se ne accorge, sfida a duello Don Giovanni e ne viene ucciso. La donna con un gruppo di servitori scopre il cadavere del padre; insieme a lei c’è Don Ottavio, al quale ella chiede vendetta, piangendo disperata. Giunge Donna Elvira, un’innamorata delusa di Don Giovanni incontrata per caso; quella lo accusa, ma egli riesce a fuggire e lascia la donna con Leporello che recita il catalogo delle numerose conquiste del suo datore di lavoro. Poco lontano Zerlina e Masetto, contadini, celebrano le loro nozze; Don Giovanni si incapriccia di lei e la seduce, minacciando il suo futuro consorte. Giungono Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio mascherati: riconoscono il loro nemico, mettono in guardia Zerlina; infine si svelano denunciando le nequizie del libertino, che riesce comunque a fuggire.

ATTO II

Leporello, vicino alla casa di Donna Elvira, cerca di lasciare il servizio di Don Giovanni, ma questi lo convince con il denaro a restare e a scambiare gli abiti con i suoi. Ha in mente di sedurre la cameriera della sua antica amante, che il servitore dovrà tenere a bada. Giunge un gruppo di persone capeggiate da Masetto che vuol vendicarsi: Don Giovanni, attirato il contadino in un agguato lo picchia selvaggiamente, toccherà poi a Zerlina soccorrerlo. Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio minacciano Leporello che chiede pietà spiegando la ragione del suo travestimento. In seguito il servitore fugge e incontra, come d’accordo, il suo padrone al cimitero, dove la statua del Commendatore annuncia al suo assassino l’imminente fine della vita. Egli lo sfida, invitandolo a cena. Don Giovanni nel suo palazzo fa preparare un pranzo sontuoso con musiche; giunge Donna Elvira, che viene sbeffeggiata dal libertino e poi fugge, incontrando sulla propria strada la statua del Commendatore. Questi ingiunge a Don Giovanni di pentirsi, ma egli stringe la sua mano gelida, prima di precipitare negli abissi infernali. Giungono tutti, Leporello narra ciò che è accaduto, insieme i personaggi commentano, riassumendo gli esiti della storia.

COSÌ FAN TUTTE

di Wolfgang Amadeus Mozart

Così fan tutte(1790) conclude la trilogia di opere “buffe” scritte da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, seguendo Le nozze di Figaro(1786) e Don Giovanni(1787): fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II proprio in seguito alle felici riprese viennesi (1788-1789) dei due titoli precedenti. Anche in quest’opera la struttura formale e le convenzioni stilistiche dell’opera buffa sono il veicolo di tematiche e contenuti espressivi di ben altra profondità rispetto agli standard dell’opera comica italiana. Così, solo nel XX secolo Così fan tutteha suscitato un reale interesse. A lungo era stata considerata una farsa fredda, ancorché meravigliosamente rivestita di idee musicali. In realtà il suo carattere deliberatamente artificioso e meccanico sottolinea per contrasto una riflessione sarcastica e amara sulla natura umana e sui limiti delle convenzioni sociali. L’atteggiamento etico è manifestamente ambiguo, e la conclusione non rappresenta una vera e propria soluzione allo svolgimento dell’azione, ma piuttosto – conducendo l’azione alla conclusione in modo smaccatamente aderente alla convenzione del lieto fine – lascia aperti i dilemmi posti nel corso del dramma. In Così fan tuttela commistione stilistica che da tempo caratterizzava l’opera buffa è portata al massimo grado. Così, se Despina e Guglielmo si esprimono secondo stilemi tipicamente comici, a Dorabella, Fiordiligi e Ferrando – i personaggi ai quali è riservata la più profonda elaborazione psicologica – sono riservate arie “serie”, che con la loro preponderanza sui pezzi d’assieme (qui oltretutto più brevi che nelle precedenti opere della trilogia) e con i numerosi recitativi accompagnati, avvicinano Così fan tuttealla dimensione dell’opera seria più degli altri titoli della trilogia, facendone la più profondamente speculativa tra le commedie italiane di Mozart.

ATTO I

A Napoli, in un caffè, due giovani ufficiali, Ferrando e Guglielmo, vantano la fedeltà delle rispettive fidanzate, le sorelle Dorabella e Fiordiligi, ma il loro cinico amico don Alfonso scommette 100 zecchini che, se messe alla prova, le due non si dimostrerebbero più fedeli di qualunque altra donna. Ferrando e Guglielmo accettano la scommessa e la condizione di seguire ciecamente le istruzioni di don Alfonso. In un giardino in riva al mare, Fiordiligi e Dorabella ricevono da don Alfonso la notizia che i loro fidanzati devono immediatamente partire per la guerra: le due coppie si salutano solennemente. La furba cameriera Despina, che non prende troppo sul serio le esagerate manifestazioni di dolore di Dorabella, suggerisce che le due giovani facciano come fanno i soldati, e si trovino nuovi fidanzati. Con la complicità di Despina, don Alfonso conduce alla presenza delle ragazze due “nobili albanesi”. Camuffati come sono, Despina non li riconosce: si tratta, ovviamente, di Ferrando e Guglielmo. Ma le loro avances, lì per lì, sono respinte da Fiordiligi e Dorabella. A nulla serve il finto tentativo di suicidio che i due, disperati per essere stati rifiutati, mettono in atto avvelenandosi: li salverà un medico che è in realtà Despina travestita da dottore.

ATTO II

Despina non deve faticare molto per convincere le padrone che in fondo non c’è nulla di male in un innocuo flirt, poi, per salvare il loro onore, si può sempre far credere che quei due stranieri vengano a corteggiare lei, la cameriera. In effetti le due ragazze sono attratte dagli “albanesi”, e ciascuna delle due ha messo gli occhi sul fidanzato dell’altra. Così Dorabella si lascia conquistare da Guglielmo, e don Alfonso ha buon gioco nell’istigare il disperato Ferrando a conquistare Fiordiligi. Fiordiligi è invece decisa, per sfuggire alla tentazione, a raggiungere il proprio fidanzato al campo, travestendosi da soldato. Ma quando sopraggiunge Ferrando, anch’essa cede e cade tra le sue braccia. Don Alfonso ha vinto la scommessa. Despina, travestita da notaio, fa firmare alle ragazze un finto contratto nuziale. Si dà corso ai festeggiamenti, quando viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli “albanesi” si dileguano e al loro posto si presentano gli scornati Guglielmo e Ferrando. Don Alfonso risolve la situazione rivelando l’intrigo. Dorabella e Fiordiligi chiedono perdono e le due coppie infine si riconciliano.

LE NOZZE DI FIGARO - DON GIOVANNI - COSÌ FAN TUTTE

Prezzi dei biglietti

Recita del 26 giugno (Le nozze di Figaro):€ 170 - 135 - 120 - 100 - 70 - 55

Tutte le altre recite (Le nozze di Figaro - Don Giovanni - Così fan tutte):€ 95 - 80 - 75 - 70 - 60 - 29

Biglietti ridotti del 20% per gli under 30 edel 10% per gli over 65

18app: posto unico € 25, e con 1 euro in più si può acquistare un secondo biglietto

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